Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.
La clericalata della settimana è del Governo, che
ha sbloccato 51 milioni di euro usati in gran parte per la sistemazione di chiese nei territori colpiti dal sisma in Emilia-Romagna del 2012
I finanziamenti, per la conservazione dei beni culturali, hanno interessato le province di Bologna, Modena, Ferrara e Reggio Emilia. Ben 23 milioni sono stanziati per la sistemazione di edifici di culto cattolici solo nel modenese. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha snocciolato raggiante i vari finanziamenti alle parrocchie.
A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.
Il Comune di Pistoia ha aperto il bando per l’assegnazione di contributi per oneri di urbanizzazione secondaria a favore di chiese e altri edifici religiosi, centri sociali e attrezzature culturali e sanitarie, stanziando 138 mila euro. L’anno scorso sono stati distribuiti 135 mila euro, di cui 71 mila a strutture religiose.
Il Comune di Formia (LT) ha stanziato una serie di finanziamenti recenti per le parrocchie della zona, come ricostruito e denunciato dal locale circolo di Rifondazione Comunista “Enzo Simeone”: la delibera n. 202 regala 8620 euro per l’acquisto di un organo per la parrocchia di Sant’Andrea di Trivio; la n. 203 stanzia contributi per le feste patronali, quali 2000 euro alla parrocchia Cuore Eucaristico di Gesù di Penitro, 2000 euro alla parrocchia Resurrezione Nostro Signore di Gianola, 2000 euro alla parrocchia Cuore Immacolato di Maria, 2000 euro alla parrocchia San Luca a Maranola; 1000 euro alla parrocchia Sant’Andrea di Trivio, 1000 euro alla parrocchia Santa Caterina di Castellonorato, 1000 euro alla parrocchia di San Giuseppe Lavoratore, 1000 euro alla parrocchia Madonna di Castagneto; la delibera n. 222 regala alle parrocchie di Sant’Erasmo e a quella di San Giovanni Battista 15000 euro ciascuna.
La sindaca di Cascina (PI), la leghista Susanna Ceccardi, già nota per uscite clericali come la volontà di imporre il crocifisso negli uffici del Comune, ha dichiarato di non voler celebrare le unioni civili in quanto il “registrucolo degli amanti omosessuali è un’invasione di campo che ha ragioni di progettualità ideologica, in vista del mutamento del concetto di famiglia e dell’aberrante adozione al di fuori dal contesto della famiglia naturale”.
Il sindaco di Morazzone (VA) e segretario provinciale della Lega Nord, Matteo Bianchi, ha annunciato che si appellerà all’obiezione di coscienza per non celebrare le unioni civili, ricordando che “già a dicembre il consiglio comunale di Morazzone si era espresso a favore della famiglia tradizionale”.
Il Servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) di Mineo si distingue per la promozione dell’evangelizzazione tra i migranti. Recente è la notizia del battesimo di tre bambini di origine nigeriana presso la chiesa di San Pietro a Mineo, con madrine la coordinatrice e una operatrice dello stesso Sprar.
La redazione
Quando si tratta di sborsare per le chiese diventano tutti efficientissimi assi della finanza? 51 milioni, porco mondo…
I leghisti sono talmente grotteschi che non vale la pena commentarli.
Ma no, gmd, che vai dicendo, non vorrai mica sostenere che queste siano clericalate, sono benaltri (tuttattaccato) i problemi, sei proprio rozzo & violento… ;-D
I leghisti, imho, non si rendono conto della figuraccia che fanno di fronte alla laicità della gente civile, e soprattutto di fronte alla storia.
Credo che ai leghisti importi ben poco della figura che fanno con i laici, considerato che hanno il consenso e il voto di tanti al nord, e spesso sono persone in buona fede ma che non sanno scindere il cattolicesimo dall’essere italiano: per loro il crocefisso, le chiese, i preti sono simboli dell’Italia.
Mafalda
Alla luce del tuo intervento, capisco ancora di più il significato dell’espressione “povera Italia”… (di spirito?)
