Contraccezione d’emergenza, questa sconosciuta

Sarà anche dovuto alla confusione di sigle, di nomi e soprattutto di giorni, fatto sta che in tema di contraccezione d’emergenza e di aborto chimico l’ignoranza, in Italia, sembra continuare a regnare sovrana. A certificarlo un’indagine effettuata dall’istituto di ricerca Swg di Trieste da cui emergono dati inquietanti, non solo in riferimento alle utenti ma soprattutto in riferimento agli operatori del settore. Pare infatti che una donna su tre sia tuttora convinta che per acquistare la pillola del giorno dopo occorra la ricetta del medico, ma quel che è peggio è che la stessa convinzione ce l’ha ben un farmacista su sette.

Eppure è dal maggio dello scorso anno che l’obbligo della prescrizione medica è stato eliminato grazie a una determina dell’Aifa, e con esso anche l’assurdo obbligo del preliminare test di gravidanza. In realtà la ricetta è ancora necessaria se a richiedere il farmaco è una minorenne, ma va precisato che comunque la legge non prevede né che la minore sia accompagnata da un adulto, né che occorra acquisire il consenso di chi ne esercita la potestà genitoriale. L’obbligo di ricetta era stato introdotto contestualmente alla messa in commercio su parere del Consiglio superiore della sanità, nonostante l’Ema, agenzia europea del farmaco, avesse espresso parere favorevole alla trasformazione in farmaco da banco e la Commissione Europea avesse recepito tale parere. All’epoca l’Amci, associazione che riunisce i medici cattolici (come se “cattolico” fosse una specializzazione), si oppose duramente alle disposizioni di Bruxelles e i farmacisti cattolici si mossero perfino sul fronte legale. Evidentemente senza successo, almeno finora.

Ma vediamo di chiarire alcuni punti fondamentali. Il farmaco di cui si parla è l’EllaOne, la cui molecola attiva è l’ulipristal acetato, che fino a qualche tempo fa veniva definito “pillola dei cinque giorni dopo” in virtù del fatto che la sua efficacia può arrivare, appunto, fino a 120 ore dalla fecondazione dell’ovulo. Questo non vuol dire che l’efficacia sia costante durante tutto il periodo, è pur sempre nelle prime 24 ore che si ha una percentuale di successi intorno al 98%, in seguito la percentuale va ad abbassarsi progressivamente. La vera ragione per cui però si adottava tale definizione era la presenza di un altro farmaco, di più vecchia concezione, di minore efficacia e con maggiori effetti collaterali, a base di levonorgestrel che non andava oltre le 24 ore di efficacia e perciò era stato chiamato “pillola del giorno dopo”. Per quel farmaco è sempre stata necessaria la prescrizione medica anche se solo in pochi paesi (inutile dire che in queste cose l’Italia tende sempre a distinguersi). Oggi però il levonorgestrel è sulla via dell’obsolescenza, quindi quando si parla di pillola del giorno dopo ci si riferisce sempre all’EllaOne.

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C’è poi la cosiddetta Ru486, la pillola abortiva che non ha nulla a che vedere con i contraccettivi d’emergenza, anche se una certa letteratura ha tutto l’interesse a confondere i vari farmaci per far passare il falso principio che si tratta pur sempre di aborto. Naturalmente non è così; una cosa è parlare di interruzione della gravidanza, quindi di una fase che inizia dopo l’annidamento dell’ovulo fecondato, e un’altra è parlare di espellere un ovulo che non si è ancora annidato. Per la Ru486 la ricetta non serve perché semplicemente non è possibile acquistarla. La sua somministrazione avviene esclusivamente in ambito ospedaliero, quasi sempre in regime di ricovero ordinario (a volte in day hospital, dipende dalla Regione) anche se è possibile dimettersi volontariamente dopo l’assunzione.

