Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

Sono due le buone novelle laiche del mese di dicembre. Entrambe provengono da Corti d’Appello (Milano e Roma) e ribadiscono la legittimità della trascrizione nel nostro paese dei provvedimenti esteri con cui è stata concessa a donne italiane l’adozione dei figli delle proprie compagne. Secondo la corte di Roma occorre infatti tenere soprattutto presente “l’interesse superiore del minore al mantenimento della vita familiare”: indubbio, nel caso specifico, visto che la ragazza ha vissuto con le madri per dieci anni. I giudici hanno dovuto anche affermare un’ovvietà, ovvero che non è “contrario all’ordine pubblico un provvedimento straniero che abbia statuito un rapporto di adozione piena tra una persona non coniugata e il figlio riconosciuto del partner, anche dello stesso sesso”.

Ci si augura che tale precedente sproni ora i parlamentari laici a battersi con maggiore determinazione contro quelli clericali, che si oppongono a ogni riconoscimento della “stepchild adoption” all’interno della legge sulle unioni civili in discussione in parlamento. Il premier Matteo Renzi ha promesso che tale legge sarà approvata nel 2016: bene, ma lo fa da almeno due anni, quindi passi cortesemente dalle parole ai fatti. Nel Parlamento i favorevoli alla calendarizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita (per la quale anche l’Uaar raccolse le firme), non ancora discussa dopo oltre due anni, sono ora diventati 225.

Un numero importante e in crescita per una sfida difficile: è un argomento su cui la resistenza clericale è ancora più forte ed efficace. È anche per questo che il radicale Marco Cappato ha deciso di autodenunciare il proprio aiuto portato a una cittadina che si è recata in Svizzera per ricorrere al suicidio assistito.

Rilevante anche il numero di parlamentari (117) che ha sottoscritto l’appello in favore dei giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, sottoposti a un processo ben poco equo tra le mura vaticane. Nel frattempo è stata approvata la legge di stabilità.

Possibile e Alternativa Libera avevano presentato alcuni emendamenti che intervenivano sul meccanismo dell’Otto per Mille. Sono stati ovviamente bocciati, ma intanto si è cominciato a discutere della questione anche in sede istituzionale.

Trattandosi di dicembre, è “tradizionalmente” scattato il delirio identitarista: promosso dal centrodestra, ma non solo. Il caso di Rozzano si è sgonfiato: il comportamento della dirigenza scolastica è risultato essere stato impeccabile, e un personaggio alla perenne ricerca di strumentalizzazioni come Ignazio La Russa è stato contestato dai genitori.

A Golfo Aranci, in Gallura, la dirigente della scuola dell’infanzia ha detto no alla confessionalizzazione della struttura con presepe e canti natalizi. Niente canti religiosi nemmeno alla scuola materna “Scoiattolo” di Castelfranco Emilia (MO), mentre l’assenza del presepe in una scuola di Melara, quartiere triestino, ha fatto addirittura scattare la “scomunica” da parte della diocesi.

Da segnalare anche la critica che il responsabile locale della protezione civile ha rivolto alla diocesi di Ragusa perché celebra la giornata del volontariato soltanto con gli assistenti ospedalieri (e ovviamente col cappellano), nonché le prime risposte inviate dalle amministrazioni comunali al circolo Uaar di Bologna che aveva chiesto di verificare la posizione tributaria degli istituti scolastici privati paritari presenti nel territorio, al fine di escludere casi di omessa dichiara­zione e omesso pagamento dell’Ici-Imu-Tasi.

Infine, il consiglio regionale lucano ha bocciato l’inserimento nello statuto delle radici cristiane, mentre quello di Cagliari ha inserito all’articolo 1 un impegno meritevole di citazione integrale:

il Comune “impronta la propria azione al rispetto dei diritti delle persone e ai principi di solidarietà e di pari opportunità tra cittadini, senza distinzione di genere, di provenienza geografica, di lingua, di convinzione religiosa o non religiosa, di opinioni politiche, di orientamento sessuale, di condizioni personali e sociali”.

31 commenti

mafalda

Ci volevano queste notizie, grazie. Finalmente la gente comincia a capire, e soprattutto si muovono alcuni dirigenti scolastici illuminati.

Diocleziano

Mafalda
L’ho sempre detto che bisogna essere ottimisti, ciò che si sta muovendo oggi può avere una sola direzione.

Intanto l’effetto Banale si sta sgonfiando: 30% in meno di presenze in piazza Pietro nel dicembre ’15 rispetto al ’14.

mafalda

Diocleziano
Se si parte dalle scuole ad insegnare le buone regole, gran parte del lavoro è fatto. E blocca subito qualsiasi pretesa di altre religioni di volere gli stessi privilegi cattolici. Via l’ora di dottrina ora.

