La clericalata della settimana, 51: Ragusa

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è del Comune di Ragusa che

ha utilizzato in maniera preferenziale i fondi della legge su Ibla per il restauro di due chiese e di un’edicola votiva, per circa 124 mila euro

giunta-ragusa

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.

Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Salerno ha organizzato una messa di Natale nel tribunale, promossa dal gruppo cattolico Avvocati in Missione e contestata dall’associazione forense Mobilitazione Generale degli Avvocati che ha inviato una lettera di protesta.

Il sindaco di Pontevico (BS), Roberto Bozzoni, ha criticato la scelta del locale istituto comprensivo di sostituire una frase da una canzone natalizia per la recita di fine anno; scelta fatta — come ha spiegato la dirigenza scolastica — per non escludere i bambini delle famiglie non cattoliche.

Il Comune di Asso (CO), con una delibera, ha assegnato i 600 euro del premio “Bontà” per l’anno 2016 alla locale Caritas parrocchiale.

La segreteria del magnifico rettore Alberto Felice De Toni dell’Università degli Studi di Udine ha inviato un messaggio per invitare “l’intera Comunità universitaria alla Santa Messa” che sarà celebrata il 20 dicembre presso il Convitto “Santa Maria al Tempio” dall’arcivescovo di Udine.

La redazione

22 commenti

Stefano™

@ Engy

Non so quanto sia “sincera”, ma la Litizzetto non è un organo istituzionale, quindi anche fosse più papista del papa avrebbe tutto il diritto di esserlo. Mi sorge il dubbio che tu non abbia compreso in cosa consista una clericalata, almeno nell’accezione usata qui.

Diocleziano

Soprattutto manca di quelle due essenziali componenti (essenziali per i preti) che sono l’invasione di campo e il lucro.

Chissà perché gli avvocati di Salerno hanno sentito il bisogno di fare la messa nel tribunale e non in chiesa. Gli ‘avvocati in missione’ potrebbero proporre, appena se ne presenti l’occasione, un bel processo per pedofilia all’interno della chiesa.
Sarebbe un bel messaggio di imparzialità e larghezza di vedute.

Sul sito di questi ‘avvocati in missione’ è elencata una sfilza di messe perpetrate all’interno di tribunali; non ne avevo mai sentito parlare ma la trovo una cosa inquietante. Non manca nemmeno l’istruttiva gita a meggiugorie…

RobertoV

Fa parte del disegno egemonico della chiesa e dei nostalgici della religione di stato, marcatura del territorio.
Perchè solo i cattolici hanno questo impellente bisogno di fare manifestazioni sui luoghi di lavoro e dappertutto in genere? Perchè sono talmente abituati ad invadere ogni spazio e non farsi problemi a farlo. Il papa chiede e loro devono attuare, e gli altri devono essere d’accordo?
Pensa se per applicare il falso concetto di tolleranza alla Engy tutti potessero fare lo stesso. Gli altri non hanno queste esigenze? Gli altri come fanno?
Più messe dei protestanti sul luogo del lavoro e perchè negarle ai Testimoni di Geova?
Perchè negare varie cerimonie agli ebrei, anche loro lavorano. E i buddhisti ed induisti dove li mettiamo? E i mussulmani ………. Lavorano solo i cattolici? Non riescono a lavorare se il loro posto di lavoro non è benedetto e marcato da cerimonie?
Poi con questa storia falsa che le loro manifestazioni sono universali, sono per tutti: come no, basta vedere la reazione nei confronti di chi non è d’accordo. Anche un dittatore pensa per tutti ….Inquietante che in un tribunale sentano il bisogno di rimarcare che la legge non è uguale per tutti ….
Anche per la cosa della scuola la chiesa ha modificato la propria preghiera contro i perfidi ebrei (cioè ha modificato una tradizione, ma nessuno protesta per questo), non vedo perchè sia inaccettabile che la scuola si ponga il problema di modificare una canzone: Gesù non è universale, per esempio non è riconosciuto dagli ebrei (ma in Italia non gli conviene protestare ….). Personalmente trovo più inquietante che la scuola senta il bisogno di difendersi citando quanto fa per la religione (due messe annuali! gruppi di preghiera, crocifissi dappertutto, ecc.): ma è una scuola confessionale o laica? E soprattutto perchè devono fare la rappresentazione in parrocchia? Come al solito la “povera” chiesa è proprietaria del paese? Ha in mano tutte le strutture?

laverdure

@Stefano
E soprattutto la lettera della Littizzetto e’ condita con un umorismo che rende anche una baciapila
molto piu’ digeribile di tanti altri baciapile.