Il quadro normativo è dunque chiarissimo, anche se perfettibile a dirla tutta, ma sappiamo bene che l’importanza del rispetto delle norme è diversa se visto con occhi clericalisti piuttosto che da un punto di vista laico. Sebbene nessun farmacista possa rifiutarsi di vendere il farmaco, ben il 18% dichiara candidamente che non lo cederebbe mai in assenza di ricetta a prescindere da quello che dicono le norme. In pratica quasi un farmacista su cinque ammette spudo­rata­mente la ferma inten­zione di violare la legge e indovinate un po’? La principale ragione alla base di questa presa di posizione è di ordine religioso. Infatti, il 61% dei farmacisti cattolici si dichiara contrario alla contraccezione d’emergenza, molto probabilmente perché ritiene la legge della Chiesa superiore a quella degli uomini. In aggiunta, quasi la metà dei farmacisti si dice in disaccordo con la decisione dell’Aifa e tre quarti di essi sostengono che la mancanza dell’obbligo di prescrizione renderebbe troppo facile l’accesso al farmaco e ne incentiverebbe quindi l’abuso.

Il presidente della Smic, Società Medica Italiana per la Contraccezione, Emilio Arisi è naturalmente del parere opposto e snocciola i suoi dati a sostegno della tesi: solo il 2,5% delle donne italiane in età fertile ha fatto ricorso alla contraccezione d’emergenza, il che pone il nostro Paese al di sotto della media europea. Nessun incentivo quindi, semmai certamente un disincentivo per il ricorso all’aborto, come afferma anche Francesca Merzagora della Onda che si unisce ad Arisi nello stupore per la percentuale di farmacisti (53%) che ritiene il farmaco pericoloso, quando la sua tollerabilità e sicu­rezza sono state riba­dite dagli orga­nismi compe­tenti di tutto il mondo.

Tra l’altro proprio in questo momento la contraccezione in generale, sia essa preventiva o d’emergenza, assume importanza ancora maggiore alla luce delle conseguenze delle infezioni da Zika sulle donne in gravidanza, o meglio sui loro figli, con il sospetto tra l’altro che il virus sia trasmissibile sessualmente. Invece no, ci si ostina a voler anteporre i propri precetti morali perfino alla sicurezza delle persone. In particolare nell’America latina il ricorso all’EllaOne potrebbe evitare la nascita di numerosi bambini malformati. Anzi, sarebbe la soluzione estrema al problema, visto che da quelle parti pochissimi paesi ammettono il ricorso all’interruzione di gravidanza. Chissà perché, poi.

Massimo Maiurana

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44 commenti

Sumadart Son

I farmacisti italioti sono una solida e potente corporazione che puo` avere senso in questa italietta degli italioti.
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Non si preoccupino piu` di tanto perche` le giovini italiote (e non solo) stanno ritornando ad adottare il metodo di contraccezione piu` sicuro al mondo:
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O mi sposi…con l`abito bianco in chiesa davanti a dio ma anche a padre pio (che e` ritornato di moda di recente) E con tutto il parentume italiota…ed allora poi facciamo sesso (perche` e` giusto cosi`…si fa sesso non per gioia di vivere ma per avere una “posizione sociale”) con tanto di bollo autorizzativo episcopale (lo dice la parola stessa…serve per scopare).
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E avanti cosi` italioti…continuate cosi` che va sempre bene !!!
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firmato: Mago Sumadart Son (grande studioso di italiottologia)

Emilia

Riporto di seguito un commento lasciato su FB da un utente sulla vostra pagina dell’UAAR. Mi sembra una buona idea!
“Salve a tutti, ho una proposta per lo staff della UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, potreste inserire una pagina nel vostro sito, dove segnalare un elenco di farmacie che rispettano la legge e quelle che negano i diritti, in modo che prima di tutto le donne che hanno questa necessità non perdano tempo inutilmente e anche perchè così si può scegliere eticamente dove rifornirsi di farmaci. Oggi i farmacisti sono prima di tutto mercanti, se vedono intaccati i guadagni se ne infischiano della religione. Nei piccoli paesi la cosa si fa più complessa, ma anche li se non vendi, chiudi. Basterebbe iniziare a raccogliere le segnalazioni dagli utenti.”

Stefano™

@ Emilia

A meno che non ci siano cavilli giuridici ostativi mi sembra una buona idea.

