Annual Report UAAR 2016

Il nuovo annual report Uaar è sul nostro sito e allegato al numero 110 della rivista L’Ateo, di prossima uscita.

Qui sotto l’editoriale del segretario Stefano Incani che apre il resoconto delle attività associative.

Buona lettura!

 

 

Il 2016 è stato un anno di grandi opportunità e sfide. La società italiana è più secolarizzata e plurale, con il coming out di tantissimi atei e agnostici e il radicamento di culture e religioni diverse in un paese tradizionalmente cattolico. Clericalismo e papolatria sono onnipresenti, ma l’opinione pubblica laica è insofferente. Il confessionalismo, di fronte a fenomeni spiazzanti che rompono una secolare egemonia, si fa più aggressivo con l’imposizione dei crocifissi o l’ossessione verso il “gender”. La situazione internazionale è tesa per la recrudescenza jihadista e la chiusura identitaria e populista nei paesi occidentali. Ma altri segnali fanno sperare in un’Italia migliore: come l’approvazione, dopo tanti anni, della legge sulle unioni civili per le coppie omosessuali.

Anche per l’UAAR ci sono grandi novità. Lo scorso marzo si è svolto il congresso associativo a Parma, con la mia elezione a segretario nazionale dopo i tre mandati di Raffaele Carcano. Mi sento di ringraziarlo per lo straordinario contributo che ha saputo dare. Continuerò il percorso che ha intrapreso, con rinnovato impegno, per arrivare a nuovi traguardi. Nel 2017 l’UAAR festeggerà inoltre i suoi 30 anni: tanti ne sono passati da quando alcuni pionieri, bollati come visionari, hanno sentito la necessità di dare voce ad atei e agnostici. Con tempo e fatica abbiamo fatto molta strada. L’associazione è cresciuta, ormai è un punto di riferimento autorevole tra pochissime realtà nell’opporsi al confessionalismo, nel fornire supporto quotidiano alle persone per rivendicare diritti e laicità, nel promuovere una cultura non religiosa di livello. Contando sull’insostituibile impegno dei nostri attivisti, sempre più iniziative arrivano capillarmente sul territorio e si avviano fruttuose forme di collaborazione con istituzioni e associazioni.

Grazie alla generosità di tanti soci, abbiamo anche le risorse per un ulteriore salto di qualità: nei prossimi mesi sarà inaugurata una nuova sede nazionale a Roma, spaziosa e polifunzionale. Un luogo prestigioso che vogliamo rendere una sorta di “casa della laicità”, aperta a tutti, con biblioteca, conferenze e iniziative che possano contribuire al perseguimento dei nostri obiettivi. Oggi più che mai, di fronte alle incognite del mondo, sentiamo infatti il bisogno di affermare un’alternativa laica, attenta ai diritti civili e al pensiero razionale.

Stefano Incani

Archiviato in: Generale, UAAR

17 commenti

mafalda

Un grazie fortissimo ai pionieri di UAAR, ci vorrebbe un riconoscimento pubblico per il loro coraggio. Oggi le cose sono più facili: persino in Veneto dichiarare il proprio ateismo non crea sospetto, ma spesso interesse. Sono felice di sentire della nuova sede, mandateci le foto!

Gérard

Mi sono spesso posto la domanda se l’ uaar fosse l’ unica associazione che si batte per la laicita in Italia oppure ce ne sono altri e se c’è collaborazione o contatti fra di loro ??

Giorgio Pozzo

Gèrard,

a livello locale, il circolo UAAR di Torino ha sempre avuto contatti e attività comuni con diverse associazioni e comunità laiche. Ti riporto alcuni esempi tra i più significativi per Torino:

L’associazione Adelaide Aglietta

http://www.associazioneaglietta.it/

La Chiesa Valdese

http://www.torinovaldese.org/

La “Giordano Bruno”

http://www.periodicoliberopensiero.it/

Il Centro Studi Calamandrei

http://www.centrostudicalamandrei.it/calamandrei/

e altre che ora non riesco a ritrovare (ho poca connessione, sono fuori casa).