Gérard

Ahime, 60 anni fa non c’ erano problemi per la festa di Natale alla scuola materna di farci ballare e cantare noi bimbi costumati da brasiliani la canzone che segue sotto l’ albero e davanti ai genitori incantati ..
https://www.youtube.com/watch?v=YasXybJuoUM

ma pero devo aggiungere che questo era in Francia ..

bruno gualerzi

Non vorrei andare fuori tema a proposito della Littizzetto… ma in discussione c’è pur sempre il senso della ‘cliricalata’
@ Stefano.tm
E’ vero che la Littizzetto, tecnicamente, non è un ‘organo ufficiale’, ma si tratta pur sempre di una TV pubblica, di stato, per cui questa sbrodolata spiritosa (per chi la ritiene tale: la Littizzetto, pur brava, ormai – parere personale – sta mostrando la corda), entra di diritto a far parte della scelta incontrastata della RAI (ripeto, tv di stato) a esaltare in ogni occasione il ‘rivoluzionario’ Francesco. A modo suo, certo, ma non ponendosi sicuramente fuori del coro, come una satira dovrebbe dovrebbe fare.
@ laverdure
“E soprattutto la lettera della Littizzetto e’ condita con un umorismo che rende anche una baciapila
molto piu’ digeribile di tanti altri baciapile.”

Non concordo . Si tratta proprio di quel di tipo di baciapile che si traduce in un omaggio al papa mille volte più ossequioso, per non dire stucchevole, di quello di un qualsiasi baciapile ”classico’. Si inserisce perfettamente nella tendenza generale a fare di questo papa un personaggio popolare… e tanto più popolare quanto più si tratta di un papa che non lascia mai perdere l’occasione per sembrare ‘uno di noi’. Basta riportare solo le sue ultime performance, mentre si fa puntualmente riprendere a pranzo con dei ‘poveri’ e poi a comperare un paio di scarpe in un negozio qualsiasi (si pensi al contrasto stridente con i calzari firmati di Ratzinger! Il solito gioco delle parti)
Per tornare alla Littizzetto, basta ricordare il tormentone che chiamava in causa il cardinal Ruini, un prelato non certamente innovatore, il quali tuttavia, lungi dall’apparire offeso, manifestò pubblicamente il suo sincero divertimento nell’ascoltare la comica. Gesuitismo puro anche il suo.

RobertoV

Beh, anche la Littizzetto tiene famiglia, pensa cosa sarebbe successo se avesse scritto una letterina al papa critica. Sarebbe già senza lavoro, sono riusciti alla RAI a licenziare un cronista solo perchè aveva fatto notare che c’era poca gente in piazza alla messa del papa.
Un imperatore lo puoi solo adulare ….Altrimenti sei un intollerante ….e sperimenti la loro e “vera” tolleranza …..
Le clericalate sono tante in Italia, non credo che l’elenco abbia la pretesa di essere esaustivo e penso, si occupi più di quelle esplicite. Certo ci sono anche le clericalate implicite e subliminali, passive, che possono anche fare più danni……

Francesco S.

A me quella della Litizzetto pare solo una scenetta umoristica, neanche tanto scontata in RAI, più a livello di Mediaset. Sono ben altre le clericalate. E l’articolo riporta le più importanti. Il tentativo di Engy è quello di buttarla in caciara come al solito, sarebbe il caso di non darle corda.

bruno gualerzi

“Sono ben altre le clericalate. ”

In effetti se si considera l’atteggiamento di tutti i media nazionali, pubblici e privati (in questo caso era in questione l’aspetto pubblico in quanto tale) , nei confronti di questo papa ci troviamo di fronte ad una clericalata ininterrotta, per cui non sarebbe nemmeno il caso di soffermarsi su un singolo episodio. A me comunque fa sempre un certo effetto vedere questi sbeffeggiatori di professione usare lo sberleffo come finta irriverenza tendente solo a rendere sempre più simpatico il personaggio. Insomma, siamo nella classica tradizione, tutta italiana, dello ‘scherzo da prete’ adottato dai laici.
Detto questo, è da un pò che non frequento il blog e questa segnalazione di Engy, quali siano state le sue intenzioni, mi è sembrata pertinente.
Passo e chiudo.

Francesco S.

Bruno c’è poco da dire, questo papa non è che è reso simpatico, ma lo è. Certo è facile esserlo dopo Ratzinger, anche per il semplice fatto che non sia tedesco. 😀

Giorgio Pozzo

questo papa non è che è reso simpatico, ma lo è

E’ questo il guaio: il papa pugile è simpatico anche quando fa lo sbruffone. Forse, soprattutto quando fa lo sbruffone.
Io, personalmente, non avevo mai digerito la faccenda di rispondere a un insulto con un pugno sul naso (a proposito della strage al Charlie Hebdo, lui giustificava il pugno a chi insulta tua madre), ma a quanto pare, questo atteggiamento lo ha reso ancora più simpatico.
Se così è stato, l’unica spiegazione è che uno che parla da grezzo risulta simpatico ai grezzi, e che i grezzi in questione sono tanti…. Finisce allora in secondo piano, direi, il fatto che col parlare da sempliciotto risulti simpatico ai sempliciotti.