Marjo

Sono piccoli passi, ma intanto la RAI si sfoga nel trasmettere costantemente programmi di religione cattolica, specie ora che è stato dichiarato il Giubileo, con pieno servilismo degli
italiani in genere, allo Stato del Vaticano.

mafalda

Marjo
Facendo zapping ho visto anch’io una montagna di programmi religiosi e anch’io ho giubilato! Chi pensi che guardi quelle sciocchezze, se non i poveri ospiti delle case di riposo?

Mauro

Niente canti religiosi, niente presepe in alcune scuole.
Bellissimo.
Peccato però che si voglia continuare a chiamarle “feste” ma soprattutto feste “di Natale”.
Perchè, mi chiedo, festeggiare il Natale nelle scuole pubbliche, se proprio vogliamo fare i duri e gli inflessibili?
Pertanto, se festa di Natale deve essere, che festa di Natale sia, ma che sia organizzata in modo da “aggiungere”, “includere” e non, come succede ora, “togliere”.
Si spiegheranno ai bambini i vari punti di vista, sia religiosi che atei (cosa possibilissima dato che si trova il modo per dire loro tutto) perchè così, in molte realtà, da molto tempo e molto prima del problema delle diverse sensibilità religiose da rispettare, tutto si riduce a un disorganizzato assembramento di gente che sta lì non si sa bene a fare cosa e, naturalmente, a ingozzarsi.

Diocleziano

Nessun problema: potremmo chiamarle ”Feste della Concordia”, che ne dici?

Curioso che a natale si possa fare a meno di dio, ma non del panettone. 🙂

Mauro

Io vedo che, atei o religiosi che si sia, il Natale lo festeggiamo un po’ tutti, direi quindi che la mia opinione è quella inclusiva di cui accennavo.
Bella comunque l’idea di una festa della concordia.

gmd85

@Mauro

Se a scuola non ci fosse la festa, chi festeggerebbe. E che ne sai di cosa pensa la totalità degli atei? Io ne farei volentieri a meno.

mafalda

Mauro
La festa si può chiamare in tanti modi diversi, purché perda la connotazione religiosa e resti un momento di gioia fiabesca per i bambini (per i quali natale significa vacanze, regali, addobbi, regali, luci colorate, regali, negozi di giocattoli) e un momento adatto per un saggio di metà anno per gli insegnanti, un saggio di qualsiasi tipo, non solo di canzoncine. È una nostra tradizione e ai bambini andrebbe spiegato perché, è un periodo di cui l’industria turistica ha bisogno e per questo sarebbe impossibile spostarlo. Io lascerei da parte le sdolcinature sul volersi tutti bene e sull’inclusione, visto che quello lo si fa tutti i giorni.

Mauro

la connotazione religiosa non la si può comunque negare,, visto che a casa i bambini ricevono anche, in taluni o tanti casi (dipende), un’educazione religiosa o quantomeno la narrazione di un Gesù ritenuto dai più comunque personaggio storico.
Mi sono sempre chiesto se durante la festa “neutrale” un bambino interviene e accenna a Gesù, come si comporta l’insegnante …?
Insegnante che oltretutto, in quel momento, ha anche davanti i genitori?
La festa di Natale caoticamente “neutrale” (ammesso e non concesso che si possa parlare di neutralità, dato che ogni scelta implica la rinuncia alla neutralità) non ha il minimo senso. Meglio allora eliminarla.

mafalda

Mauro
Magari si potessero eliminare i saggi natalizi, come del resto succedeva ai miei tempi di alunna. Sembra che ora sia una moda , quasi una competizione tra scuole, e ti dirò che la qualità non è il massimo. Cosa succede se un bambino parla di Gesù? Ma succede, ovviamente! Ti posso dire cosa faccio io e credo facciano anche le altre insegnanti. Si spiega tranquillamente che il 25 dicembre è anche una festa dei cristiani, che hanno scelto quella data per il loro dio, ma che quella stessa data è l’anniversario di altri dei e del primo e più importante, il sole. I bambini non fanno una piega, neanche i musulmani. Loro sono molto più intelligenti di noi, credimi.

