L’Index cinematografico della Commissione nazionale valutazione film della Cei

La Commissione nazionale valutazione film della Conferenza episcopale (i cui pareri sono “vincolanti per la programmazione delle Sale dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica”), sconsiglia la visione e proiezione di Weekend di Andrew Haigh, che racconta la storia d’amore di due ragazzi gay di Nottingham. Il film viene bollato come “sconsigliabile”, “non utilizzabile”, “scabroso” per tematiche quali droga e omosessualità.

Il distributore in Italia, Teodora Film, in attesa di leggere una valutazione completa della commissione, critica la “vetusta e omofoba caratterizzazione” espressione di un approccio fobico da parte della Chiesa cattolica nei confronti dell’omosessualità. Le sale che proiettano Weekend in tutta Italia sono solo una decina: ovviamente la Cei è libera di valutare come meglio crede i film, ma sarebbe interessante sapere quanto pesa questo giudizio sulla distribuzione nazionale, quante sale vengono direttamente controllate e quante indirettamente influenzate per non proiettare certi film.

Vista l’influenza della Chiesa, in casi di pellicole di nicchia che trattano argomenti “scomodi” o “immorali” si arriva di fatto alla censura. Non a caso, fa notare Cesare Petrillo di Teodora Film, “l’Italia è piena di cinema d’essai ospitati in spazi della Chiesa e sono quelli con cui si trovano a lavorare spesso i piccoli distributori. In questo caso la conseguenza è che non riusciamo a proiettare un film in intere regioni solo perché i protagonisti sono gay”.

Tra i film classificati nel 2016, attualmente solo Weekend e Il club sono esplicitamente sconsigliati dal Cnvf. L’ultimo, non a caso, affronta in chiave romanzata l’imbarazzante tematica dei preti pedofili nascosti dalla Chiesa.

Altre, sebbene controverse, vengono cautamente ammesse talvolta premurandosi di consigliare modalità per gestirne meglio la fruizione (come i dibattiti) ed eventuali critiche alla Chiesa. Viene sdoganato ad esempio Il caso Spotlight, dedicato all’inchiesta dei giornalisti del Boston Globe che ha scoperchiato gli insabbiamenti della Chiesa cattolica sui casi di abusi da parte di preti. Questo film infatti può essere proiettato, “ben tenendo presente l’opportunità di fornire allo spettatore alcuni elementi di conoscenza per seguire meglio i fatti e i vari modi di approccio alla cronaca”. Quali elementi? Nella valutazione si suggerisce che il tema è “senz’altro duro e scottante”, ma “la Chiesa istituzione, da tempo ormai, sulla spinta di Papa Francesco, ha assunto uno sguardo indagatore severo e intransigente”.

Il problema è che la Chiesa mantiene ancora un atteggiamento imbarazzante sulla questione, come dimostrano certi episodi, nonostante le versioni dispensate dai vescovi a uso cinema parrocchiale. Si veda lo strumentale appello alla tutela della “privacy” delle vittime da parte di esponenti del clero per non denunciare, riproposto da monsignor Sigalini e smentito persino dal Garante per la Privacy.

Weekend, i vescovi bocciano la storia gay del film: “Scabroso”. La casa di distribuzione: “La CEI ci fa schifo” – Il Fatto Quotidiano

42 commenti

Frank

Scabroso ha dichiarato la Cei, infatti nessuno dei due protagonisti è un bambino.

Tiziana

Già il sito lezpop.it sta denunciando questa cosa da parecchi giorni. Il Corsera al film da 8.
Tra l altro 45 anni ha avuto molto successo il che rende il tutto ancora+ ridicolo

Sandra

Weekend è un film del 2011, in GB è già passato in televisione (channel 4 nel 2014), ma rendiamoci conto di quanto siamo indietro noi con i vescovi che ci dicono quali film vedere.

Sandra

“Il club affronta in chiave romanzata l’imbarazzante tematica dei preti pedofili nascosti dalla Chiesa.”
Molto di più. L’ho visto qualche giorno fa, e continuo a pensarci. E’ una storia “romanzata” a partire da storie vere (i preti e la suora corrispondono a casi reali cileni, e la pedofilia è solo uno dei “peccati” come li definisce cnvf), ma ancor di più una metafora sconvolgente della Chiesa cattolica: Spotlight in confronto è un film platinato e commerciale. Se Spotlight è bello, il Club è un capolavoro.