Sandra.

Beh ma la simpatia è una dote innata, e guardando vecchie foto e video di Bergoglio ha spesso un’aria da mal di pancia, altro che sorrisi e battute. E’ che la Chiesa cattolica aveva bisogno di un leader mediatico, hanno preso un consulente per la comunicazione con i controfiocchi da fox news – mica come gli altri tre che hanno preso quello sbagliato…- , e hanno sfornato il prodotto vincente. Quando poi viene ripreso al naturale, come il video in cui dà degli stupidi ai cileni che protestano per il vescovo complice di un pedofilo, non sembra affatto il simpaticone alla Raimondo Vianello. Hanno dato alla gente quello che voleva, da bravi venditori quali sono. Così come hanno dato ai cattolici la festa pagana che piaceva, rubandola ai pagani. Poi hanno pure il coraggio di telefonare in rai per raccomandarsi che non sia una festa mondana…

mafalda

Mi chiedo quando finirà la strumentalizzazione di una festa dedicata in gran parte ai bambini come il Natale. Bisogna essere dei frustrati infantili o dei manipolatori per offendersi quando canti e presepi non invadono le scuole pubbliche. E ottusi, se posso dire, perché insistere sulla religione a scuola spalanca porte e finestre alla prossima entrata di altri culti, primo fra tutti l’islam.
Quanto alla Littizzetto, capisco che debba mangiare (e molto bene anche, visto che sta sulla TV nazionale), ma pensavo avesse più dignità.

Diocleziano

Mafalda
Mi spiace darti torto, ma la vera strumentalizzazione è proprio l’aver fatto diventare la commemorazione di questa nascita surreale, una festa principalmente dedicata ai bambini. In sé il fatto, cioè la nascita di un dio, è incomprensibile anche per un adulto dal Q.I. regolare, forse sotto gli 80 punti diventa verosimile. Mi aspetterei che, più che essere una festa, la commemorazione di questo evento strabiliante fosse un po’ più orientata all’aspetto soprannaturale; però hanno preferito infantilizzarla. Forse, come diceva un noto comico, hanno abbassato il livello per andare incontro alle capacità mentali degli ascoltatori.

mafalda

Diocleziano
Credo che l’aspetto infantile del natale sia stato accentuato da necessità commerciali, con babbo natale e regali. In effetti per i bambini natale vuol dire vacanze e regali, anche se qualcuno si sforza di convincerli che il 25 è un anniversario sacro. E se gli spieghi la bellezza del solstizio d’inverno, la rinascita del sole dopo qualche giorno e l’origine del natale cristiano dalla primitiva festa della luce, loro ascoltano con vivo interesse. Per quanto riguarda gli adulti, credo che il fatto di concentrarsi su regali, pranzi, cene e vacanze, dimostri chiaramente che alla nascita sacra non credono più, ma ne difendono la tradizione solo per una questione di nostalgia e di identità.

RobertoV

Se vai a vedere il tenore dei commenti di chi contesta capisci subito perchè lo fanno: l’utilizzo della festa e dei simboli come arma identitaria, come riaffermazione di chi comanda in versione xenofoba e razzista contro gli immigrati. Sembra che in quella scuola il 30 % dei bambini sia di immigrati (il che ovviamente non vuol dire mussulmani, ma per molti ormai non c’è differenza). Paradossalmente in un modo che dovrebbe essere in contrasto con quanto a parole sostiene la chiesa: l’accoglienza e la tolleranza. Ma la chiesa ipocritamente intasca e ringrazia anche perchè teme di perdere i propri privilegi di indottrinamento dei bambini e di controllo della società.
Perdere il controllo sui bambini, sull’unico mondo da far vedere loro, cioè quello “normale” è pericoloso per la chiesa ed i suoi sostenitori (è il metodo Don Bosco tanto osannato): agire sugli adulti è molto difficile.
L’assurdità è che stando alle stesse dichiarazioni della preside quella scuola è piuttosto confessionale. Si è limitata a cambiare solo tre parole in una canzone natalizia. Ma se incominci a porti qualche dubbio ed accettare qualche cambiamento c’è il “rischio” che tu te ne possa porre poi altri e mettere in discussione certi privilegi e toccare tutta una rete di interessi.

