Diritti civili, solita storia

Ciò che ha sempre caratterizzato l’introduzione di un nuovo diritto civile nel nostro paese, oltre agli accesi confronti tra cittadini che lo desideravano e altri che lo ostacolavano, è il suo percorso tortuoso e faticoso. In tema di diritti, la storia contemporanea e moderna del nostro paese solo apparentemente ha registrato una sostanziale vittoria delle parti più progressiste e laiche su quelle più clericali ed integraliste. A conti fatti si può ben notare, oltre a una realtà pratica diversa da quella che ci si sarebbe aspettati, come questi diritti civili seppur ottenuti non siano mai arrivati compiuti ai cittadini. In alcuni casi la ragione di questi diritti riconosciuti ma incompleti può ben essere attribuita a leggi introdotte attraverso accordi e compromessi politici. Ma nella stragrande maggioranza invece si nota come le leggi risultano già timide, malate, o introdotte con sciagurate logiche interpretative di quei diritti e pertanto nate già bisognose di modifiche o revisioni, proprio a causa della specifica volontà ideologica e religiosa di renderle tali. Alcuni esempi tanto per evidenziarne la perversione.

Divorzio

Nel 1970 in Italia venne introdotta la legge n. 898 sul divorzio. Fu un passo innegabilmente epocale per la società italiana e come noto a nulla servirono le campagne — anche elettorali e referendarie — basate sugli anatemi della Chiesa Cattolica Apostolica Romana in pieno stile “Nessuno osi separare ciò che Dio ha unito”. Piuttosto è proprio attraverso la perversa convinzione che imponendo un lungo periodo di separazione ai coniugi questi potessero recuperare la dovuta serenità e amore all’interno del contesto familiare, che lo stato religiosamente orientato finiva inevitabilmente per ottenere l’esatto contrario di quanto si era proposto di raggiungere. Il tutto aggravato da quei tempi che il Parlamento, solo dopo 45 anni di ingorgo delle aule di giustizia, si è accorto fossero troppo lunghi. Solo lo scorso anno e con non poche polemiche ha deciso di rivedere attraverso l’introduzione del cosiddetto “divorzio breve”.

Aborto

Pochi anni dopo la legge sul divorzio si arrivò alla legge 194/78 in materia di interruzione volontaria di gravidanza. Anche in questo caso il confronto nella società italiana tutta fu teso e aspro con campagne, manifestazioni e referendum. E nuovamente i fronti erano divisi tra cittadini con una mentalità più aperta e laici e cittadini più tradizionalisti e clericali. Senza entrare nel merito dell’argomento già abbondantemente approfondito su queste pagine, qui è però evidente come la norma sia stata approvata con qualche difetto se oggi, a distanza di quasi 40 anni, ci ritroviamo di fronte a un diritto spesso messo in discussione o fruibile attraverso non poche difficoltà da parte delle donne. Non fissando dei limiti e delle restrizioni al diritto all’obiezione di coscienza, e in più per timore, opportunità politica o ideologia, mancando di intervenire nel tempo sulla legge ai primi campanelli di allarme e alle prime problematiche, ha fatto di una legge buona ed efficace uno strumento spuntato che si sta rendendo inutile.

La legge 40/2003 sulla procreazione medicalmente assistita viene qui citata solo per ribadire il leitmotiv. Ancora una volta, grazie alle pesantissime ingerenze della Chiesa che sostanzialmente dettò alle forze politiche più conservatrici quel testo nato quindi pieno di limiti, paletti e contraddizioni, si arrivò a legiferare ignorando principi costituzionali e concentrandosi sulle proprie fallacie ideologiche religiose. Il risultato, vale la pena sottolinearlo, è stato un decennio di sentenze che hanno di fatto smantellato i capisaldi di quella legge obiettivamente iniqua.

