La Chiesa newyorkese e il prezzo della colpa

Pagare una cifra elevata per non rischiare di doverne pagare una enorme. È esattamente quello che ha fatto la Conferenza episcopale statunitense sotto la guida dell’arcivescovo di New York, il cardinale Timothy Dolan, per contrastare il “Child Victims Act”, la proposta di legge sostenuta dai parlamentari Markey e Hoylman che avrebbe introdotto nella legislazione dello stato di New York due tutele a favore delle vittime della pedofilia: l’eliminazione del limite di 23 anni compiuti per poter intentare una causa, quindi un’assurda prescrizione basata non sull’età del crimine ma su quella della vittima, e una finestra di un anno per rimettere in gioco una parte delle vittime che proprio sulla base di questa norma non hanno più la possibilità di agire legalmente.

Emblematiche le parole con cui il New York Daily News ha aperto l’articolo sulla sua inchiesta: «Piuttosto che affidarsi alla divina provvidenza, la Ces ha chiesto aiuto alle lobby più influenti per bloccare la proposta di legge». Una richiesta di aiuto che è stata quantificata in 2,1 milioni di dollari versati nell’arco di tempo che va dal 2007 al 2015 ad almeno quattro società, tutte elencate nell’inchiesta. Pare che la stessa Ces abbia ammesso candidamente che già solo l’apertura della finestra di un anno avrebbe portato la diocesi alla bancarotta, e questo dà drammaticamente l’idea della dimensione del fenomeno della pedofilia ecclesiastica in quello Stato che al momento non è ancora nemmeno esploso. Nella sola diocesi di Boston, travolta a suo tempo dall’inchiesta del team “Spotlight” che valse un Pulitzer ai suoi autori e un Oscar al film che la portò al cinema, i risarcimenti versati nel 2003 a seguito di accordo ammontarono a circa 85 milioni di dollari, ma risarcimenti anche ben superiori sono stati pagati in varie parti degli Stati Uniti come ad esempio Denver, Los Angeles e San Diego.

Il fenomeno del lobbismo negli Usa viene percepito in modo molto diverso che da noi, più positivamente, tant’è che la stessa Ces in un suo comunicato ufficiale non ha avuto problemi a precisare, nel tentativo di minimizzare il problema, che la Chiesa si avvale dei lobbisti per svariati argomenti: dal suicidio assistito alle scelte riguardanti la scuola, ma anche per i diritti dei lavoratori e per la giustizia. Non si può però fare a meno di chiedersi quanto questa pratica sia compatibile con un ente che fa della moralità la sua bandiera. In questione non ci sono riconoscimenti o agevolazioni economiche, che pur sarebbero ampiamente deprecabili se assicurate da uno Stato laico a una confessione, ma ci sono vittime in attesa di giustizia. Una giustizia terrena, immanente, sostanziale. Non una giustizia divina che si può configurare a piacimento, vista la sua aleatorietà. Giustizia nei tempi necessari ma anche risposte nell’immediato, che però lo stesso cardinale Dolan ha negato con l’obiezione che non sarebbe questo il momento opportuno. Per lui certamente no, per le vittime invece certamente sì come dichiarato dall’avvocato Robb.

cardnolan

E dire che nell’immaginario collettivo, suffragato e orientato da campagne mediatiche ad hoc, tra le altre cose la Chiesa bergogliana si distinguerebbe per il presunto giro di vite proprio sul problema della pedofilia ecclesiastica. L’ultima notizia venuta fuori in pompa magna dalle sale vaticane è stata quella dell’istituzione del reato interno di “abuso d’ufficio episcopale”, volto ad arginare in qualche modo la tendenza diffusa tra i vescovi di proteggere i chierici macchiatisi di reati sessuali contro i minori. Messa in questi termini sembrerebbe una presa d’atto del fenomeno, ma guardando a quanto fatto finora proprio dal Vaticano si fatica a credere che possa esserci una reale volontà di arginarlo. È più verosimile che si cerchi di mettere in pratica nuove tecniche di insabbiamento allo scopo di salvare il più possibile la faccia.

