In Gran Bretagna si fa strada nell’opinione pubblica un atteggiamento censorio nei confronti della libertà di espressione su temi religiosi. Una recente indagine condotta per Fear and Hope su temi come identità, multiculturalismo, religione e immigrazione rileva che oggi solo il 54% è d’accordo sul fatto che alle persone debba essere consentito di dire ciò che pensano riguardo la religione. Il 46% invece sostiene che debba esserci qualche forma di limitazione. Nel 2011 una ricerca simile mostrava un paese più attento alla libertà di espressione sui temi religiosi (60% a favore, 40% per qualche limite).
Questa tendenza, non tanto paradossalmente, viene promossa soprattutto da giovani e da coloro che sono più favorevoli al multiculturalismo. La ricerca segmenta la società in gruppi, a seconda delle attitudini verso multiculturalismo e diversità: la componente dei “mainstream liberals”, in crescita, è la più propensa a caldeggiare limitazioni della libertà di espressione (il 58% è d’accordo, “se necessario” che le persone “debbano essere incriminate” per particolari dichiarazioni riguardo la religione). Tra gli under 25, sempre il 58% vorrebbe imporre ai discorsi sulla religione limitazioni simili a quelle che esistono per l’odio razziale.
L’opinione pubblica chiede anche un maggiore monitoraggio verso le faith schools (71% in generale). Cala anche la diffidenza verso l’islam, con un 78% di inglesi contraria a incolpare la religione nel suo complesso per le azioni degli estremisti, sebbene rimanga un 59% che ritiene questa religione una “minaccia grave alla civiltà occidentale”, un 43% che ritiene i musulmani “completamente diversi” e un 59% che ritiene causino “problemi nel mondo”.
Stephen Evans, rappresentante dell’organizzazione umanista National Secular Society, esprime preoccupazione per questo quadro: “il concetto di offesa, e la violenza che talvolta lo accompagna, ha creato un effetto agghiacciante sulla libertà di espressione”. “Mentre ogni tipo di fanatismo dovrebbe essere combattuto con vigore, non bisogna però iniziare a sacrificare le libertà fondamentali per proteggere i ‘sentimenti religiosi'”, aggiunge. Invece si crede, anche nel nome del politicamente corretto e per una distorta concezione di “rispetto” verso una cultura (strumentalmente identificata con la religione), che restringere la libertà di espressione “migliori la coesione sociale”.
Sicuramente è positivo che si attenui il pregiudizio contro i musulmani e venga favorita l’integrazione. Ma rischia di consolidarsi a sinistra un atteggiamento speculare che favorisce la ghettizzazione e l’omologazione interna delle comunità, una maggiore richiesta di privilegi, la limitazione della libertà di critica in nome di uno status superiore attribuito alle religioni (un ritorno sottile al reato di “blasfemia”, proprio quando viene contestato ai paesi teocratici). Una china criticata da acuti osservatori delle degenerazioni del multiculturalismo, sia da musulmani liberali come Maajid Nawaz sia da laici dichiarati come Kenan Malik.
46% in England support legal limits on free speech where religion is concerned, poll finds
Odifreddi ha detto E’ chiaro che qualsiasi critica offende qualcuno. Ma stando zitto offendo me stesso : sono assolutamente d’accordo.
Avere l’opinione di dover vietare la libertà di espressione è libertà di espressione.
Quindi questi hanno l’opinione che debba esservi libertà di espressione riguardo la possibilità di limitare la libertà di espressione. Sicuramente sono sostenitori della libertà di contraddizione.
Una sorta di ‘sindrome di Stoccolma’ a livello di massa.
Il discorso sarebbe complesso da analizzare, ma semplice nel meccanismo:
”dico che una cosa mi piace anche se non mi piace, così evito critiche
e non mi espongo…”
In pratica, saltare sul carro del perdente senza nemmeno combattere,
pensando di fare una bella figura.
Ottimo, logica ineccepibile.
Pretendere la libertà di limitare una libertà è una posizione fortemente liberticida.
Stefano™, Emperor e Giorgio Pozzo
Ditemi se sbaglio: andando un po’ più in là col discorso, vorrei dire che pretendere la libertà di limitare una qualsiasi libertà è in realtà un altro modo di accampare dei privilegi, i quali sappiamo che non c’entrano nulla con i diritti né tanto meno con la libertà d’espressione. Right?
