L’Uaar a “Più libri più liberi” con Nessun Dogma

Dal 7 all’11 dicembre l’Uaar sarà presente, con il progetto editoriale Nessun Dogma, alla Fiera nazionale della piccola e media editoria “Più libri più liberi” che si terrà a Roma, al Palazzo dei Congressi dell’Eur (stand T47, primo piano).

“Più libri più liberi” sarà occasione per presentare al pubblico l’ultima novità editoriale di Nessun Dogma, ancora inedita: il libro O scienza o religione, in cui Jerry A. Coyne — docente di biologia e genetica presso l’Università di Chicago, nonché autore del best seller internazionale Perché l’evoluzione è vera — prende di petto la “guerra” per la conoscenza in atto tra scienza e religione, una contrapposizione che per l’autore è solo una battaglia di una guerra più ampia: quella fra razionalità e superstizione. L’obiettivo di Coyne non è dimostrare che la religione ha avuto un’influenza negativa sulla società, perché, scrive, «è impossibile misurare il rapporto fra il bene e il male dovuti alla religione lungo tutta la storia». La tesi di Coyne è che il modo migliore per capire la realtà, nel senso di essere in grado di usare ciò che sappiamo per prevedere ciò che non sappiamo, si consegue usando gli strumenti della scienza, mentre se si usano i metodi della fede non ci si arriverà mai.

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Rispetto all’edizione dello scorso anno, Nessun Dogma sarà inoltre presente con due volumi usciti nel corso dell’anno: Il multiculturalismo e i suoi critici di Kenan Malik e Le scelte di vita di chi pensa di averne una sola di Raffaele Carcano.

Il catalogo

Il catalogo di Nessun Dogma — che affianca la traduzione di classici inediti in Italia a opere che affrontano tematiche scottanti con un impertinente approccio laico-razionalista — comprende 24 pubblicazioni. Tra le più recenti segnaliamo: Perché crediamo in Dio (o meglio, negli dèi) di J. Anderson Thomson (insieme a Clare Aukofer); Crescere figli senza dogmi. La guida di una mamma agnostica di Deborah Mitchell; 50 motivi per cui si crede in Dio, 50 ragioni per dubitarne di Guy P. Harrison; Ateismo ragionevole di Scott F. Aikin e Robert B. Talisse; Credere alle cazzate. Come non farsi risucchiare in un Buco nero intellettuale di Stephen Law.

Comunicato stampa

20 commenti

Giorgio Pozzo

o scienza o religione

La questione non è la compatibilità tra scienza e religione, o tra scienza e fede. Assodato che la scienza è un mezzo per comprendere il mondo reale, bisogna capire perchè la religione, invece di rimanere confinata nel mondo trascendente, dove sarebbe la sua dimora, pretenda di dire la sua anche a riguardo del mondo reale.
Essendo chiaro che la scienza rimane per definizione vincolata al mondo reale, la compatibilità sarebbe certamente possibile se la religione rimanesse vincolata al solo mondo trascendente (qualunque cosa esso sia). In questo caso, avremmo una compatibilità di principio, coincidente con una specie di complementarità. Un mondo che esula completamente da quello reale, senza collegamenti nè interferenze, è non solo comprensibile, ma compatibile in quanto opposto in tutto.
Invece, la compatibilità è impossibile quando la religione pretende di dire la sua anche sul mondo reale, mentre la scienza non vuole e non può comportarsi in tal modo. I concetti di miracolo, peccato, preghiera, creazionismo, inferno, e così via, decretano inesorabilmente la pretesa -inspiegabile- di ingerenza di un mondo su un altro, stabilendo così una definitiva incompatibilità. Incompatibilità che origina quindi da un lato solo della barricata.

Stefano™

@ Giorgio Pozzo

Quel che dici tu potrebbe andare solo nel caso che la divinità non interagisse con l’universo. Pochi o nessuno se ne farebbe di qualcosa.

Ho letto il libro in inglese e lo raccomando caldamente.

Giorgio Pozzo

@ Stefano™
La scienza si ferma dove finisce l’universo osservabile. La fede o la religione possono benissimo coesistere, a patto che restino dall’altra parte dell’universo osservabile.
Chissà, un mondo, o anche molti, che trascendano l’universo osservabile potrebbero anche esserci. Con o senza un dio, questi sarebbero già una religione per noi (e noi per loro…..).