Mauritius

Mauro, l’insegnante dovrebbe comportarsi semplicemente da insegnante. Una domanda su Gesù non dovrebbe essere affatto difficile da gestire, non è che di Gesù si può parlare solo se lo si fa come da catechismo. Piuttosto a volte ci sono difficoltà al contrario, come accaduto di recente ad una persona che conosco: in sintesi mi raccontava che sua madre, quindi la nonna del bambino, stava guardando un documentario alla TV in cui si parlava del sistema solare, e alle domande del nipotino (se non ricordo male di 5/6 anni, comunque in età di scuola materna) ha cercato di spiegare in modo semplice che la Terra è stata generata dalla separazione da un altro corpo celeste. Il giorno dopo il bambino ha detto a sua madre di aver raccontato la storia della nonna in classe e che le maestre lo hanno contraddetto dicendogli in classe che non era vero nulla perché la Terra è stata creata da Dio.
Questo per dire che a mancare a scuola non sono le tradizioni, a volte è proprio la cultura. Ma del resto, se solo penso che a dirigere il carrozzone c’è stata una che, alla faccia dell’inclusività di cui parli tu, ha cercato di eliminare dai programmi l’evoluzionismo. E che in seguito lo stesso posto è stato occupato da una che pensava ci fosse un tunnel tra Ginevra e il Gran Sasso, e il cui hobby preferito è andare a cantare tu scendi dalle stelle davanti alle scuole. Non so se mi spiego 🙁

mafalda

Mauritius
Spero che le insegnanti di cui hai parlato siano di una scuola privata religiosa, altrimenti è un fatto da denunciare subito al dirigente.

Mauritius

Purtroppo si trattava di una scuola pubblica. Infatti avevo consigliato a quella persona di rivolgersi all’Uaar per vedere se era possibile fare qualcosa, ma il suo compagno, che è il padre del bambino, non è d’accordo perché credente e tra l’altro il bambino fa anche Irc, sempre in virtù di un compromesso tra madre atea e padre cattolico. Comunque no, non è stata la maestra di Irc a dare quella risposta al bambino, in quel caso sarebbe stato più comprensibile. L’unico dubbio è che non si sa né il tono né il contesto in cui questa cosa è stata detta. In teoria, trattandosi di una scuola materna, avrebbe anche potuto essere detto come una sorta di favola, un po’ come quando si dice ai bambini che i doni li porta Babbo Natale, ma certo è difficile da credere. Anche perché sappiamo benissimo che questa specifica favoletta poi li accompagna per tutta la vita, mentre quella di Babbo Natale a un certo punto viene svelata.

mafalda

Mauritius
Senza parole. Ci sono insegnanti fanatici, ma bisogna fermarli, specialmente se si ha il potere di essere genitore. Non serve chiamare l’UAAR, basta andare dal dirigente. Mi dispiace per quella mamma e per la nonna.

dissection

@Mauro: niente canti religiosi, niente presepe a scuola. Bellissimo. Ed è esatto, è proprio così che piacerebbe a me e credo anche a molti di quelli che scrivono qui, anche se a te può sembrare un enormità; resta il fatto, come dimostrato da molti in un thread di poco tempo fa, che canti natalizi e presepi a scuola NON sono affatto tradizioni millenarie rappresentative della nostra cultura, ma solo rigurgiti fondamentalisti di amministratori in cerca di approvazione presso certi ambienti e di politici in cerca di voti presso la più larga parte possibile (sperano) di elettorato. Hai mai pensato, “inclusivamente” parlando, che “aggiungere” significa anche visioni e tradizioni a voi storicamente invise, che generalmente non viene fatto se non in pochi esempi e che le ultime sparate clerical/politiche commentate recentemente anche qui dappertutto vanno tranne che in una direzione “inclusiva”? Sempre a voler specificare di cosa si parla, poi… Io comunque il natale lo festeggio solo in senso consumistico, dare/ricevere regali, abbondanti libagioni ecc. gli auguri li faccio per il semplice piacere di farli e mi esprimo con un generico buone feste.

gmd85

@dissection

Effettivamente, questa storia dell’inclusione è proprio una presa per i fondelli, visto che poi non se ne parla neanche a voler accettare certe norme, soprattutto in materia di diritti civili. per la serie “includiamo, ma solo ciò che ci piace”.

dissection

@gmd: bravissimo, è proprio la velata (ma neanche tanto) presa per i fondelli perpetrata col solito sistema di mentire sapendo di mentire che proprio non mi va giù, argomentando con dei non-argomenti tipo quello dei vari punti di vista, anche atei, visto che ai bambini si trova il modo di spiegare tutto. Questo viene ovviamente a cadere quando si parla di educazione sessuale, civica al posto di IRC, e compagnia cantante: e poi gli ipocriti saremmo noi festeggiando una festa che, anche volendo, sarebbe difficile da evitare a meno che uno non sia solo al mondo…

gmd85

@dissection

Per non parlare del fatto che chi blatera di inclusione, magari, non vuole saperne un tubo di immigrati.