E anche probabile che sia una scelta dettata dalla educazione.
Se la religione attiene alla sfera privata perché parlarne?
Del resto l Italia e il paese convinto che i musulmani siano tutti terroristi e gli chiedono di prendere posizione.
Voglio sperare che la moderazione lavori con intelligenza, visto che e anche citata nel logo.
Un paradosso che neanche Zenone…
Perche?
Io credo che il 99% della popolazione mondiale sia disinteressata e libera da Dio.
L ossessione e dei pochi religiosi che ci impongono a tutti un discorso inutile
@Tiziana:
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A me risulta il contrario. Novantanove_per_cento ?
Ehm…guarda che non e` che il principio soCCial_forumesco di dire we are 99% e` una verita` assiomatica e inconfutabile…a me risulta il contrario.
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Giusto qualche esempio:
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E01) Quando il papoCCio fa un raduno qui in questa italietta vanno in centinaia di migliaia ad ascoltarlo.
E02) Alla messa di Manila hanno partecipato in sei milioni di filippini ed anche in Messico mi sembra ad ascoltare il papoCCio erano parecchi assai.
E03) Alla mecca per seguire le direttive del profeta barbitto ogni anno vanno in milioni.
E04) I mutlietnici e speziati al curry induisti a milioni {CE_01} vanno a fare il bagno nel fiume (direi qualche cosa di moooolto igienico).
——
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Cioe` non per fare polemica..ma forse questo discorso del novantanove_per_cento si applica in talune nazioni e/o regioni culturalmente avanzate e/o nei confronti delle persone che abbiano un minimo di curiosita` personale e/o livello culturale…ma non si applica a tutta la popola(na)zione mondiale.
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Secondo me almeno un cinquanta_per_cento della popola(na)zione mondiale e` felice e contento di essere schiavo e quando prega i suoi dei dimentica di aver vissuto una giornata di m@@@a ma va a dormire felice e contento consapevole che dopo la morte vivra` bene proprio per le preghiere fatte.
Insomma…una specie di fondo pensione di c@@@@te che ti consente di dimenticare una vita di m@@@a ma accumulare punti_fede per un aldila` che sara` un resort di extra-lusso…POPOLANI pecoroni e religiosi di ogni religione…quanto vi detesto !!!!
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firmato: Mago Sumadarto Sono (colui che detesta i vili popolani pecoroni di ogni luogo, nazione e tempo)
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CE_01: http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2013/02/10/Kumbh-Mela-via-mega-pellegrinaggio-induista_8221102.html
@ Tiziana
La battuta del paradosso si riferiva agli imbecilli (o furbi) che si avvalgono della libertà di espressione per pretendere di limitare la libertà di espressione.
Maurizio,
Pensavo che parlavi a me. Confermo comunque che la abilità delle religioni, segnatamente del cattolicesimo in Italia, sia nella conquista della centralità. In definitiva, quante persone veramente religiose conosciamo? Il problema e che noi siamo meno abili e finiamo per fargli da controparte.
Stiamo ritornando al medioevo! Perchè non si può criticare una qualsiasi religione mentre si può criticare, per esempio, l’ateismo? o qualsiasi altra corrente di pensiero? Non c’è uguaglianza e non è giusto.
Le uniche espressioni permesse saranno quindi quelle tutte pace e amore papoCCio francesco’s style ?
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Cioe` sara` consentito dire solo che l`islam e` una religione di pace ed amore, che dobbiamo accogliere le diversita` multiculturali come ricchezza e valore aggiunto per la nostra societa`.
Nei casi piu` estremi di violenza sulle donne non sara` consentito esprimere condanne nette ma dovremo chiamare sociologi, psicologici, mediatori culturali, esperti di dialogo inter-culturale e comprendere le ragioni (senza condannarle) per cui un certo abdul yussuf qualunque ha pestato la moglie lasciandole un bell`occhio nero e mandandola in ospedale 45 giorni.
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Cioe`…non ho capito…e` questo il rispetto per la religione che vorrebbero il 45% degli inglesi ?