Gianluca

Emilia

Secondo me così si avallerebbero indirettamente le violazioni. Io invece farei così: entrerei in una farmacia dove c’è scritto “Non si prescrive la pillola del giorno dopo, rivolgersi ad altri medici e non insistere” (che boria!) e direi: “Salve vorrei una pillola del giorno dopo. Ho letto il cartello e non insisto, o me la dà subito o chiamo i carabinieri e la denuncio per omissione di atti d’ufficio.”
Al rifiuto chiamerei i carabinieri.

Giorgio Pozzo

Certamente, è una buona idea, e così, a freddo, mi verrebbe da dire che i cavilli ostativi, anche se esistessero, potrebbero probabilmente venire aggirati in qualche modo. Che ne so (scrivo mentre penso), se non a livello nazionale, la cosa potrebbe funzionare a livello locale (dove esiste un circolo UAAR). E poi, se non si potessero pubblicare certe informazioni (sono pessimista), potrebbero comunque essere disponibili su chiamata, in forma perfettamente privata.
Direi, in linea di principio, che un privato abbia il diritto di chiedere ad alcuni farmacisti, e un altro privato abbia il diritto di chiedere al primo privato quali siano le farmacie che gli hanno risposto positivamente. Non ci sarebbe nemmeno alcuna pubblicità negativa a riguardo delle farmacie che avessero risposto negativamente: basterebbe non menzionarle affatto.
Comunque, meglio pensarci su.

ItalianoEmigrato

Di solito non salto sul vagone del populismo stile “liste di proscrizione”… ma questa mi pare in effetti una buona idea!

dio di picche

La posta in gioco è troppo alta per continuare a farci fottere dalle regole della cavalleria. Come diceva Nietzche: non combattere i mostri, a meno di non diventare un mostro.

Diocleziano

La proposta è perfettamente realizzabile. La si presenta come servizio al pubblico, senza commenti.

Se il farmaciista di un paese di montagna non vuole tenere in bottega il siero antiveleno delle vipere è giusto che si sappia, no? Mica può pretendere che non si dica e lasciare che si corra da lui in caso di bisogno solo per dargli la soddisfazione di dire ”…e non insista!”.

Rudy

Il farmacista obiettore tal quale al posseduto, mi sta facendo sbellicare.

Rudy

Diocleziano paragona la contraccezione di emergenza (cioè la gravità e la pericolosità di non verderla) al non vendere il siero antivipera. Cioè il farmacista “obiettore” sarebbe posseduto, in quanto il male demoniaco, rappresentato spesso dai serpenti, si rifiuta di vendere il siero antivipera cioè anti se stesso.
E’ contorto e demenziale, mi rendo conto, ma mi ha fatto venire la ridarella per venti minuti. Di nuovo.

G.B.

Una piccola proposta di carattere operativo:
Visto che in Italia, a parte qualche caso di ragazzine e ragazzini che perdono la testa, la contraccezione d’emergenza serve soprattutto se si rompe il preservativo;
Considerato il boicottaggio di molti farmacisti;
Non si potrebbe pensare ad una campagna per convincere Signore e Signorine (minorenni comprese), Ladies e anche Gentlemen, ad avere sempre con sè una confezione di EllaOne da tenere per le emergenze?

dio di picche

Secondo me bisogna fare come per le sigarette, che nel pacchetto recano avvisi sui danni del fumo: bisogna convincere i produttori di preservativi a mettere nei pacchetti informazioni sui diritti alla conntraccezione. Secondo me funzionerebbe. Di sicuro alla Durex non sono obiettori:-)

mafalda

Nell’articolo è detto chiaramente che nessun farmacista può rifiutarsi di vendere un farmaco. Anche secondo me una chiamata ai carabinieri e una denuncia sarebbero la cosa migliore.
Per un cattolico la pillola è uno strumento di morte? Cambino esercizio. Io trovo ripugnanti pistole e fucili, per questo non lavorerei mai in un negozio di armi.

francesco s.

Se non si possono rifiutare, secondo me più che le liste di farmacie, bisogna chiamare i carabinieri. Se la legge non ammette obiezioni, sono perfettamente d’accordo con te.

florasol

Nell’articolo è detto chiaramente che nessun farmacista può rifiutarsi di vendere un farmaco. sarebbe assai utile un link all’esatto articolo di legge, da poter stampare e presentare all’eventuale farmacista riottoso, che davanti a quello avrebbe ben poco da rispondere.

