Segnaliamo alcuni libri usciti recentemente in cui si approfondiscono i temi di cui si interessa l’Uaar. Tutti i testi sono stati acquisiti dalla Biblioteca Uaar e sono disponibili per la consultazione. Chi preferisce acquistare i suoi libri preferiti può farlo utilizzando i link a IBS: in tal modo contribuirà a sostenere l’associazione.
Francesco Piva, Uccidere senza odio. Pedagogia di guerra nella storia della Gioventù cattolica italiana (1868-1943) (Franco Angeli 2016, pp. 320, 35,00 euro)
Il titolo dice già molto, ma nel libro c’è tanto di più. Per un lunghissimo periodo i giovani cattolici sono stati incitati a rappresentare un modello di eccellenza nel combattimento. Venivano costantemente esortati a essere i nuovi crociati, i degni eredi dei martiri. Erano spacciati come la miglior risorsa a disposizione della patria: ma soltanto quando si vinceva, e anche quando si trattava delle avventure coloniali fasciste. In nome di Dio, ovviamente, e al fine di “espandere il suo Regno”. Nella propaganda erano rare le critiche al regime: più frequente l’enfasi sulla “sanità della stirpe”. Se vi sembra stonare con l’immagine attuale della Chiesa cercate di leggerlo, nonostante il prezzo.
Chiara Lalli, Tutti pazzi per il gender. Orgoglio e pregiudizio di genere (Fandango 2016, pp. 176, 10,00 euro)
Il pericolo-gender, un classico caso di uomo di paglia, è un cavallo di battaglia dei pontificati di Ratzinger e Bergoglio e ha mobilitato il mondo cattolico. Anche se l’avversario è un fantasma, la guerra che combatte produce ingenti danni collaterali, dalla censura dei libri “sospetti” ai diritti negati a gay e lesbiche. Tutti pazzi per il gender, dunque, ma non solo per il gender e non soltanto gli integralisti: la confusione aberga anche in una parte dell’universo femminista, che conduce una campagna non dissimile (e nei fatti parallela) contro la gestazione per altri. Il libro di Chiara Lalli vuol mettere a nudo un paese in cui si sta perdendo la capacità di argomentare, e in cui troppi vogliono decidere sul corpo degli altri.
Gabriele Tinti, Last words (Skira 2016, pp. 104, 17,00 euro)
Un’opera senza dubbio originale: presenta, così come sono state lasciate, le ultime parole di una settantina di suicidi. Ne è scaturito un libro che, nonostante le immagini di Andres Serrano e i testi a corredo, si legge in mezz’ora. Ma che resta impresso molto più a lungo, perché non lascia indifferenti. Al di là dell’eterogeneità dei messaggi di coloro “ai quali non va giù resistere né aspettare” (e non mancano convinti credenti), ciò che ne viene fuori, scrive l’autore, “è una rappresentazione dell’esperienza della morte che tutte queste persone hanno fatto nel mentre la comunicavano”. Piacerà a chi cerca qualche salutare antidoto alla retorica della vita senza limiti.
Djemila Benhabib, Après Charlie. Laïques de tous les pays, mobilisez-vous! (H&O 2016, pp. 256, 17.00 euro, in francese)
Djemila Benhabib è un caleidoscopio vivente: nata in Ucraina, per metà greco-cipriota e per metà algerina, è cresciuta nel Quebec. Anche se in Italia è pressoché sconosciuta, si è già guadagnata diversi riconoscimenti per l’impegno per la laicità e la libertà di espressione. La sua ultima opera si avvale dell’autorevole prefazione di Boualem Sansal (l’autore di 2084). Il suo invito alla mobilitazione dei laici di tutto il mondo giunge alla fine di un lungo elenco di attivisti (giornalisti, scrittori, vignettisti, blogger) che sono morti — o che rischiano di esserlo presto — per mano di chi li accusa di blasfemia. Benhabib non vuole che si siano battuti invano, perché “la laicità è la chiave di volta di ogni edificio democratico e la base indispensabile all’unità delle nazioni”.
Chrystine Trooien, Christian Mythology for Kids. A Secular Family’s Guide to Modern Christianity (Mascot Book 2016, pp. 96, 19,95 USD, in inglese)
Se, come sosteneva Joseph Campbell, “la mitologia è il modo in cui chiamiamo la religione di qualcun altro”, perché non scrivere un libro che presenta il cristianesimo ai ragazzi nello stesso identico modo in cui vengono presentati loro gli altri miti? L’idea di Chrystine Trooien, cresciuta in una famiglia di integralisti cattolici, ha raccolto finanziamenti su Kickstarter e, con l’aggiunta delle illustrazioni quasi flou di Christopher Zakrzewski, è poi arrivata nelle librerie Usa. Più Antico Testamento che Nuovo, più per bambini che per ragazzi, seleziona miti giudaico-cristiani non sempre edificanti che, in ogni caso, difficilmente piaceranno ai lettori atei più delle leggende greco-romane inevitabilmente concorrenti.