La Cnvf ha da poco un nuovo presidente, ex portavoce di Scola (ahia). Nel comunicato stampa si legge che la commissione cinematografica si rivolge non solo alle proprie sale, ma anche agli esercenti, e fornisce un giudizio morale per TUTTI.

Tiziana

Sandra
Li ho visti entrambi. Spotlight dovrebbe essere un must per i giornalisti vaticaliani, che se facessero il loro lavoro tante cose non potrebbero succedere, tra cui gli impicci clericali

Sandra

Se facessero il loro lavoro…. non farebbero più il loro lavoro 🙂

RobertoV

La cosa assurda non sta tanto nel fatto che la Cnvf censuri i film: è nel DNA storico della chiesa, ma nel fatto che in Italia vi sia questa commistione tra pubblico e chiesa per la quale la chiesa possiede un numero elevato di cinema e teatri (e non solo) che svolgono un’apparente funzione pubblica, ricevendo sovvenzioni da uno stato che rinuncia a fare la sua funzione e ad offrire alternative. E questo stato accetta poi che la chiesa autonomamente decida le regole all’interno di queste sale e pretenda anche di essere un riferimento morale a cui uniformarsi, come se fosse religione di stato. E questo succede in vari ambiti.
Riguardo ai due film verranno presentati e visti dagli italiani come qualcosa di “esotico”, cioè distante dalla situazione italiana. Quante persone vedendo il ripetersi degli scandali nei vari paesi e le similitudini tra loro si sono chieste se queste cose si verificano anche in Italia, quanti giornalisti oseranno indagare? Chi oserà fare film del genere su casi italiani? Qui fanno, invece, film apologetici sul papa e i santi.

RobertoV

Correggo:
Qui fanno, invece, film agiografici sul papa e i santi.

Agnos

Questa volta concordo con la Cnvf.
Ovviamente non concordo sul merito della valutazione (non ho visto il film, non ho un mio parere), ma sul fatto che possa dire quello che vuole.
La Cnvf è un organo della CEI, possono dire quello che vogliono come tutti gli altri; se un circuito di cinema, che dalla CEI in qualche modo dipende, DEVE tener conto di quanto dice questa commissione, sono affari loro.
E’ come se un’ipotetica commissione cinematografica vegana facesse una recensione di un film dedicato a bistecche alla fiorentina e alle salsicce: il giudizio sarebbe prevedibile e se avessero una catena di cinema collegati mi sembrerebbe ovvio che questo film non vi “passerebbe” mai.
Ma chi non è vegano (e anche vari vegani, forse) ignorerà sia la commissione sia il giudizio da questa espresso.
E questa volta non mi sembra che abbiano approfittato dalla loro invadenza mediatica per propagandare questo giudizio (forse sapendo che sarebbe stata una pubblicità per il film).
Perchè non dovrebbero dire quello che gli pare?

Sandra

Il giudizio che la Cei si riserva di dare è di tipo “morale” su un suo tratto molto immorale, l’ insabbiamento sistematico di crimini. E’ immorale vederlo perché lo dicono loro? Un po’ come se Totò Riina ai tempi avesse detto che la Piovra era un film “scabroso da evitare” insomma, o Berlusconi sul Caimano. Libero di dirlo, ma per difenderne il giudizio devi considerarlo all’altezza di esprimere un giudizio morale sulla propria organizzazione.
La Cei ha la credibilità per esprimere giudizi morali sulla sottrazione di criminali alla giustizia che il film rappresenta? Non è il film a essere “Sconsigliato/ Non utilizzabile/negativo”.

Il tuo paragone con un’ipotetica commissione cinematografica di un altrettanto ipotetico impero vegano funzionerebbe se il film fosse in qualche modo critico, p.e. un film sulla sofferenza delle piante. Capisci che quando i “dogmi” si mescolano agli interessi, il giudizio “morale” finisce di essere tale, è solo un modo per proteggersi e di censurare i “nemici”.