Gianluca

florasol

Art. 328 c.p.

« Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.»

Tiziana

Bravo Maiurana per questo utile articolo che in un paese normale dovevamo leggere da un quotidiano di alta tiratura. Per quel che conta( pochissimo e ovvio) lo copiero sul mio blog e invito anche gli altri a farlo Grazie, liberelaiche.wordpress.com

Engy

contraccezione d’emergenza questa abusata casomai se è vero come è vero che è troppo frequente nelle giovanissime, giovanissime che negli anni hanno consumato troppe pillole d’emergenza e non si sono responsabilizzate in direzione di una pratica contraccettiva seria e costante. Poi vai a cercare le colpe …. soprassiedo su questo.
Quindi direi proprio che, soprattutto per le nuove generazioni, si assiste al fallimento dell’educazione contraccettiva, e anche sentimentale e questo incide anche, in qualunque modo la si pensi, agli aborti recidivi, praticati a quanto mi risulta soprattutto dalle più giovani, soprattutto straniere. E senza poi contare l’alta vulnerabilità a contrarre malattie sessualmente trasmesse.

Tiziana

Engy

Preoccupazione conducibile, ma a chi imputare questa ignoranza?
Ovviamente la domanda e retorica

Engy

ma guarda, a me non pare retorica come domanda e per questo ho sorvolato sull’aspetto delle responsabilità che a mio parere investono figure le più diverse; penso che, ancora una volta, la realtà sia sempre molto più complessa di come a volte siamo tentati di ridurla e che limitarsi a puntare il dito contro il “nemico” designato – come a turno facciamo tutti, ognuno dal suo punto di vista – sia un po’ (comodo e) semplicistico.
Pensa solo al fatto che ancora c’è chi (ostetrici, ginecologi, e non necessariamente religiosi) sostiene che la pillola anticoncezionale provoca il cancro!

gmd85

@E.n.g.y

Ferma restando la libertà di accedervi, senza che nessuno osi sindacare, la mancata educazione sessuale è forse l’unico argomento su cui concordiamo. Ma qui la vedo lunga. Apriti cielo, se si parla delle linee guida europee.

Engy

ecco, sì.
Poi, premesso che sai bene gmd85 quanto “mi scaldo” quando qua si trattano con scarso rispetto i cattolici, c’è però una cosa che i cattolici dovrebbero mettersi nella capoccia, non fosse altro per la banale constatazione di quel che succede poi nella realtà: contrabbandare ancora (ancora!) i metodi naturali come metodi sicuri (e non stressanti!) è gravemente scorretto, eppure una parte di essi (non so quanto piccola o grande, forse piccola) si ostina ancora in questa direzione: non è possibile, con tutto il rispetto, sentire, come ho sentito giusto un annetto fa, una coppia che sta per sposarsi in chiesa e va al corso prematrimoniale, raccontare che un medico (un medico) che insieme ad altri teneva il corso, raccomandava i metodi naturali e li spacciava come sicuri!

gmd85

@E.n.g.y

Io non manco di rispetto ai cattolici. manco di rispetto a certe fesserie che sostengono, proprio come quella dei metodi naturali.
A parte questo, il percorso di educazione sessuale dovrebbe essere affrontato a scuola, a seconda delle fasce d’età, fino a tutte le superiori. Solo che il sesso – la sessualità in generale – è ancora visto come qualcosa di cui non s deve parlare tanto liberamente, nonostante la libertà sessuale, più o meno considerevole, raggiunta. O millantata.

Engy

dietro questa ostinazione a spacciare i metodi naturali come sicuri c’è la non accettazione delle decisioni della singola coppia riguardo il numero di figli o riguardo anche gli zero figli che prevedono di fare o non fare.
e questo non va bene perchè sono decisioni insindacabili, sulle quali sarebbe bene non giudicare moralisticamente.
l’aborto però non è diritto inteso come metodo contraccettivo e la contraccezione d’emergenza (al di là delle ridicole obiezioni) deve mantenere il suo stretto significato.

gmd85

@E.n.g.y

La contraccezione, indipendentemente dal metodo, ha un solo fine e uno stesso risultato. Non mi va di dilungarmi sull’aborto, discuteremmo inutilmente.