Lo staff della Biblioteca Uaar
Interessante l’ultimo titolo. Le pubblicazioni per ragazzi riguardanti la Bibbia sono sempre stomachevolmente sdolcinate.
@mafalda
Già. Quelle per adulti sono solo stomachevoli e basta 😉
Esatto e ben vengano libri come quello di Chrystine Trooien.
Che i giovini pargoli (specie i piccoli italioti dei paeselli italioti) vedano la crudelta` gratuita, la violenza, il sangue, la misoginia e l`egoismo atroce del loro dio barbittico che invece al catechismo italiota il loro pretoCCio presenta sempre come bravo, bello e buono e pieno d`amore.
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firmato: Sumadarto Cono (al gusto di pistacchio 🙂 )
Una piccola correzione : Djemila Benhabib non è cresciuta nel Quebec in Canada ma in Algeria, ad Oran per essere preciso . I suoi genitori erano convinti communisti . E scappata in Francia e poi è andata a studiare e vivere in Canada all’ età di 25 anni .
Il suo primo libro ( che ho a casa ) ” Ma vie a Contre-Coran ” Il titolo è un gioco di parole con contre-courant ( contro-corrente ) e contre-Coran ( contro il Corano )….
Il suo raconto di condannata a morte ( anche i genitori ) dagli islamisti nell’ Algeria degli anni 80 è proprio raccappriciante….
a proposito del libro di Chiara Lalli, qualcuno mi può spiegare il motivo per cui difendere i diritti gay significa – a quanto pare, per qualcuno – negare senza se e senza ma una qualche ideologia “gender”?
lo stesso vale ad esempio per le lobbies gay: senza se e senza ma bisogna rifiutare questa idea per qualcuno, sennò sei omofobo.
non capisco – non ci arrivo – la logica di questi argomenti: esistono ideologie e lobbies, ma questo rimane un campo minato dove le cose evidentemente devono funzionare in altra maniera .
Mi aiuteresti tu @Diocleziano ? O anche altri, compreso qualcuno dello staff della biblioteca uaar?
“questo rimane un campo minato”: con “questo” intendo ovviamente alludere al mondo e agli ambienti omosessuali.
Engy, mia diletta, mi lusinga la tua fiducia, ma nessuno è più inadatto di me
per spiegare queste tortuosità dell’animo umano, dove l’indole maschile
si confonde con quella femminile e alle quali si contrappone la s†upidi†à
reazionaria che si confonde con la religione.
Chissà se Gualerzi ha qualcosa di buono nel frigo… 😛
@ Diocleziano
Se apri il frigo installato nel post precedente ormai chiuso, troverai – spero in condizioni ancora commestibili – la risposta al tuo ultimo messaggio sdoganato 🙂
Ci tengo a che tu la legga.
@ Engy
Mi spiace, ma non ho ancora ben capito cosa sia questo gender e non so niente di lobbies gay, Lasciami nella mia ignoranza: ormai nel mio povero cervello non c’è più molto posto per ‘nuove novità’. In questo caso mi basta prendere atto che i gay non sono più (o sono molto meno) discriminati. Che cosa poi combinino o si combini nei loro confronti… come diceva sempre la mia povera mamma, “speriamo bene” 🙂
Bruno
«… Certo, questa esigenza può essere più o meno sentita, più o meno – o per niente – vissuta, ma negarla senz’altro può essere pericoloso: la si caccia dalla porte e rientra dalla finestra senza che la si riconosca per ciò che è… »
Esaminata così, in toto, la questione non può che trovarmi d’accordo. Infatti mi riferisco sempre alla massa, per la quale non ho molta stima. Quale profonda fede smuove la folla che riempie la nota piazza? Presi singolarmente, mi chiedo: ‘Ma cosa hanno nel cervello?’. La stessa domanda che mi pongo quando il mio cane mi fissa… Risposta: boh!
Per Engy.