Agnos

@Sandra
Il giudizio che la Cei si riserva di dare è di tipo “morale”; La Cei ha la credibilità per esprimere giudizi morali?
Per me la risposta ovvia è no.
il giudizio “morale” finisce di essere tale, è solo un modo per proteggersi e di censurare i “nemici”?
Per me la risposta ovvia è sì.
Ma non vedo perchè questo non gli debba permettere di parlare (non di condividerne il giudizio).
Il tuo paragone con Totò Riina e Berlusconi è valido e condivisibile; credo che nessuno abbia impedito a Totò Riina e a Berlusconi di dire quello che volevano; il problema, come per la Cnvf o in generale per la CEI, è in chi, volutamente o per caso, ascolta: in Forza Italia e nei partiti collegati la voce di Berlusconi è (era) la verità assoluta, per i mafiosi Riina è (era) uno dei santi apostoli, per tutti gli altri le loro voci sono (erano) inutili, false, dette per proprio tornaconto.
Non diverse (chiesa, berlusconi, riina) per falsità da quelle di Wanna Marchi, anche se lei non aveva il supporto sufficiente a non essere arrestata.

Sandra

Il problema è quando il giudizio non è solo per chi lo vuole ascoltare.
“La Commissione della Cei, infatti, valuta tutti i film che escono in Italia per dare delle linee guida per la programmazione delle millecentoventisei Sale della Comunità, cioè quelle ecclesiastiche. Quello che molti non sanno, però, è che tra queste non ci sono solo piccoli cinema parrocchiali ma molte sale del cosiddetto circuito d’eccellenza. Sono cinema a gestione laica ma che devono attenersi alle indicazioni della Commissione, che può quindi impedire la proiezione di film che sono già passati al vaglio dei controlli del Ministero dei Beni Culturali.” fonte la Stampa, 10/3/2016

Diocleziano

Non vedo dove l’articolo dica che non possono esprimere le loro opinioni,
quindi, essendo lecito esprimere le proprie opinioni è anche lecito criticarle.

Da notare che loro non stanno solo criticando un’opera altrui, ma stanno dicendo proprio quello che tu condanni: impedire che si divulghi quello che dice la pellicola. E lo fanno materialmente.

Curiosa la definizione ‘non utilizzabile’.

Francesco S.

Sarò schietto. Mi pare una trovata di Theodora film per fare un po’ di pubblicità al film che ha trovato decisamente una tiepida accoglienza del circuito commerciale. In verità questi film attirano pochi spettatori, a meno che il regista non sia famoso o non ci sia qualche attore famoso o non sia una mega produzione Hollywoodiana. Che nel circuito delle sale cinematografiche ecclesiastiche non lo vogliano un film del genere, dato il tema, era prevedibile. Ma non è che siano obbligati a trasmetterlo, essendo enti privati. Sono rimasto meravigliato del fatto che la CEI possedesse veri e propri cinema. Mi sa che la chiesa cattolica da tempo ha scelto di essere una SPA multinazionale .

Angelo

Ho sempre tenuto in gran conto il parere della CEI in fatto di films. Se fa schifo alla CEI allora e’ un film da vedere. Non dico che sia un capolavoro ma sicuramente vale la pena. Una pessima recensione della CEI vale quanto un orso d’oro al festival del cinema di Berlino.

Gianluca

Angelo
“Se fa schifo alla CEI allora e’ un film da vedere”

🙂

Angelo

il fatto e’ che siete prevenuti e non conoscete il linguaggio segreto della CEI
Raccomandabile/Realistico = mi sono addormentato dopo 15 minuti
Consigliabile/semplice = e’ il solito filmetto 2 ore di vita perse e soldi buttati
Discutibile/Brillante = la scena in cui esce le zinne e’ fantastica.
Accettabile-riserve/Complesso = si vede un po di pelo
Inconsistente/Grossolano = quasi mi p~~~o addosso dal ridere.
Sconsigliato/ Non utilizzabile/scabroso = se non vai a vedere questo datti all’ippica

Daniele

certo che, oggi come oggi, fare film su preti pedofili, su storie gay, è una garanzia di buon successo e buone critiche ……

Angelo

C’era un tempo in cui fare un film sul cristo era una garanzia di successo e ottima distribuzione. Da Zeffirelli a Pasolini passando per Visconti non ce ne era uno che mancasse all’appuntamento con la Palestina anno 33. Oggi non tira piu’, la storia e’ trita, lontana e fin troppo conosciuta. Si prediligono altri soggetti.