RobertoV

Niente presepi nelle scuole, niente canti religiosi è quello che ho trovato io nelle scuole anni ’60 e ’70, cosa testimoniata anche da altri. Eppure c’erano molte più ragioni allora per farlo quando la religione cattolica era ancora religione di stato e gli italiani erano più cattolici e più praticanti.
Perchè oggi con una società cambiata ed in cambiamento bisogna addirittura sostenere per legge tale prassi introdotta più recentemente? Come si fa a parlare di inclusione imponendo le regole di una sola parte con scopi identitari? L’inclusione si fa tutti i giorni nelle scuole ed al di fuori di esse, non è prerogativa di una festa con modalità stabilite da una parte sola. E’ proprio per dividere che si sostengono certe tradizioni con intenti identitari.
Il mangiare è già includente visto che alla maggioranza piace mangiare ed in queste feste si possono assaggiare anche cibi diversi dalle tradizioni italiane.

gmd85

@Mauro

Peccato però che si voglia continuare a chiamarle “feste” ma soprattutto feste “di Natale”.

Chi è che vuole continuare a chiamarle così?
Salvini, che si è scaldato perché a Castelfranco Emilia hanno fatto la festa di fine anno e non quella di Natale?

Pertanto, se festa di Natale deve essere</blockquote<

Ecco. Perché deve essere? Si tratta di una festa religiosa, perfettamente celebrabile a casa, nei luoghi di culto e al catechismo. Perché dovrebbe esserci a scuola? Nel caso i bimbi se ne dimenticassero? La motivazione che si tratta di tradizione non è sufficiente, e tanto meno lo è la solfa dell'includere. Se davvero si avesse piacere a includere, non servirebbero le sparate di Salvini.

<blockquote<tutto si riduce a un disorganizzato assembramento di gente che sta lì non si sa bene a fare cosa e, naturalmente, a ingozzarsi.</blockquote<
Che è quello che succede ogni 24-25-26 dicembre nelle case degli italiani.

gmd85

@Mauro

Peccato però che si voglia continuare a chiamarle “feste” ma soprattutto feste “di Natale”.
Chi è che vuole continuare a chiamarle così?
Salvini, che si è scaldato perché a Castelfranco Emilia hanno fatto la festa di fine anno e non quella di Natale?

Pertanto, se festa di Natale deve essere

Ecco. Perché deve essere? Si tratta di una festa religiosa, perfettamente celebrabile a casa, nei luoghi di culto e al catechismo. Perché dovrebbe esserci a scuola? Nel caso i bimbi se ne dimenticassero? La motivazione che si tratta di tradizione non è sufficiente, e tanto meno lo è la solfa dell’includere. Se davvero si avesse piacere a includere, non servirebbero le sparate di Salvini.

tutto si riduce a un disorganizzato assembramento di gente che sta lì non si sa bene a fare cosa e, naturalmente, a ingozzarsi.

Che è quello che succede ogni 24-25-26 dicembre nelle case degli italiani.

gmd85

Casotto con i tags.

Peccato però che si voglia continuare a chiamarle “feste” ma soprattutto feste “di Natale”.

Chi è che vuole continuare a chiamarle così?
Salvini, che si è scaldato perché a Castelfranco Emilia hanno fatto la festa di fine anno e non quella di Natale?

Pertanto, se festa di Natale deve essere

Ecco. Perché deve essere? Si tratta di una festa religiosa, perfettamente celebrabile a casa, nei luoghi di culto e al catechismo. Perché dovrebbe esserci a scuola? Nel caso i bimbi se ne dimenticassero? La motivazione che si tratta di tradizione non è sufficiente, e tanto meno lo è la solfa dell’includere. Se davvero si avesse piacere a includere, non servirebbero le sparate di Salvini.

tutto si riduce a un disorganizzato assembramento di gente che sta lì non si sa bene a fare cosa e, naturalmente, a ingozzarsi.

Che è quello che succede ogni 24-25-26 dicembre nelle case degli italiani.