Va infatti ricordato che lo stesso Vaticano, non solo le diocesi, ha sempre attuato la regola del protezionismo nei confronti di chi cerca di insabbiare casi di pedofilia ecclesiastica. Il cardinale Law, vescovo di Boston ai tempi di “Spotlight”, fu all’epoca trasferito alla basilica di S. Maria Maggiore a Roma e oggi vive tranquillamente nel Palazzo della Cancelleria. Jozef Wesolowski, non “semplice” insabbiatore ma egli stesso pedofilo accertato all’epoca in cui era nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana, fu dapprima richiamato immediatamente sotto l’ala protettrice della Santa Sede, poi indagato dal Tribunale vaticano, ridotto dalla Congregazione per la Dottrina della fede allo stato laicale e infine morto prima della conclusione del processo canonico. Il cardinale Pell, oggi prefetto agli Affari Economici del Vaticano, è sotto la lente della magistratura australiana che indaga sui casi di pedofilia avvenuti nella sua diocesi quando ne era a capo, è stato interrogato in videoconferenza ma non ha la minima intenzione di tornare in Australia. Il presidente dell’Apsa, nientemeno che la banca centrale della Santa Sede, è oggi il cardinale Calcagno, già vescovo della diocesi di Savona al tempo in cui si tentava di risolvere il problema della pedofilia ecclesiastica spostando di pochi chilometri i preti abusatori.

Date queste premesse, e aggiungendovi anche il fatto che questa nuova tappa della rivoluzione fantasma di Bergoglio non è certo una novità sul tema — qualcuno ricorda la tanto strombazzata quanto inutile “Pontificia commissione per la tutela dei minori”, vittima di se stessa con l’abbandono di Saunders? — è veramente difficile, se non addirittura impossibile, ritenere che dall’interno delle Mura Leonine possano mai venire fuori provvedimenti concreti. Lo stesso padre Lombardi ha eluso abilmente la domanda se questo nuovo reato di abuso d’ufficio episcopale potrà essere retroattivo; se veramente così fosse, se il reato venisse effettivamente contestato a chiunque lo abbia commesso in passato, i vertici ecclesiastici verrebbero inesorabilmente decimati a partire dai personaggi illustri di cui sopra, ma anche le diocesi dovrebbero cacciare quelli meno illustri di cui le cronache riportano costantemente. Solo negli ultimi giorni: Brindisi, Brescia, Palermo, Lucca.

Massimo Maiurana

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46 commenti

gmd85

E la gente è contenta con le parole standard ed elusive del papozzo pacioccone.

Frank

Lo stesso padre Lombardi ha eluso abilmente la domanda…

Giornalista: E se questo nuovo reato di abuso d’ufficio episcopale fosse retroattivo?
Padre Lombardi: Uffa… che Pell!

Diocleziano

Spero che le nazioni progredite comincino a non riconoscere più la qualifica di ‘stato’ al Vaticano. Conseguentemente anche la validità di ‘banca’ dello IOR. E catturare i loro delinquenti ovunque si trovino. Potessi io!… 😛

Tiziana

Diocleziano

Potessi io… Qualche giorno fa avrei desiderato essere la tigre che accompagnava i circensi all udienza papale… Roooar

Diocleziano

Come ti capisco!

Però devo dirti che ai miei tempi, quando avevo sette leoncini ben educati, certe schifezze non gliele avrei lasciate mangiare. 😛 Solo roba bio.

mafalda

Non posso concentrarmi su queste notizie così banali in confronto al nobile gesto del papa parroco generoso che ha donato una bici ad un bimbo autistico (notare che era un regalo per lui, e se ne è privato!) 😭

Diocleziano

Non è nemmeno molto dignitoso, per un adulto, sbandierare simili episodi.

Ma la bibbia non diceva: ‘Non far sapere alla telecamera sinistra quello che fai davanti alla telecamera destra’?