Fine-vita

Arriviamo ai giorni nostri. Da febbraio scorso sono in discussione presso le commissioni parlamentari le norme che finalmente regoleranno la materia del fine-vita. Argomento tutt’altro che nuovo se si pensa a quanto tempo sia ormai trascorso dai grandi casi di cronaca che lo elevarono all’attenzione dell’opinione pubblica. In campo le medesime forze politiche e le stesse mentalità a fronteggiarsi. Da un lato chi è dotato di una visione laica e più rispettosa delle altrui libertà e dall’altro chi fa proprie ideologie e prospettive più religiose e dogmatiche. Il compromesso all’italiana del caso in questione sarà presumibilmente quello di dare al nostro ordinamento una legge sulle “direttive anticipate di trattamento sanitario” (testamento biologico), ma di essere pronti ad affossare qualsiasi tentativo anche solo di avviare una discussione sulla liceità dell’eutanasia. Peraltro, si delinea piuttosto netto l’intento di fissare in un testo i confini entro i quali ai cittadini sarà possibile agire o meno sul loro corpo e sulla loro vita, e questo ci mostra già tutti quei limiti di un atteggiamento ideologico e liberticida da parte di una politica che andrebbe a sindacare lei sulle altrui sofferenze, accrescendole ulteriormente.

famiglie-arcobaleno2

Unioni civili

Infine la scorsa settimana sono state approvate la le unioni civili. Le forze in campo che si sono contese aperture e restrizioni sulla materia, a volte con dibattiti surreali per non dire ridicoli, sono state ancora una volta le solite. Condivisibile che chi non aveva diritti oggi tiri un sospiro di sollievo e veda il famoso bicchiere mezzo pieno, ma è obbligatorio sottolineare come il provvedimento sia nato già difettoso, obsoleto rispetto agli standard internazionali, agli obiettivi che si proponeva di raggiungere, e sicuramente meritevole già di una profonda revisione. A ben vedere, oltre le fontane e i monumenti illuminati coi colori arcobaleno è impossibile non notare come il legislatore abbia creato un vero e proprio recinto nel quale confinare le coppie dello stesso sesso e i loro diritti a metà. Si chiedeva da oltre 30 anni il matrimonio egualitario e si è finiti con l’essere soddisfatti per l’ottenimento di un ghetto giuridico, dove è stato fissato che i genitori omosessuali sono meno genitori di quelli eterosessuali e che le coppie dello stesso sesso sono di secondo ordine rispetto a unioni di coppie etero, come a volere appositamente svilirne il valore. Dove infine la differenziazione specifica tra matrimonio egualitario e unioni civili da inevitabilmente origine a un apartheid di cittadini di serie A e di serie B. Il tutto “per legge” e con la scellerata volontà di negare esplicitamente il principio costituzionale di uguaglianza. Scusate se sotto questa prospettiva non capisca nemmeno quale sia il motivo di tanto far festa.

Ci si augura che dopo questi sbrigativi esempi si intuisca facilmente quale sia il filo conduttore che lega tutti i diritti civili introdotti nel nostro paese e da dove nascono le loro pesanti lacune. Da laici e difensori di quei diritti dovremmo imparare anche noi da certi errori, perché ci troviamo spesso di fronte a una politica impegnata più a imporre la propria ideologia che a soddisfare le esigenze dei propri cittadini. Certamente timorosa nei casi in cui non riceve un adeguata spinta e sollecitazione, ma sempre più spesso preoccupata solo di mantenere i propri interessi di bottega in termini di consenso e a scapito di principi assicurati nella nostra Costituzione. Una politica che in questo suo modo di dettare norme su svariati diritti civili ha scelto di conservare accuratamente i rapporti con quella palla al piede millenaria rappresentata dalla Chiesa Cattolica Apostolica Romana e con i suoi burocrati non eletti, i quali non smettono di suggerirle interpretazioni dogmatiche delle leggi e strategie da mettere in campo all’occorrenza, con l’unico malato fine di mantenere il loro status di privilegiati, imporre le loro false verità e il loro potere sull’italico gregge.

