«Max è stato un esempio per tutti noi e oggi non possiamo che stringerci in un abbraccio intorno ai suoi familiari e a chi gli ha voluto bene».
Il segretario dell’Uaar, Stefano Incani, ha accolto così la notizia della scomparsa di Max Fanelli, avvenuta nella notte. L’uomo, malato di SLA (Sclerosi Amiotrofica Laterale), da anni si batteva affinché il Parlamento approvasse una legge sul fine vita. Legge che ancora non c’è.
«Fanelli è stato per noi di grande ispirazione ma non posso non pensare che sia triste che alcune persone siano in un certo modo “costrette” a diventare simboli, quasi degli eroi e delle eroine, affinché il nostro Paese avanzi sulla via dei diritti civili. Ecco, noi speriamo che in futuro ce ne sia sempre meno bisogno e per questo continueremo a batterci».
Comunicato stampa
Ha lottato fino la fine per una legge che permetteva una fine dignitosa ma bisogna anche capire che per volere una fine dignitosa una dignità bisogna pure avercela e in molti purtroppo non ce l’hanno.
E un manipolo di autocrati insensibili, corrotti & sicuramente non degni di alcunché, fanno di tutto per fare in modo che anche chi ce l’ha, una dignità, gli venga tolta o vi rinunci in nome di non si sa bene chi, se non della tronfia tracotanza e presunta autorità dei suddetti. Fanelli è stato un fulgido esempio, sta a tutti noi continuare. Ha finito di soffrire, sarà una banalità ma è così che la vedo io.
Appunto, se avessero dignità potrebbero scegliere di non praticare l’eutanasia ma di non impedirlo agli altri.
😉
E temo che la legge non ci sarà ancora per parecchio.
Non è il fatto che servano eroi a essere triste, quanto il fatto che una condizione personale debba diventare di dominio pubblico per tentare di smuovere un po’ le coscienze.
Gmd
concordando con un tuo intervento sull’altro thread sulle coscienze sopite, temo però che sarà molto lunga & sofferta: se, come auspichi tu (e qualche timidissimo segnale sembra di averlo intuito anche a me) i fatti recenti potrebbero portare a un cambiamento in tal senso, e ripeto potrebbero, bisogna però dire che si tratta cmq di fatti enormi & spropositati che hanno notevole impatto & risonanza su media & opinione pubblica nonché sulla psiche di più o meno tutti; eutanasia, fine vita & co. invece non ce l’hanno, nonostante se ne parli da molto più tempo. Ecco: se già attentati ecc. fanno fatica a far aprire il grosso delle menti, figuriamoci argomenti che non hanno la stessa (per fortuna) massa critica & capacità di penetrazione nell’opinione succitata. Questo, se possibile, lo trovo ancora più triste.
Vero. Nello specifico, poi, i detrattori dell’eutanasia sono di due tipi: uno che si basa sul “decido io per te perché la mia religione dice così, continua a soffrire”, l’altro sul “decido io per te perché io non sono convinto, quindi continua a soffrire”. Desolante.
Non conosco Fanelli, ma ciò non toglie che situazioni così sono palesemente agghiaccianti, per chi è direttamente coinvolto, da non richiedere molta empatia per comprendere il dramma estremo.
La legge sul fine vita arriverà nella prossima decina d’anni, ma le motivazioni che porteranno alla sua promulgazione non saranno quelle che auspicano le persone civili, bensì lo schiantarsi contro l’età “improduttiva” della marea umana improvvidamente trascinata in vita negli anni intorno ai ’60. Saranno motivazioni mercantili, motivazioni d’affari. Noi attuali cinquantenni, ottimi e numerosissimi pagatori fino a questo punto e ancora per una quindicina d’anni o poco più, noi che abbiamo provveduto ad alimentare lo squallido e costosissimo mercato dell’accanimento terapeutico, diventeremo per le dirigenze mandriane solo capi di bestiame da abbattere. Quella e non altre sarà la motivazione che porterà quelle dirigenze ad affermare pelosamente che “è umanamente irrinunciabile addivenire ad approcci al fine vita che riconoscano il diritto per l’individuo di disporre del sè” (o qualcosa del genere… falso, FALSO, FALSO! tanto quanto una banconota da sette euro).
