“Si tratta di un’ottima notizia e della dimostrazione che in molti casi normative a tutela della laicità della scuola pubblica esistono eccome, basterebbe applicarle senza malafede. E senza dispendio di soldi pubblici ed energie”.
Ha commentato così la responsabile delle iniziative legali dell’Uaar, Adele Orioli, la notizia che il Tribunale amministrativo regionale dell’Emilia Romagna ha accolto il ricorso sostenuto dall’Uaar e presentato da una ventina di insegnanti e genitori e dal Comitato Bolognese Scuola e Costituzione, annullando la delibera con cui il consiglio di una scuola di Bologna aveva autorizzato le benedizioni pasquali a scuola, seppur in orario extrascolastico.
Il Tar Emilia Romagna, con sentenza 166/2016, ha dato ragione ai sostenitori della laicità della scuola, rilevando che “non v’è spazio per riti religiosi” come le benedizioni e ricordando che, anche in orario extrascolastico, si possono ospitare solo “attività che realizzino la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile”.
Il ricorso, sostenuto anche economicamente dall’Uaar, era stato presentato da 18 genitori e insegnanti dell’Istituto Comprensivo 20 di Bologna e dal Comitato Bolognese Scuola e Costituzione
La vicenda risale allo scorso anno, quando nella scuola della preside Daniela Turci (che è anche consigliera comunale Pd a Bologna) e del presidente del Consiglio d’istituto Giovanni Prodi (nipote di Romano), era stata disposta la concessione di un locale scolastico, ai parroci che ne avevano fatto specifica richiesta, Parrocchia SS. Trinità, S. Giuliano e S. Maria della Misericordia, “per l’espletamento di attività di benedizione pasquale senza fini di lucro nelle giornate riportate in apposita convenzione”.
“A nulla valsero gli inviti a rivedere tale decisione”, ricorda il Circolo Uaar di Bologna. “Anzi, invece di attendere serenamente la decisione dell’organo di giustizia amministrativa prevista per il 26 marzo 2015, il Consiglio d’istituto forzò la mano, anticipando le benedizioni in tutti e tre i plessi scolastici”.
Oltre all’annullamento delle delibere con le quali si autorizzavano le benedizioni, si aggiunge anche, a carico dell’amministrazione scolastica dell’IC20, la condanna a rifondere i ricorrenti per le spese sostenute per il contributo unificato.
“La sentenza, nel negare la legittimità di atti di culto in orario extrascolastico in locali pubblici, ne ha sottolineato, come pratica religiosa, la carenza di “universalità”. I riti religiosi infatti, come scrive il Tar, in quanto attinenti unicamente alla sfera individuale di ciascuno, sono estranei ad un ambito pubblico che deve di per sé evitare discriminazioni. Queste parole — ha concluso Orioli — sono per noi motivo di grande soddisfazione, confermandoci nella legittimità delle nostre battaglie per una scuola laica e rispettosa del pensiero di tutti e tutte”.
Comunicato stampa Uaar
Ora bisogna segnalare il preside alla corte dei conti affinché rifonda il sistema scolastico per queste spese!
speriamo che non rimanga un caso isolato circoscritto ad una sola regione…
Aspettiamo l’eventuale ricorso prima di cantare vittoria. In ogni caso se il ricorso dovesse essere vinto o non essere fatto questa sentenza fa giurisprudenza e in caso affermativo solo in E.R. o in tutta Italia? scusate ma non sono ferrato nell’argomento.
Possibile che nessuno sappia rispondermi?
Il giudizio del TAR ha valore solo per la causa cui si riferisce.
Eventualmente, altri tribunali potranno rifarsi ai valori e ai ragionamenti di giurisprudenza presentati dai giudici per intervenire in casi analoghi.
Viceversa, altri TAR potrebbero giudicare casi simili altrimenti (ad esempio si sostenendo che la laicità si afferma accogliendo nellEdificio pubblico in orario extra scolastico atti afferenti qualsiasi culto, senza preferenze).