Paul Manoni

 

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54 commenti

stefano

se la vogliamo dire tutta dopo il riflusso ideologico le forze di “sinistra” sono praticamente scomparse, appiattendosi sulla DC grande balena bianca capace di tutto ingurgitare! negli anni ’90 dopo il crollo del muro il Pci si è ulteriormente trasformato in una forza di centro sempre più vicino alla destra, per poi finire con identificarsi con una sorta di nuova (e pericolosa) DC di destra nel periodo che stiamo vivendo, con il cosi detto PD ovvero partito democristiano, un’accozzaglia di detriti piovuta in questo club dalle banche, la vecchia destra clericale e dalle parrocchie.
la laicità non esiste in questo paese, sarà bene tener conto di questa realtà se in futuro dovremo combattere delle battaglie per difendere il poco che gli anni ’70 con la loro gloriosa storia di libertà e laicità ci hanno tramandato! dalla politica prederemo solo mazzate nei denti, statene certi.

G.B.

Comunque quanto a laicità il vecchio PCI non era certo da prendere a modello: approvò il famigerato articolo 7 della Costituzione, votò a favore del divorzio solo per non farsi scavalcare dai socialisti e dai radicali. Piuttosto è da rimpiangere il crollo dei vechi partiti laici, socialisti, repubblicani, liberali, che, pur alleati, costituirono un argine al clericalismo della DC.

Francesco S.

@GB sta di fatto che la legge sull’aborto fu approvata anche grazie ai voti del PCI, senza i quali la legge non sarebbe mai stata approvata, fini a 308 voti favorevoli (quelli di PCI, PSI, PSDI, PRI, PLI a 275 contrari (quasi tutta la DC, i Radicali, l’MSI, il PDUP-DP).

stefano

hai ragione, aggiungo che il tanto rimpianto Berlinguer era apertamente anti abortista…

Tiziana

@G.B.

Il Pci che ricordo, cioè quello di Berlinguer , era convinto che le masse popolari fossero molto indietro e che andavano emancipate poco alla volta. Sbagliando come abbiamo potuto vedere.
Sull’articolo 7 segnalo questo articolo da questo sito scritto da persona a me cara e molto vicina http://www.uaar.it/uaar/documenti/137.html/ (e che sta per avvicinarsi alle tre cifre)

Francesco S.

Sono curioso di conoscere la fonte che definisce Berlinguer antiabortista. GB potresti indicarmela?

Tiziana

Francesco s

Ma, a me non sembra di averlo scritto. Comunque ricordo riunioni congiunte con l udì, allora emanazione del PCI , che erano una sorta di ascari dentro il loro antiquato partito. Faticavano ricordo, per quanto riguarda il ref radicale che avrebbe liberalizzato l aborto eliminando l l’obiezione di coscienza e spogliando l intervento dalle pastoie da Stato etico, sicuramente il PCI non lo appoggiò.
L udì era la gloriosa e storica unione donne italiane che aveva un giornale, una sede e che confluì con riserva e con tempo e con distinguo nel movimento femminista. Sintetizzò moltissimo ovviamente

Tiziana

Mi accorgo ora che non chiedevo a me, purtroppo gli occhiali….

Mauritius

@Tiziana
Capisco che il correttore del telefonino o tablet sia nella maggior parte dei casi uno “scorrettore”, e che scrivere con la tastiera virtuale non sia proprio il massimo, molti di noi usano questi aggeggi, ma più tempo passa e più i tuoi commenti sono difficili da leggere. Magari una rilettura per correggere gli errori prima di inviarli aiuterebbe, e te ne sarei grato 🙂

Francesco S.

Tiziana
Credo ti riferisca al referendum dell’81: gli mancò il sostegno degli italiani non del PCI, fu raggiunto il quorum e 88% di no. E non aboliva l’obiezione di coscienza, art. 9 della legge 194/1978.

Il quesito:

Volete voi l’abrogazione degli articoli 4, 5, 6, limitatamente alle parole “dopo i primi novanta giorni”, “tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro”, “o psichica”; 8,12,13,14,15,19, primo comma, limitatamente alle parole “negli articoli 5 o 8”; terzo comma: “Se l’interruzione volontaria della gravidanza avviene senza l’accertamento medico dei casi previsti dalle lettere a) e b) dell’articolo 6 o comunque senza l’osservanza delle modalità previste dallo articolo 7, chi la cagiona è punito con la reclusione da uno a quattro anni.”; quarto comma: “La donna è punita con la reclusione sino a sei mesi.”; quinto comma: “Quando l’interruzione volontaria della gravidanza avviene su donna minore degli anni diciotto, o interdetta, fuori dei casi o senza l’osservanza delle modalità previste dagli articoli 12 e 13, chi la cagiona è punito con le pene rispettivamente previste dai commi precedenti aumentate fino alla metà. La donna non è punibile.”; settimo comma: “Le pene stabilite dal comma precedente sono aumentate se la morte o la lesione della donna derivano dai fatti previsti dal quinto comma” della legge 22 maggio 1978, n. 194, recante “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”?