Sandra

daniele,
è dai tempi di Dante che il papato e il clero corrotto e ipocrita sono oggetto di rappresentazione.
E Spotlight e il club non sono film sui preti pedofili, sono sulla Chiesa protettrice di crimini! L’unico modo per non avere film del genere sarebbe stato di non proteggere certi criminali, e lo sarebbe ancora. In Australia potrebbero fare un film su Pell, l’uomo dal cuore tanto debole da non poter viaggiare per un’udienza ma da poter svolgere un lavoro per nervi e cuore ben saldi. Gli hanno già dedicato una canzone, lo sapevi? Del resto quando uno dà scuse ridicole, è il minimo che ci si possa aspettare. La Chiesa è peggiorata, nel codice canonico del 1140 lo stupro su un bambino era punito con la morte (se era uno stupro completo, altrimenti si era semplicemente buttati fuori. Si vede che avevano già parecchi casi anche allora). Ma non cambierà, nel Club c’è un gesuita, uno che vuole la Chiesa nuova, dall’aspetto molto gradevole e che sembra promettere (o minacciare) cambiamenti, ma che alla fine si rivela orribile e crudele. Esattamente come….

RobertoV

Lo scandalo negli USA è del 2000-2002, ci sono voluti almeno 14 anni perchè facessero dei film. in compenso per il papa attuale sono bastati tre anni. Dopo gli USA ci sono stati i pesanti scandali in Irlanda, Germania, Austria, Australia e tanti altri stati. Di materiale e motivazioni per fare film ed indagini giornalistiche ce ne sarebbero tantissime: direi che dovrebbe stupire che non ne abbiano fatti di più. Certo a certa gente da fastidio che se ne parli, meglio i vecchi metodi, ma sembrano non funzionare più tanto bene. Comunque stia tranquillo, prima che in Italia facciano un film sulla pedofilia ecclesiastica passeranno almeno 50 anni.
Prima di certi argomenti non si poteva parlare, esattamente come per i gay. E’ normale che ci si occupi di argomenti attuali, come è successo per esempio col Vietnam, con la violenza sulle donne, ecc.
In compenso i film religiosi, agiografici su bibbia, papi, santi continuano a non mancare: niente ironia in quel caso?

mafalda

Ma anche tra i buddisti ci sono gli omofobi? Dovrebbe essere una filosofia più che una religione, dovrebbe spingere a pensare e a guardarsi dentro…

dissection

Mafalda
Non so se tra i buddhisti ci sono gli omofobi, ma di sicuro ci sono i clericali 😉

Angelo

Parlare di Buddhismo e’ molto generico e quello che si dice finisce per essere molto impreciso. Prendendo atto del fatto che ci sono molte correnti possiamo dire che la tendenza generale e’ di considerare l’atto omosessuale al pari di quello eterosessuale. Un omosessuale comunque non puo’ essere ordinato monaco nel Buddhismo Theravada e, ovviamente, il numero dei gay tra i monaci e’ enorme. Nel Mahayana, in particolare quello Tibetano pre-esilio, sembra che farsi il chierichetto fosse la regola. Il Buddhismo soffre di una visione finalistica dell’universo (il naso serve per appoggiare gli occhiali) che conduce ad una visione Panglossiana della realta (questo e’ il migliore dei mondi possibile). Purtroppo questo modo di vedere le cose e’ una peste filosofica dura da eliminare.

mafalda

Angelo
Il clero di tutte le religioni sembra avere in comune caratteristiche di gran pregio, dalla misoginia all’amore per gli efebi (e spesso più giovani). La gente ideale a cui affidare i propri figli, specie se femmine.

Diocleziano

Daniele
Ognuno si diverte come può: figurati che hanno perfino fatto un film sul Banale!
Non ha fatto miracoli, non si è bilocato, non è apparso da qualche parte, non ha le stigmate e non è nemmeno morto! 🙂

RobertoV

L’assurdità sta non tanto nel fatto che la Cnvf censuri i film: è nel DNA storico della chiesa, ma nel fatto che in Italia vi sia questa commistione tra pubblico e chiesa in cui la chiesa possiede un numero elevato di cinema e teatri (e non solo) che svolgono una funzione pubblica, ricevono sovvenzioni pubbliche da uno stato che rinuncia alla sua funzione di creare alternative e che accetta che la chiesa stabilisca autonomamente le sue regole all’interno di queste sale e che possa pretendere che queste regole siano un riferimento “morale” per tutti, come se fosse religione di stato. E questa commistione si vede in vari ambiti ed il tutto viene considerato “normale”.
Il problema per film come Spotlight o Il Club è che verranno presentati e visti dagli italiani come qualcosa di “esotico”, cioè come qualcosa che in Italia non succede. Quanti giornalisti si sono chiesti vedendo i vari scandali sulla pedofilia in così tanti paesi e così “simili” tra loro se in Italia non succeda altrettanto? Quanti si metterebbero ad indagare in Italia? Chi avrebbe il coraggio di fare un film dove parla di casi italiani? Qui si fa un film sul papa.

