Aiutare i contribuenti a effettuare una scelta informata e consapevole per la destinazione dell’8 per mille. È questo lo scopo della campagna Occhiopermille dell’Uaar lanciata in questi giorni attraverso tutti canali di comunicazione dell’associazione e in particolare sui social network.
A partire da domani, 15 aprile, l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione sul proprio sito il modello 730 precompilato e l’Uaar ha pensato di cogliere l’occasione per ricordare a tutti i contribuenti che il meccanismo dell’8 per mille è fondato su un inganno a tutto vantaggio della Chiesa cattolica.
“L’Uaar è da anni impegnata per l’abolizione dell’8 per mille o per il passaggio a una tassa che gravi solo sul contribuente che vuole espressamente finanziare la propria religione”, spiega Stefano Incani, neosegretario dell’Uaar. “E finché non si realizzerà questo nostro auspicio riteniamo di fondamentale importanza informare i contribuenti su questo perverso meccanismo. Non sono in molti per esempio a sapere che anche le quote non espresse — quelle che non vengono destinate, perché il contribuente non firma né per lo Stato né per una delle confessioni religiose che ha accesso ai fondi — sono comunque ripartite in proporzione alle firme ottenute. Meccanismo che si traduce nel fatto che la Chiesa cattolica con il 37% delle firme si aggiudica l’82% dei fondi. Sono infatti solo quattro contribuenti su dieci a firmare per destinare l’8 per mille: poiché la maggior parte di loro (circa il 70%) sceglie la Chiesa Cattolica, questa, in virtù di tale meccanismo, riceve ogni anno l’80% della torta, cioè più di un miliardo di euro. Di fatto quattro persone su dieci decidono anche per le altre”.
Una questione, quella della mancanza di trasparenza, sulla quale è intervenuta anche la Corte dei Conti, per ben due volte nell’arco dell’ultimo anno e mezzo, sottolineando altresì come lo Stato sia l’unico competitore che non sensibilizza l’opinione pubblica sulle proprie attività con campagne pubblicitarie, manifestando in tal modo un disinteresse che ha determinato, nel corso del tempo, «la drastica riduzione dei contribuenti a suo favore».
L’Uaar, che sin dalla sua nascita è impegnata nella difesa della laicità delle istituzioni, da anni lotta per l’abolizione dell’8 per mille o quantomeno per un uso laico di quello statale. E in questo solco si iscrive la campagna Occhiopermille, lanciata per la prima volta nel 2007.
“Il nostro invito — spiega Roberto Grendene, responsabile Campagne Uaar — è prima di tutto a compiere una scelta informata. In secondo luogo invitiamo tutti a fare pressione affinché l’8 per mille statale sia usato laicamente a beneficio di tutti, per esempio facendo in modo che sia destinato agli interventi contro le calamità naturali”.
Comunicato stampa Uaar
Perché non dite che (grazie ad un emendamento dei 5stelle) se lo si dà allo stato una parte viene dato per la bisognosa edilizia scolastica?
Intanto perché lo abbiamo detto l’anno scorso, poi il governo ha rivisto la norma e ha stabilito che comunque decide lui a chi darlo senza che sia possibile presentare dei progetti, quindi la cosa ha perso di senso. Di fatto ci sono altre buone possibili destinazioni per l’8pm statale ma il cittadino non può sceglierne una, può solo firmare per lo Stato nella speranza che lo utilizzi bene. Prima si poteva almeno fare pressione presso il proprio Comune perché presentasse dei progetti, adesso non più per cui non serve evidenziare le varie possibilità. Serve invece informare i cittadini del funzionamento del meccanismo, che è lo scopo della campagna Occhiopermille, poi il cittadino sceglierà come vuole.
A me vengono i brividi a pensare cosa “grazie” all’M5S si studierebbe all’interno delle scuole. 🙂
Personalmente ho molti dubbi sulla capacità di comprensione da parte degli italiani: la campagna 8/1000 è partita ormai da anni eppure ancora molti non firmano. Molti non capiscono o non sanno che non è l’8/1000 individuale in ballo, e tutte le percentuali sono uno scoglio concettuale.
Non è che la grafica potrebbe essere più chiara? Scrivere in rosso “viene assegnato comunque” attira l’attenzione, ma poi il “miliardo regalato alla Chiesa” secondo me non scuote più di tanto, ed è impreciso: è sottratta, non regalata, la porzione che corrisponde alla percentuale differenza tra il totale e le scelte espresse, più della metà del malloppo. Praticamente gli italiani smettono di mantenere i senatori per poter mantenere i vescovi. Mezzo miliardo che nel sacchetto dei fumetti svolazza da palazzo Madama in disuso ai palazzi apostolici esenti tasse e tributi.
Credo (o meglio temo) che a molti semplicemente non interessi la questione.
Forse lo capirebbero meglio se si rapportasse l’ammontare del malloppo ai mancati servizi o pensioni ridicole.
Se fai un giretto alla cisl dove aiutano i pensionati a fare la dichiarazione dei redditi, sentirai più di un suggerimento da parte degli addetti a scegliere la chiesa cattolica.
