Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

Finalmente sono stati approvati i decreti attuativi per le unioni civili, al fine di inquadrare nell’ordinamento la nuova disciplina. A livello istituzionale continuano ad arrivare sulle unioni segnali importanti, nonostante il boicottaggio di alcune città. La ministra della Difesa, Roberta Pinotti, ha celebrato nel Palazzo Tursi di Genova l’unione civile di due donne. Le forze armate sono più sensibili al tema dell’inclusione delle persone omosessuali. Il generale dell’Aeronautica Claudio Gabellini ha diramato una circolare, dopo la recente unione tra un civile e un maresciallo, in cui ha chiarito che chi fa coming out “non può e non deve avere valutazioni e trattamenti diversi dall’ordinario” e che “sarà considerato illegittimo ogni commento o comportamento teso a denigrare e offendere la reputazione di detto personale”.

Si susseguono intanto le celebrazioni, ad esempio a Vercelli. Il fenomeno va rapidamente diffondendosi e anche forze tradizionalmente ostili come la Lega Nord riservano delle sorprese. Le sindache leghiste di Oderzo (TS) e di Musile del Piave (VE) hanno infatti celebrato delle unioni, destando la reazione del leader Matteo Salvini, il quale ha ribadito che la linea del partito è quella dell’obiezione di coscienza (di fatto per boicottare una legge dello Stato). Intanto l’iniziativa per un referendum contro le unioni civili, promosso da diversi parlamentari clericali come Maurizio Gasparri, Carlo Giovanardi, Lucio Malan, Eugenia Roccella e Gaetano Quagliariello pare essersi rivelata un flop. Dopo il deposito a maggio del quesito che punta ad abrogare la legge 76/2016, era necessario raccogliere 500 mila firme: ma non ci sono stati aggiornamenti e il termine scadeva il 30 settembre. D’altronde il tema, a parte i consueti attacchi delle gerarchie cattoliche, non aveva mobilitato molto le frange cattoliche integraliste.

A Coviolo, frazione di Reggio Emilia, viene annunciata l’apertura del forno crematorio per la fine dell’anno e per il futuro si prevede l’apertura di una nuova sala del commiato, che potrà essere utilizzata a prescindere dalla confessione religiosa. Il vicesindaco Matteo Sassi ci ha tenuto a valorizzare il carattere laico e inclusivo dell’iniziativa: “un contributo importante per consentire quella ritualità laica che si sottrae a ogni vincolo o imposizione religiosa” ma che al contempo “rappresenta un’apertura a tutta la cittadinanza e a tutte le religioni”. Come ha fatto notare, la crescita delle cremazioni è un segnale di secolarizzazione nella società.

L’invadenza confessionale nelle scuole è molto marcata e ha carattere identitario, ma cresce anche l’insofferenza da parte di genitori, studenti e scuole. Lorenzo Varaldo, preside dell’istituto comprensivo di Vigone e Cercenasco, ha declinato l’auto-invito dell’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia in visita pastorale il 4 novembre (modalità usata come escamotage per esercitare influenza confessionale), ricordando il carattere laico della scuola. Sono piovute le critiche, non solo prevedibilmente dalle gerarchie cattoliche ma anche dalle istituzioni. Come la sindaca di Cercenasco Teresa Rubiano, che si è lamentata perché “nessuno in paese ricorda che sia mai stata presa una decisione di questo tipo che porta ad una frattura”: il fatto che sia considerata ‘normale’ tradizione l’invasione di campo di un prelato e la precettazione di studenti e docenti per tributargli omaggio la dice lunga sull’atavica sudditanza culturale delle istituzioni, a parole laiche. Il preside ha inviato una lettera al parroco, in cui argomenta perché è così importante, anche per gli stessi cattolici, difendere il supremo principio di laicità anche nella scuola. Anche sui nostri canali social abbiamo dato spazio alla cristallina motivazione espressa da Varaldo.

Il nuovo sindaco di Montegrotto Terme (PD), Riccardo Mortandello, ha revocato l’ordinanza del predecessore, Massimo Bordin, che imponeva ai locali pubblici di posizionare dei cartelli con tanto di suo ritratto che ammoniva contro la bestemmia. Da segnalare che il clericale Bordin, così attento al turpiloquio religioso, ha scontato gli arresti domiciliari per il coinvolgimento in una locale “tangentopoli”.

Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che qualche mese fa si era rifiutato di celebrare le unioni civili e non aveva destinato la sala matrimoni, è tornato sui suoi passi. Davide Zotti e il suo compagno avevano protestato contro questa forma di discriminazione, sollevando il caso davanti all’opinione pubblica. Una coppia eterosessuale aveva anche riconsegnato copia della Costituzione ricevuta dal sindaco al momento delle nozze in Comune come forma di solidarietà nei loro confronti (ricevendo anche il plauso dell’UAAR). Il primo cittadino di Trieste ha quindi annunciato la sua disponibilità a certificare le unioni civili nella sala istituzionale, a prescindere dalle proprie posizioni personali.

Se la legge sul fine-vita, testamento biologico ed eutanasia è ancora al palo, nelle realtà locali le istituzioni prendono posizioni più liberali. Come la giunta comunale di Ancona, che ha approvato l’istituzione del registro per i testamenti biologici.

Diversi istituti scolastici campani, in particolare del casertano, avevano emanato delle circolari per far partecipare gli studenti alla marcia “per la vita”, promossa da integralisti cattolici anti-aborto sabato 8 ottobre a Caserta. Lo scalpore suscitato da queste notizie, con la protesta delle associazioni laiche (tra le quali anche l’UAAR di Caserta) e femministe, ha portato alcune scuole a revocare queste circolari: la partecipazione di studenti a questa manifestazione è stata quindi bassa.