RobertoV

Scusate il doppio invio, ma me lo aveva segnalato come non inviato.

gmd85

Dite che le dichiarazioni di Sigalini siano la dimostrazione dello sguardo indagatore, severo e intransigente?

dissection

Esatto, Gmd: da adesso in avanti insabbieranno ancora più indagatoriamente, severamente e intransigentemente per coprire le loro azioni ripugnanti e far finta di nulla.
@ Daniele del 10 c.m. 17:38 : e il problema sarebbe?

gmd85

@dissection

Ovvio. Ne hanno quasi fatto un’arte.
P.S.
Temo che il correttore automatico ti abbia giocato un brutto tiro :-p

mafalda

La mia ammirazione alla casa distributrice e complimenti per le parole esplicite sulla Cei.

Frank

Papa ufficiale: Lo sai da chi io ho appreso lo sguardo indagatore severo e intransigente?
Segretario: No da chi?
Papa ufficiale: Dal Perry Mason della television, grazie a lui io un omosessual lo riconosco anche ad un kilometro de distancia..
Segretario: Non ci sono dubbi Santità.

Francesco S.

Nella mia Città ci sono 2 sale cinematografiche, una è un multisala. Nessuna delle 2 dipende dalla CEI, ma il film non c’è. Non so quante sale dipendano dalla CEI, forse le quelle legate ad oratori e parrocchie. Io credo che la grande distribuzione non proietti i film di queste piccole case perché non c’è molto mercato. Il caso Spotlight invece c’è, infatti ha dietro di sé Hollywood con 2 Oscar e un premio Pulitzer, non so come si chiama il termine economico adatto, ma aveva tanti potenziali spettatori. E’ rischioso fare film impegnati se non si ha adeguata copertura. Meglio sarebbe distribuirli su canali televisivi tematici, RAI 4, RAI 5, RAI MOVIE. Ammesso che anche lì non decida la CEI.

Tiziana

Certamente la distribuzione dei film segue vari percorsi. A Roma ci sono più di due cinema, ma ad es Zalone fino a poco tempo fa era ovunque

Angelo

Le sale cinematografiche scelgono i film sulla base della popolarita’ e lunghezza del film. Un film mediamente popolare di 3 ore e’ meno appetibile uno mediamente popolare da 1:20 (il numero di proiezioni quasi raddoppia e cosi’ gli incassi). Chiaramente ci sono film molto popolari e lunghi (signore degli anelli) ma che i grandi multisala devono proiettare (meno proiezioni ma tutto esaurito ogni volta) e poi ci sono i film di Zalone che sono letteralmente oro. Gli orsi di Berlino, Venezia e altri premi non se li fila mai nessuno. Da ragazzo aspettavo che uscissero in VHS per vederli. Insomma se non e’ l’ennesimo rifacimento di “Quel gran pezzo dell’Ubalda” o “Fast and Furious 3.458” puoi pure morire prima di vederlo al cinema.

Angelo

Andatevi a leggere la recensione di Brokeback Mountain
http://www.siti.chiesacattolica.it/pls/siti/datafilm_cnvf.dati_film?c_doc=4691&origine=0

se la pazienza non vi manca leggete anche la recensione di “l’acchiappasogni”. Uno dei peggiori films mai realizzati. Quando sono uscito dal cinema rivolevo i soldi.
http://www.siti.chiesacattolica.it/pls/siti/datafilm_cnvf.dati_film?c_doc=3955&origine=0

Secondo me
a) il critico cinematografico non riesce a provare alcuna empatia
b) non ha visto il film e se lo vede non lo capisce in ogni caso se lo fa raccontare dagli amici al bar.
c) non capisce una beneamata mazza (non solo di cinema)

da cui se ne deduce che il critico in questione e’ un adolescente un po ritardato (bimbominkia)

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