È una bellissima notizia, sinceramente non nutrivo grandi speranze su una sentenza favorevole a questi coraggiosi che hanno battagliato contro l’ignoranza dilagante. Anche ciò che scrive il Tar è perfetto: i riti religiosi sono estranei ad un ambito pubblico, ma attinenti alla sfera individuale di ciascuno. Ancora una volta sono i giudici a fare un passo avanti, non i politici.
Per quanto riguarda la Costituzione repubblicana, le disposizioni costituzionali di riferimento per la tutela della libertà di religione sono gli artt. 19 e 20: in base ad essi, viene garantito a tutti (cittadini e stranieri) il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa, sia in forma associata che in forma individuale, di farne propaganda e di esercitarne il culto, sia in pubblico che in privato.
http://www.treccani.it/enciclopedia/liberta-di-religione/
Gli atti di culto non sono necessariamente da svolgere in privato.
Anche le messe si svolgono in pubblico, ma non si svolgono in un luogo istituzionale dello Stato. È questo che si intende per “ambito pubblico”. Come “ufficio pubblico”, “pubblica amministrazione”, “scuola pubblica” eccetera, non come “locale aperto al pubblico”.
La notizia in sè e buona. Tuttavia non dobbiamo mai dimenticare che esiste nella scuola italiana un clericalismo ben più radicato e sostanziale. Se Mussolini, per motivi propagandistici, definì la riforma Gentile “la più fascista di tutte le riforme”, Renzi e la Giannini potrebbero, molto più fondatamente, definire la “buona” scuola “la più clericale di tutte le riforme”.
@G.B.:
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Cioe`…non ho capito…la riforma gentile che ha introdotto il liceo classico punto di riferimento dell`esistenza di comunistoidi vari ed il piu` plebeo e prosaico liceo scientifico…sono figli di una riforma che e` stata definita la piu` fascista delle riforme fasciste ???
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firmato: Mago Sumadart Son (grande studioso di italiottologia)
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P.S.: Sapevo che ordinamento attuale della scuola e` stato fatto durante il fascismo…ma che la riforma Gentile fosse la piu` fascista di tutte mi e` nuovo.
Ne so quanto te, ma per deduzione logica penso che la riforma del Gentile, essendo stata fatta durante il fascismo ed essendo l’unica riforma, non poteva che essere fascista, fascistissima… finché è durato.
guarda caso, gli amici dell’adolescenza più retrivi e fascisti erano tutti al secondo te prosaico liceo scientifico. Nel mio classico c’era di tutto, da destra a sinistra, compreso ahimè persino un gruppuscolo di CL…
Florasol, quelli ci sono ovunque.
La notizia è passata adesso sul tg5.
Pare che la preside non abbia ben capito le motivazioni…
Non c’è ninete da fare… questi non ce la fanno proprio a capire il concetto di laicità. 😉
Finalmente!
Complimenti ad Albertin e a sua moglie oroi “del” via al crocifisso dai luoghi pubblici.
Il TAR ha “solo”applicato la legge, la scuola e una e si sono mobilitati genitori e l associazione scuola e costituzione. E avvilente che ne Paese vengano difese le leggi dello Stato dai privati. Comunque la prima reazione e dell arcivescovo di Bologna Matteo zuppi, assai amato dal sinistrume esistente e nominato personalmente dal papa che hha detto che non si può respingere il confronto. Quale poi
Tiziana
“…non si può respingere il confronto”
Ah ah ah! Campioni mondiali di rigiramento di frittata. Vorrei sapere che confronto c’è tra uno che impartisce una benedizione e altri che a capo chino e in silenzio se la prendono.
Tiziana, potresti postare il link? Grazie.
Intanto ho cercato io qualche link in giro (il giornale: I giudici cancellano la Pasqua – ridicoli), ma le dichiarazioni del cardinale non le ho trovate.