Ah beh, è la stessa parrocchia.
A volte più che un suggerimento, mi sembra che qui sul blog si riportasse di casi addirittura di cambiamento della destinazione.
Sandra
Essendo pensionato, non ricevo piu la dichiarazione dei redditi a casa . Tanti nella mia situazione e che non hanno niente da dichiarare per un rimborso di tasse, non sentono la necessita di intervenire presso il patronato onde averne una copia, i la quale dovra essere ritirata personalmente ( facendo anche la coda per molto tempo…! ) . Il patronato non si occupa piu da anni della dichiarazione del 8/1000 e nemmeno del 5/1000 per le associazioni .
Spesso non sono in grado di dirti come si deve fare e la prima volta ho dovuto chiamare l’ uaar a Roma per avere infos in merito ( ho dovuto andare anche a Prato per chiedere infos all’ ufficio delle entrate che non hanno potuto aiutarmi ) Alla fine era una cosa molto semplice …
Questo è anche un motivo per il quale molti non firmano ( Da non dimenticare che c’è anche il motivo del desinteresse totale della gente che non ha un minimo di senso civico … ) .
Sono d’accordo. I manifesti uaar non sempre sono incisivi.
@ mafalda: senza contare la probabilità che molti non tengano conto dei manifesti Uaar proprio perché Uaar, per partito preso. Conosco molta gente che dice che preferisce darli “ai preti” che allo stato: da lì si capisce quanta strada c’è ancora da fare.
Notizia di un mese fa, ciò che ha detto Visco – Banca d’Italia -:
Da gente così possiamo aspettarci che sappiano fare i loro interessi?
@Diocleziano:
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Questi 3 adulti su 4 sono popolani italioti felici e contenti di esserlo.
Beata sia l`ignoranza che non ti fa male la testa e stai bene di panza.
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Perche` leggere i libri fa venire il mal di testa (frase sentita da un popolano italiota DOCG in un bar mentre si beveva il suo bianchino mentre giocava al video-poker).
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Del resto eccoli qui gli adulti italioti che partecipano ad un programma giochi serali della tivvu` di stato italiota in un video di 6 minuti:
https://www.youtube.com/watch?v=EiM0M9lrQPA
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firmato: Mago Sumadarto Sono (grande studioso di italiottologia)
Bisogna anche vederli questi manifesti. Io finora non ne ho visto uno in giro. La pubblicità, l’informazione costano. Non a caso la chiesa cattolica spende decine di milioni in pubblicità per l’otto per mille ed ha già parecchie possibilità di promuoversi gratis. Gli stessi valdesi spendono alcuni milioni eppure anche loro sono poco visibili. Difficile che l’UAAR possa permettersi tali spese. Ed in più come segnala Diocleziano bisogna prima avere voglia di leggere, soprattutto con attenzione, poi la capacità di capire e di ragionare, cose piuttosto impegnative per molti. Non a caso in Italia poi fanno successo certi personaggi venditori di fumo.
Inoltre la chiesa cattolica usufruisce di una rendita di posizione, basata sui luoghi comuni come il meglio ai preti che allo stato: proprio sicuri che siano così efficienti? Io vedo sempre pubblicizzare quanto fanno per gli altri, ma difficilmente esplicitare quanto quei servizi siano costati e chi ha pagato. Sarebbe un po’ come se un ospedale dicesse quante persone ha curato e come, senza dirci quanto tutto quello sia costato. Inoltre sono molto bravi ad occuparsi e pubblicizzare l’extra, non la sostanza. Così poche decine di migliaia di Euro per delle docce a Roma per qualche centinaio di poveri, fa più notizia e immagine dei miliardi spesi in aiuti sociali per aiutare milioni di persone da parte dello stato.
mafalda,
sono d’accordo con te. Ci vuole più incisività. Un cartello come quello proposto, sempre che sia in giro come lamenta Roberto, non invoglia una mente pigra a capire di più. Non viene detto chiaramente che solo metà dei soldi assegnati alla Chiesa sono quelli della scelta esplicita. Perché non provare con una scritta più provocatoria:
8×1000: 1 miliardo viene assegnato alla Chiesa
400 milioni grazie alla firma del 40% dei contribuenti che l’hanno scelta.
600 milioni grazie alla firma di un italiano: Craxi
@Sandra:
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Non firmano motivi esclusivamente italioti. Alcuni a titolo di esempio:
E01) pensano di dover pagare otto per mille in piu` di tasse.
E02) non firmo cosi` non danno i soldi ai preti (pensano loro senza sapere che nessuna firma –> ripartizione tra altre confessioni) che aiutano i migranti e non gli italiani.
E03) faccio fare tutto al mio commercialista (professione che ha senso solo in questa italietta degli italioti) e faccia un po` come crede che tanto e` tutto un magna magna.
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Aggiungici poi l`analfabetismo funzionale dilagante (problema tipicamente italiota) e tutto il discorso e` completo.
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Avremo l`otto_per_mille fino alla fine dei tempi italioti.
Anzi sono sicuro che fra poco proporranno l`uno_per_cento per le confessioni cristiane.