L’art. 9 non era menzionato, l’obiezione di coscienza in generale era un cavallo di battaglia dei radicali, mai ne avrebbero chiesto la rimozione da quella legge.

Tiziana

Era un intervento al pari di altri, addirittura in clinica o nel privato, infatti venne contestato anche perché cosi non c era controllo sulla obiezione, non serviva piu

Francesco S.

Tiziana
Per i normali interventi non c’è l’obiezione, se deregolamentavi a quella maniera senza togliere l’obiezione di coscienza , avresti dato agli obiettori un potere molto maggiore: il dirottamento di tutti quegli interventi in cliniche private di amici e conoscenti, rendendolo un diritto in base al censo. Su questo sono sempre stati carenti i cari radicali, credendo che il libero mercato risolvesse tutto da sé.

Stefano™

@ Tiziana

Confermo cosa scrive Mauritius e francamente non mi piace per niente la tua risposta. Se invece pensi che vada bene, beh, allora se non ti piace la mia… saltala.

Tiziana

Ma io non so chi sia maurizius

Parlavo con francesco s.

Si forse si, ma aprendo molto le maglie i costi si abbassano e l ivg e un intervento facile, mi sembra che addirittura si poteva già allora avere la ru

Sul PCI mi ricordo che era un partito molto arretrato socialmente, magari solo perché era grande. I cambiamenti mi sembra vengano promossi da piccoli gruppi.

Tiziana

Maurizius

Ora vedo il tuo messaggio, mi spiace ma francamente non saprei che dirti.

Tiziana

Sempre @ francesco s

Non mi risulta comunque che ci siano interventi o!tre alla ivg che si devono fare solo nella struttura pubblica. E normale poi che l ivg venga sottoposta a tutte le follie restrittive che sappiamo

Francesco S.

Tiziana le avanguardie sono importanti, ma senza il supporto dei partiti di massa le idee non si concretizzano. Senza i voti del PCI in parlamento difficilmente avremmo avuto la 194 e il divorzio. Il PCI era lento, probabile, ma ebbero il buon senso alla fine di accogliere quelle istanze.

Tiziana

Francesco s.
Sebbene io non abbia mai avuto simpatie per il PCI, non vedo dove l ho contestato. Diciamo che i piccoli partiti che allora erano i repubblicani socialisti socialdemocratici liberali radicali, spingevano e trovavano questo monolite. Fosse stato un po più moderno magari era meglio.pero mi parli come se avessi scritto cose che non trovo.del resto qualcuno mi contesta una risposta a maurizius a una domanda che non avevo visto.

Mauritius

@Tiziana
Stai prendendo per il deretano o cosa? Con chi ce l’avevi quando hai scritto “se hai difficoltà salta”? È un caso che due messaggi prima c’era il mio in cui dicevo “i tuoi commentisono difficili da leggere”?

Ora vedo il tuo messaggio, mi spiace ma francamente non saprei che dirti.

Penso che “scusate, cercherò di rileggere i commenti prima di inviarli” sarebbe una cosa buona da dire.

Tiziana

Maurizius e sostenitori

Siamo all asilo.
?
Mi pare evidente a chi sto rispondendo

Mauritius

Maurizius e sostenitori

Maddeché?

Siamo all asilo?