L articolo e sul corriere della sera che ho in carta. Concordo sulla paradossalità dell intervento
“Non ci sta il nuovo arcivescovo, Matteo Zuppi, chiamato a Bologna da papa Francesco: «Non credo sia questa la laicità, così come non è laico vietare la croce al cimitero. In Italia la laicità è anche data dal grande umanesimo che sta nel dialogo e nel confronto, non certo nella loro assenza».” da Corriere della sera, 11 febbraio 2016
Sandra e Gianluca
Speriamo che con questa storia dell assurda idea della storia delle religioni,manco allevassimo piccoli teologi, non continuiamo a fargli noi da esca. Già molti sono caduti nel trappolone del ora alternativa alla faco!fatica della religione. Comunque, siccome credo che in politica sia bene spiazzare l avversario, penso che bisogna ricordargli che la benedizione un valore troppo importante per confondersi con leggi ordinanze bachi di scuola bambini…
Tiziana
Esatto. Forse non è stata notata la notizia della proposta dello Scola che vorrebbe a scuola anche le feste dei musulmani. Un vero genio.
Diocleziano
Si, in effetti la dichiarazione di Scola e gravissima perché ha dato indicazioni su una materia che non gli compete. Ma i volenterosi sostenitori della storia delle religioni non lo comprendono. Oltre ad essere dei detrattori del pensiero laico , l unico che può comprendervi tutti
L’ora alternativa non è una trappola ma una necessità, soprattutto per chi ha figli piccoli. Inoltre un’ora laica di studio di storia delle religioni e pensiero ateo/laico e comunque un modo migliore di affrontare la cosa in maniera non dogmatica. E non c’entra nulla con le feste islamiche proposte da Scola.
Chi deve insegnare storia delle religioni? Quante scuole conosci che fanno l ora alternativa alla facoltativa? Per l egoismo familista di qualche genitore bisogna darla vinta alla CEI? Poi con quale faccia ci si entusiasma perché alcuni genitori hanno denunciato la questione della benedizione? I diritti si, ma solo se non ci pesano.
Tiziana, insegnanti qualificati con una laurea in storia o filosofia, che hanno vinto un concorso e con l’abilitazione all’insegnamento, come qualsiasi altro docente, così si possono usare docenti già assunti di storia e filosofia. Sull’egoismo non rispondo, visto che è una considerazione classista, chi ha figli piccoli e lavorano entrambi non può spesso permettersi di staccare da lavoro per prendere i figli prima e poi riportarli a scuola o lasciarli senza far nulla o peggio in corridoio. Inoltre il fatto che non condivida non la autorizza a dar giudizi morali sui genitori laici o non cattolici che decidono di far seguire l’ora alternativa, è un diritto costituzionale che i loro figli vengano trattati alla stessa maniera.
Mi pare evidente che non sai che esiste una materia che si chiama storia e. Che i nostri studenti poco studiano. Classismo e non occuparsi seriamente di quello che i ragazzi studiano. Non tutti possiamo mandare i nostri figli a qualificarsi in università straniere, mentre ci gingilliamo con la storia. Delle religioni quelli che hanno meno rimarranno sempre al palo. La schiena dritta so che e dura da tenere.
Francesco,
se la scuola è lì per dare il meglio ai ragazzi, l’ora irc/alternativa non serve. Quando venne istituita l’ora, e gli insegnanti in maggioranza si espressero per non farsene carico, si trovò la furbata di attingere a personale ad hoc, con tutti gli annessi del caso. Si sarebbe potuto benissimo incaricare i parroci o i catechisti, come succede nella vicina Svizzera, in modo da non gravare sul bilancio pubblico, e non solo: man mano che le classi si svuotano, non viene certo incaricato un prete per classe, ma gli alunni vengono raggruppati: il buon senso porta logicamente all’efficienza.