Frank

Papa ufficiale: Ella one, quella two, codesta three….
Segretario: La finisca per favore.

Saiph

Non c’è bisogno di essere agnostici o meno per avere sale in zucca. Io personalmente sono cresciuta in parrocchia, ho vissuto il mio bel periodo di dubbi riguardo precetti che avevo considerato veri “perché sì”, e poi ho deciso di continuare ad avere fede. Con le dovute e secondo me necessarie assunzioni. Questo non mi ha impedito di fare uso della contraccezione di emergenza quando è stato necessario, ben consapevole che fosse una cosa diversa dall’aborto. Sinceramente, ho avuto fortuna, perché all’epoca non ho trovato farmacisti obbiettori; credo che sarebbe stata una situazione paradossale ritrovarsi a discutere sulla moralità o meno della contraccezione d’emergenza con una persona della mia stessa religione, che probabilmente prescrive pillole anticoncezionali con assoluta tranquillità.

gmd85

@Saiph

Tanto di cappello per l’elasticità mentale. Ma cosa ne penserebbero in parrocchia? Non voglio sindacare sulle tue scelte personali, ma non posso fare a meno di chiedermi come si faccia ad avere fede e seguire una religione che prevede dei precetti, rispettandone alcuni e contravvenendo ad altri.

Saiph

@gmd85
Ho avuto la fortuna di conoscere molte persone, all’interno della stessa parrocchia, che crescendo hanno fatto un “percorso” simile al mio. E ancora di più fortunata per la presenza di figure ecclesiastiche che ci hanno aiutato ad andare più a fondo rispetto a tanti dogmi, risalendo a quei significati più strettamente “morali” che “religiosi”. Anche una famiglia cristiana che -pur non condividendo alcune mie posizioni- è stata la prima a dirmi ” ricordati comunque che la bibbia è stata scritta in un determinato periodo storico, e doveva arrivare a persone caratterizzate da una certa realtà” ha aiutato a farmi domande. Ovviamente non è la cosa piu facile del mondo, dato che la chiesa, ufficialmente parlando, sembra proporre più che altro cose in bianco o nero: o credi e segui ogni cosa, o non credi davvero. Diciamo che in un mondo dove dal bianco al nero ci passano miliardi di sfumature credo che sia necessario distinguerle anche all’interno di una religione. In questo senso credo che in tante cose il cristianesimo sia “vecchio”. Ma non per questo non credo nei suoi messaggi e nella sua ” coerenza interna”, perché andando più a fondo, le sfumature ci sono. Poi è una posizione mia, ovviamente ognuno è libero di scegliere o meno ciò che lo fa stare meglio. Temo di aver scritto troppo, ma mi piacerebbe che si sapesse un po’ di più che noi cristiani non siamo tutti bigotti, cechi e inutilmente moralisti;)

Gérard

gmd85

Vedi, capisco bene Saiph perchè ho molti amici cattolicissimi che la pensano piu o meno come lui . Sono credenti ma non bigotti e usano il loro cervello .
Ho un amica ( oggi 95. anni ..) molto legata alla religione che è contraria all’ aborto ma che condanna quelle o quelli che vogliono impedirlo a chi ne fa uso in casi di grande necessita, non soltanto quando il foeto è destinato a fare nascere un essere andicappato a vita, sia mentale che fisico, ma porterebbe grave consequenze sia fisiche che morale, alla futura madre .

Marco

@gmd85
comprendo Saiph perchè anche io ho vissuto questo tipo di esperienza con la convivenza. Io ho fatto un periodo di convivenza, poi mi sono sposato. Mi sono preso la mia “ramanzina” dal prete, ma amen, ci sono passato sopra.
Il punto è che la Chiesa, quella sincera eh – non quella dei preti paesani che inveiscono sputacchiando contro il Demonio-televisione – è una comunità di esseri umani e come tale cammina, in un percorso che attraversa la Storia. Questo percorso comprende anche l’errore, quindi si, c’è spazio per usare il cervello e compiere un’azione fondamentale per un essere umano consapevole e maturo: scegliere.
Fermo restando che nessuno, nè laico ne chierico, può giudicare le scelte dell’individuo, nè tantomeno la sua Fede, la Chiesa ti dice cosa secondo lei devi fare, ma non è una ghigliottina, non ti butta fuori se sgarri (salvo casi gravissimi), e alla fine, la scelta è tua. Chi non è capace di scegliere obbedisce, chiuso e ottuso come tanti cattolici che non capiscono questa differenza.
Poi questo è il mio modo di vedere le cose.