Parolaio

Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Salerno ha organizzato una messa di Natale nel tribunale, promossa dal gruppo cattolico Avvocati in Missione e contestata dall’associazione forense Mobilitazione Generale degli Avvocati che ha inviato una lettera di protesta.
E quale sarebbe la clericalata, sul fatto che alcuni avvocati si ritrovano per una messa assieme prima del Natale? Che usano una laicissima aula di tribunale, usando i fondi pubblici del… riscaldamento? La tolleranza, questa sconosciuta!

Il sindaco di Pontevico (BS), Roberto Bozzoni, ha criticato la scelta del locale istituto comprensivo di sostituire una frase da una canzone natalizia per la recita di fine anno; scelta fatta — come ha spiegato la dirigenza scolastica — per non escludere i bambini delle famiglie non cattoliche.
Ok, ora anche “criticare” è una clericalata. Ribadisco che il concetto di “tolleranza” dell’UAAR sembra mutuato direttamente dall’inquisizione spagnola. O forse dal KGB di più recente memoria.
Detto questo festeggiare il Natale togliendone i riferimenti (ovviamente religiosi) all’interno di una canzone mi pare ridicolo, più coerente allora non festeggiare niente.

Il Comune di Asso (CO), con una delibera, ha assegnato i 600 euro del premio “Bontà” per l’anno 2016 alla locale Caritas parrocchiale.
Bè, e allora? Se la Caritas Parrocchiale se lo merita più di altri enti cosa bisogna fare, non prenderla in considerazione perché è una struttura di ispirazione cristiana? Sempre il concetto di tolleranza….

La segreteria del magnifico rettore Alberto Felice De Toni dell’Università degli Studi di Udine ha inviato un messaggio per invitare “l’intera Comunità universitaria alla Santa Messa” che sarà celebrata il 20 dicembre presso il Convitto “Santa Maria al Tempio” dall’arcivescovo di Udine.
Questi non usano nemmeno i locali universitari. Si ritrovano per una messa in una chiesa vicina. Mi spiegate dove è la clericalata? Nell’aver invito una mail? Forse ritenete che un rettore universitario non possa essere cattolico? A questo è arrivato il ‘razionalismo’ (la R di UAAR) di cui vi vantate tanto?

Sandra.

Per la messa in tribunale e l’invito del rettore ti basta scambiare “rito cattolico” con rito di altra religione: se l’avvocato o il rettore fossero ebrei musulmani o tag dubito proprio che avrebbero organizzato o mandato una mail: quello è compito dei sacerdoti.
Sulla scuola la maestra ha cambiato una canzone. cosa vuoi che sia, i cattolici hanno cambiato i comandamenti. Poi non era nemmeno una canzone tradizionale, io non l’avevo mai sentita, per cui cambiare le parole non stravolge nessuna tradizione. E comunque il natale era una festa pagana, quindi si può fare TUTTI quello che si vuole, o solo i sacri furti valgono solo per qualcuno?
Sul comune di Asso, l’intitolazione al premio fino al dicembre 2015 suona “cittadini benemeriti”, è attribuito quindi a un cittadino/a. Non a un’associazione parrocchiale o a un monsignore cambiando il nome del premio facendolo diventare il premio della bontà. Seeee, della bontà quella che prende per scemi gli altri.

Diocleziano

Un premio alla bontà dovrebbe essere dato a chi fa qualcosa che va oltre il normale comportamento che ci si aspetta nel vivere quotidiano: cosa ha fatto di straordinario questa organizzazione che esiste proprio per fare assistenza? e non dimentichiamo che la caritas è un’emanazione della cei, la quale incassa il famigerato 8×1000. Quindi, senza i quattrini dello stato italiano niente assistenza. In pratica hanno premiato qualcuno pagato per fare quello che fa.

Possibile che ad Asso non ci sia nessuno appena un pochino più disinteressato della caritas?

Francesco S.

Ti concedo il premio alla Caritas e la letterina del rettore. Ma la messa in tribunale no, gli atti di culto andrebbero svolti nelle chiese o luoghi non istituzionale.

mafalda

Parolaio
1. Perché celebrare una messa proprio in tribunale? Che senso ha se non segnare il territorio?
2. Sono d’accordo, la canzone si poteva evitare del tutto, le parole dei canti non si cambiano. Ma il sindaco preoccupato di una simile scempiaggine ha mostrato tutto il suo clericalismo.
3. Il problema non è il premio dato alla caritas (chissà quanti concorrenti se lo stavano contendendo! ), ma il premio “bontà”, dal sapore zuccherosamente pretesco.
4. Un rettore non dovrebbe avere come preoccupazione quella di pubblicizzare un culto.

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