Come dice Tiziana, l’ora di storia esiste, e nei testi scolastici le religioni sono affrontate, anche abbastanza bene. Tra l’altro, quando al liceo p.e. si arriva alla poesia religiosa del Duecento, mi riferiscono i miei figli che i compagni che hanno fatto religione fino alle medie non ne sanno molto più di loro (quindi che l’hanno fatta a fare?).
In un paese pragmatico l’ora di religione andrebbe tolta e sostituita con qualcosa di utile, ma purtroppo in Italia sembra che la priorità quando si parla di scuola siano gli adulti che ci vogliono lavorare.
E a proposito di Scola e islam a scuola: cane non mangia cane.
per Tiziana:
qua siamo sostanzialmente tutti d’accordo sul fatto che l’obiettivo ideale a lungo termina sarebbe quello di far abolire del tutto l’insegnamento di religione cattolica nelle scuole. Ma siccome questo è, appunto, un obiettivo a lungo termine che FORSE sarà realizzato tra decenni, con estreme difficoltà, resistenze e polemiche strenue, mentre quella sull’ora alternativa è una norma che esiste GIA’ e che dovrebbe essere GIA’ applicata e che invece viene regolarmente disattesa… beh, almeno intanto pretendiamo che sia applicata correttamente quella, che al momento è il male minore.
Se ci si arrocca sulla posizione ideale secondo cui “o tutto o nulla”, e rifiutiamo a priori la logica dell’ora alternativa perché “è solo un compromesso”… l’unica conseguenza realisticamente possibile è che l’ora alternativa sparirebbe, mentre quella di religione continuerebbe ad essere ammannita ovunque esattamente come adesso, creando ancora più discriminazione tra gli studenti e più difficoltà pratiche per le famiglie.
Quindi, sì all’eliminazione dell’ora alternativa, ma solo quando sarà stata eliminata quella di religione, non prima.
per Sandra:
Quando venne istituita l’ora, e gli insegnanti in maggioranza si espressero per non farsene carico, si trovò la furbata di attingere a personale ad hoc, con tutti gli annessi del caso.
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Forse ti riferisci alle scuole elementari, in cui in passato la maestra unica tuttologa faceva indifferentemente tutte le materie, tra cui anche religione.
Ma alle medie e alle superiori l’insegnante di religione che faceva solo quello c’è sempre stato, non mi risulta affatto che potesse occuparsene un qualsiasi insegnante di altre materie che però aveva preferito “non dare la disponibilità”. Quindi, da questo punto di vista, non mi pare che ci sia stato un complotto sindacale dell’ambiente della scuola per far assumere più gente… semmai, un grosso interesse delle curie vescovili a controllare quelle nomine!
Per quanto riguarda elementari e materne, a quanto mi risulta, negli ultimi anni la disponibilità è vero che quasi nessun insegnante di ruolo comune dà la disponibilità per fare anche religione, e che quindi nominano un incaricato a parte, ma appunto non mi pare affatto una manovra corporativa della categoria degli insegnanti. Anzi, so per certo che tra gli insegnanti di ambiente cattolico, sono le curie stesse a incoraggiarli a non accettare più le ore di religione, proprio perché in tal modo si riesce a piazzare qualcuno in più dei loro raccomandati.
In pratica, chi ha idee laiche non vuole insegnare religione perché ha idee laiche, e chi è cattolico non la insegna più perché glielo consiglia il parroco “così aiutiamo qualche altra brava persona che ha bisogno di lavorare un po’“… cosa c’entrino le rivendicazioni sindacali degli insegnanti di altre materie regolarmente assunti dallo stato, non lo vedo proprio!
Sandra, l’ora alternativa serve per ripristinare l’equo trattamento di tutti gli alunni. Quando leveranno l’ora di religione non avrà senso l’alternativa. A me, che al liceo sono andato non risulta che nelle ore di storia o filosofia si faccia uno studio della storia delle religioni e del pensiero ateo, dipende dalla sensibilità del professore. Sulle religioni morte si fa qualche accetto, ma quelle vive sono quasi un tabù, e non sono sottoposte a critica didattica. Solo nell’ora di religione cattolica si parla di religioni vive, ma da un punto di vista dogmatico. L’ateismo è trattato nelle ore di filosofia ed in realtà è l’unico ad essere sottoposto a critica didattica.