Ti ricordo che, come ragione insegna, non dovresti criticare chi nega l’eventuale esistenza di ideologie o lobby di qualsiasi tipo ma dovresti criticare chi dicendo che esistano non lo dimostrano, io posso solo dirti che sulla rete si ci può informare, non capisco perché tu non lo faccia e che esistono degli “studi sul gender” ma soprattutto tante opinioni (di parte) su questi studi che finisco col dire tutto e l’opposto di tutto. L’autrice in fondo critica come in determinati ambienti uno, quello che tu tanto difendi, l’integralismo cattolico e in una parte dell’universo femminista vengano, questi studi, presentati come appunto una teoria (ingigantendone alcuni aspetti) che sarebbe portata avanti da quei cattivoni degli omosessuali e da chi con loro vuole vorrebbe corrompere la sacrale visione della loro vita, quindi visto che vieni qui solo per criticare dovresti avere almeno la decenza tu di informarti prima invece di domandare agli altri le risposte ai tuoi dubbi, dubbi che nascono dalla tua ignoranza ma soprattutto dai tuoi pregiudizi nei confronti degli omosessuali.
Sorry, senza “vuole”.
Ho letto il libro di Lalli
@Frank
le femministe a cui fa riferimento sono pochissime ma sistemate in giornali di potere per cui le loro squallide opinioni sulla gpa hanno grosso ascolto. La maggioranza delle donne che hanno militato in movimenti femministi hanno acquisito la libertà del corpo, la condivisione dei progetti delle donne qualunque siano le loro scelte , e mai sarebbero per chiedere/vietare come utilizzare il proprio utero. Purtroppo questo drappello di donne ha portato scompiglio anche nel mondo gay per la cui causa non hanno mai speso una parola.
@Tiziana
Ci sono varie sfumature, ci sono le femministe di formazione marxista, che vedono nella gravidanza surrogata l’ultima forma del capitale di appropriarsi del corpo delle classi subalterne, poi ci sono quelle di ispirazione cristiana, neanche per loro va bene sempre per una questione di sfruttamento ma da una lettura cristiana, poi ci sono le femministe di area radicale secondo cui va bene anche vendere il frutto del proprio utero.
Quelle delle teorie del gender invece sono spesso di matrice cattolica integralista e non le definirei neanche femministe, tipo Costanza Miriano. In realtà la gravidanza surrogata non gode di molto supporto a sinistra come neanche a destra in generale.
Un paese come la Svezia, molto woman-friendly di fatto permette una forma molto ristretta di GPA, che vieta non solo compensi ma anche la commercializzazione di tutta la filiera.
Vedendo ciò che accade in India, Ucraina, Russia, ma anche negli Stati Uniti (dove comunque la situazione è migliore per le gestanti) credo che facciano bene in Svezia.
Io sono per il modo svedese o canadese, trovo le preoccupazioni delle marxiste fondate sebbene dia maggior importanza ad un principio etico: un essere umano non può essere oggetto di contratto commerciale come bene, e nella gpa commerciale il neonato è il bene.
Credo che la comunità omosessuale non si esponga per il semplice fatto che c’è una pluralità di pareri e la cosa non riguarda solo i gay maschi (le donne omosessuali sono già dotate di utero e fanno da loro con l’aiuto della banca del seme) ma anche coppie eterosessuali infertili.
Io parlo delle tredici donne italiane che hanno scatenato l indegna Canea e che conosco una per una. Il femminismo, movimento nato e chiuso, non aveva altri aggettivi. C
Infatti adesso si chiamano con nomi diversi e hanno una ispirazione femminista @ Francesco s.
E spero di non aver sbagliato il rigo nel qual caso avverto admin di essere più attento e serio nei suoi rimproveri
Per Tiziana.
Infatti, come da articolo, mi sono limitato a dire solo una parte, meglio che siano poche anche se ben sistemate.
Gianluca
Ma infatti, manco si risponde ai critici del gender, che siamo Adinolfi
Frank
Va bene, infatti non contestavo, al contrario
Non pensavo che tu stessi contestando, volevo confermare quello che avevi detto.
Evvai, nell’elenco dei maleducati secondo Tiziana mancava solo l’admin, ora ci siamo tutti 😀
@Frank
Si , pensavo non avessi capito. Sono quasi sempre d’accordo con quello che scrivi, anche se penso che tu e Francesco s. siete la stessa persona
Ma lo pensi ancora? No vero?
Engy
“a proposito del libro di Chiara Lalli, qualcuno mi può spiegare il motivo per cui difendere i diritti gay significa – a quanto pare, per qualcuno – negare senza se e senza ma una qualche ideologia “gender”?”
Semplicemente perchè questa fantomatica “ideologia gender”… non esiste 🙂
e’ una cavolata senza basi scientifiche.
@Gianluca
ti ho risposto sopra (volendo)
@E.n.g.y
Eisitono le lobbies gay? Bene, i sostenitori di questa ipotesi spiegassero cosa voglio queste lobbies. Che tutti diventino gay? Chi ne avrebbe vantaggio?
Fosse anche che esistano dei gruppi di pressione che lavorano per i diritti civili, quale sarebbe il problema?
