Che fine hanno fatto le linee guida ministeriali sull’educazione di genere? Per decenni, ogni volta che in Italia si ventilava l’opportunità di attivare insegnamenti scolastici di educazione sessuale, i bigotti sono riusciti a far fallire qualunque progetto, col risultato che il nostro paese è uno dei pochissimi in Europa a non prevederne l’obbligatorietà. Ora il sedicesimo comma della sedicente “Legge della Buona Scuola” assicura “l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”. Difficile per i cattolici paventare, come di consueto, dei vademecum di sesso precoce noncuranti degli aspetti spirituali della persona umana.
Tuttavia i fanatici hanno trovato modo di opporsi anche stavolta, adducendo lo spauracchio appositamente fabbricato, la minaccia “gender”. Il risultato sotto gli occhi di tutti è che il governo, pur replicando con encomiabile fermezza, non ha ancora pubblicato “l’onesta e utile rassegna” promessa per metà ottobre, offrendo un buon appiglio a quanti lo accusano di proclamare ogni volta in sede di propaganda coraggiose riforme epocali per poi realizzare solo il minimo indispensabile (come nel caso delle unioni civili sotto pressione europea). Il precedente del ritiro dei libretti Unar su richiesta di Bagnasco non fa certo ben sperare.
Intanto la vaghezza delle dichiarazioni ministeriali ha fatto temere onerose quanto pericolose ingerenze dello stato nella vita dei cittadini. I più visionari hanno addirittura scorto l’intento di “stortare” burocraticamente la personalità dei giovani. Di fatto finora è però proprio la mancanza di precise indicazioni a favorire nelle singole scuole sprechi di energie, tempo e danaro, e insieme a consentire vere ingerenze manipolatorie, le solite, quelle clericali che rivendicano da sempre forme di monopolio. La situazione appare allarmante in alcune aree del nord (mentre a sud si preferisce temporeggiare). Non solo le più arbitrarie scelte di intervento non vengono in alcun modo giustificate, ma gli operatori delle associazioni confessionali vengono presentati all’utenza con ipocrita reticenza quali semplici “esperti”. A Varese “Scienza&Vita”, a Milano “Camen”, da Trento a Brescia e oltre “INER”, a Verona e altrove AGE e IRSEF da anni operano nelle scuole pubbliche dispensando moralismi a buon mercato, a partire dalla sponsorizzazione dei cosiddetti “metodi naturali” di regolazione della fertilità, incuranti della loro inefficienza nell’evitare gravidanze indesiderate e della loro inutilità nel prevenire malattie a trasmissione sessuale.
Ormai sono proprio i cattolici a limitarsi a trattazioni esclusivamente fisiologiche: la complessità della realtà umana è trascurata per evitare di incappare in argomenti imbarazzanti e invisi al magistero ecclesiastico. Si parla esclusivamente di rapporti “tra uomo e donna” e rivolti alla procreazione. Termini come sesso, genere, ruolo sessuale ecc. sono impiegati come sinonimi, verosimilmente a salvaguardia del binarismo creazionistico. Nei programmi si legge di “rispetto e valorizzazione della diversità di genere e dei ruoli maschili e femminili”, di lotta alla “sessualità fine a se stessa” e di “cura dell’aspetto biologico in relazione al tema della persona”. La persona ricorre in questi testi, forse per ricordare anche l’aspetto teologico dell’anima immortale. Le tematiche sono elencate in modo incongruo, suggestivo e spesso comico: “la masturbazione; l’omosessualità; la transessualità; l’abuso sessuale…; la pornografia; la prostituzione; la pedofilia; il bullismo; internet …; le malattie a trasmissione sessuale; la contraccezione; le gravidanze non programmate; le vecchie e nuove dipendenze”; “metodi anticoncezionali, masturbazione, pornografia, libertà… AIDS, pedofilia, omosessualità in una prospettiva di formazione continua”, prospettiva non meglio specificata ma assonante col titolo di un noto documento dei vescovi statunitensi che ammonisce gli omosessuali a vivere castamente.
In un istituto parificato tra gli scopi di questo insegnamento c’è la “dimensione religiosa: scoprire, mediante la voce della Chiesa, il progetto di Dio sull’amore”. In uno pubblico statale le attività di diverse materie aiutano “gli alunni a comprendere come le informazioni scientifiche relative alla struttura ed al funzionamento del corpo riguardano solo alcuni aspetti, sicuramente fondamentali, dell’essere femmina o maschio, realtà che coinvolge nel profondo e riguarda tutta la persona” (riecco la persona), e in particolare l’insegnamento della religione aiuta i ragazzi “a riflettere sulle proprie emozioni, sulle relazioni interpersonali e sulla responsabilità delle decisioni”. Non è dato sapere in base a quali competenze il docente di IRC possa rivendicare la capacità e il monopolio di aiuti così indirizzati, né perché chi non si avvale di quell’insegnamento facoltativo dovrebbe essere conseguentemente abbandonato all’irresponsabilità e alla mancanza di riflessione.