Tra l’altro, quando al liceo p.e. si arriva alla poesia religiosa del Duecento, mi riferiscono i miei figli che i compagni che hanno fatto religione fino alle medie non ne sanno molto più di loro (quindi che l’hanno fatta a fare?).
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Perché durante le ore di religione NON SI FA religione, si fanno solo chiacchierate del più e del meno su problemi di attualità e su confidenze personali… o al massimo si guardano film, quasi mai di argomento religioso, ma solo genericamente etico ed edificante (storie contro il razzismo, contro il bullismo, contro la droga, contro la guerra e contro l’inquinamento). In pratica, l’insegnante di religione fa direttamente attività alternativa.
Uno dei motivi principali per opporsi nettamente all’esistenza dell’IRC è proprio questo, ossia che è inaccettabile che si debba mantenere una categoria parassitaria e raccomandata, che si becca un ingiustificatissimo stipendio da insegnante per fare solo delle inutili e vacue sedute di intrattenimento.
Mi sembra un motivo molto più concreto rispetto alla presunta “paura dell’indottrinamento”, che è inesistente… visto che appunto di religione cattolica non imparano assolutamente nulla.
paniscus,
mi ricordavo male io: ho ritrovato l’articolo nell’archivio della Stampa (27/6/1986), erano disponibili a insegnare due maestri su tre (67%), e l’allora segretario della Cigl scuola Bergamino aveva proposto come soluzione l’accorpamento delle classi, e aggiungeva Dario Missaglia, responsabile del settore scuola elementare della Cgil, che la cosi alta percentuale di docenti che non insegneranno la religione cattolica «non deve far pensare ad una divisione tra docenti cattolici e docenti laici, esistendo la possibilità per quei maestri che hanno dimostrato la propria indisponibilità di sviluppare argomenti alternativi, collaterali e affini, in grado di mettere a fuoco il senso della religiosità da parte dei giovani”.
Ah beh, se c’è il senso di religiosità dei giovani da difendere…
Da quanto so la maestra unica tuttologa è ancora presente in molti paesi europei, per lo meno per le materie tipo lingua matematica storia ecc.: sono invece presenti extra quelle di disegno sport e musica. So che in Svizzera i bambini che non fanno religione restano in classe con la maestra tuttologa, e l’insegnante di religione è a carico della Curia. Che io sappia siamo anche gli unici ad avere due ore di religione per i bambini della scuola dell’infanzia. Mi piacerebbe sapere cosa ha eventualmente detto e fatto il sindacato scuola quando questo assurdo spreco di risorse e di tempo è stato messo in atto: inoltre io non sottovaluterei l’impatto dell’indottrinamento proprio in questi anni, che è più emotivo e quindi potenzialmente profondo.
Forse Paniscus
Sei giovane e non ricordi.
Penso che l ora alternativa alla facoltativa cronicizza la situazione,
E la storia delle religioni mostra sussiego alle fedi che non sono portatrici di un pensiero superiore. Per favorire un cambiamento bisogna traversare qualche scomodità. Io stimo mia madre che mise sulla attenti la preside delle medie costringendola a passare l ora allora obbligatoria aall inizio.
Per quanto riguarda la scomparsa quasi totale di insegnanti di ruolo comune che diano la disponibilità a fare religione io mi riferisco agli ultimi anni, non so quanti ce ne fossero 30 anni fa.
Credo che le defezioni siano state molto graduali.
Un po’ perché comunque, per molte maestre di idee non troppo beghine, il doversi accollare anche la pantomima della religione è sempre stato una bella scocciatura e non pareva loro vero di poterla scaricare ad altri, ma all’inizio non era facile dal punto di vista pratico; e un po’ perché le pressioni delle curie proprio sugli insegnanti cattolici per non dare più la disponibilità (per lasciare il posto ad altri, manovrati direttamente dalle curie stesse) sono piuttosto recenti.