Quanto alle chiese dell’Emilia Romagna bisogna vedere quante siano antiche, voglio sperare siano la maggior parte. In linea di principio non ritengo automaticamente clericale la ricostruzione di monumenti di natura religiosa. Credo sia compito del governo preservare il patrimonio artistico del paese. Ritengo che al più queste chiese se di valore artistico vengano incamerate nel patrimonio dello Stato Italiano. Inaccettabili i soldi alle parrocchie invece.
Mah, antico non significa artistico & bello, e nuovo non significa prefabbricato & brutto; così mi sembra di tornare a bomba su un discorso che abbiamo già fatto anche piuttosto recentemente… Il punto, secondo me, è proprio quello dell’incamerarsi il bene, artistico o meno, la cui ristrutturazione o sistemazione in qualsivoglia misura è stata finanziata con fondi pubblici di uno stato estero. Penso che sarebbe come usare soldi dei contribuenti italiani per finanziare la costruzione o ristrutturazione di una chiesa in, che so, Pakistan, o di una moschea in Marocco, o vogliamo dire ancora di una sinagoga in Giordania, senza reclamare poi alcun diritto su ciò che è stato finanziato, di nessuna specie. Si potrebbe obiettare che potrebbe essere beneficenza, ok, ma la beneficenza, che io sappia, si fa ai poveri & deboli per bisogni materiali & fisici, non ai ricchi & (pre)potenti per bisogni spirituali di facciata & edonistici/politici larvatamente reali, no? Se ho tralasciato qualche aspetto, a disposizione…
Guarda che l’Emilia Romagna e ancora in Italia. 😉
… è ancora …
E…?
È il vatic.ano che è lo “stato” estero, mica l’Emilia, il mio discorso funzionava in tal senso: ancora meglio, se gli stati di cui sopra avessero loro monumenti religiosi qui da noi e poi giù con lo stesso meccanismo… è più chiaro adesso, Francesco?
Non fa una piega, dissection. Sarebbe interessante confrontare le spese dello Stato per i beni archeologici e quelle per le chiese di valore artistico, Non ho i dati per cui mi astengo dal commentare. Strano come i preti appoggino tutto ciò che è privato, la scuola ad esempio, ma vogliano essere trattati come dipendenti pubblici e chiedano continuamente aiuto ai fondi dello stato.
Una delle chiese è a Cavezzo, San Giovanni di Disvetro, stanziamento 6,4 milioni.
In un estratto del libro su Cavezzo che il comune finanziò nel 2002 a proposito della chiesa leggi:
“Chiesa di San Giovanni Battista Disvetro, via di Mezzo
Al 1663, sollecitati dal parroco don Carlo Malavasi, sono da porsi i lavori per la costruzione del tempio attuale che non dimostra particolari pregi architettonici: la facciata, settecentesca, è sobriamente organizzata in due ordini di lesene2 po- co pronunciate sui rispettivi basamenti, con due ali laterali appena accennate. … Le precarie condizioni della torre consiglia- rono un rifacimento pressoché radicale nel 1923 ad opera dell’architetto Giacomo Masi (di cui costituisce l’ultimo lavoro), secondo classici moduli del primo Rinascimento padano.”
Non sembrerebbe certo un’opera di pregio in grado di richiamare chissà che flussi turistici. E nemmeno tanti parrocchiani, a Disvetro, frazione di Cavezzo, si contano 750 parrocchiani – che secondo me avrebbero preferito che 8mila euro a testa fossero spesi in sanità o in scuole o altro di utilità pubblica.
Condivido quanto scritta da Sandra .. Quanti bisogni ci sono per sanità, scuole, famiglie in difficolta ( disocuppati o stipendi da miseria ..! ) e quanti soldi sperperati inutilmente per chiese sempre vuote e che non richiamano turisti…
Loro ( i turisti ) dopo aver visto tre o quattro molte importante, si stuffano e vanno visitare altre cose..