dissection

Sommo Emperor: “non è nemmeno molto dignitoso, per un adulto, ecc.” Ecco. Non volevo neanche commentare questa news perché a parte lo schifo montante, ritenevo impossibile dire qualcosa che non fosse stato già detto, ridetto e stradetto fino alla nausea (che a ‘sto punto diventa al quadrato). Sull’onda del tuo commento, invece, comincia a frullarmi un pensiero in testa: vediamo se ci riesco. Dunque, assodato che vescovi, cardinali e compagnia delinquendo, compreso ovviamente il Banale, la dignità non sanno neanche dove stia di casa, ancorché la sbandierino come valore da difendere & restituire ai più deboli ecc. ogni qualvolta abbiano occasione di praticare la carità coi soldi degli altri, sorge un dubbio sul silenzio realmente imbarazzato, fintamente disgustato e pretenziosamente scandalizzato che la ccar osserva su questi temi, sui quali si limita a fornire degli acconci pretesti che non fanno altro che far alzare sempre più sopracciglia. Siccome a tutto, alla lunga, ci si abitua, e questo lo sanno benissimo, soprattutto qui da noi dove scandali di qualsiasi natura sono all’ordine del giorno, mi par di ravvisare in questi comportamenti & atteggiamenti, da parte cattolica, nient’altro che una strategia per far passare, all’addormentato occhio del fedele medio, questi discorsi sempre più sottobanco finché, una volta venuti a noia & contemporaneamente sminuiti nell’importanza riguardo all’opinione pubblica, si arriverà al punto, loro sperano, che si parlerà di queste cose come si parla, che so, di presepi a scuola, di donazioni pubbliche a enti religiosi e quant’altro. Non dico che cercheranno di far passare la pedofilia ecclesiale come un diritto, anche se sono sicuro che annoverano tra le loro fila elementi del genere, vedi film Spotlight, ma sicuramente stanno tendendo, o almeno ci provano, a far declassare questi scandali interni da gravissimi a roba di routine, da nemmeno più edizione straordinaria nel giornale del mattino, e questo complici un po’ tutti, dai media ai politici agli stessi fedeli e chi più ne ha… sommo Emperor, lo trovi plausibile?

Diocleziano

Che a loro piacerebbe passare inosservati su certi aspetti, non lo metto in dubbio, ma per fortuna oggi le cose stanno andando per il verso giusto. Credo che trovare episodi di pedofilia risalenti oltre i cinquanta anni fa sia molto raro: e non perché non ce ne fossero, ma perché potevano godere di una soggezione diffusa nella società.

Penso a molti personaggi del passato, oggi ‘santi’, che godono ancora di un’aura di veri benefattori dell’infanzia, ma che a un esame, anche appena approfondito, risulterebbero più che turpi. Uno su tutti: San Giovanni ‘Losco’ già in vita era sospettato di pedofilia. E Bagonghi XXIII? Quello della luna e della carezza, che nello stesso anno di quel discorso emanava riservatamente il documento sulla procedura di insabbiamento dei casi di pedofilia, in pratica il giro d’Italia a tappe nelle parrocchie.

La chiesa (se) diventerà virtuosa non sarà per merito proprio ma se ne attribuirà il merito.

Anche dio, darwinianamente, avrà un’evoluzione: non il migliore, ma il più adatto, no? E sappiamo che la chiesa si adatta nel migliore dei modi.

RobertoV

Diocleziano
Trovare denunce sulla pedofilia nella chiesa risalenti ad oltre 50 anni fa è difficile non solo per la situazione di omertà e di soggezione, ma anche per la mancanza di strumenti legislativi e culturali per combattere un problema sostanzialmente ignorato all’epoca, anche all’interno della società civile. E, soprattutto, perche molte delle vittime di allora sono morte o gli stessi preti abusatori sono morti, il che implica che non si approfondirà mai una eventuale segnalazione di abuso. Da indagini che ho visto circa la metà degli abusi avveniva nei seminari o nei collegi molto più diffusi una volta ed era prassi comune che ragazzi venissero ospitati a casa del prete anche di notte: situazioni ideali per degli abusatori in un’epoca in cui la parola di un bambino non valeva niente, a maggior ragione se era un bambino povero e “difficile”.
La chiesa diventerà “virtuosa” solo se obbligata. Basta vedere quello che succede con lo IOR. Sulla pedofilia ha già diverse volte millantato di aver affrontato e risolto il problema (prima con B XVI, adesso con Francesco), ma quando la pressione è diminuita alla resa dei conti poco è cambiato. Alla fine la tecnica è quella dei politici o dei criminali: ammettere il minimo indispensabile. E’ troppo preoccupata per la propria immagine e per il proprio potere per voler essere veramente trasparente e fare una vera opera di pulizia. Ma se alla fine tutti sono al loro posto che cambiamento è se queste persone per decenni hanno vissuto con una determinata mentalità di casta? Per cambiare devi far fuori i vertici responsabili di quel comportamento e devi inserire personaggi nuovi e più giovani, non cresciuti con quella mentalità o quei vantaggi di protezione. Impossibile.

Manlio Padovan

Preti e suore: i più subdoli e turpi parassisti, i criminali più insopportabili, che si possano incontrare nella vita.