Stefano™

@ Giorgio Pozzo

Beh, non mi rimane che invitarti a leggere quel che scrive Coyne… 😉

Giorgio Pozzo

@ Stefano™
Non mi sembra di essere in disaccordo con quanto dice Coyne. Scienza e fede sono incompatibili, lo vado dicendo da ere geologiche. La dimostrazione dell’incompatibilità è pure semplicissima e linearissima: di fedi ce ne sono a migliaia, ma la scienza è una sola. Se le fedi sono quindi esplicitamente già incompatibili tra loro, come fanno ad essere tutte quante compatibili con qualcos’altro?
Diciamo che, forse, sono in disaccordo con i motivi e i ragionamenti per i quali si arriva ad affermare l’incompatibilità. E magari, in disaccordo anche sul fatto che la scienza escluda un mondo trascendente. Non lo esclude, e non lo può escludere, per il semplice motivo che la scienza non può dire nulla su ciò che sta al di fuori del mondo naturale e quindi osservabile.
Ma, d’altronde, non gliene frega nulla…. 🙂

Stefano™

@ Giorgio Pozzo

Non lo esclude, e non lo può escludere

ho capito quel che dici (sulla trascendenza) ma Coyne sostiene che è possibile solo con divinità che non interagiscono con l’universo (deismo).
Se si fanno affermazioni circa interazioni Coyne sostiene ( e io sono d’accordo) che è possibile metterci il becco (nei fatti o nei principi).
Del resto chi se ne fa qualcosa di divinità trascendenti che non interagiscono con niente e nessuno?

Engy

“Un mondo che esula completamente da quello reale, senza collegamenti nè interferenze, è non solo comprensibile, ma compatibile in quanto opposto in tutto”.
Su questo sono d’accordo.
“Invece, la compatibilità è impossibile quando la religione pretende di dire la sua anche sul mondo reale, ….. I concetti di miracolo, peccato, preghiera, creazionismo, inferno, e così via, decretano inesorabilmente la pretesa -inspiegabile- di ingerenza di un mondo su un altro ….”
Su questo no, o meglio io non vedo la “pretesa” ad esempio di definire “miracolo” una guarigione inspiegabile che per il credente potrà essere appunto un miracolo, per un ateo una guarigione comunque inspiegabile.
Io l’imposizione non la vedo, nemmeno nei confronti degli stessi credenti: infatti sono pochissimi – credo – i credenti, anche ferventi e preti compresi che credono nei miracoli.

Francesco S.

Il problema è che se per una cosa non si riesce a trovare una spiegazione non vuol dire che non ce l’abbia o che sia sovrannaturale, è molto più probabile che la mancanza di spiegazione sia una lacuna delle nostre conoscenze. I miracoli sono lo specchio della nostra ignoranza. Crederò nei miracoli quando ad un amputato ricrescerà un braccio.

Giorgio Pozzo

Io l’imposizione non la vedo, nemmeno nei confronti degli stessi credenti

L’imposizione della quale parlo non è quella di pretendere che si creda a qualcosa.
L’imposizione che intendo io è quella del mondo trascendente (o soprannaturale) che pretende di influenzare il mondo naturale. Nel momento in cui accade un miracolo, possiamo solamente farci due domande (tertium non datur): si tratta di una manifestazione soprannaturale o naturale? Se fosse soprannaturale, resterebbe confinata per definizione al mondo soprannaturale, e noi, essendo confinati nel naturale, non potremmo vederlo o sperimentarlo in alcun modo. Sarebbe completamente invisibile e trasparente anche all’analisi scientifica. Se fosse naturale, allora non sarebbe un miracolo e non dovremmo nemmeno chiamarlo tale. E sarebbe sperimentabile e analizzabile dalla scienza.
Un’altra tipica imposizione è quella di dire che la Terra e l’universo hanno 6000 anni (per via della creazione). Terra e universo sono il mondo naturale, e nessuno dovrebbe avere l’arroganza di assegnare caratteristiche soprannaturali al mondo naturale.
Ultimo esempio, poi chiudo perchè la lista è lunga mezzo chilometro: l’omosessualità è contro natura. A casa mia, dire contro natura equivale a dire che non appartiene al naturale. E se non appartiene al naturale, per definizione è soprannaturale. Come dicevo in un post precedente, gli omosessuali sono una specie di miracolo…. :mrgreen:

Engy

…. (sempre x Pozzo)
…. e non mi risulta che vengano minacciati di scomuniche o additati dai loro “simili”.
Le barricate poi si alzano anche per intolleranza, perchè non si riconosce il fatto che comunque uno poi crede a quel che gli pare e capisce quel che vuole capire. Quindi o ci si accetta come comunità fatta di tante teste pensanti diverse, oppure le barricate sono inevitabili.