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firmato: Mago Sumadarto Sono (colui che vuole la liberta` di dialogo ed espressione per tutti nel rispetto delle singole persone senza diffamazioni o altre porcate similari)
Duca
“Alla messa di Manila hanno partecipato in sei milioni di filippini ed anche in Messico mi sembra ad ascoltare il papoCCio erano parecchi assai.”
Beh, questo non significa niente. Anche al giubileo del 2000 piazza S.Pietro era stracolma di giovani, tutti lì ad ascoltare G.Paolo II che diceva “Amatevi l’un l’altro!” e il giorno dopo trovarono un tappeto di preservativi… 🙂
@Gianluca:
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Ma infatti…ci mancherebbe che io “contesti” l`ipocrisia di chi prega amici immaginari o divinita` barbabianco_munite ed al tempo stesso ne violi apertamente le regole.
Poi i cattolici hanno il magnifico strumento della confessione che cancella tutti i peccati e fa tornare l`anima candida e pulita.
Che io sappia altre religioni e/o i musulmani (chiedo a chi e` piu` esperto…tipo gerard, Bardhi o altri) non hanno questo strumento teo(il)logico_giuridico.
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Contestavo a Tiziana la tesi soCCial_forumesca del novantanove_per_cento.
Posso dire che di sicuro smettere di pregare e credere alle c@@@@te farebbe bene si al novantanove_per_cento dell`umanita`….ma come dire ai popolani piace tanto fare le pecore ed allora…..beehhhhh che continuino a pregare !!!
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firmato: Mago Sumadarto Sono (colui che cerca di vivere ogni giorno come un leone…anche se non sempre e` possibile ma almeno ci provo e rifiuta la vita da popolano pecorone)
Decisamente preoccupante…
Cherubino: Non sono d’accordo con quello che dici ma darei la vita affinché tu lo faccia.
Er Profeta: Voltaire?
Cherubino: No, uno dei tuoi fan prima di farsi esplodere durante l’attentato a Charlie Hebdo.
Er Profeta: A Cherubi’ ma vedi d’annattene….
Mala tempora currunt.
Comunque, bisognerebbe razionalizzare i dati: i favorevoli alla libertà di critica saranno anche scesi dal 60% al 54% del totale, ma di quanto sono aumentati, sempre sul totale, gli “allergici” alla critica?
nel paese di filosofi del calibro Hume e Russell? proprio vero che i tempi cambiano, e non in meglio…
Prego godersi responsabilmente questa vignetta culturalmente, etnicamente, religiosamente e politicamente corretta. Grazie.
Spero che non sia profetica…
Io avrei scritto “God in a recent portrait”
Diorama
Francesco S.
Mi chiedo se sia meglio la vignetta o la botta di servizi che ci siamo presi (soprattutto dalla rai) per la imminente santificazione di madre teresa, non certamente personaggio limpido. Vi segnalo https://liberelaiche.wordpress.com/2016/03/17/ancora-santi-controversi-per-la-chiesa-nuova/
Ovviamente la santificazione è una cosa della chiesa , ma facendo parte del dibattito pubblico.
Grazie a Diorama per la segnalazione della vignetta comunque
Il personaggio di madre teresa di calcutta è di produzione british, attraverso il giornalista BBC Malcolm Muggerigde, ex-comunista convertito al cattolicesimo. Fu proprio Muggeridge insieme a un vescovo anglicano a affrontare Cleese e Palin nel famoso dibattito BBC sul film Life of Brian del 1979.
Si, in effetti era il suo ufficio stampa. Però la BBC ha mandato il film , noi sentiamo l estasi nei tg
Letto, ma ammetto che mi interessano poco le santificazioni, credo sia un problema per chi ci crede.
Certamente, pero converrai che molte sono strumenti politici. Gran Premio secondo ne ha fatto una strategia, pensa a Stein.
Comunque , per rimanere nell alveo del post in discussione, i santi cattolici sono additati a modello per gli italiani invece che solo per i cattolici
Francesco,
anche per chi non crede è un problema, visto che i costi di queste cerimonie ricadono su tutti, e specialmente se i “santi” sono discutibili dal punto di vista civile.
Due cifre di spese della protezione civile: per la beatificazione di Madre Teresa nel 2003 500mila euro, per la canonizzazione di padre pio 3.2 milioni nel 2002. Per la canonizzazione della “mente” di questi eventi, ossia wojtyla, parliamo di 10 milioni!