Lo so benissimo perchè prima di essere residente in Italia, sono stato anche un turista….
In Italia, mi sembra che si preserva tutto quanto è piu vecchio di 100 anni ca… Bene preservare tutto quanto è artistico ma via col resto che non lo è …
A Prato c’è una chiesa disaffettata, senza valore artistico, che crea problemi alla circolazione perchè, con questo edificio, la strada diventa molto stretta . Ebbene guai a toccarla anzi, si parla di recuperarla per farci, non si sa chè..!
Nella mia città natia, citta che fu distrutta diverse volte nella storia, sopratutto durante il primo conflitto mondiale, fu distrutto anni fa una copia di case che risalivano al XII secolo, ” miracolosamente ” rimaste indenne durante i vari conflitti . Motivo : ampliamento della strada . Non avevano nessun carattere artistico e furono rasate al suolo alla grande soddisfazione della popolazione locale .
Credo che in Italia, non sarebbe stato possibile e questo a dimostrazione dello spirito molto conservatore della gente che rende difficile una modernizzazione delle mentalità..
L’Italia è uno dei più grandi musei al mondo, credo che preservare le antichità sia ciò che ci distingue. Lo sapeva bene quel ladro di Napoleone. In verità si può recuperare ciò che è antico e integrarlo nel tessuto moderno senza spazzare via nulla.
PS. Come si chiama la chiesa “disaffettata” a Prato?
Le chiese da ristrutturare e poco frequentate andrebbero cedute a privati oppure trasformate in luoghi di pubblica utilità (biblioteche, asili, centri conferenze…). In molti paesi del trevigiano vi sono duomi giganteschi di scarso valore artistico dove vanno a pregare sempre meno fedeli, dentro le quali ci si potrebbe far stare una casa di riposo.
Perfettamente d’accordo.
Mafalda
Vedi, ad es., Montebelluna
@ Francesco
La chiesa in ” disuso ” ( scusa il mio francesismo..) …
Non ho la minima idea di come si chiama . Avevo addiritura chiesto a gente del posto ma sembra che pochi lo sanno .
E ovvio che non dico di distruggere in assoluto tutto quello che è vecchio che non ha carattere artistico però …
a ) A Firenze dove c’ era il mercato vecchio si trova oggi la piazza della Repubblica .
Prima c’ era soltanto squallore medioevale . Oggi ci sono tanti nostalgici che ripiangono come era prima…
Dove oggi ci sono i viali, erano prima i muri .. Verebbero distrutti oggi con tutti i nostalgici del passato ..?
Bisogna fare una scelta . Vivere nel passato oppure con suo tempo…
( Ho vissuto un anno intero nel centro storico di Firenze in un appartamento buio senza la luce del sole e mi è bastato …) .
Qualche storico dell’arte ti lincerebbe, insieme alle bancarelle e catapecchie demolirono anche chiese paleocristiane, sinagoghe, torri medievali e diversi edifici di pregio cinquecenteschi.
Credo che tu abbia scelto l’esempio più controverso della storia d’italia. Oggi sarebbe semplicemente impossibile una cosa del genere per le leggi di tutela paesaggistica e del patrimonio artistico. 😀
Qualche storico dell’ arte ti lincerebbe…. e in testa il tuttologo Sgarbi che di urlare ne ha fatto la sua merce di scambio …
Ho un libro molto illustrato a casa che si chiama ” Firenze com’ era ” e so che cosa c’era in quel posto squallido ..
Del passato non si puo tenere tutto … e non mi sembra che ci manca qualcosa di storico in questo paese ..
Comunque posso dirti che non sono unico a pensarla cosi . Personalmente ho anche una buona conoscenza mia, un architetto tedesco trapiantato in Italia che la pensa piu o meno cosi .
Questo attaccamento esagerato alle tradizioni, al passato, etc fa si che un cambiamento delle mentalita sia molto difficile …
Il mio post di prima…
Volevo scrivere ” modernizzazione delle mentalità”….