Per cogliere quanto sia facile questa profezia, osservate per un momento cosa è già successo nel campo dell’assistenza sanitaria e in quello dei “trattamenti” pensionistici (non quelli attuali, quelli in prospettiva — guarda caso quelli che riguardano le stesse generazioni per le quali verrà implementata la normativa sul fine vita).
Dico queste cose non perché sia contrario all’eutanasia, anzi: per quanto mi riguarda è auspicabile che venga riconosciuto anche il diritto al suicidio assistito (arrivo a dire: indipendentemente dalle condizioni di salute). Quel che mi rivolta lo stomaco sono le motivazioni di fondo, che non è credibile che corrispondano a quelle che saranno pubblicamente dichiarate.
Il tuo commento non fa una piega. Mi domando se quando avverrà quello che tu predici la chiesa sarà ancora contro perchè già ora fra le motivazioni pro-vita che adduce ci sono proprio quelle dei soldi che non si vogliono spendere per curare le persone.
Ma ti risulta che dove l’eutanasia è legale si sopprimano arbitrariamente i malati?
Non è questione di “sopprimere arbitrariamente”. Troppo smaccato, troppo onesto, insostenibile di fronte all’opinione pubblica. No, il metodo sarà (è, se pensi a sanità[1] e sistema pensionistico[2]) un altro: predisporre le condizioni affinché gli individui decidano in proprio che non vale più la pena, che è tutto troppo complicato e che è ora di “togliersi di torno”. Diciamo con un “aiutino”, qualche spintarella…
[1] Per quella cosa che ti serve devi attendere in coda per un anno o due, che poi se ne parla. Se vuoi puoi ricorrere alla sanità privata, ma non sei mica obbligato, nè! Ci vuole solo un po’ di pazienza.
[2] Mica ti neghiamo la pensione! Semplicemente maturerai il pieno diritto un poco più tardi, intorno ai settant’anni (per ora). Nel frattempo stiamo pensando a metodi di demansionamento e di rimodulazione della tua paga mentre sarai al lavoro e, se proprio vuoi, faremo in modo che tu possa lasciare il lavoro in anticipo rinunciando a una fetta di quello che, aspettando con pazienza ai lavori forzati (che non sei in grado di sostenere, poverino, ma non è colpa nostra), potresti avere a tempo debito. (nel frattempo, per via di [1], la speranza di vita si abbassa, ma il meccanismo di [2] prevede una clausola di salvaguardia per la quale l’età del pensionamento sale per adeguarsi a un innalzamento della speranza di vita, ma non scende per adeguarsi a un abbassamento… chissà come mai hanno pensato a quella clausola… un caso…)
Benjamin
Se posso aggiungere, magari la ricerca non farà molti passi avanti nella cura di malattie come parkinson o Alzheimer, perciò l’eutanasia sarà una soluzione per queste persone.
@benjamin
Io attualmente lavoro in ambito assicurativo. La gente non è propensa né a farsi assicurazioni sanitarie, né a integrare la pensione. Si possono fare tutte le previsioni di mercato che si vogliono ma se il denaro manca c’è poco da fare. Chi può permetterselo lo fa. Se il piano era quello di favorire il settore privato, lo stanno facendo male. La sanità è crollata da quando le competenze regionali sono aumentate e i porci hanno mangiato a destra e a manca.
Il sistema pensionistico è crollato quando hanno pensato di unificarlo. Aggiungi che i soliti porci non vogliono rinunciare ai propri privilegi. Da qui a pensare a un piano di sfoltimento ce ne vuole.
Teniamo conto anche dell’aspetto psicologico: tutte le cose prospettate da Benjamin vengono potenziate da una visione negativa del proprio futuro. Già oggi si sente dire che si rinuncia a curarsi, una specie di suicidio preventivo, facendo così il gioco di quegli allegri statisti da talk-show… pensate alle facce di un Renzi, una Madia, una Boschi… Verdini, Lorenzin, Alfano…
Comincio a capire quelli che muoiono dalla voglia di morire.