E’ giusto che adesso l’Italia spenda altri milioni per una cerimonia organizzata a beneficio mediatico del giubileo (altra voce di spesa) per santificare un’altra fanatica religiosa?
Libera la chiesa di decidere cosa fare, se sostiene le proprie spese e non le impone alla società. Qui parliamo di gente che ha imbrogliato, che ha nascosto pedofili, che ha accettato soldi sporchi, che ha approfittato della credulità e dell’ignoranza che nemmeno superWannaMarchi, e che la società italiana si trova costretta a celebrare, mettendo in più mano al portafoglio, perché la Chiesa ha deciso così. Ma scherziamo? E non ci dovrebbe riguardare?
Sandra a me dei santi non è mai interessato nulla neanche quando ero credente, ero molto su posizioni gnostiche, se pregavo mi rivolgevo al gran capo. Di certo non me ne interesserò ora. Chiaramente ho un’opinione sulla santa di Calcutta ed è pessima, ma ci sono stati santi ben peggiori –> http://www.uaar.it/ateismo/controinformazione/santi/ Ovviamente mi interessano gli aspetti materiali delle santificazioni, ma non i santi in sé a prescindere se son state davvero delle brave persone o meno.
Queste notizie mi convincono sempre di più che l’eccessiva tolleranza nei confronti di queste stupidaggini (almeno qui spero di non scandalizzare nessuno chiamando così le religioni) è assolutamente nociva.
SCENARI SCOMODI
Facciamo un giochino. Il papa vuole parlare, per esempio, all’università. Prendo l’università perché è l’esempio che mi riesce meglio, ma potrebbe anche essere qualsiasi spazio pubblico istituzionale (una sala consiliare calzerebbe, un parco no). Come la prendereste in questi casi?
– Il papa tiene la prolusione inaugurale dell’anno accademico.
– Il papa tiene una lectio magistralis (relatore unico, nessun contraddittorio), nessuna possibilità di interazione dal pubblico.
– Il papa tiene una lectio magistralis (relatore unico, nessun contraddittorio), interazione dal pubblico limitata alle domande finali.
– Il papa presiede un tavolo di lavoro, interazione dal pubblico illimitata.
– Il papa partecipa a un tavolo di lavoro al pari di qualsiasi persona dal pubblico.
~
– Il papa, il dalai lama e il segretario dell’Unione Stoica Italiana tengono ciascuno una lectio magistralis in diverse stanze (più relatori, nessun contraddittorio), nessuna possibilità di interazione dal pubblico.
– Il papa, il dalai lama e il segretario dell’Unione Stoica Italiana tengono nella stessa stanza tre lectio(nes?) magistralis(/es?) (più relatori, con contraddittorio) e infine si confrontano, nessuna possibilità di interazione dal pubblico.
– Il papa, il dalai lama e il segretario dell’Unione Stoica Italiana tengono ciascuno una lectio magistralis in diverse stanze (più relatori, nessun contraddittorio), interazione dal pubblico limitata alle domande finali.
– Il papa, il dalai lama e il segretario dell’Unione Stoica Italiana tengono nella stessa stanza tre lectio(nes?) magistralis(/es?) (più relatori, con contraddittorio) e infine si confrontano, interazione dal pubblico limitata alle domande finali.
– Il papa, il dalai lama e il segretario dell’Unione Stoica Italiana presiedono un tavolo di lavoro, interazione dal pubblico illimitata.
– Il papa, il dalai lama e il segretario dell’Unione Stoica Italiana partecipano a un tavolo di lavoro al pari di qualsiasi persona dal pubblico.
Oh il mio giochino non è piaciuto. Mi serviva per capire come ognuno declina la laicità. Mi aspettavo più commenti, sono triste.
ΔΙΩPAMA
È troppo complicato.
Ho calcolato che soppesando tutte le ipotesi con relative subordinate, varianti contingenti e imprevisti, ci avrei impiegato nove giorni per rispondere. Se riesci a condensare in due domande… 🙂
Ho provato a coprire tutte le permutazioni, ma 9 giorni sono troppi e chiudono i commenti! Tristezza.