Stefano™

@ Engy

uno poi crede a quel che gli pare

Certo che si, questo non significa che sia giustificato nel credere quel che crede e che non si possa farlo notare con le argomentazioni del caso.
È proprio questo che fa progredire la conoscenza, a differenza delle fedi.
La scienza corregge le cantonate, la fede no (se non, forse, quando non ne può più).

dissection

@ Stefano™: se non, forse, quando non ne può più: posso completare dicendo se non, forzatamente, quando le sue proposizioni sono diventate talmente anacronistiche/obsolete da mettere a rischio la sua stessa sopravvivenza?

RobertoV

Ognuno può credere a quel che gli pare se lo fa vivere meglio, ma il suo credere non resta confinato alla singola persona, ma ha effetti sociali, politici ed economici su altri come si vede bene anche in internet dove circola di tutto, facendo anche danni.
Se espongo ciò che credo posso essere anche richiesto di dimostrarlo (che noia, vero ?) e sottoposto a critica, a maggior ragione se pretendo di diffonderlo, di avere riconoscimenti e privilegi. Se non lo accetto sono un millantatore o un truffatore, a maggior ragione se ci guadagno e pretendo privilegi. Quanti miracoli sono millantati? Un esempio è quello del guru al CNR nel post successivo. La scienza ha dei criteri per trovare i truffatori, le religioni o le pseudo-religioni no, perchè si validano per affermazione, per autorità ed adesione (confirmation bias): ma questi metodi sono più faticosi e per molte persone “noiosi” e “poco piacevoli”. Molto più bello raccontare ciò che le persone vogliono sentirsi dire senza doverlo dimostrare, sfuggendo al controllo.
Guarda caso le religioni povere e senza privilegi non fanno “successo” …

bruno gualerzi

“O scienza o religione”
(sottotitolo: perchè la fede è incompatibile coi fatti)

Detto così non è che – in un blog UAAR – ci sia molto da commentare… ma naturalmente il semplice titolo e le poche note del comunicato stampa non rendono l’dea del contenuto del libro, che, data l’importanza del tema sempre d’attualità (anzi, oggi più che mai!), offrirà senz’altro elementi di conoscenza e spunti di riflessione. Per cui, va da sè, mi associo nel consigliarne la lettura.
Ciò che qui volevo sottolineare è l’urgenza della questione, in un momento in cui l’irrazionale sembra prevalere nettamente col diffondersi – di fronte alla crisi dilagante e alla grande insicurezza che provoca – della messa in discussione di presunti valori consolidati, non per superarli, ma per sostituirli con altri ripescati da una tradizione che sembrava morta e sepolta, e che ridà fiato a varie forme di mentalità religiosa. Che non necessariamente è da individuare solo nelle religioni storiche (che pure ne stanno ugualmente beneficiando) ma in tante altre forme di superstizione (come richiamato dalla nota del comunicato), che poi è il vero fondamento, oltre che di ogni religione, di una cultura magico-religiosa per la quale sembra che l’illuminismo non sia mai esistito. Da qui due considerazioni:
a – la fragilità di una cosiddetta secolarizzazione troppo spesso data in continuo aumento, e che invece, di fronte a questa situazione traumatica … nuova ovviamente nella misura in cui i tempi sono cambiati, ma antica per le reazioni che sta suscitando… non offre a mio parere la resistenza che richiederebbe. Mentre forze politiche e, appunto, istituzioni religiose comunque intese, stanno cavalcando questa onda;
b -una contrapposizione tra scienza e religione che, nei suoi aspetti più macroscopici, regge ancora come senso comune o buon senso (per quanto – v. questione delle vaccinazioni – sta perdendo colpi anche a questo livello)… ma che sembra muoversi, a livello accademico, senza tener nel dovuto conto – come dicevo sopra – di questa deriva irrazionale.
Naturalmente non so se ciò riguarda il libro in questione (se non altro perchè non l’ho letto)… ma il tema che propone spero sia visto anche alla luce di questa riflusso culturale che sta dilagando nel mondo occidentale.