Insieme alla maggiore aspettativa di vita, ci sarà anche un aumento considerevole dell’incidenza di tumori, e dopo una certa età la malattia progredisce lentamente, con mesi di fase terminale, e servizi di assistenza, domiciliare o presso hospice, e l’inevitabile rete di interessi: da un caso che mi è stato riportato dal Belgio è successo esattamente il contrario, ossia nonostante la sua volontà messa per iscritto di finire la propria vita, questa donna ha avuto una lenta e penosa agonia, con il medico “cattolico” che usciva due o tre volte al giorno ovviamente a carico dell’assicurazione: se l’avesse accontentata, ne avrebbe ricavato una secca perdita economica, dell’ordine del 2-3 mila euro. I miei timori sono piuttosto quelli di finire morta soffocata per l’avidità del personale curante.
@Tutti
State facendo i conto senza l’oste, ovvero, il malato. C’è chi rinuncia a curarsi perché non vuole e punto, soprattutto in caso di tumore, pur avendone modo. addirittura, c’è chi non vuole fare i test genetici o chi non fa interventi preventivi. State analizzando la questione in una sola ottica.
gmd85
C’è anche chi rinuncia a curarsi, ma c’è anche un aumento di malati di demenza da far paura. In una delle case di riposo del mio paese, fino a 10 anni fa 2/3 dei pazienti erano autosufficienti, ora gli ospiti sono in maggioranza affetti da Alzheimer o da altri casi di demenza senile. E tutti sulle spalle dei parenti che devono pagare rette altissime.
@mafalda
Non ne dubito. Ma che l’assistenzialismo stia decadendo non vuol dire che sia in atto un complotto di natura socio-economica.
“C’è anche chi rinuncia a curarsi, ma c’è anche un aumento di malati di demenza da far paura. In una delle case di riposo del mio paese, fino a 10 anni fa 2/3 dei pazienti erano autosufficienti, ora gli ospiti sono in maggioranza affetti da Alzheimer o da altri casi di demenza senile.”
—————————-
Ma questo dipende proprio dall’allungamento dell’ultimo segmento di vita e dal maggior numero di anziani “estremi”. 10 o 20 anni fa non c’erano tutti gli ultranovantenni o i centenari che ci sono adesso…
Benjamin l’@sino, mi sa che ti sei visto troppi film di fantascienza. 🙂
Certamente è così.
Benjamin
” predisporre le condizioni affinché gli individui decidano in proprio che non vale più la pena, che è tutto troppo complicato e che è ora di “togliersi di torno”. Diciamo con un “aiutino”, qualche spintarella…”
Scusa, ma mi sembra assurdo. Chi è che, se vuole vivere, a un certo punto deciderà che è troppo complicato e si “toglierà di torno”?
Tu lo faresti? Io neanche se mi puntassero la pistola. Sembra il discorso che faceva Buttiglione nel voler dare i soldi a ogni donna che rimaneva incinta perchè, secondo lui, “Così se una donna vuole abortire perchè non ce la fa economicamente a crescere il figlio non lo farà”. Se una donna vuole tenere un bambino, si taglierà la carne da dosso per dargliela da mangiare, viceversa se non lo vuole non saranno i soldi a farglielo tenere.
Mi sembra lo stesso discorso che fai tu. Se uno vuole vivere col cavolo che penserà a levarsi di torno.
Sono d’accordo, si arriverà all’eutanasia per motivi economici, non certo etici. A meno che la medicina non ci faccia vivere e lavorare ancora più a lungo.
Ma si arriva sempre per motivi economici!! mai stati diritti gratis.