bruno gualerzi

Parlo da simpatizzante e sostenitore UAAR, e mi accollo il compito ingrato (o anche odioso) del grillo parlante.
Dico subito che non metto in discussione l’impegno di UAAR su tanti fronti e gli innegabili successi ottenuti… ma ciò su cui mi sento di eccepire è un altro aspetto, che ritengo di primaria importanza. Cercherò di farla breve entrando subito nel merito. E’ proprio vero che dichiararsi ateo non suscita reazioni improntate a diffidenza? Dipende a che tipo di ateo ci si riferisce. Già la gerarchia ecclesiastica, proprio di fronte a questa disaffezione religiosa si è premurata di distingue tra atei ‘buoni’ e atei ‘cattivi’. Ovviamente coi ‘buoni’ si può dialogare, con i ‘cattivi’ l’unico rapporto, nemmeno tanto velato, è di disprezzo. Ebbene, tra i ‘cattivi’, se non ricordo male, viene esplicitamente citato UAAR, accusato di essere una sorta di setta esclusivamente anticlericale, mossa solo da livore verso la chiesa e il suo operato. Ma non è tanto questo il punto su cui a mio parere (dalla gerarchia non c’era da aspettarsi altro) occorre soffermarsi: il punto è che molti, troppi, CHE SI PROFESSANO ATEI O AGNOSTICI , se non in questi termini, condividono questo giudizio, soprattutto sulla questione dell’anticlericalismo e dell’attacco alla chiesa. Credo che storicamente (storia per altro recente) molto sia da ricondurre alla nota scelta del buon Berlinguer – per convinzione o per convenienza non saprei – di abbandonare l’anticlericalismo perchè espressione di un ateismo vecchio stampo che la sinistra, se vuole stare al passo coi tempi, deve abbandonare. Volendo si può risalire anche più indietro, al famigerato art. 7 di togliattiana memoria… ma forse allora il calcolo politico, per sbagliato che fosse, aveva una maggiore ragion d’essere.
Comunque per venire ai giorni nostri… soprattutto con l’avvento di questo papa… l’espressione “Io sono ateo, ma trovo ciò che dice papa Francesco è assolutamente da condividere, e se la chiesa verrà riformata avendo come modello veramente il Vangelo, la società tutta avrà solo da guadagnare”. Molti opinionisti che si dichiarano laici o non credenti asseriscono addirittura che nel mondo d’oggi l’unica voce in difesa della giustizia e della libertà, è quella che viene dal vaticano. Non so se questo atteggiamento da parte di tanti, tantissimi, che si dichiarano non credenti sia generalizzabile, ma se ci si riferisce alla forze politiche tutte, dall’estrema destra all’estrema sinistra, oltre che a tanti uomini di cultura, lo si può verificare ogni giorno.
Ecco, e io credo che UAAR dovrebbe maggiormente affrontare questa situazione, e non solo mettere l’accento su un’avanzata della secolarizzazione che – qui parlo a titolo personale, ribadendo quanto più volte ho sostenuto sul blog – a me sembra più di superficie che di sostanza. E già che ci sono io credo che UAAR non affronti come dovrebbe la questione del populismo che – anche qui in tema di secolarizzazione – mina alle radici la R di UAAR, trattandosi di atteggiamenti sostanzialmente irrazionali (‘di pancia’, come recentemente è stato non condannato, ma rivendicato) che con la laicità hanno molto poco a che fare. Non naturalmente perchè non ne sia consapevole, ma perchè a me sembra troppo posto in secondo piano
Naturalmente, ringraziamenti e auguri di buon lavoro a UAAR.

mafalda

bruno gualerzi
Dichiararsi ateo a un rappresentante del clero suscita senza dubbio diffidenza e ostilità, almeno per ciò che riguarda la mia esperienza diretta, ma non frequentando questo gruppo di persone, non mi rendo conto di ciò che effettivamente pensano e, a dire la verità, non me ne importa molto. Vero è che le parole e i gesti del papa sono tenuti in grande considerazione dai potenti, che gli permettono una grande visibilità mediatica. Ma mi chiedo: senza la Tv e i giornali che giornalmente ci informano delle sue gesta, questo personaggio sarebbe così importante? Davvero il cattolico medio, specialmente giovane, ha il gesuita come punto di riferimento e ne sentirebbe la mancanza se la tv non lo mostrasse? Il cattolicesimo non è diventato ormai un contenitore di tradizioni e di riti svuotati del loro significato? La politica e l’economia tengono ancora in piedi il baraccone vaticano attraverso elargizioni e tv, oppure il vaticano è ancora così potente da gestire la politica italiana? Io penso che politica e preti vivano in una specie di simbiosi nello sforzo di controllare le comunità anche se contro la secolarizzazione degli italiani c’è ben poco da fare. .. a meno che rivoluzioni al contrario, come la diffusione dell’islam, non portino al panico e alla lotta religiosa. L’unica strada è parlare di laicità nelle scuole, anche se questa parola non appare MAI in programmi, progetti, circolari, indicazioni, ecc.
Non ho ben capito cosa intendi per populismo e UAAR ma spero che vorrai spiegarmelo.