Provo con le due domande:
– quali spazi pubblici istituzionali (nel senso fisico e nel senso lato del termine) concedere a chi gioca un ruolo politico riconoscibile (qui metto sullo stesso piano, ad esempio, le associazioni filosofiche a quelle religiose, ma anche i partiti etc.)?
– può questi occupare gli spazi concessi in veste del suo ruolo politico riconoscibile oppure solo in quanto individuo?
Mezza risposta te le sei già data specificando ”spazi pubblici istituzionali”: spazi che io identifico nel senato, camera, consigli comunali, aule magne ecc. Quindi vi può accedere solo chi è stato eletto dal popolo o fa parte del personale qualificato; quindi niente spazi istituzionali ma solo spazi garantiti, per esempio la rai per la quale paghiamo per un ipotetico servizio pubblico.
Per la seconda ipotesi, dipende: meglio se rappresentanti di un gruppo, l’opinione dei singoli spazia da Odifreddi alla Cipollari…
Lo scontro tra Cristianesimo e Islam.
http://vignette2.wikia.nocookie.net/nonciclopedia/images/0/04/Vignetta_sulla_religione.jpeg/revision/20140202220933
“La metà degli inglesi vuole limitare la libertà di espressione per “rispetto” verso la religione”
Papa ufficiale: E l’altra metà?
Segretario: Se messa a bestemmiare.
Lol. Il punto è, Frank, che secondo me non ha senso il rispetto per o verso la religione. Si porta rispetto a tutto ciò che, ma in modo esclusivo, il rispetto lo merita. Viceversa, quello che fanno le religioni non è tanto ispirare rispetto quanto, incutere soggezione, timore & paura, rispettivamente del potere secolare, divino & del possibile castigo. Ecco che vengono a mancare i presupposti per parlare di rispetto per la religione e quindi il discorso è monco già fin dalla base.
Questi sono i discorsi dei fanatici, complimenti!!!
@ Mauro
I fanatici sono quelli che parlano di inferni per quelli che non la pensano come loro. E si offendono se si criticano.
@Mauro:
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SE io insulto il tuo dio barbuto ..tu non mi tagli la testa.
TU (credente cattolico, cristiano, musulmano, induista) con coerenza con la tua religione passi oltre e pensi: “vedrai poi quando sarai morto…finirai all`inferno”.
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Ma il vostro amico dio, cosi` grande, potente, immenso…necessita di una difesa da parte della legislazione umana ?
SE e` cosi` potente puo` benissimo pensarci da solo a difendersi.
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firmato: Mago Sumadarto Sono (grande devoto dell`agnosticismo mosconiano)
Io credo che il rispetto sia una cosa reciproca. Se sono trattato con rispetto farò altrettanto. Caso per caso. Ragionare per gruppi è nocivo e tendenzialmente di pancia.
@ Mauro: LOL!
Questa è l’unica risposta sensata da darti.
Mauro
Addirittura 3 punti esclamativi, senza che nessun concetto li preceda. E saresti ateo? Non è che stai scrivendo da qualche seminario?
@Mauro
Perché dovrei rispettare idee che limitano l’altrui libertà? Solo per il gusto di dire che sono rispettoso di tutto e tutti e posso stare bene con la mia coscienza? Dire apertamente ciò che si pensa è ben più difficile, soprattutto su queste tematiche. Prova a commentare in merito alla news. Cosa ne pensi? Trovi giusto impedire la libera espressione su tematiche religiose? Giusto per capire se devo considerati un ignavo o un ignavo per convenienza.
Mah, per me viene fuori solo un quadro contraddittorio. Sarebbe interessante sapere quali domande sono state poste, come sono state strutturate e in che modalità sono state somministrate.
http://www.fearandhope.org.uk/executive-summary/
Anche gli inglesi devono fare i conti con gli integralisti, e gli islamici hanno dato il via, e con il fatto che siano poco portati a prendere con filosofia comici e vignettisti. E quindi il paese dei Monty python diventa un paese che preferisce autocensurarsi.
John Cleese è intervenuto più volte su questo, e cita uno psichiatra: “Se qualcuno non è in grado di controllare le proprie emozioni, allora inizia a controllare il comportamento degli altri”.
Tutto l’intervento, testo consultabile a lato:
http://bigthink.com/videos/john-cleese-on-political-correctness
Grazie del link, come sempre impagabile John cleese.