@Sandra
Quali sono le motivazioni economiche delle unioni civili? Non dico che un tornaconto non possa esserci, ma che non è una cosa matematica.
gmd85,
mah, innanzitutto direi che ci siamo arrivati anche grazie alla pressione europea, che alla fin della fiera è di natura economica. Poi in generale un paese arretrato sotto il profilo dei diritti tende ad allontanare le persone più capaci, mentre paesi più aperti attirano menti brillanti, e anche questo finisce per avere una ricaduta. C’è sempre un mix di drive economico che finisce per agire sul terreno sociale. Per questo penso che nei paesi dove la struttura economica è arretrata, dove c’è bisogno di un certo tipo di società – patriarcale, conservatrice, terzo mondo ma anche bible belt – i diritti verranno negati a lungo.
L’eutanasia vera e propria resterà l’eccezione; la morte per utilità sociale (forse meglio: inutilità sociale) è già praticata su quei soggetti sconvenienti, a meno che non presentino patologie interessanti per far pratica.
Gmd85, è tutto un gumblotto e non lo sapevamo. 🙂
@Sandra
In linea di massima posso concordare. Ma nello specifico chi trarrebbe vantaggio dalle unioni civili? Anche ammesso che si vogliano favorire eventuali cliniche di fecondazione, per ora non è possibile e se anche lo fosse, dubito che tutte le eventuali coppie gay vogliano avere figli. Un vantaggio elettorale? Troppo di breve periodo.
@Frank
A me piace la fantascienza e il genere distopico è uno di quelli che preferisco, ma non faccio tutti questi voli pindarici 🙂
@Diocleziano
Ammetto di non aver capito a cosa ti riferisci.
gmd85
Si lasciano morire i soggetti non interessanti: troppo vecchi, troppo poveri.
Dal loro punto di vista, s’intende. E se li operano, spesso è per far pratica:
altrimenti non si spiega come siano state operate persone che si sapeva
senza speranza; tre mesi di vita, previsti e avverati, giustificano un
intervento ‘pesante’? Cose che si sentono, non casi eccezionali.
@Diocleziano
Che io sappia, però, non si opera senza il consenso del paziente. Se questo vuole tentare, anche solo per tre mesi, ne ha il diritto. Non so dirti dei troppo poveri – anche se qui, la povertà non dovrebbe essere parametro di accesso alle cure – per i vecchi, tieni presente che un intervento chirurgico non è una passeggiata. Un anziano, soprattutto se malato, potrebbe non recuperare o morire durante l’intervento. Si valutano i pro e i contro, pragmaticamente. Se poi ci sono medici che tacciono informazioni al paziente, è malasanità, anzi, mancanza di etica.
mah, innanzitutto direi che ci siamo arrivati anche grazie alla pressione europea, che alla fin della fiera è di natura economica.
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Ma non solo dell’unione europea… io penso che abbiano giocato molto anche le pressioni delle grandi multinazionali private, che hanno interesse a piazzare i loro dipendenti (e non intendo impiegatucci qualsiasi, ma supermanager e tecnici di livello alto) nelle diverse sedi distaccate in tutto il mondo, e che hanno tutto l’interesse a spedirli in posti dove possano godere delle stesse garanzie personali e familiari a cui sono già abituati al paese loro.
Immagina un dirigente di livello alto, che so, di Google, di Amazon o di Facebok, al quale viene offerto un contratto ottimo per stare 10 anni a gestire una sede a Milano.
Se è sposato con una donna (o se è una donna sposata con un uomo) può portarsi dietro la famiglia con regolarissimo ricongiungimento, e veder riconoscere a ogni membro della famiglia tutti i diritti civili, assicurativi e sociali senza problemi; se invece è in una coppia gay (che magari al loro paese è regolarmente sposata), e magari allevano insieme dei figli in cui l’unico vero genitore biologico è l’altro (ma al loro paese la stepchild adoption è consentita, e quindi c’è un riconoscimento formale di genitorialità per entrambi), si ritrova a non potersi portare dietro né il compagno né i figli, che per la legge italiana sarebbero dei perfetti estranei.
Magari le situazioni come questa sono poche rispetto al totale, ma abbastanza per mettere in allarme anche le grandi aziende internazionali…
@paniscus
Mah, non saprei. Le multinazionali operano maggiormente nei paesi nei quali riescono a sfruttare le leggi a proprio vantaggio. E non penso che si stiano battendo troppo per far approvare particolari diritti civili in questi paesi.