Appunto Tiziana, appunto

Mi pare evidente a chi sto rispondendo

Appunto Tiziana, appunto

Tiziana

Maurizius

Ti dico la verità, io leggo solo alcuni commenti, Francesco s, gualerzi e pochi altri. Non sara bello ma e cosi. Ora anche basta che rubiamo spazi agli interventi seri

Stefano™

@ Tiziana

Davvero? Vuoi fare il piacere di dirci, tolto Mauritius, al quale dici di non aver replicato, di quale altro intervento
se hai difficoltà salta
costituisca

evidente

e

sensata

risposta?
Passi (?) l’ortografia, certo non la pretesa di prendere per i fondelli.

Mauritius

Ti dico la verità

A questo punto faccio fatica a credere alle tue verità. A dirla tutta non penso nemmeno che tu sia ebrea come dici di essere, perché Ficacci non è un cognome ebreo.

Admin

Ok, mi sembra arrivato il momento di sospendere questo scazzo a tre.

bruno gualerzi

“Una politica che in questo suo modo di dettare norme su svariati diritti civili ha scelto di conservare accuratamente i rapporti con quella palla al piede millenaria rappresentata dalla Chiesa Cattolica Apostolica Romana e con i suoi burocrati non eletti, i quali non smettono di suggerirle interpretazioni dogmatiche delle leggi e strategie da mettere in campo all’occorrenza, con l’unico malato fine di mantenere il loro status di privilegiati, imporre le loro false verità e il loro potere sull’italico gregge.”

I politici, d’accordo… ma quando laici, e direi soprattutto non credenti (noti e meno noti), giornali di tutte le tendenze politiche, puntano il dito magari contro la corruzione del clero, ma poi si buttano con un entusiasmo degno di miglior causa a esaltare e sostenere la ‘rivoluzione’ operata la Bergoglio…
che non basta condannare puntando tutto solo sugli aspetti economici (anche, naturalmente, ma non basta) perché – possibile che non se ne accorgano? – vi sta già provvedendo, Bergoglio stesso, come al solito più a parole che coi fatti, strigliando il clero corrotto, e puntando a provvedimenti di poco conto ripresi però con grande enfasi dai media…
i politici punteranno proprio, salvo le solite eccezioni (scarse per la verità), a sfruttare presso l’elettorato il prestigio che tutti gli opinionisti che contano stanno ‘regalando’ a questo papa (cioè alla chiesa). Pendendo dalla sue labbra (per convenienza o sudditanza a seconda degli schieramenti) quando si mette a parlare di fame nel mondo, di violenza, di guerra, degli uomini che guardano solo al profitto, del lavoro che è un diritto, e via banalizzando… mentre poi, per i diritti civili, manda avanti – a fare il lavoro sporco – Bagnasco e gerarchi vari.
In altre parole, se non sono quanti costituiscono comunque i punti di riferimento culturali in senso lato, a richiamare e denunciare gli aspetti dottrinari che incidono in modo più o meno subdolo sulla società civile, proprio perché non sono ritenuti importanti (per queste cose ‘da preti’ – si dice – contano le chiese vuote), i politici… si adeguano.
Un esempio per tutti? Qui si cita Berlinguer…
che non so se fosse antiabortista, ma che sicuramente è stato il leader più seguito dal popolo di sinistra (al di là degli indubbi meriti) che più si è impegnato nel condannare l’anticlericalismo (per altro seguendo una tendenza originaria delle dirigenza PCI)…
ma c’è un personaggio da poco scomparso che sicuramente non passava inosservato tra il grande pubblico e che certamente ha inciso molto positivamente nella società italiana con le sue battaglie laiche (mi riferisco ovviamente a Pannella)… che però si professava pubblicamente (questo è il punto, al di là della libera o estorta ‘ultima lettera’) grande estimatore del papa (il capo assoluto del clero cattolico) e contemporaneamente anticlericale.
Aspetto quest’ultimo che – per quanto abbia sentito – non è mai comparso nelle manifestazioni, ufficiali o meno, di cordoglio, da qualsiasi parte provenissero. Anzi ci si è arrampicati sugli specchi proprio per esaltare (da parte cattolica) e per giustificare (da parte laica), questa incongruenza.

