Segnaliamo alcuni libri usciti recentemente in cui si approfondiscono i temi di cui si interessa l’Uaar. Tutti i testi sono stati acquisiti dalla Biblioteca Uaar e sono disponibili per la consultazione. Chi preferisce acquistare i suoi libri preferiti può farlo utilizzando i link a IBS qui sotto: in tal modo contribuirà a sostenere l’associazione.
Adriano Prosperi, Identità. L’altra faccia della storia (Laterza 2016, pp. 105, 14,00 euro / 8,99 in e-book)
“Tutto quello che una volta andava sotto il nome di ‘civiltà’ o di ‘cultura’ oggi rientra nella grande area dei conflitti e scambi di identità”. È uno dei grandi problemi della contemporaneità: l’esasperazione delle identità collettive e il loro uso (o la loro creazione ex novo) contro chi non rientra nei confini tracciati. E sempre più presidiati, a discapito degli individui e di ciò che li unisce: la loro umanità. Dalle caravelle di Colombo ai barconi dei migranti, passando per la querelle sulle radici cristiane del continente (e la crisi del sogno europeo), il grande storico dell’età moderna ha scritto un testo che non è (solo) un libro di storia: è un libro su quanto la storia può insegnarci su un concetto che, nel dividere gli uomini, promuove e porta al potere compagini sempre più aggressive.
Rebecca Traister, All the single ladies. Il potere delle donne single (Fandango 2016, pp. 467, 22,00 euro)
Un libro con un titolo del genere, che si apre con una citazione della grande attivista agnostica Susan B. Anthony, non può che suscitare interesse. Ci racconta di un cambiamento inimmaginabile pochi decenni fa: la diffusione dell’opinione che non ci sia nulla di male a non essere sposate. Anzi: per molte donne è addirittura preferibile. Sempre a cavallo tra storia, cronaca e interviste sul campo, il testo si concentra sugli Usa, dove la maggioranza delle donne non è sposata. Una rivoluzione che ne ha scatenate altre: nella società, nell’economia, tra gli uomini e tra le stesse donne, ora più progressiste di prima. E non è finita: le single, scrive Traister documentandolo, “hanno fatto la storia”. Non è più il tempo delle sante canonizzate per essere state eccellenti angeli del focolare.
Fernando Savater, Voltaire. Contro i fanatici (Laterza 2016, pp. 134, 16,00 euro [9,99 in e-book])
Voltaire come massima espressione della libertà di espressione e delle battaglie in suo nome, Voltaire come miglior arma — pacifica — contro i fanatici di ogni risma, quelli religiosi in particolare. È da questi due punti di partenza che il filosofo spagnolo ha tratto un libro che ripropone i testi migliori del suo ‘antenato’ francese, definito “il primo intellettuale moderno”. E li correda, in appendice, di quattro brevi “esercizi voltairiani”: in ricordo delle vittime del Charlie Hebdo, sulla “fobia per le fobie”, sull’hobby di uccidere e sulla proibizione della bestemmia (in cui definisce “celebre cretinata” la minaccia francescana di dare un pugno a chi offende sua madre). Estratti di due secoli fa uniti a temi scottanti: perché “anche oggi, più che mai, abbiamo bisogno di Voltaire”.
Gianluca Mori, L’ateismo dei moderni. Filosofia e negazione di Dio da Spinoza a D’Holbach (Carocci 2016, pp. 297, 26,00 euro)
A dire dell’autore, l’ateismo filosofico è possibile soltanto in contrapposizione a una “teologia filosofica degna di questo nome” (non oltre Kant, quindi, e non oltre il periodo storico di suo interesse). È un giudizio ingeneroso: sia perché molti degli autori citati non si sono dichiarati atei — del resto, a quei tempi si rischiava la pelle — sia perché la vera e propria storia della filosofia moderna nasce solo quando ci si mette alle spalle la teologia, e non solo quando ci si “ribellava” contro di essa. Se i giudizi sono discutibili (non mancano stilettate a Dawkins e Onfray), non lo sono invece le trattazioni dei grandi pensatori del tempo: è un libro accurato e documentato, leggibile anche da chi non ha una preparazione sull’argomento.
J. R. Becker, Annabelle & Aiden: The Story of Life (Imaginarium Press 2016, pp. 26, 10,95 USD / 3,99 in e-book, in inglese)
L’Italia sconta un drammatico ritardo nelle pubblicazioni per l’infanzia con approccio laico-razionalista. Ma anche dal punto di vista scientifico non si scherza. La diffusione del sapere umano in materia di evoluzione è un problema sentitissimo negli Usa, ma non solo lì. Annabelle & Aiden è un libriccino per bambini dai quattro anni in su, da leggere e guardare insieme a loro. Le istruzioni sono accattivanti, le rime azzeccate, e consentono di far conoscere in modo divertente la storia della vita, dalla comparsa sulla Terra miliardi di anni fa, attraverso quella di antenati sorprendenti e fino a noi, fino agli organi che costituiscono il nostro corpo. La biologia non è stata mai spiegata in modo così semplice (ma pur sempre troppo difficile per un creazionista).
Lo staff della Biblioteca Uaar
A me sembra invece che l’ateismo teorico possa benissimo trovare la sua ragione d’essere indipendentemente da qualsiasi teologia. Tant’è vero che esso si basa sul rifiuto del trascendente, ignorandolo completamente.
Si tratta forse dell’ateismo “forte” che, basandosi sul rifiuto del teismo, risulta possibile solamente in contrapposizione a qualcosa (il teismo, appunto, forse più che la teologia).
“È uno dei grandi problemi della contemporaneità: l’esasperazione delle identità collettive e il loro uso (o la loro creazione ex novo) contro chi non rientra nei confini tracciati.”
Non mi pare un problema nuovo della contemporaneità, ma un problema che ha attraversato la storia dell’uomo.
Dalla famiglia, alla tribù, all’etnia, al villaggio, alla città, alle religioni, alle nazioni col conseguente nazionalismo dell’ottocento e del novecento, al rapporto con gli emigranti, l’identità è sempre stata affermata e si è usato il noi contro loro.
In questi giorni mi è capitato di leggere riguardo all’immigrazione di italiani verso la Francia tra fine ottocento e fino alla metà del ‘900 ed anche lì l’integrazione è stata difficile, vi sono stati scontri e morti. Mi sembra che certi atteggiamenti si ripetano.
Solo dopo le devastanti due guerre mondiali ci si è illusi di poter accantonare tali identitarismi, ma è durato poco, ed anche allora ci dividevamo nettamente in est e ovest.
Le crisi economiche e la globalizzazione, con la maggiore mobilità e l’aumento dei contatti e la velocità dei cambiamenti rendono solo più evidente il permanere di mentalità arcaiche e diffidenze reciproche.