A Bergamo è addirittura l’Ufficio scolastico a promuovere il convegno per le scuole superiori dell’associazione Scienza&Vita dal significativo titolo “Siamo figli o prodotti?” presso l’istituto delle suore sacramentine, che qualche istituto non esita ad accreditare tra le attività di alternanza scuola-lavoro. L’Ufficio scolastico di Belluno promuove invece il “Progetto Crisalide”, che quest’anno contempla incontri come “Maschio e femmina li creò: la sessualità umana dall’Antico Testamento ai giorni nostri” e “Maschio e femmina li creò: i fondamenti biologici della sessualità” oltre ad un paio sul fantomatico gender e via delirando. Insomma forme di educazione alla disparità dei sessi, alla violenza di genere e ai più diversi tipi di discriminazione.
Andrea Atzeni
Benvenuti in Italia, la terra delle cinture di castità mentali, cinture di cui tutti hanno la chiave ma nessuno se ne vuole liberare, per pura & semplice PAURA. Paura di cosa, non lo si sa con certezza, ma sai mai…
Non usciremo mai dal medioevo, sempre se ne siamo realmente usciti, e comunque c’è chi ci vuole riprecipitarvici per null’altro che il tornaconto suo.
Sono in malafede, mala fede, proprio il caso di dirlo.
Ma se il compito congiungimento carnale lui sopra lei sotto a luci spente a puro fine riproduttivo è LA NORMA, anzi LA NATURA… com’è che hanno tanta paura che i loro preziosi snowflakes vengano deviati dal gienderrr di stato? Perché sono così poco sicuri del loro dio, del loro comandamento e della cristianissima educazione impartita ai rampolli? Mah.
Roba che a leggere vien voglia di organizzare un sit-in di limonate LGBT davanti a ogni scuola elementare d’Italia.
Sei grandissimo.
Fuor di malafede, penso che se fosse la norma fosse il sesso effettuato solo a scopo riproduttivo allora la femmina di homo sapiens avrebbe l’estro come molti altri mammiferi. La nostra biologia invece sembra proprio dimostrare che il sesso abbia innanzitutto una funzione ricreativa. Le limonate lgbt se proprio si devono fare sarebbe meglio farle attorno ad una chiesa, sono contrario a coinvolgere le scuole (e ospedali) in forme di protesta politica “esterna” di qualsiasi segno siano.
errata
… se fosse la norma il sesso effettuato solo a …
Francesco S
Io, da parte mia, posso capire che tu possa essere contrario a certe forme di protesta davanti a scuole & ospedali, e la proposta di Spleen è azzardata, o anche discutibile, se si vuole; il problema è che, ad esempio, davanti all’ospedale della mia città i gruppi pro-life non si fanno problemi a manifestare con cartelli recanti invettive contro le donne che abortiscono. E non si può nemmeno vietarglielo, come oltretutto è anche giusto che sia. Un minimo di buon gusto lo potrebbero imparare, per lo meno, ma non credo che gli interessi, a loro interessa solo farsi gli affari altrui & imporre a tutti i desiderata di chi li comanda & controlla. Ecco perché ritengo l’idea di Spleen non sbagliata, di altrettanto cattivo gusto, forse, ma ripeto, del buon gusto a certe categorie non interessa e sarebbero molto più presi a essere sconvolti dallo scandalo per qualcosa che a loro non piace che non a chiedersi che cosa abbia causato ciò che a loro non piace, e cioè il loro cattivo gusto & mancanza di senso della libertà degli altri. In sede di manifestazione, glielo si spiegherebbe.
Io credo che le cose poco opportune vadano evistate visto che non stimolano molte simpatie, e in genere le proteste cercano di convincere più persone verso la causa sostenuta. Quanti cattolici approvano quelle proteste agli ingressi degli ospedali? Ci sono luoghi che il buon senso consiglia di non coinvolgere in proteste politiche/etiche esterne.
Ah: comunque, apprezzo il titolo “budspenceriano” dell’articolo 🙂
L’educazione non è sempre sufficiente, come lo dimostra l’esempio del transessualismo umano. In definitiva, cio’ che stimola il desiderio si trova, molto probabilmente, in alcuni nuclei di neuroni nell’ipotalamo, come per qualsiasi funzione vitale. I comportamenti sessuali ulteriori si preparano allo stesso tempo e, anche se nell’uomo l’educazione può modularli entro certi limiti, non restano indifferenti a l’influenza di questo determinismo.
Esistono nei mammiferi, uomo incluso, diversi nuclei nell’ipotalamo. Due di questi nuclei condizionano il comportamento sessuale: è stato dimostrato a diverse riprese che i topi o ratti castrati, ad esempio, cessano di manifestare il desiderio sessuale, va notato pero’ che l’introduzione di un cristallo di testosterone nella zona laterale, più precisamente nella zona preottica, puo’ innescare un comportamento maschio nei due sessi; ma –e questo è importante saperlo- l’introduzione di un cristallo di estradiolo nella regione ventro-mediana attiverà un comportamento tipicamente femminile.
Tutta la sessualita non è orientata alla sola riproduzione !.. Poiché, a meno di offendere l’intelligenza, la masturbazione delle scimmie (umane incluse) provoca semplicemente un piacere transitorio che ha ben poche possibilità di sfociare ad un effetto riproduttivo, tranne che -eventualmente- per « bambini in provetta »….
L’omosessualità, ad esempio, è una variante naturale del comportamento sessuale animale, uomo incluso. Un’altra forma di sessualità puramente edonistica –e non unica-, senza riproduzione.
Nutro pero’ qualche dubbio che discorsi del genere avvengano nelle scuole italiane e non solamente…..