“è auspicabile che venga riconosciuto anche il diritto al suicidio assistito (arrivo a dire: indipendentemente dalle condizioni di salute)”.
Ora @benjamin, soprattutto se uno non ha problemi di salute o se ce li ha lievi, perchè dovrebbe pretendere che lo Stato si faccia carico del suo suicidio assistito, soprattutto in cosiderazione del significato di questa pratica che prevede che, alla fine, assistito finchè ti pare, ma la punturina o la sostanza letale te la somministri TU paziente?
Il suicidio non è vietato ….tantopiù appunto se si considera che l’atto finale è a carico del paziente.
p.s. avrai ovviamente capito come la penso sul tema.
Engy
E se il suicidio te lo somministra un parente “devoto”? Meglio che avvenga in strutture pubbliche, sotto controllo medico.
Giustamente la pensi come ritieni meglio. Quanto ai costi, non è detta che debbano essere a carico dello Stato, anche perché credo che già con una cinquantina d’euro potresti averne d’avanzo, e chiunque potrebbe provvedere da sè. “Assistenza” è anche solo un colloquio col medico di base che ti spiega i metodi meno penosamente traumatici a disposizione, quindi ti scrive una ricetta, passi in farmacia e spendi quei pochi euro che ti serve spendere.
L’alternativa esiste già: agli angoli delle strade è pieno di spacciatori cromaticamente assortiti — penso che quattro o cinque bustine della roba “giusta” assicurino un risultato efficace. Però, al di là della qualità incerta del “materiale”, è una soluzione che espone l’interessato e i familiari tutti alla riprovazione sociale e, probabilmente, anche a qualche “piccola” grana col sistema giudiziario.
P.S. squallido, che esplicito solo per iperbole e senza alcun concreto riferimento diretto verso una persona per la quale ho già espresso vicinanza ideale: anche Max e i suoi familiari avrebbero potuto ricorrere a questo canale. E chi legge, prima di partire all’attacco, cerchi di capire cosa intendo davvero con queste apparentemente crude parole.
Secondo P.S… personalmente, in questo momento non provo pulsioni suicide, nè le ho mai provate in passato. Per il futuro, chissà (e vale anche per te che leggi).
@E.n.g.y
Intanto bisogna vedere cosa è lieve e cosa no? Che nessuno auspica suicido assistito per chi soffre di emorroidi. Parliamo dei casi come Fanelli. Come se la fanno l’iniezione?
@benjamin
E se per un motivo x la procedura va male? Perché non dovrebbe esserci un professionista anche in quel momento? Perché altrimenti sarebbe omicidio?
Frank
Sto a rosica’ eh? Pero, gaiardo! Poi me spiegherai de checa*** dovrei rosica’ occhei? 🙁
Rosichi per il fatto che qualcuno mette in discussione i tuoi dogmi, come ad esempio adesso quello del fine vita.
Benjamin
E’ pacifico che in un futuro prossimo o lontano anch’ io, come te e come tutti, potro’ avere convinzioni diverse da quelle di oggi, potro’ condurre uno stile di vita molto alternativo, potro’ …potro’ uccidere e uccidermi. Non ho certezze per il presente, ancor meno per un futuro che non posso prevedere e pianificare.
Siamo distanti sul tema e la cosa mi incuriosisce come sempre in questi casi.
Una visione cosi ‘ individualista come la tua – cosi’ come quella di altri, tanti o pochi non so – conduce all’ idea del suicidio (assistito o no) come valore e farebbe pensare a un disinteresse totale riguardo le cause, sullu quali – messa cosi’ – non si dovrebbe neanche cercare di intervenire per cercar di rimuoverle. Le condizioni delle carceri, il disagio giovanile, la solitudine dei vecchi, la disperazione dei nuovi poveri non e’ affare che ci riguarda e se un diciottenne si suicida non dobbiamo piu’ dilaniarci …Sto straparlando?