RobertoV

Se non ricordo male Einstein in Come io vedo il mondo aveva detto commentando le guerre che le persone sembrano trasformarsi quando arriva una guerra e ciò dimostra che la loro evoluzione civile è in realtà stata scarsa.
Per analogia direi che questo discorso vale anche per la secolarizzazione: molte persone sembrano avere recepito certi valori, la democrazia, ma in realtà è un recepimento solo formale, superficiale, opportunistico, conformistico, non reale. Pensa solo alla fine della 2° guerra mondiale: dopo che per anni molte persone si sono entusiasmate per il fascismo ed il nazismo, il razzismo o la monarchia, populismi e nazionalismi vari, di colpo si sono trasformate in democratiche e cittadini “modello”, almeno apparentemente, solo perchè la sovrastruttura li induceva a tali comportamenti. Quanto credibili? Pensa anche alla chiesa cattolica come ha potuto intrallazzare coi vari regimi fascisti, essere contro la democrazia e poi dopo la guerra proporsi come antifascista, amica degli ebrei e democratica. Quanto credibile anche lei? Persone che in realtà hanno contribuito sotto traccia a mantenere certe visioni che oggi riappaiono in superficie. Non credo quindi ad un regresso, ma ad un riaffiorare di problemi che avevamo preferito ignorare senza confrontarci con essi. Starei, però, attento a non confondere la maggior visibilità, invadenza delle religioni, come multinazionali, con la loro effettiva rappresentatività ed adesione delle singole persone (mi sembra che i vari sondaggi indichino proprio questo scollamento).

bruno gualerzi

@ Roberto V
“Starei, però, attento a non confondere la maggior visibilità, invadenza delle religioni, come multinazionali, con la loro effettiva rappresentatività ed adesione delle singole persone (mi sembra che i vari sondaggi indichino proprio questo scollamento).”

Sulle religioni tradizionali, almeno per quel che riguarda l’Europa, posso essere d’accordo, ma… intanto l’Europa conta sempre meno da tutti i punti di vista, mentre sul pianeta le religioni, anche tradizionali, non credo siano in crisi…
ma soprattutto – per come la vedo io – la situazione attuale (questo non solo in Europa, v. l’USA di Trump) è caratterizzata dal prevalere di spinte sostanzialmente irrazionali (populismi, nazionalismi, autarchie ecc., come richiami anche tu) che, anche se non si rifanno formalmente alle religioni storiche, sono alimentate da fideismi, e superstizioni vere e proprie, che sono pur sempre manifestazione di un pensiero magico- religioso, di fronte al quale la secolarizzazione sta segnando il passo ovunque.
Le cause? Le solite, qui espresse più volte:
a – l’esplosione delle contraddizioni di un modo di produzione liberistico che la globalizzazione estende a tutto il pianeta, e che genera un aumento esponenziale del divario, oltre che tra nazioni ricche e nazioni povere, all’interno delle stesse nazioni; il che genera insicurezza, paura e, per converso, reazioni violente;
b – i flussi migratori, conseguenza spesso proprio di questo divario… per i quali si può non essere d’accordo sulle responsabilità (per me è quanto ho detto sopra)… ma che intanto ci sono e sempre più ci saranno, e nei confronti dei quali le varie chiusure sono una risposta che, a tempi nemmeno troppo lunghi, è destinata a costituire un boomerang;
c – per quel che riguarda soprattutto l’Europa, ma non solo, c’è l’acuirsi di un pericolo islamico (per il quale, anche qui, si può discutere sulle responsabilità) che comunque è sempre più evidente, al quale – a mio parere – non si può rispondere alimentando uno scontro di civiltà dall’esito disastroso.
In questo quadro le religioni… non riducibili – come dicevo – solo alle istituzioni religiose tradizionali… trovano l’ideale brodo di cottura. Visione pessimistica, non c’è dubbio, ma che non serve, anzi è pericoloso, rimuovere.

bruno gualerzi

ops. ‘brodo di coltura’, non ‘di cottura’. Può succedere, trattandosi di ‘brodo’… 🙂