Evidentemente agli inglesi non interessano tanto le libertà individuali, quanto i “diritti” dei gruppi e delle comunità. Se su alcuni temi, come ad esempio i diritti dei gay (peraltro fino a non molti decenni fa perseguitati più che da noi) sembrano molto avanzati, è solo perchè si sono trovati di fronte a delle organizzazioni forti e determinate. Questo spiega la coesistenza di forme di estrema apertura accanto alla convivenza con il peggiore oscurantismo (vedi tribunali islamici nel cuore di Londra)
da quando l’ayatollah Khomeini lancio la fatwa con condanna a morte su Salman Rushdie e invece di denunciare con chiarezza questa violazione palese, i leader di stato e religiosi occidentali si sono lanciati a criticare Rushdie, di fatto hanno decretato la morte di liberta di critica sul islam. Islam è riuscito con minimo sforzo di eleminare uno dei diritti fondamentali della nostra democrazia, le conseguenze sono l’uccisione di vignettisti e altri ma il peggiore è proprio questa l’idea assurda di “rispetto” verso la religione
@ bardhi: ho sottolineato anch’io il lato assurdo della faccenda, poco più sopra, e mi sono preso del fanatico! Mi domando se sia/sarà mai possibile ragionare in certi termini con certe persone.
SE puo` consolarti il tuo intervento (ed anche gli altri) saranno citati nella prossima edizione del grande dizionario di italiottologia.
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Spero questa notizia compensi il titolo di “fanatico” che ti e` stato appioppato dal grande teologo-pensatore mauro.
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firmato: Mago Sumadarto Sono (magnifico e mugnifico rettore dell`isitituto di italiottologia)
@ dissection ti riferisci a Mauro che ti ha dato del fanatico!? lascia perdere poretto, è unica parola che conosce.
A tutto sto schifo ha contribuito pure Obama, quando con la faccia da culo che fatto cercato di fare pressione sul reverendo Jones per non bruciare il corano, quando si sarebbe mosso il presidente del USA se uno avesse minacciato di bruciare : la bibbia, il troah, il mein kamf, il manifesto del partito comunista o l’origine delle specie!?
@Mago; bardhi.
Il punto che secondo me, oltre a essere l’unica parola che conosce, o non ne capisce bene il significato oppure non sa bene come inserirla nel discorso. Teologo pensatore (lol)? Già, Mancuso gli fa un baffo…
Errata, manca una è prima di “che secondo me”.
Un passaggio dal 54% al 60% in un sondaggio non è così significativo, potrebbero esserci differenze semplicemente per il campionamento o per come vengono poste le domande. Andrebbe verificato con altri sondaggi e modificando le domande.
Un effetto potrebbe essere dovuto all’immigrazione visto che in quel periodo almeno 1.5 milioni di persone sono emigrate verso l’UK, cioè circa il 2-3 % della popolazione e di solito non vengono da paesi evoluti. La cosa non migliorerà in futuro perchè sembra si aspettino un 7 milioni di nuovi immigrati per il 2031.
Evidentemente il lamentarsi rende: il fatto che le religioni si lamentino delle critiche fa si che diverse persone pensino che il problema siano le critiche e non il motivo delle critiche.
Qualche settimana fa avevo visto una discussione su un libro scritto da una ragazza ex-mussulmana pakistana che era stata ripudiata dalla famiglia perchè non aveva sposato la persona prescelta ed operava all’interno di una onlus per aiutare altre ragazze nella sua situazione. Aveva dovuto cambiare identità e cambiare spesso la sua residenza temendo per la propria vita eppure l’esperto, che non era un mussulmano, la contestava per le sue critiche all’islam.
“Quasi la metà degli inglesi vuole limitare la libertà di espressione per “rispetto” verso la religione”
Papa ufficiale: Multiculturalisti?
Segretario: No Santità, prima gli avevano fatto ascoltatore uno dei suoi discorsi.
Papa ufficiale: Ah, ah, ah, come sei espiritoso.
La libertà di espressione non gode di buona salute.
Se nei paesi c.d. illiberali non esiste proprio come concetto (in questo ci metto l’Italia), in quelli c.d. liberali viene tirata per i capelli e plasmata a “immagine e somiglianza de’ potenti”, svuotandone il significato e diventando loro strumento a sua volta di oppressione.