Appunto che ora posso gettare e che ho scritto l’altra sera di getto dopo avere visto il film Philomena.
Finalmente il cinema comincia a parlarne. Ma è ancora troppo poco. Se la stampa cominciasse a dedicare alla vertità delle chiese una rubrica, esse cadrebbero come un castello di carta ad un soffio.

Francesco S.

Manlio, io sono poco interessato alla chiusura delle chiese, chiuso un culto c’è chi se ne inventa un altro – è la storia dell’umanità. Mi accontento che parlandone i fedeli pretendano più sicurezza e trasparenza e che le varie Chiese si adeguino nell’interesse delle persone. Non credo che si diventi atei per disgusto, quello può essere un passo. L’ateismo è un percorso filosofico di riflessione interiore, senza il quale prima o poi ci si ricade, non sarà il cristianesimo ma potrebbe essere altro.

Manlio Padovan

Sì, ma se aspettiamo gli eventi…
Io ho chiesto solo di scriverne.

Pirata Donald Stilton

Hai ragione… sono appena caduto nel Pastafarianesimo

Francesco S.

La Chiesa cattolica sta pagando anni di omertà. Mi domando chi lascerebbe ora i propri figli soli in compagnia di un sacerdote.

dissection

Francesco s
In realtà, sta cercando modi per non pagare, o almeno limitare i danni. In America diverse diocesi hanno dichiarato fallimento e chiuso i battenti; poi si sono inventate di dichiarare bancarotta PRIMA di risarcire le vittime in modo da scucire il meno possibile. Questo appello alle lobby della chiesa di niu iorche non è che una mossa in tal senso. Leggere “Processo al Papa” (nella fattispecie, emerito) di Geoffrey Robertson per delucidazioni.

Tiziana

Francesco s.

Anche io penso come te, eppure continuano i corsi di catechismo e gli oratori, specie con la fine della scuola, pullulano

RobertoV

Credo che poco sia cambiato. Alla fine per la maggior parte dei fedeli è passata l’idea che questi fossero problemi del passato e di casi singoli e che la chiesa abbia fatto pulizia. Non a caso quando succedono la maggior parte dei fedeli si schiera a difesa del prete o vescovo.
Solo certi eccessi non succederanno più, tipo lasciar dormire a casa del prete i ragazzi, come succedeva in passato. Ma a nessuno veniva qualche sospetto in passato? Eppure i casi così non erano pochi. Chissà cosa succede ancora nel terzo mondo.

Engy

questa cosa della chiesa newyorkese è una porcata ignominiosa, vergognosa.
Mi rimane però sempre la perplessità – ogni volta che si parla di pedofilia – su quanto interessino davvero le vittime dei pedofili – pedofili che ancora in troppi casi, per un motivo o per un altro, rimangono orchi liberi – e quanto non interessi invece molto di più lo stabilire una specie di primato di questa o quella categoria…

Gérard

Pedofili, se ne trovano dapertutto : parenti, amici di famiglia, vicini di casa, insegnanti etc
Pero trovo giusto e doveroso denunciare una casta, quella dei preti, perchè sono loro che pretendono essere i modelli di perfezione per l’ insieme della società .
I altri, non mi sembra che ci predicano la morale !

RobertoV

Oltre al problema della pretesa superiorità morale (che richiede inevitabilmente comportamenti all’altezza), c’è il grosso problema del comportamento nei confronti della pedofilia e del pedofilo.
Cosa succederebbe ad un preside che pur scoprendo di avere un insegnante pedofilo non facesse niente giustificandosi con un non obbligo a denunciare o trasferisse l’insegnante ad altra scuola come spesso si è verificato con la chiesa cattolica? Quanto sarebbe credibile una multinazionale che dopo campagne pubblicitarie sull’etica rivendicasse il suo diritto a lavare i panni sporchi in casa e di non essere obbligata a denunciare alle autorità, ed anzi si scopre che ha nascosto molti crimini allo stato?
Ed anche riguardo ai genitori o famigliari non esistono associazioni nazionali che si preoccupano di tutelare la propria immagine nascondendo i casi di pedofilia. Quando avvengono sono limitati al ristretto gruppo familiare locale (famiglia + conoscenti) come anche nei recenti casi di Napoli.

Sandra

La categoria da primato, più che quella dei preti pedofili che già lo è di suo, è quella che pedofili non sono ma che sono complici, una struttura molto più vasta e potente che protegge e trasferisce. E che è direttamente responsabile per le vittime: se tutti i preti pedofili identificati fossero stati resi inoffensivi, semplicemente proibendo il contatto con i ragazzini, la Chiesa non avrebbe raggiunto nessun primato. Basta solo un po’ di interesse per le vittime per capirlo.