RobertoV

Tempo fa avevo trovato un’intervista di Togliatti in cui condannava espressamente l’anticlericalismo, non so se per opportunismo visto il potere della chiesa cattolica. Riguardo a Berlinguer e le posizioni del PCI va detto che dopo il Concilio Vaticano II si erano create molte illusioni sulle aperture della chiesa, c’erano i preti operai che mischiavano religione e comunismo, c’era una visione di Gesù come il primo socialista e c’era anche la teoria della liberazione che era un insieme di comunismo e religione, in cui certi settori della chiesa nel terzo mondo appoggiavano partiti rivoluzionari.
Oggi dopo la restaurazione sappiamo che quelle aperture erano illusorie. Forse anche per questo c’è entusiasmo per questo papa perchè riapre queste illusioni.
Riguardo ai media, politici ed il papa non bisogna adimenticare che anche il papa precedente, pur essendo un personaggio senza carisma, riceveva le solite adulazioni e considerazioni dei cortigiani devoti al potere. Anche lui veniva indicato come innovatore, non certo a tutto campo come questo. Togli potere politico ed economico alla chiesa cattolica e vedrai quanto “carisma” rimarrà per questo papa. Basta solo vedere come si comportò in modo sgradevole l’adulatore del papa Scalfari coi protestanti che non hanno potere in Italia.

RobertoV

Anche GB II fu a suo tempo visto come un innovatore e fu ammirato da politici e media. Alla fine si è visto che è stato un restauratore e dopo la sua morte diverse critiche sono arrivate. Ma non regnava più ed i cortigiani erano pronti ad osannare il nuovo pontefice che anche nei pesanti scandali era sempre innocente, la colpa era del clero o membri del clero (o del papa precedente) e lui passava per essere quello che faceva sinceramente pulizia.
…”mentre poi, per i diritti civili, manda avanti – a fare il lavoro sporco – Bagnasco e gerarchi vari.”
Assolutamente d’accordo.

bruno gualerzi

@ Roberto V
“Togli potere politico ed economico alla chiesa cattolica e vedrai quanto “carisma” rimarrà per questo papa.”

Su questo non mi troverò mai d’accordo (per la verità non solo con te 🙂 ), perché potrei rovesciare, il discorso, il rapporto causa-effetto: togli il ‘carisma’ e vedrai cosa resta del potere politico ed economico!
In realtà non è proprio così. Si tratta – a mio parere – di un micidiale circolo vizioso che ha permesso alla CCAR di vivere e – tra alti e bassi – di prosperare, fino ad oggi…
e non sto a ripetere quanto sostenuto tante volte anche con te, che cioè l’attuale situazione politica e culturale, che investe non solo l’Italia, crea le condizioni perché possa – come del resto tutte le religioni e loro surrogati vari – rilanciare un suo ruolo…
e che consiste in questo (che qui richiamo soltanto come tema, argomentato da me tante volte anche su questo blog): la CCAR può esercitare sia un potere temporale che un potere ‘spirituale’, l’uno a supporto dell’altro a seconda delle situazioni. Non credo che si possa abbattere l’uno senza abbattere contemporaneamente anche l’altro.

Sandra

“Pannella)… che però si professava pubblicamente (questo è il punto, al di là della libera o estorta ‘ultima lettera’) grande estimatore del papa (il capo assoluto del clero cattolico) e contemporaneamente anticlericale.
Aspetto quest’ultimo che – per quanto abbia sentito – non è mai comparso nelle manifestazioni, ufficiali o meno, di cordoglio, da qualsiasi parte provenissero. Anzi ci si è arrampicati sugli specchi proprio per esaltare (da parte cattolica) e per giustificare (da parte laica), questa incongruenza.”

E cosa c’era da aspettarsi? Abbiamo persino appreso la sconvolgente notizia che ai funerali possono intervenire drappelli di infidi ipocriti.

Sicuramente scrivere una lettera al papa è garanzia di copertura stampa, come ben sanno Odifreddi e Scalfari, del resto tra prime donne sono sempre gran complimenti. Qui è stato un po’ a senso unico, perché il Banale si è guardato bene dal rispondere tvb o io di più..
Comunque l’obiettivo è stato raggiunto. Gli uomini immagine sono sempre utili, proprio perché il carisma non è sempre proporzionale all’impatto, anche se dà l’idea opposta.
E certo nessuno ha fatto una piega sull’anticlericale clericale. Tempo fa la Bonino anche lei anticlericale era andata alle celebrazioni per il Concordato. E il pr aveva messo nel simbolo la parola credenti, ma non atei, insieme a laici che però li comprenderebbe entrambi.