Comunque non è vero che nell’ora alternativa si faccia “storia delle religioni”. Forse in qualche singola scuola ci hanno provato, ma non è certo previsto da alcuna legge…
L.
sempre per Tiziana, cerco di concludere:
massima stima per tua madre che all’epoca si fece valere “attraversando qualche scomodità”, ma se si vuole ottenere qualcosa a livello collettivo e sociale bisogna pure essere realistici.
Siccome quelli come tua madre sono pochi, e di fatto la maggior parte della gente sio arrangia come può… oggi come oggi, QUI e ORA, se si eliminasse l’ora alternativa, o comunque se si smettesse di sostenerla e di rivendicarla, lasciando come unica opzione possibile quella di andare a prendersi il bambino un’ora prima, o addirittura di farlo uscire e rientrare a metà giornata,
l’unico risultato sarebbe quello di veder AUMENTARE le adesioni a religione, perché tutti quelli che materialmente non possono farlo (e non per capriccio o per pigrizia di non voler accettare una piccola scomodità, ma proprio per necessità concreta vincolante per tutta la famiglia), si rassegnerebbero a iscrivere nuovamente il figlio a religione, magari autoconvincendosi che “in fondo, tutto questo male non gli farà”.
E quindi l’effetto di massa critica che sta cominciando a farsi vedere negli ultimi tempi (laddove i non iscritti cominciano ad essere un numero decente), sarebbe riazzerato, e completamente vanificato almeno per i prossimi 20 anni. Non mi sembra un’idea geniale, ai fini di quello che si vorrebbe ottenere.
L.
[…] Continua la lettura del comunicato stampa Uaar… […]
Sia ben chiaro che sono contrario a preotCCi, imam barbuti e barbitti, missionari, prelati, ostentazione di santi e madonne e messe condivise DURANTE orario delle lezioni e di apertura della scuola.
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Andro` contro-corrente (e non e` mia intenzione “trollare”) ma sinceramente io non vedo NESSUN PROBLEMA se una qualsiasi associazione esterna alla scuola pubblica (non con finalita` dannose) in orario esterno a quello di apertura della scuola organizza le sue iniziative.
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Certo deve essere corrisposto un canone di affitto (ed i soldini possano essere “convertiti” in libri, matite colorate, lavagne multimediali per connettersi ai soCCial network) e lasciare tutto pulito al termine delle delle attivita`.
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Ad esempio le scuole pubbliche (specie se dotate di aule magne e/o teatri) potrebbero andare bene per gestire le riunioni di condominio.
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firmato: Mago Sumadart Son (grande studioso di italiottologia)
@ Sumadart Son
Immagino saresti d’accordo se la stessa cosa (una stanza in orario extrascolastico per distribuire simboli) la chiedesse un partito…
@Stefano:
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Certo che SI.
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Importante e` che venga pagato un canone di affitto alla scuola, sia fatta quando la scuola e` chiusa al pubblico, ed alla fine della giornata portino via le loro cose lasciando ambiente pulito.
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firmato: Mago Sumadart Son (grande studioso di italiottologia)
Se pagano per l’utilizzo delle aule in orari extrascolastici quando non sono utilizzate, perché no, purché non coinvolgano gli alunni.
@Francesco_s:
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Esatto…ci mancherebbe altro.
Ho dimenticato di precisarlo nella mia proposta.
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Poi se un genitore vuole porta il proprio figlio…altrimenti nessun obbligo.
Il mio era un discorso non ideologico ma business-oriented.
C`e` domanda di spazi vuoti da usare ogni tanto…la scuola quando non ci sono i bimbi e` vuota (ma dispone di grandi spazi)…perche` non sfruttarla secondo una logica di mercato ?