Frank

Per Engy.
A te delle vittime dei pedofili di sicuro non ti frega niente visto che quando se parla, come in questo articolo, invece di pensare a loro ti metti subito a fare dietrologia.

gmd85

@E.n.g.y

C’è bisogno di assegnare primati? Queste notizie parlano da sé. Certi soggetti il primato se lo autoassegnano, con le loro azioni. Non c’è da discuterci più di tanto, che diamine.

Sandra

Ma poi assegnare un primato non è azione fine a se stessa e che si conclude lì, capire i motivi per cui una categoria o un certo tipo di istituzione o di società produca un certo tipo di deviazioni ha l’obiettivo proprio di ridurre il numero di vittime future. In generale le istituzioni che si assegnano una superiorità morale o etica – sette religiose ma anche militari – hanno tendenza a tenere tutto nascosto, proprio perché il presunto prestigio dell’istituzione porta a soffocare l’autocritica e la trasparenza.
L’altra cosa da capire è il motivo per cui genitori che si preoccupano di mettere in guardia i figli da sconosciuti con caramelle, contemporaneamente li affidino a persone con una sessualità non naturale: come se di una cosa potessero poi sentirsi responsabili e dell’altra no. Penso che anche la negligenza verso i figli sia retaggio di una certa cultura, che la società deve superare.

Sandra

lei @Daniele riesce a trovare dove ho scritto “che la maggior parte dei pedofili sono religiosi”? magari è la tattica del finto tonto, come si dice sotto i fedeli cattolici hanno vari modi di reagire, dall’aggressività alla negazione, nel suo caso svia il discorso attribuendo un’assurdità all’interlocutore.

In relazione ai dati di sua conoscenza, non so se si è reso conto, ma l’articolo è un bel boomerang: i dati sono quelli esaminati nel periodo 2000-2003 dal tribunale penale di Roma, 196 imputati, 238 vittime (di cui 185 femmine, che è un fattore di scrematura): possiamo anche considerarlo un punto di partenza (per quanto non esaustivo, dato che la pedofilia ecclesiastica in Italia è ancora tabù): comunque la invito a leggere (e magari capire eh) l’approfondimento: come vede la maggioranza degli abusanti è uomo (il che non implica che la maggior parte degli uomini è pedofilo, glielo dico prima che lei magari faccia qualche volo pindarico dei suoi). Il 10% delle vittime (24 su 238) sono state abusate dalla categoria “insegnanti, bidelli religiosi” (il che non implica che tutti insegnanti ecc. siano pedofili, repetita iuvant). Non c’è la ripartizione degli abusanti, ma è lecito supporre, visto che ci sono 42 vittime in più degli abusanti, che molti dei puri siano proprio nella categoria che lavora con i ragazzi (il che non implica che tutti ecc.).
Anche se in minoranza ci sono anche le donne, 11 su 196, c’è l’unico dato sul profilo degli abusanti: delle 9 italiane, quattro sono state condannate per violenza sessuale: due madri, una maestra e una suora: il 25% delle condannate per violenza sessuale su minore è religioso. Come le suona?

garanteinfanzia.s3-eu-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2%20Sintesi%20Abuso%20sessuale%20sui%20minori.pdf