MAFALDA
guai a pensare anche tramite le altrui riessioni! Schiena diritta, convinzioni feree e inamovibi, lontano dagli scocciatori che destabilizzano la nostra fede!
Engy
Puoi tradurre?
Per Engy.
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@E.n.g.y
Si, stai straparlando. Si parla di eutanasia, atteniamoci a quello. parli di rimuovere le cause. Quali sarebbero le “cause” del suicidio assistito? Ogni malato che volesse richiederlo è diverso dagli altri malati. Arriva un punto in cui le cause, se sono quelle mediche, biologiche, anatomiche, non si possono rimuovere. Non assecondarle e andare avanti per ottusa ostinazione costringendo un individuo in una condizione che non vuole è solo sadismo pseudomoralista, visto che parli di fede. Ovviamente ognuno è libero di decidere se accedere al suicidio assistito o no. Perché tutto lì è il problema: la possibilità di scegliere. Che qualcuno vuole negare.
gmd85,
come avrai senz’altro letto e capito, il mio ragionamento è partito (e prosegue) dall’auspicio di benjamin di veder (al limite) riconosciuto il diritto al suicidio assistito indipendentemente dallo stato di salute.
@Diocleziano,
su questo punto “L’eutanasia vera e propria resterà l’eccezione; la morte per utilità sociale (forse meglio: inutilità sociale) è già praticata su quei soggetti sconvenienti, a meno che non presentino patologie interessanti per far pratica” purtroppo devo concordare, almeno per esperienza personale: se sei vecchio e se non hai un “curriculum” “adeguato”, di un certo tipo, non ti hanno neanche in nota: in questi casi il problema dell’accanimento terapeutico non inizia nemmeno a porsi ….
@Mafalda:
veramente sei tu quella che deve tradurre: ma che ozzac vuol dire il parente devoto che ti somministra il suicidio? A parte il fatto che nessuno TI uccide, quello che fanno in Svizzera ad esempio è solo assistenza preliminare, poi SEI TU che TI SUICIDI. Ma queste tue battute (non saprei in quale altro modo definire uscite come questa tua del parente devoto, rivolte a me come frecciatina per niente pertinente) sembrano dimostrare che anche tu cerchi SOLO certezze, slogan, risposte lapidarie e sintetiche: in una parola la banalizzazione, ancora una volta, e la banalizzazione di un tema oltretutto delicatissimo, che andrebbe invece approfondito con buoni argomenti da parte di tutti, e non brandito come bandiera trionfalistica, di che cosa poi … ?
La riflessione destabilizza, molto più comodo e salutare pensare semplice, non farsi venire dubbi ….. è un atteggiamento che si contesta giustamente a molti credenti tra l’altro …..
“Una visione cosi ‘ individualista come la tua – cosi’ come quella di altri, tanti o pochi non so – conduce all’ idea del suicidio (assistito o no) come valore”
Il suicidio non è un valore, come non lo sono l’eutanasia o l’accanimento terapeutico.
Il valore è la libertà di scelta, quella di continuare a vivere nonostante le condizioni o di farla finita.
@E.n.g.y
Non mi sembra che tu voglia approfondire. Conosci le posizioni della maggior parte dei commentatori su questo tema, ne abbiamo discusso a iosa. Tu ti sei mai spostata dalla tua idea? Non direi. Quindi evita di dire agli altri che sono inamovibili o che cercano sicurezze, visto che attribuisci agli altri ciò che si rileva esattamente nei tuoi commenti.
Ora, a me interessa che si tuteli la libertà di scelta del malato in primis, è questo l’argomento principale, non eventuali suicidi assistiti per tutti coloro che li richiedano indipendentemente dallo stato di salute. Una persona come Fanelli, che voleva porre fine a uno stato che non considerava più dignitoso per sé stesso (per definire vita un stato con possibilità minima di interazione col mondo circostante e con gli altri ce ne vuole) può o non può avere diritto al suicidio assistito?