Questo è interessante: sembra che l’intolleranza razziale venga posta sullo stesso piano (e abbia quindi lo stesso valore negativo) della cosiddetta intolleranza religiosa. Un discorso di intolleranza razziale è egualmente stigmatizzabile di un discorso di intolleranza religiosa. Mi chiedo però su quale principio i due possano essere considerati confrontabili: mentre il primo è rivolto a un gruppo etnico di persone, il secondo è rivolto a un insieme di regole di base, formalmente teologiche, ma fondamentalmente antidemocratiche. Il primo atteggiamento è fortemente illiberale, mentre il secondo è fortemente liberale: come diavolo possano essere confrontabili, proprio non lo capisco.
Quand’anche si dicesse che per intolleranza religiosa si intende intolleranza verso gruppi religiosi, cioè verso le persone di una particolare religione, allora si rientrerebbe automaticamente nel primo caso, e non nel secondo. Ma in questo caso,il discorso non può e non deve essere superficiale e generalizzato, perchè se certe persone sostengono e praticano regole religiose intolleranti a loro volta, allora io ho il diritto-dovere di diventare intollerante. Come diceva Popper, con gli intolleranti non si può essere tolleranti. Aggiunge Pozzo: non mettiamo sullo stesso piano intolleranza verso i tolleranti e intolleranza verso gli intolleranti.
@ Giorgio Pozzo
Non lo capisci perché non lo capisce nemmeno chi… non le confronta: dai per scontato che la gente sappia pensare bene….
Dipende da che si intende per intolleranza religiosa.
Se qualcuno si mette, ad esempio, a bruciare testi sacri o simboli di un’altra religione, come hanno fatto certe sette evangeliche in USA, o in certi paesi fondamentalisti islamici o in Ex URSS, quello può essere definito in molte maniere, ma non è certo definibile liberale e democratico.
L’intolleranza religiosa esiste, spesso è praticata da appartenenti ad altre religioni, ma esiste ed è un problema. Perseguitare qualcuno perché di fede diversa o nessuna fede è intolleranza religiosa, non razzismo, Raif Badawi è arabo condannato da altri arabi. Lo stesso dicasi per i convertiti ad altre fedi, chiaramente chi li perseguita agisce contro le persone, ma non è per razzismo perché il motivo non è la razza ma il non accettare che qualcuno abbia un sitema di riferimenti religiosi diversi dai propri.
C’è una contraddizione nel ragionamento: si parte dalla premessa che razzismo e intolleranza religiosa non siano egualmente negativi, anzi l’ultima potrebbe avere anche aspetti positivi. L’errore nasce dal fatto che si parte dal presupposto che l’intolleranza religiosa sia la critica alla religione e nel momento in cui questa si trasforma in discriminazione verso un gruppo religioso non è intolleranza religiosa ma razzismo. Ma questo è arbitrario.
L’intolleranza religiosa, così come è definita in un po’ tutte le enciclopedie, è la discriminazione l’ostracismo sociale e anche economico verso gruppi di persone per via del fatto che aderiscono ad un sistema di principi religiosi diversi dal proprio, e questo non è razzismo, o meglio non è legato necessariamente ad esso. Ben sappiamo dalla storia del ‘900 che esiste anche l’intolleranza religiosa legata al razzismo.
L’unica cosa che hanno in comune è che sono entrambi atteggiamenti irrazionali e nocivi. Non bisogna banalizzare, concordo, ma bisogna anche ragionare senza negare i fenomeni. C’è chi discrimina, perseguita, ostracizza il prossimo per idee diverse relativamente alla fede, non si chiama razzismo, non è liberale, non è critica alla religione, ed è, ugualmente al razzismo, nocivo.
Alla parola razzismo si aggiunge qualcosa… etnico religioso… ma è solo sempre razzismo e significa banalmente che non si accettano idee e comportamenti diversi dai propri.
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Io non ho nulla contro chi vuole limitare la libertà di espressione per “rispetto” verso la religione, anzi ho un sacco di amici che vorrebbero limitare la libertà di espressione per “rispetto” verso la religione, ma vorrei che certe dichiarazioni le e facessero a casa loro, senza farle sentire in pubblico.
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