La notizia della morte di un diciassettenne belga malato terminale è rimbalzata di recente sulle cronache di tutto il mondo, ravvivando il dibattito sul tema eticamente sensibile del fine vita. Non si è trattato della generica morte di un malato qualunque, anche perché se così fosse stato il caso non avrebbe certo suscitato clamore su una scala così ampia, ma di una morte indotta su precisa scelta del minore e dei suoi genitori.
Archivi Giornalieri: giovedì, Settembre 22, 2016
Lingue disponibili
Articoli recenti
- La clericalata della settimana, 48: l’Arma dei Carabinieri festeggia la Virgo Fidelis
- Come ha fatto il reggiseno a diventare un simbolo politico?
- Educazione alle relazioni in salsa cattolico-conservatrice? No, grazie. L’Uaar boccia il progetto Valditara.
- La clericalata della settimana, 47: l’Ordine dei medici di Roma firma il protocollo con l’ente religioso
- La pietas sbrisolona. Che differenza c’è fra reliquie e vilipendio di cadavere?
- “Tutela dei minori tra diritto e religione”: il convegno dell’Uaar all’Università di Firenze