Sandra,
al di là del fatto che sono contraria all’eutanasia e al suicidio assistito, il mio ragionamento partiva dall’idea (per sua stessa ammissione azzardata) di Benjamin di estendere il suicidio assistito a tutti senza selezioni basate sullo stato di salute.
Comunque sia, nel momento in cui si rivendica il riconoscimento di un diritto, quel diritto diventa un valore automaticamente secondo me.
sempre @Sandra:
il fatto che il suicidio, quello ad esempio agito di persona e senza assistenza preliminare, sembra essere diventato un valore, è secondo me dimostrato dai toni quasi estasiati, sicuramente di grande ammirazione di molti quando hanno appreso del suicidio del novantenne Monicelli: ah ma che bella cosa, che autodeterminazione!
Però noto che la stessa reazione NON si ha davanti al suicidio di un diciottenne, e anzi ci si dilania, e anzi ci si chiede dove si è sbagliato e come si può incidere …
La realtà @Sandra, secondo me, è che si tende a far molto gli spavaldi su questi temi, salvo poi essere smentiti da certe reticenze …. Ricordi questo articolo?
https://blog.uaar.it/2014/12/16/antonietta-dessolis-1953-2014/
Veniva riportato un pensiero di tale Flaviana Rizzi (dico tale perchè non so chi sia) che mai osava pronunciare, scrivere la parola “suicidio”.
Al che io mi permisi di fare del sarcasmo e anche il mio amico Diocleziano mi redargui’ …
Cosa vorrà dire questa cosa?
Engy
È giusto approfondire l’argomento, il problema è che tu, nella maggior parte dei casi, vai fuori tema facendo minestroni poco comprensibili. Io preferisco essere sintetica, ma ciò non vuol dire che non abbia dei dubbi come qualsiasi essere umano. Il discorso del parente devoto non era una battuta e non aveva niente a che fare con te (non capisco come possa esserti venuto in mente…). Intendevo dire che se l’eutanasia non viene strettamente sotto controllo medico, qualche parente interessato alla dipartita del congiunto sofferente potrebbe “dargli una mano” a suicidarsi. E poi, figlia mia, deciditi ogni tanto! Ho un’amica che come te si ingarbuglia in discorsi, congetture, argomentazioni che non finiscono mai ed è difficile e stancante seguire le sue evoluzioni mentali. Provare per credere.
engy,
vuol dire solo che quando si parla della vita e della morte degli altri si cerca di essere delicati. Del resto si usano espressioni come “ci ha lasciati” invece che “è morta”, anche per proteggere se stessi nel dolore della perdita. Forse perché specialmente per queste malattie la morte è un processo, e il distacco inizia anche settimane prima dell’ultimo respiro. Praticamente da quando ti dicono che iniziano le cure palliative e si tratta di aspettare quale organo cede per primo.
Che tu sia contraria al suicidio assistito è una cosa che riguarda la tua vita. Per la mia e per quanto ho già visto e sentito gradirei non infliggere inutili sofferenze e pena a me e ai miei cari: ho iniziato a leggere il libro di un neurochirurgo, morto di tumore, che diceva che durante l’autopsia di un morto di tumore aveva trovato due pastiglie di morfina nello stomaco, non digerite, il che significava che il malato era morto con molto dolore.
Mi sembra che su monicelli il tono fosse anche di dispiacere, per un 90enne che deve buttarsi di sotto perché non ha altro modo… e si può ammirare il coraggio, non tutti ce l’hanno, anche se molti ci pensano.
Non puoi paragonare un 18enne con un anziano e/o malato terminale!
“Comunque sia, nel momento in cui si rivendica il riconoscimento di un diritto, quel diritto diventa un valore automaticamente secondo me.”
Ma no, il diritto a qualcosa non è un valore. Il suicidio assistito è uno strumento come può esserlo il divorzio (o il matrimonio), il fatto di averne diritto non li rende valori: il valore è la libertà di autodeterminazione – ed è valore perché è un’aspirazione per tutti – e questi strumenti la garantiscono negli ambiti rispettivi.