Mauro

“Ecco. Perché deve essere? Si tratta di una festa religiosa, …Perché dovrebbe esserci a scuola? ….”
Ovviamente ….. non lo dovresti chiedere a me perchè DEVE essere, lo devi chiedere a coloro, insegnanti in primis, che si affannano per continuare a farla in maniera sempre più “neutrale”, epperò continua a chiamarla festa di natale e lo scrive sul diario: il tal giorno tutti a scuola alla tal ora per la festa di Natale (mai ti è capitato di assistere a questi veri e propri caos dove le maestre leggono ai bambini storie di gnomi e folletti, premettendo però sempre: bambini allora oggi festeggiamo il Natale, e adesso leggeremo la storia dei giocattoli che scrivono a Babbo Natale?)
Io comunque gradisco le feste, purchè abbiano anche una lontana parvenza di feste, e nel caso del Natale, io sono per mantenere la festa in tutte le scuole, nei modi che ho già detto, dando spazio e spiegazioni per tutti e trovando un modo piacevole per passare insieme quel paio d’ore.

gmd85

@Mauro

Le spiegazioni per tutti non le trovi. Il Natale è una festa religiosa cristiana, punto.
E non rigirare le parole. Tu hai scritto “se natale deve essere”. La mia domanda è chiara: perché ci deve essere tale festa? Per me non ha senso neanche mantenerla con altri nomi. Se proprio deve esserci una celebrazione per l’anno che finisce, che sia un momento di festa scevro da connotazioni religiose.

Meglio eliminarla allora

Ah, per me… ma adesso sei tu che escludi, con la tua incapacità di accettare che un momento di aggregazione non possa essere privo di connotazioni religiose. Mai stato a un compleanno?
E perché un insegnante non dovrebbe essere capace di rispondere a un bambino che chiedesse di Gesù? Non è motivo sufficiente a volere una festa con connotazione religiosa.

mafalda

Mauro
Il motivo per cui si fa la festa a scuola è perché piace ai genitori, e di questi tempi il fatto di non farla crea problemi per motivi soprattutto politici, non te ne sei accorto? Ti assicuro che per i maestri è stressante e motivo di tensioni se non di litigate. Per me è molto più bello fare “natale” in classe con storie, poesie, disegni, lavoretti, perché quelli piacciono ai bambini. Cambiargli nome, perché? Torniamo ai saturnali? Lasciamo alle cose il loro nome, non facciamo come i cristiani che hanno rubato le feste pagane cambiandone il nome.

gmd85

@Admin

Ho un commento bloccato per errore nel digitare l’email. Si può eliminare, insieme a quello con i tags errati.

Approfitto per comunicare che dopo le ultime modifiche tecniche, se commento da pc sono costretto a ricaricare la pagina. Non ho problemi sullo smartphone, sul quale, però, non ho cancellato la cronologia e svuotato la cache.

Tiziana

Sarà, ma io vedo solo questo :
Sarà per il giubbileo in corso o per il terrorismo islamico, ma non esiste discorso articolo saggio programma che non dichiari il suo fideismo. Anche se in maggioranza si tratta di pigro conformismo e passiva prosecuzione delle tradizioni. L’etica laica è solo dei nostalgici risorgimentali fuori di testa. Sarà pure un valore la religione, ma i o gli dei dividono le persone di una stessa società e uniscono -ingaglioffendo – solo i credenti.

RobertoV

I media ed i politici vivono in una realtà a parte. E quelli italiani ancora di più.
Cosa sarebbe la chiesa cattolica senza il sostegno del potere e della propaganda?
Questo affannarsi indica che sta sfuggendo loro il controllo sulla società che sta cambiando e stanno cercando in tutti i modi di arrestarne il cambiamento.
Pensa alla propaganda per GP II: quanto è rimasto di quella propaganda, quali frutti ha dato nello sviluppo della società? Anche di Ratzinger parlavano tutti bene, oggi quanti lo ricordano?
Con le critiche, le contestazioni si portano le persone a pensare, a confrontarsi con altri mondi possibili: non vivendo più in un mondo isolabile diventa sempre più difficile nascondere la realtà alle persone anche con una buona propaganda.

Sumadart Son

Io tra le buone novelle laiche avrei inserito la bestemmia chiara e diretta e di buon auspicio inviata via SMS comparsa durante la trasmissione italiota del capodanno.
.
Se le bestemmie diventano imprecazioni di uso comune vuol dire che la divinità talmudica perde di potere e di conseguenza anche tutto quanto ad essa connesso (il papoCCio, i pretoCCi, le suoraCCie, le vecchiaCCie che pregano, ecc. ecc.).
.
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Per la serie fa piu` rumore un albero che cade che una foresta che cresce mi vengono in mente i giovini che su youtube, facebook et similia pubblicano video dall’alto contenuto agnostico rispetto ad un matteo salvini che partecipa al tolk-scio` ribadendo quanto e` bello il presepe.
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firmato: Mago Sumadart Son (grande studioso di italiottologia)

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