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firmato: Mago Sumadart Son (grande studioso di italiottologia)
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P.S.: +100punti al primo comunistoide che mi accusa di volere tasformare la scuola in un`azienda privata 🙂
@ Francesco s.
Ok, non l’ho scritto ma mi sembrava chiaro: distribuire simboli agli alunni.
O volevano benedire senza pubblico?
Mago
Mi stai diventando troppo tenero: ti pare che gente che non scuce un centesimo nemmeno per le tasse che giustamente dovrebbero pagare, spenderebbe denaro, duramente guadagnato con favori, privilegi e complicità di sacrestia, per indottrinare e benedire i bambini? Se potessero si farebbero pagare anche per questo*.
Se fossero onesti, visto che parlano di attività fuori orario di lezione, dovrebbero far confluire i bambini nell’oratorio, per lo più già pagato dalla cittadinanza, e dare sfogo ai loro riti. A chi vuole. Se non sono disposti a fare nemmeno la strada fino alla chiesa, che lascino perdere quelle anime dannate.
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*Durante l’Expo l’ingresso al duomo costava 2 €, a s. Valentino giri guidati nel duomo per coppie, anche gay! Suppongo a pagamento.
@Diocleziano:
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Che dire…se non vogliono pagare hanno oratori, chiese, conventi, alberghi a cinque stelle (senza ICI) dove poter professare le loro menate.
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Se pero` (io non m iriferivo al caso specifico di organizzazione religiose ma in generale) una vecchiaCCia vuole organizzare un gruppo di preghiere di padre pio una volta al mese con altrettante popolanaCCie non vedo dove sta il problema se pagano tipo 500 EUR per usare un`aula della scuola durante un sabato o domenica.
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firmato: Mago Sumadart Son (grande studioso di italiottologia)
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P.S.: Non sono un`agente immobiliare…ma magari la mia iniziativa aprirebbe una nuova figura specializzata: “l`affittatore di aule scolastiche extra-orario 🙂 “.
Tornando al punto, mi pare una buona vittoria laica, non se ne può più di atti di culto nelle scuole. Ci sono le chiese, si inventassero qualcosa per riempirle.
Sumadart
Non sarebbe una cattiva idea se i soldi dell’affitto fossero poi destinati all’acquisto di materiale didattico. Certamente sarebbe un costo notevole, visto che bisognerebbe pagare uno o più bidelli perché sistemino gli spazi prima della riunione, puliscano al termine e, soprattutto, vigilino perché non ci siano persone che entrano nelle aule (piene di materiale didattico e dati sensibili che a volte non è possibile mettere sotto chiave perché la chiave non c’è). Alle associazioni che volessero promuovere la loro attività non credo converrebbe e i preti in particolare hanno tanti di quegli spazi inutilizzati… Qualcuno adopera l’oratorio anche per fare feste di compleanno per i bambini, gratis a parole, ma poi le offerte si sa, arrivano. Tutto in nero, naturalmente.
Nella scuola superiore di mio figlio l’anno scordo sono stati ospitati alcuni incontri serali in cui autori locali presentavano i loro libri (di argomento vario) intervistati da una giornalista. La scuola non solo non ha chiesto contributi, ma ha concesso il patrocinio all’iniziativa, ritenendo che fosse un modo per “aprirsi” al territorio.
L’anno prima alcuni i segnanti avevano tenuto conferenze ( su temi attinenti i loro studi, non necessariamente i programmi scolastici) aperte alla cittadinanza, sempre senza dover pagare l’uso dell’aula magna, il riscaldamento, i bidelli.
In breve: mi pare che i locali scolastici si possano usare per fare anche altre cose, oltre che temerli vuoti finite le lezioni.
A proposito: di pomeriggio l’auser usa i laboratori di informatica della scuola per fare i corsi sull’uso del computer agli anziani.