Max ha finito di soffrire, ma ci sono ancora persone come lui e questa sorte potrebbe toccare anche ad ognuno di noi, potremmo discutere di questo invece di lasciarci trascinare dal troll di turno?
@E.n.g. y
18 anni e 90 anni sono un tantino diversi. Tanto più che il suicidio di un adolescente, oggi, avviene spesso per motivi che già di per se sono esecrabili.
Io non ho gioito del gesto di Monicelli, anzi. E non per il gesto in se ma per il fatto che è stato costretto a compierlo con quelle modalità.
Ma ci dirai, una buona volta, perché sei contraria all’eutanasia?
Quanto alla news che riporti, poco più giù c’è un pensiero della stessa Dessolis, la quale non mi sembra si astenesse dall’usare la parola suicidio.
E poi, esprimi pensieri tuoi, non cercare di trovare riscontro nelle parole altrui pensando di poterle utilizzare come vuoi.
gmd85
È una battaglia persa.
La mia convinzione di vecchia data si innesta su un episodio tragico che risale a pochi mesi fa: un mio coetaneo poco più che cinquantenne che si è appeso per il collo alla ringhiera del balcone di casa ed è stato trovato, scena agghiacciante, dalla moglie (mettetevi anche nei suoi panni, per favore). Tra l’altro, il referto medico ha evidenziato che la morte non è avvenuta per frattura del collo, bensì per soffocamento. Non è un processo rapido, e lo strazio è garantito.
Pur non avendo visto nulla in prima persona, la mia mente continua ad andare a quel mio amico di gioventù, persona invero bizzarra ma che assolutamente non meritava di dover affrontare il cammino che ha affrontato.
Sono certo che non fosse un depresso, era una persona molto combattiva. Sicuramente non ha preso quella difficile decisione senza ponderare a lungo tutto quello che poteva esserci da ponderare. Una situazione diversa avrebbe potuto almeno risparmiargli quel trauma che, anche solo a pensarci, mi fa torcere lo stomaco. E, aggiungo, alleviare il peso anche alla moglie (il figlio, trentenne, ha visto il padre solo dopo la ricomposizione del cadavere e, anche se può non sembrare così, non è poca cosa).
Chiudo qui il discorso, se non altro per rispetto a quel pover’uomo ritratto nella foto in testa all’articolo.
Rip, mi dispiace molto, condoglianze alla famiglia.
Che la terra ti sia lieve.
Perc hè non si può accedere ai commenti della clericalata precedente (quella di roiberto di piazza)?
Anche a me è successo anche ieri….
Neanche io ci riesco.
Works here, provate ad aggiornare la pagina (col tasto F5 o con ctrl+r)
@Admin
Dopo aver commentato sulla clericalata sono apparsi i commenti qui. Il reload non sortisce effetto.
Sono state riviste un paio di cosine e adesso i commenti dovrebbero essere tutti visibili senza problemi. Adesso verifichiamo la precompilazione del nome nel form per i commenti, ma stiamo valutando anche la possibilità di introdurre la registrazione; in tal caso basterebbe fare login e per l’intera sessione si sarebbe a posto con la compilazione dei campi.
Evitiamo comunque di continuare la discussione OT su questo post, la mia email la conoscete tutti e se volete segnalare qualcosa è quello il modo corretto.
Grazie
Ciao Max!
Benjamin non preoccuparti di spese salute e suicidio assistito introdotto con motivazioni economiche.
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Arriveranno tanti migranti multietnici e multiculturali che facendo tutti quei lavori che nessuno vuole fare contribuiranno non solo al metiCCiamento boldriniano ma anche alle pensioni delle prossime generazioni.
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Quindi potrai vivere felice, ciCCione nel pensiero spensierato senza preoccuparti di nulla.
Sarcasmo più che opportuno e parecchio mirato, anche se (forse) questa pagina non è la sede più adatta.
Io le predizioni apocalittiche le lascio all’evangelista Giovanni. Qui parliamo di casi terminali gravi. Né di risoluzione del problema pensionistico né di migranti. Dai che è stato buono l’admin ma non ci si allarghi.