Engy

Anche a me risulta che personalmente Berlinguer fosse antiabortista … ma non vedo dove stia ze problem 🙂

Tiziana

Engy

Io che ricordo Berlinguer non ricordo una sua affermazione, ma era un momento diverso, certo i politici non parlavano di cose private. Resta vero quel che ha detto

@francesco s
Cioè che sostennero la legge in parlamento.

Engy

TIziana
Ti devo fare una dichiarazione quasi di amore: i tuoi commenti, piu’ o meno condivisibili, non sono mai scontati o prevedibili e questa e’ una qualita’ bella e abbastanza rara.:-)

Francesco s.

Quale sarebbe la fonte? Ho cercato in vecchie tribune politiche e non ho trovato nulla. A me pare un’uscita estemporanea.

Tiziana

Francesco s.

Per me non le trovi. Si sapeva a malapena che avesse figli e la moglie penso non si sia mai vista, cosi come le famiglie di altri politici del periodo. Craxi fece scalpore perché forse pare avesse un amante. Di cui si parlo apertamente dopo, verso la fine. In ogni caso la sua idea privata che importa?

Francesco s.

Tiziana certo cambia poco, ma sarei curioso di capire su che base qualcuno sostenga ciò che dice.

RobertoV

Se non si trovano uscite pubbliche, ufficiali, allora la sua posizione privata conta poco, non ha peso politico e non serve ricordarla.
Inoltre, bisognerebbe vedere che cosa si intende per antiabortismo: perchè uno può essere contro l’aborto, ma nello stesso tempo favorevole a che altri ne possano usufruire per non ledere gli altrui diritti. E’ la posizione di diversi cattolici per esempio.

Engy

Non ce la ho caro Francesco .. forse sentito dire da gente piu grande di me che alla epocA eera almeno maggiorenne …non e’ granche” lo so …

Frank

Berlinguer avrebbe in una tribuna elettorale del 1973 affermato:

Nel 1973, interrogato sull’aborto a Tribuna Politica, rispose: ” E’ una questione sulla quale continuiamo a discutere e a meditare perché si tratta di un problema molto delicato e grave. Nel complesso la nostra opinione non sarebbe orientata verso la cosiddetta legalizzazione.
(solo nell’ultimo link continua così)
Bisogna partire prima di tutto dal fatto che in ogni caso l’ aborto rappresenta un grave trauma per la donna, che non si evita legalizzandolo “. Ma la base del Partito comunista italiano scavalcò Berlinguer e si dichiarò a favore della legalizzazione….

https://psi1892.wordpress.com/le-grandi-conquiste/

http://www.psibollate.it/storia/storia1.html

http://www.socialismocristiano.it/news/socialismo_cristiano_stati_uniti_del_mondo_berlinguer.html

Non posso dire quanto siano attendibili queste fonti ma credo che dovrebbero corrispondere al vero.

Francesco S.

E’ una questione sulla quale continuiamo a discutere e a meditare perché si tratta di un problema molto delicato e grave. Nel complesso la nostra opinione non sarebbe orientata verso la cosiddetta legalizzazione.

Che non proprio una dichiarazione antiabortista ma semmai un modo politichese per dire che ne stavano discutendo, che semmai denota la lentezza del PCI a capire l’importanza della cosa, poi si decisero. Beh almeno capisco da dove prendono spunto. Grazie Frank.

Frank

Prego Francesco S..
In effetti dalla dichiarazione sembrerebbe volutamente ambiguo, ma non mi meraviglierei se fosse stato contrario all’aborto, erano altri tempi.