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SE invece al governo ci fosse un bel partito comunistoide DOCG abolirebbe otto_per_mille ma farebbe un piano quinquennale serio per la costruzione di moschee e madrasse per far sentire a casa loro quei dieci milioni di migranti (meglio se musulmani barbitti e barbuti) che servono all`italietta degli italioti (la boldrina ha sentenziato che servono 400mila migranti all`anno).
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firmato: Mago Sumadarto Sono (grande studioso di italiottologia)
Dato che purtroppo proposte di buon senso come edilizia scolastica sono troppo avanti e se firmi per lo stato il tuo otto_per_mille rischia di finire in qualche cooperativa soCCiale italiota oppure nelle mani degli amici degli amici io metto la firma su otto_per_mille se non altro per non dare i miei soldini alla chiesa cattocolica apustolica romano_ladronica.
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Io firmo ogni anno in alternanza per la chiesa valdese oppure per gli ebrei.
Ma ripeto penso questa scelta sia il male minore per evitare che il tuo otto_per_mille finisca per alimentare l`italiottume dilagante.
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firmato: Mago Sumadarto Sono (grande studioso di italiottologia)
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P.S.: l’idea migliore sarebbe unificare otto_per_mille e cinque_per_mille ed uno puo` assegnare i soldi ad un massimo di quattro ONLUS e/o altra organizzazione (universita`, istituti di ricerca, ecc. ecc.) ma che non abbia scopo di lucro.
P.P.S.S.: Con la proposta sopra i partiti italioti e la CCAR verrebbero automaticamente esclusi 🙂
Questa campagna è giustissima e, come ogni anno, la appoggio pienamente.
Certo, una campagna così mi fa pensare che l’Uaar assomma in sé, praticamente, due associazioni diverse, una “atea” e una “laica”. Ovviamente lo si sa, ma occorre ogni tanto rifletterci.
Io penso che forse questo sia un punto di debolezza dell’Uaar (che per altri versi ha un ruolo sociale e culturale molto importante): il fatto cioé di considerare troppo stretta la sovrapposizione fra ateismo e laicismo, quando invece i due insiemi si sovrappongono solo in parte: ci sono atei laicisti, credenti clericalisti, credenti laicisti e atei clericalisti.
Io stesso mi trovo a dovermi rapportare all’Uaar in due modi molto diversi: quando porta avanti il discorso ateista – interessante e stimolante – vedo l’Uaar come interlocutore, con un pensiero diverso dal mio, con cui portare avanti un confronto stimolante. Invece, quando porta avanti il discorso laicista, l’identificazione è totale: non la vedo più come “interlocutore” ma come soggetto in cui mi immedesimo pienamente.
Ora, questo fatto, il portare avanti due cause così diverse, e non del tutto sovrapponibili, in una sola associazione, non è detto che sia un male, anzi. Però penso che l’Uaar debba esserne più consapevole, e dovrebbe da un lato assumere una posizone più chiara nel biasimare gli atei-clericalisti (forse la peggiore categoria di persone che esista), verso i quali forse si esprime troppo poco (e che invece, nelle sedi politiche e giornalistiche, hanno un ruolo spaventoso di alimentazione del clericalismo, ovviamente insieme ai credenti-clericalisti), e per altro verso dovrebbe manifestare più considerazione verso i credenti-laicisti. Ma questo forse è l’ultimo dei problemi.
John
In Italia è probabile che i credenti laicisti siano mosche bianche (non so se ci sono dati statistici a questo proposito, ci vorrebbe la precisione di Sandra), è raro trovare persone come te. L’assoluta maggioranza dei cattolici che conosco sono credenti attaccati alle tradizioni, abbastanza ignoranti sui loro testi sacri, e che anche davanti a fenomeni eclatanti come la pedofilia pretesca o l’inconsistenza del papa gesuita, restano indifferenti se non addirittura scocciati quando glielo fai notare. Sugli atei devoti condivido in pieno: cortigiani, vil razza dannata.
“penso che l’Uaar … dovrebbe da un lato assumere una posizone più chiara nel biasimare gli atei-clericalismi … e per altro verso dovrebbe manifestare più considerazione verso i credenti-laicisti.”
Considerato il famoso “date a cesare quel che è di cesare” verrebbe da dire che proprio la Chiesa per prima dovrebbe essere interessata alla sostanza della fede, e alla contrapposizione interna tra clericali, tutti sedicenti credenti nello spettro che va da atei e credenti.
Da mio punto di vista di non credente, non ho modo di sapere, né mi interessa, se una persona che dice di credere creda veramente, e se creda alla stessa cosa che un altro sedicente credente dice di credere. Così come non ho modo di sapere, e non mi interessa, se una persona sposata che dice di esserlo felicemente, lo sia veramente: per me conta solo il fatto che stia nell’istituzione “matrimonio”. Allo stesso modo conta se uno sta con o nell’istituzione “chiesa cattolica”. Che ci creda o meno, lo sa davvero solo l’interessato. E non è interesse della società stabilirlo, piuttosto proprio della Chiesa, per la quale dovrebbe essere una questione di principio: la Chiesa allora è credente o atea-clericalista?