RobertoV

Gualerzi
In realtà io dicevo una cosa un po’ diversa.
Non sto negando questa apparente involuzione, ma sto sostenendo che in realtà c’era anche prima, c’eravamo illusi che le cose fossero cambiate, ma i cambiamenti avvengono su tempi lunghi per sperare che siano consolidati.
Prima di Trump c’era Bush, sostenuto soprattutto dai fondamentalisti evangelici, prima ancora Reagan che definiva l’URSS impero del male, utilizzando quindi tutta una terminologia religiosa, prima il maccartismo (tipo inquisizione) e così via. Mi sembra che gli USA siano soggetti a questi cicli che indicano che in realtà ben poco è cambiato.
Ed anche in campo comunista la gente idolatrava personaggi come Mao o Castro dimostrando questa fiducia “religiosa” e populista.
I neonazi in Germania ed Austria ci sono sempre stati, nascosti in altri partiti e già 20 anni fa alle elezioni avevano preso non pochi voti (allora contro gli immigrati dell’est). In un sondaggio degli anni ’80 in Germania il 40% della popolazione aveva indicato il periodo degli anni ’30 sotto Hitler come uno dei periodi migliori della Germania. In Italia il fascismo, sotto varie forme, è stato sempre ben presente e forte. L’attrazione per gli uomini “forti” c’è sempre stata.
La situazione di oggi alla fine è simile ad una guerra non guerreggiata (o in modo limitato), c’è la crisi economica (almeno per l’Europa), cioè una situazione di stress che fa riaffiorare ciò che avevamo nascosto. E c’è chi sfrutta le paure per il proprio tornaconto, ma non mi sembra niente di nuovo.

Sandra.

Democrazia, diritti, ecc. hanno un costo alto, e sono un lusso. Ma la realtà è che la paura – le cui cause hai elencato – manda tutto all’aria. Chi ha paura cerca sostegno in un gruppo forte, quello che sembra dare maggiore garanzia di sopravvivenza almeno a breve termine. E poi la si riveste come spiritualità o magia, ma non è altro che un clan “cattivo” con un alibi “buono”. Ed è come ricorda Roberto un gruppo che non sparisce mai completamente, se si vanno a vedere i risultati delle elezioni usa è più o meno la stessa percentuale di elettori di gw bush che ha portato alla vittoria Trump (che in realtà avrebbe perso per più di due milioni di voti, quasi il 2%, ricordiamolo): non c’è stato un grande cambiamento di mentalità, solo che davvero è l’esponente che sciocca particolarmente, altrimenti niente di così nuovo sotto il sole. Anche paesi più secolarizzati stanno virando in modo “irrazionale”: è che la paura è da sempre intercettata e riproposta dalle religioni, creando proprio quei gruppi forti, indentitari che tendono perciò a escludere i diversi dai privilegi, in contraddizione pertanto con quanto predicano.
Fino a che la religione sarà un gruppo che promette vantaggi maggiori – e vantaggi concreti! – la secolarizzazione avrà problemi ad attecchire. Perché parallelamente le organizzazioni cedono “modernizzandosi” erodendo terreno precedentemente tabù.

pendesini alessandro

Se c’è una cosa che denota la storia della Scienza, è che non serve a niente evocare, ho alludere a dio –non importa il quale- per compensare la nostra incommensurabile ignoranza ! La mia di certo….
NB –L’astrazione, o cognizione mentale, della scimmia epifenomenale della specie umana che siamo, non è cosi eccezionale come miliardi di persone credono. La « creatura divina », pretesa da certi fondamentalisti e/o credenti, fa a volte cilecca non solamente dal lato fisico (biologico) ma soprattutto dal lato cognitivo ! L’auto-illusione e l’auto-convinzione, e la nostra relativa irrazionalità in diversi campi, ad esempio, sono caratteristiche umane assai diffuse nella nostra specie, che –sovente- ci fanno vedere « lucciole per lanterne »….
« se dio non esistesse bisognerebbe inventarlo » (angoisse humaine oblige !), disse Voltaire… a patto pero’ che non sia utilizzato per strumentalizzare, sfruttare o alienare, gente di buona fede, e non solamente !
NB –Va notato che la validità di un qualsiasi modello scientifico puo’ solo derivare dalla validazione delle ipotesi razionali cosi come da solidi risultati sperimentali riproducibili a volontà da tutti coloro che lo desiderano.
Una scienza che ha confutato le ipotesi può ben essere considerata da certi come « scienza », ma una scienza che ha torto !

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