Sandra

Se ti può interessare ecco un paio di articoli a firma di Vittorio Gorresio nell’archivio storico della Stampa, il primo descrive una conversazione con Berlinguer:

“Una sera dell’estate scorsa, conversandone in televisione con Enrico Berlinguer, mi sentii da lui domandare: « Ma non crede che l’aborto sia un trauma per la donna? ». Il suo accento suonava sincero, ed anche alla mia replica che è trauma soprattutto per le condizioni di pericolo sanitario e di rischio penale in cui esso si pratica in Italia, Berlinguer insistette: « Ma le dico che è un trauma ». Trauma è parola che ha il valore di una definizione ufficiale nell’ambito del partito. Parlando il 2 novembre 1973 al 9° congresso nazionale dell’Udì (Unione donne italiane) che si adunava nel Palazzo dei congressi dell’Eur di Roma, l’onorevole Nilde Jotti tenne difatti a ribadire: « L’aborto è sempre un trauma per la donna. Del frutto di un rapporto d’amore non ci si libera con facilità ».” (da “PCI un partito all’antica – Inchiesta sui comunisti d’Italia”, 19-01-1974)

La doppia citazione sul trauma riferito all’aborto è di nuovo presente nell’articolo dello stesso autore della settimana successiva, in cui si accenna anche a un ispiratore cattolico:
“« Il pci ha un suo tatticismo partitico da seguire », disse la Badaracco amaramente. La comunista romana Maria Lisa Cinciari Rodano, già vicepresidente della Camera durante la quarta legislatura e senatrice nella quinta prima di essere giubilata, intese tagliar corto con le false dolcezze: « La società capitalistica è la società maschilistica, e non si possono fare riforme senza la rabbia delle donne ». Questa Maria Lisa è la moglie di Franco Rodano, già ispiratore del movimento dei cattolici comunisti e adesso ispiratore — a quanto dicono — della politica religiosa di Berlinguer. Poi ci fu anche la napoletana Lucianella Viviani, figlia del noto autore-attore vernacolo Raffaele, deputata del pci dalla prima alla quarta legislatura, che formalmente chiese la depenalizzazione dell’aborto — trauma o non trauma, a dispetto di Enrico Berlinguer e di Leonilde lotti” (da 24-01-1974, “Inchiesta sui comunisti d’Italia – Cauti con il femminismo”)

Tiziana

Bene @ francesco s,
Ora hai anche i documenti, il PCI era un monolite anti moderno. Spiace che sabotò con questa visione del mondo il ref radicale. So per esperienza di conoscenti e amiche che il vero trauma sta nel pietird domandare chiedere inginocchiarsi ringraziare. Però va riconosciuto che le signore dell udì si affollarono l onere di far ragionare i loro dirigenti. Ci segnalo un libretto di Emanuele Macaluso che raccoglie i suoi interventi su FB, dove parla molto di queste cose, divorzio famiglia.

Francesco S.

Concordo sulla lentezza, non sul monolite visto che alla fine si convinsero diversamente, altrimenti avrebbero votato come la DC, e questo non accadde, per nostra somma fortuna.
Trauma o non trauma, decisero che la scelta spettava alle donne.

Engy

Sembra che E. Berlinguer commentò così, all’indomani dell’esito del referendum: “Dovremmo essere tutti antiabortisti, in linea di principio, teorico e pratico, così si espresse anche Enrico Berlinguer che, vinta la battaglia referendaria, disse: “Ora che abbiamo tolto l’aborto dalla clandestinità ci dobbiamo impegnare affinchè le donne non si ritrovino nelle condizioni di abortire”.
E mentre sottolineo il fatto che secondo me non dovrebbe costituire un problema l’opinione “personale” di Berlinguer a proposito di un tema etico (politico anche, ma soprattutto etico per me) come l’aborto, mi pare di poter concludere che lui volesse distinguere il diritto alla tutela sanitaria dunque il diritto a non abortire clandestinamente, dal diritto – come è inteso ai giorni nostri secondo me e da molto tempo – ad abortire tout court.
E se così fosse stato, sarei stata completamente d’accordo.
Dovremmo essere tutti antiabortisti, in linea di principio, teorico e pratico, così si espresse anche Enrico Berlinguer che, vinta la battaglia referendaria, disse: “Ora che abbiamo tolto l’aborto dalla clandestinità ci dobbiamo impegnare affinchè le donne non si ritrovino nelle condizioni di abortire

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