Diocleziano

Saiph e Marco
Comprendo e apprezzo il vostro punto di vista e l’impegno che ci mettete per non essere ‘strumenti’ ma anche ‘attori’ nella vita.

Mi domando se questa ricerca porti a domandarsi della necessità di dio, oppure si constata di poterne prescindere. Non so se la cosa vi appare evidente (a me sì) e cioè che i dogmi e le innumerevoli regole della religione cattolica sono create dalla chiesa stessa e non sono parola di dio, o almeno, lo sono in piccolissima parte. Il dilemma è: credere in dio o nella chiesa?

Saiph

@Diocleziano
Ho sempre pensato che la necessità o meno di un Dio fosse una cosa assolutamente soggettiva, come io scelgo di credere per stare bene tu (figurativo) scegli di non farlo; personalmente credo che semplicemente cerchiamo risposte in modi diversi. Anche perché credo che se si prova almeno un po’ a non essere strumenti, come dici tu, si rimane un bel po’ incastrati nella domanda: credo semplicemente perché l’idea che la vita un senso non ce l’abbia mi spaventa, e non sono in grado di affrontarlo? Per quanto riguarda l’ultima domanda, il mio pensiero è in linea con quello di marco, vale a dire che la chiesa è una comunita di uomini e soggetta in quanto tale ad errore; non penso che far sottostare ogni mia regola morale ad una comunità – ormai diventata anch’essa in un certo senso schiava di un’immagine pubblica – sia la guida migliore nei termini di giusto o sbagliato. Quindi, sapendo di andar contro anche a quella Parola di Dio, ti direi che credo in Dio, non necessariamente nella Chiesa; credo che la Chiesa, in quanto prodotto dell’uomo, possa fare del bene ma anche del male, come gli stessi cristiani.

gmd85

@Saiph e Marco

Ripeto che non sindacavo sulla posizione intima e personale, ero solo curioso. Apprezzo le posizioni di entrambi. In tempi non proprio sospetti sareste stati eretici ; -)

Saiph

Non ho pensato stessi sindacando, scusa se è sembrato così;) lo prendo come un complimento;)

gmd85

@Saiph

L’ho ribadito perché mi rendo conto che le parole di un commento possono essere fraintese, soprattutto se non si usano sufficienti emoticon 🙂

Engy

in tema di contraccezione comunque le chiacchiere stanno a zero, per cui, al limite e al di là della loro inaffidabilità, anche i metodi naturali non dovrebbero essere usati, pechè c’è comunque l’intervento della razionalità e c’è la decisione personale che in quel dato momento figli non se ne vogliono; e ci si dovrebbe dunque affidare a quel dio in cui si crede (più che legittimamente e che non dovrebbe essere motivo di derisione).
Io continuo a vederlo come un atto più o meno consapevole di irresponsabilità, pari a quello di chi volesse mettersi al volante bendato tanto dio lo salva, comuque ok, basta che non si continui a propagandare questi metodi come metodi sicuri.

dio di picche

Comunque pare che nella parrocchia quì di fronte abbbiano ripreso a suonare le campane. Quando in Italia si prospetta il raggiungimento di un traguardo di civiltà i falliti analfabeti emotivi sono sempre in prima linea per mistificare e propagandare le loro idiozie. Sono come degli accattoni che non possono fare altro che rovistare nell’immondezzaio per prendersi ciò di cui si disfano gli altri.

francesco s.

Io comunque prevederei la possibilità di distribuirla gratuitamente a chi mostra ha una prescrizione medica. Questo per limitare l’abuso dei farmaci. Se è vero che c’è emergenza è anche giusto che non si paghi. I medici dovrebbero essere obbligati a prescriverla, non so se su questo c’è anche la possibilità di obiezione.

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