Il fantomatico gender: come già detto e ridetto, esistono gli studi di genere, molto eterogenei. Cattolici e destrorsi vari li criticano bollandoli tutti come “ideologia gender”.
Qui un interessante articolo:
http://www.ilpost.it/2015/04/16/teoria-del-genere-gender-theory/
Io, per esempio, non concordo con alcuni concetti degli studi di genere e posso anche ammettere che ci sia stato, forse, troppo zelo nel trattarli in una società così fobica di tutto, ma sta di fatto che ci sono individui in cui identità di genere e sesso biologico non corrispondono, quali che siano le cause e vanno tutelati per salvaguardarne l’integrità psicofisica.
GMD85
Gli studi di genere per me non sono scienza, infatti le conclusioni cambiano a seconda delle idee politiche dell’autore, io li classificherei come idee politiche variamente argomentate.
@Francesco s
Infatti, l’argomento è affrontato in maniera multidisciplinare e non effettivamente codificato.
L’ideologia gender sta all’omofobia come i protocolli dei savi di sion all’antisemitismo: sono falsi di propaganda costruiti per alimentare paura e ricompattare il fronte conservatore. Non c’era nessun complotto della lobby ebraica come non c’è di quella omosessuale.
@Sandra
Anche Onfray critica l’ideologia gender, anche se lui lo fa più in un’ottica di difesa della libertà sessuale che propugna. Forse in Francia hanno un po’ calcato la mano, ma destra ed estremisti cattolici hanno fortemente contribuito a creare confusione.
@Engy:
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Non per fare polemica ma tutte le volte che qualcuno cita le lobbies dei gay (ehm in italiano le parole “anglizzate” non si mette il plurale inglese…al cinema vado a vedere che film ci sono…non che filmS ci sono 🙂 ) … non fa mai esempi precisi (nome e cognomi, aziende, partiti, soggetti politici, ecc. ecc.).
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Puoi dirmi chi sarebbero le lobby dei gay cosi` potenti e forti ?
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firmato: Sumadarto Cono (al gusto di fragola e cioccolato…e +1000punti a chi comprende questa battuta 🙂 )
Mago Bono (nel senso del gelato) a dire il vero l’unica volta che ho sentito parlare di gaie lobby fu da parte di un gerontocrate della città del male che si lamentava delle loro ingerenze (figurati a che punto siamo arrivati!).
@mago: sono simbolismi genitali…!??
@dissection:
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No e’ riferito al titolo di un fiom che trattava dei problemi dei gay nella Cuba di Fidel.
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Un sincero film anti-comunistoide (aspetta che pesco link da wikipedia:
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https://it.m.wikipedia.org/wiki/Fragola_e_cioccolato
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Il film risulta prodotto a Cuba…in buona fede pensavo era prodotto in Messico o Spagna.
Quindi una sincera auto-critica e il film viene da me promosso a film coMMunista cosiiiii… di tipo DOCG con due emme ed i due pugni alzati :-).
Visto che Djemila Benhabib è sconosciuta in Italia, spero che Nessun Dogma prenda in considerazione una sua traduzione cosicché anche noi italiani ne possiamo conoscere i suoi contributi letterari.
Djamila ( nome che in arabo significa ” la bella ” ) Benhabib è una fra le tante donne musulmane che hanno sfidato gli islamisti e che ha scritto un libro che raconta la sua vita in Algeria, da condannata a morte, alla fuga in Francia e la sua scoperta della liberta ( Ma vie a contre-Coran )
Basta ricordare che questa guerra civile algerina fra militari e islamisti, iniziata nel 1991 ha fatto fra i 60 ai 150 000 vittime ( e 20 000 spariti ) …
Piu che ” contributi letterari ” direi che si tratta piu di una testimonianza sull’ Islam integralista visto da vicino…
Per le persone come Djamila Benhabib ci dovrebbero essere tappeti rossi affinche` possano arrivare in Europa e poter vivere liberi.
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Invece la boldrina e i suoi amici sostengono il venite tutti senza SE e senza MA perche` scappate dalle guerre, dalla miseria e dal caldo eccessivo.
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firmato: Sumadarto Cono (al gusto di menta e agrumi)
Gerard
contributo letterario nel senso di libro, non certo per sminuirne la testimonianza.
Immagino che neanche davanti all’evidenza narrata in libri come quelli di Piva, i cattolici accetterebbero che la loro religione è stata ed è un’ideologia violenta. A volte sembra di parlare con dei muri: per i popolanacci essere contro la Chiesa significa essere amici dell’islam, e non importa quanto tu possa parlar male del corano: non esiste una via di mezzo, un modo d’intendere razionale, o sei bianco o sei nero.