Il Comune di San Lazzaro di Savena (BO) ha risposto positivamente ad una interrogazione del Movimento 5 Stelle sul tema degli oneri di urbanizzazione secondaria per l’edilizia di culto, nella quale veniva citato il lavoro di sensibilizzazione del circolo UAAR di Bologna e l’annosa questione dei costi della Chiesa. La percentuale degli oneri a scopo di culto subirà quindi a partire dal 2016 una “sensibile diminuzione”, con la “ridefinizione dei criteri per l’erogazione”.

La redazione

4 commenti

dissection

Bella carrellata. Non ricordo come reagì Maria Scardellato, sindaca di Oderzo (TV), ma mi sembra che le acque si siano calmate anche più presto dell’auspicato, e non so come interpretare il fatto. Per il resto, bene la continuazione e pure quello che sembra un aumento del trend, se così lo si vuole chiamare, dispiace che in un modo o nell’altro resti fermo testamento biologico e quant’altro… Significativo, o forse emblematico, il dietro front del Dipiazza, probabilmente ha intuito la malparata a livello di approvazione popolare & possibili futuri strascichi per quanto riguarda gradimento & eventuale rieleggibilità…

RobertoV

Non sarei così entusiasta sugli oneri di urbanizzazione secondaria per l’edilizia di culto: la frase generica “una sensibile diminuzione” con la ridefinizione dei criteri per l’erogazione si presta a varie interpretazioni, come abbiamo visto recentemente coi cappellani militari dove ad annunci di forti riduzioni è seguito il nulla di fatto. Siamo in Italia ed una scusa, un cavillo si possono sempre trovare per aggirare i problemi. Il fatto che non siano più obbligatori non significa che non possano essere elargite somme analoghe o anche superiori, visto che lasciano alla discrezione del comune la valutazione, come nel caso dei finanziamenti alle scuole paritarie e l’originale interpretazione di “senza oneri per lo stato”.
Importante che dalla regione sia stato introdotto il criterio della non obbligatorietà del finanziamento, criterio che non ha più senso da quando la religione cattolica non è più religione di stato. Tra l’altro la chiesa cattolica prende col nuovo concordato grazie all’otto per mille molti più soldi del passato (2.5 volte in termini attualizzati) nonostante il calo del numero dei sacerdoti e, quindi, dovrebbe essere in grado di farvi fronte con tale eccesso.
Inoltre, a piccole riduzioni (da verificare) sugli oneri di urbanizzazione secondaria si accompagnano incrementi di soldi alle paritarie (soldi diretti alle scuole e detassazione per gli studenti). Il valore sui costi della chiesa che è fermo a 6 miliardi andrebbe aggiornato. Secondo un’indagine della Cisl comuni, provincie e regioni danno ben più dei 500 milioni segnati, la cifra è di circa 1 miliardo che si aggiunge ai 600 milioni di Euro direttamente dallo stato (mentre nel calcolo si considera ancora la cifra di 400 milioni). Inoltre ci sono i 400 milioni di detassazione per gli studenti e a rigore anche il minor gettito fiscale per le agevolazioni agli stipendi nelle paritarie (almeno altri 400 milioni di Euro). La cifra è, quindi, ben oltre ai 7 miliardi.
Apprezzo la pacata lettera del direttore della scuola di Vigone e Cernasco sulla visita dell’arcivescovo. Visto che sempre meno gente va in chiesa e segue la religione allora pretendono di continuare ad occupare le istituzioni pubbliche per la loro propaganda. Finchè la religione cattolica era religione di stato la visita pastorale aveva un senso perché l’arcivescovo era un funzionario dello stato. Ma oggi non ha più senso il mantenere un simile privilegio anche se in molti non se ne vogliono accorgere. La scuola pubblica non è una parrocchia e non è sottoposta all’arcivescovo. Se vogliono incontrarsi con l’arcivescovo, alla chiesa non mancano le strutture e gli spazi. Anche in passato preti e vescovi avevano il diritto di entrare nelle case della gente, oggi non più (almeno nelle città). C’è sempre una prima volta per tutto con buona pace dei tradizionalisti.

Francesco S.

Non so se l’aumentare delle cremazioni sia dovuto a un aumento di secolarizzazione o dettato da questioni economiche. A me piacerebbe essere seppellito in quei cimiteri che si vedono tanto nei film americani, con giardini attorno e nella terra, non in quelle lugubri cripte tipiche dei cimiteri comunali e men che meno conservato in un vasetto.

dissection

Secondo me, Francesco S, è un misto dei due: difficilmente un cattolico tradizionalista & superstizioso si lascerà convincere a farsi seppellire diversamente da come dottrina predica, per quanti soldi possa risparmiare (anche perché, di solito, pagano i sopravvissuti…). Per contro, la motivazione economica può essere un forte incentivo a superare certi condizionamenti, a riprova che, per quanto possano dissociarsene a parole, in realtà per indottrinatori & indottrinati ciò che conta di più è il dio “scheo”, come si dice dalle mie parti. Per quanto riguarda il lato estetico, ti dò ragione, i nostri cimiteri sono inutilmente nonché immensamente più lugubri di quelli in stile americano, molto più ariosi & meno opprimenti. Però, dal canto mio, trovo immensamente romantica l’idea di spargere le mie ceneri sull’acqua del Sile, il fiume vicino al quale sono nato. Il massimo sarebbe la catasta di legno da bruciare interamente, ma ho paura che per questo passeranno ancora eoni, anche se si tratta di una cosa antica…

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