RobertoV

Daniele
A parte la considerazione fatta da altri sul come abbia fatto a dedurre un’assurdità simile, sta giocando sul fare confronti sui valori assoluti e non relativi.
l preti sono meno di 50 mila, cioè meno di 1/1000 della popolazione italiana, però rappresenterebbero l’1-2 % del totale delle denunce. Se per assurdo fossero tutti pedofili (cioè 100 %) potrebbero essere al massimo 50 mila i pedofili preti, mentre se per il resto della popolazione vi fossero altrettanti pedofili, pur essendo tanti, rappresenterebbero comunque 1/1000 della popolazione adulta, cioè 999 su 1000 non lo sarebbero. Ritiene di poter dire che il problema pedofilia sarebbe lo stesso nei due gruppi?
Secondo diverse indagini circa il 4% dei preti sarebbe pedofilo. Lei si sentirebbe tranquillo nel sapere che 1 genitore (1 famiglia su 13) o un insegnante su 25 sarebbe pedofilo? E come detto ripetutamente il problema principale non è solo il 4% di preti pedofili, ma il comportamento degli altri preti e vescovi con questi preti pedofili e le coperture, sottovalutazioni, minimizzazioni che hanno facilitato e facilitano i preti pedofili.
Dato che il problema pedofilia presenta un’elevata quota di sommerso, legata anche all’efficacia e la volontà di combattere la pedofilia, utilizzare i dati sulle denunce è fuorviante. Perchè se un gruppo è bravo a nascondere il fenomeno le denunce sono inevitabilmente poche ed il confronto è falsato.
Lo si è visto bene con i vari scandali pedofilia nella chiesa. Prima dello scandalo le denunce erano poche, perchè spesso insabbiate, non considerate, o la chiesa pagava il silenzio e solo dopo che i fenomeni venivano a galla la chiesa li riconosceva.
Per esempio nel famoso John Jay Report americano prima del 2002 le denunce erano poche tanto che il cardinale Levada aveva poi dichiarato che negli anni ’80 non aveva mai sentito parlare di preti pedofili: dopo lo scandalo è venuto fuori che negli anni ’70 circa il 9% dei preti era pedofilo, circa l’8 % negli anni ’80. E questo per ammissione stessa della chiesa, metodo che non garantisce certo dall’aver scoperchiato tutto. Nel caso dello scandalo austriaco prima del 2010, nonostante lo scandalo Groer del 1995 avesse già allertato sulla situazione, le denunce erano 15-17 all’anno, circa il 3% del totale, nonostante i preti austriaci siano poco più di uno su 2000 del totale della popolazione. Dopo lo scandalo la stessa commissione della chiesa ha appurato circa 1400 denunce, indennizzando le vittime, che su un arco di 40/50 anni significano una media di circa 30 denunce all’anno, cioè il doppio di quanto veniva denunciato prima.
Se confrontiamo i dati italiani con quelli di altre nazioni più avanzate si riscontra che quelli italiani sono insolitamente bassi: paese virtuoso o paese che non combatte adeguatamente la pedofilia, omertoso e che ha una tolleranza culturale verso il fenomeno? Fino agli anni ’90 le denunce erano nulle anche perchè è solo dalla fine degli anni ’90 che abbiamo delle leggi contro la pedofilia.

gmd85

@Daniele

Un quale commento Sandra avrebbe affermato qualcosa di simile? Critichiamo l’omertà e la complicità che caratterizzano l’istituzione in questo caso. Non è difficile da capire.

dissection

Gmd
Sbaglio o è uno straw man alto come un palazzo di cinque piani?

gmd85

Io penso che i genitori non vogliano ammettere che certi individui possano essere pericolosi. Quando le Iene scoprirono un prete che abusava – adulti, almeno – con tanto di prova video, la gente se la prese con le Iene, non col prete. Forse subentra un meccanismo di vergogna, repulsione e rimozione allo stesso tempo.

dissection

Gmd
È proprio così. Il retaggio culturale dell’omertà verso il prelato è tanto duro a morire quanto, appunto, persistente nella psiche e nel giudizio morale di chi, in un modo o nell’altro, sente di dovere qualcosa, in termini “spirituali”, a tutto quello che riguarda il mondo cattolico/religioso in generale, se mi sono spiegato…

RobertoV

Comportamenti simili li vediamo anche in altre realtà. Penso alle donne che subiscono abusi dal loro partner, ma che continuano a difendere e proteggere il loro partner, oppure ai recenti casi di Napoli dove il mostro viene protetto a scapito degli stessi figli. Oppure alle sette (che cosa hanno poi di così diverso dalla chiesa cattolica?) dove il guru che abusa viene giustificato e protetto.
Sono persone deboli per le quali il guardare in faccia la realtà è molto più duro che il negarla: crollerebbe il loro mondo ed il prete fa parte del loro mondo. E nell’illusione di salvare il loro mondo sono disposti a sacrificare anche i propri figli.
L’andare contro il prete o chi per esso implica inoltre il mettersi in conflitto con la stessa comunità, con l’autorità, perchè difficilmente la comunità sarà dalla tua parte.

Sandra

Forse la fiducia cieca è il prezzo da pagare per far parte del club. Non puoi insegnare a un bambino che i preti sono padri spirituali, ma avvertirlo di non restare mai solo con il don, quindi ti trovi a sospendere quella prudenza che si applica a qualsiasi non familiare. D’altra parte questi personaggi sono di solito anche disponibili con oratorio, sport o campeggio – per cui la fiducia fa anche comodo.

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