Continui a fare confusione. Se leggi attentamente la sentenza puoi vedere che il TAR non ha detto che i locali della scuola devono essere utilizzati solo per le lezioni, ha detto che possono essere impiegati “per attività che realizzino la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile” oppure “volte a tutelare e favorire la crescita, la maturazione individuale e la socializzazione della persona di età minore al fine di fronteggiare il rischio di coinvolgimento dei minori in attività criminose”. Le cose che citi sopra rientrano in queste previsioni, la benedizione no.
“No alle benedizioni a scuola”.
Papa ufficiale: Allor che siate…
Segretario: Ma anche no alle maledizioni fuori dalla scuola.
Papa ufficiale: Che muendo crudel.
@ Sumadart Son e Diocleziano.
La riforma Gentile fu varata nel 1923, pochi mesi dopo la marcia su Roma, era ispirata sul piano filosofico all’idealismo, su quello politico-sociale al liberalismo conservatore; di fascista, anche per ovvie ragioni di date (una riforma di quella portata fu il punto di arrivo di anni di discussioni e di lavoro) aveva poco, ma il duce PER RAGIONI PROPAGANDISTICHE volle presentarla come una riforma ispirata ai principi del fascismo, anche se in realtà non l’amò molto (con tutti i suoi difetti insegnava alla gente a pensare) e infatti successivamente la fece rivedere da Bottai (nel 1938). Invece Renzi e la Giannini direbbero la pura verità se presentassero la loro riforma come “la più clericale di tutte le riforme”, in quanto istituisce una scuola a parole pubblica, di fatto privata, conformemente alle aspirazioni storiche dei clericali, in questo proseguendo sulla linea di Berlinguer, comunista asservito al pretume, come gran parte dei suoi compagni di partito, sul quale pesa come un macigno il voto favorevole all’inserimento del Concordato nella Costituzione.
Finalmente un giudice che si prende la briga di leggere la Costituzione e applicare norma e buon senso, anziché arrampicarsi sulle radici.
E dove c’è scritto che la religione e’ un fatto privato nella Costituzione, come afferma il giudice in questione?
Visto che non se ne parla nella costituzione automaticamente è un fatto pubblico? O magari è più razionale pensare che fatti pubblici sono quelli espressamente definiti tali? Che è differente dal tutelare certi comportamenti privati, tra i quali c’è l’essere cattolici, l’essere gay, fare bagni di mare…
Finalmente qualcosa si muove, certo c’e molto da impegnarsi affinché il concetto di laicità entri in molte teste.
Francesco s.
“Tornando al punto, mi pare una buona vittoria laica, non se ne può più di atti di culto nelle scuole.”
Il problema è che magari bastasse una sentenza perchè si adeguino automaticamente i comportamenti delle scuole (tutte). Sai quante se ne fregheranno e continueranno imperterrite a meno di denuncie analoghe?
Ovviamente mi auguro il contrario.
E’ stata una sorprendente, vista la preponderante e passiva ignoranza, grande vittoria che sposta in avanti e sempre più verso la méta del ns. illuministico pensiero.
“No alle benedizioni a scuola”
Papa ufficiale: E se non apriendi “bene” la “dizione” a scuola, dove la devi emparar?
Segretario: Io sarei curioso di sapere in che tipo di scuola ha studiato lui.
Mi ha colpito la coincidenza temporale. In una frase come “per l’espletamento di attività di benedizione pasquale senza fini di lucro nelle giornate riportate in apposita convenzione” spicca infatti, in particolare, “SENZA FINI DI LUCRO”. Al di là dell’utilità commerciale di una benedizione – merce il cui valore di mercato è, quanto meno, difficile da quantificare – su “La Repubblica” dell’11 febbraio, si leggeva: “Monsignore arrestato. Trenta milioni spariti in finta beneficenza” – per la cronaca, si tratta di Patrizio Benvenuti, denunciato da una ormai ex suora che ha restituito il velo. Data l’enfasi su quel “SENZA FINI DI LUCRO”, più che motivata, c’è da chiedersi se la ex suora abbia dovuto pagare qualcosa alla chiesa per il noleggio temporaneo del velo.