Diocleziano

In realtà la chiesa conta come il re di picche; ma tutti non perdono l’occasione di ripetere il solito meme ”lo ha detto anche papafrancesco…”, a parte la lapalissianità sostanziale della maggior parte dei suoi interventi, mi domando se certi appelli a comportamenti più virtuosi siano così tanto fuori dalla portata dei nostri politici da dover sistematicamente far avallare il richiamo da Sua Banalità. Penso anche che sia in atto una specie di piano di salvataggio reciproco tra politica e chiesa: una sorta di machiavellismo rispolverato che suggerisce di simulare una fede di facciata.

mafalda

Diocleziano
Sono d’accordo, è un salvataggio reciproco: esempio lampante la sindaca baciapile di Roma (non me ne voglia il moderatore per il riferimento politico). Quanto al papa, chi più enigmatico di lui? Mettiamo che sia in buona fede e quando parla di quel suo strano comunismo ci creda davvero e pensi che sia davvero possibile che la chiesa sia utile ai poveracci: è da compatire. E’ invece un furbacchione che si muove da parroco di paese e chiama a gran voce gli extracomunitari in modo da rendere gli italiani ancora più populisti e, come dice Gualerzi, più attaccati alle sottane vaticane? Forse sono entrambe le cose. Sicuramente il fatto di avere due papi e di permettere le dimissioni da papa è una mossa vincente per il vaticano.

Diocleziano

Che dire della penosa iniziativa di mettere a disposizione delle auto per i barboni? Carità pelosa, pur di non farli entrare: in tutta Roma ci sarà pure qualche locale riscaldato annesso a delle chiese o conventi. Io non avrei ricoverato nemmeno un cane in un’auto all’aperto.

Con il miliardo dell’8×1000 fanno tanto… ridere.

mafalda

Sembra che le auto siano per chi rifiuta l’accoglienza negli alloggi, aperti tutto il giorno. Il vaticano ha inoltre fornito sacchi a pelo a chi vuol star fuori. Ma soprattutto sembra che i fondi per tutto ciò vengano dalle offerte per non meglio identificate “pergamene”. Ci rendiamo conto che questi vendono carte magari prestampate con la firma del papa e ci guadagnano, magari tutto in nero? Poi le imprese papali guadagnano le prime pagine…con i soldi delle pergamene.

bruno gualerzi

@ mafalda
“Ma mi chiedo: senza la Tv e i giornali che giornalmente ci informano delle sue gesta, questo personaggio sarebbe così importante?”

Già altre volte si è tirato in ballo questo argomento per dimostrare quanto fasulla sia questa papolatria… e non si tiene nel dovuto conto che proprio la conquista di tanta visibilità attraverso i media è il suo vero punto di forza. In una società dove l’immagine è tutto l’occupazione dei vari quotidiani e tv è il vero capolavoro di Bergoglio, quale che sia il valore effettivo (nullo, a mio parare) delle sue performances. Se i media hanno costruito, e continuano ad alimentare il personaggio (scusa il riferimento personale, ma quando questo papa ha cominciato a conquistare la scena, molti nel blog affermarono che sarebbe durato poco, ciò che personalmente contestavo… e francamente non credo di aver avuto torto) è perchè il personaggio, come si dice, ‘ha sfondato’ presso l’opinione pubblica. Di tutti i tipi, compresi soprattutto – e questo è l’aspetto più sconcertante che mi preme sottolineare – quanti si dichiarano laici o non credenti, convinti – dimenticando tutta la sua storia – che il nuovo papa riformerà finalmente la chiesa, metterà in riga la gerarchia e ‘aprirà’ alla modernità. E poco importa se le chiese sono semivuote e le vocazioni come la partecipazione ai riti religiosi siano in calo: in questo clima di insicurezza e incertezza la chiesa è vista come un punto fermo per tanti, è considerata l’istituzione che dà più affidamento di fronte alla generale crisi dei partiti tradizionali, del tutto indipendentemente dal fatto religioso come tale.

“Non ho ben capito cosa intendi per populismo e UAAR ma spero che vorrai spiegarmelo.”

Considero il populismo (fenomeno che non riguarda certo solo l’Italia, ma sta diffondendosi in tutto il mondo occidentale condizionando la vita politica e culturale di nazioni tra le più ‘avanzate’) la negazione di ogni laicità, col suo fare leva… sfruttando il disorientamento provocato dal venire a galla di tutte le contraddizioni del modello di sviluppo fin qui dominante… su quanto di meno razionale sta condizionando i comportamenti di intere popolazioni. Citavo come, in occasione del recente referendum, si invitava a ‘votare con la pancia più che con la testa’, letteralmente: mi era sembrata una boutade, ma ho poi scoperto che era stato detto con convinzione. E a cosa può portare tutto ciò… basta aprire anche un semplice manuale di storia per rendersene conto.
E veniamo a UAAR. Non dico certo che manchi la consapevolezza di questo pericolo, ma ritengo che, in questa fase… proprio perchè credo che agnosticismo e ateismo, e in generale la laicità, non abbiano alcun senso senza il primato da riconoscere alla ragione… sia proprio la deriva populista ciò che si deve maggiormente denunciare. Forse sbaglio, ma non mi pare che sia questo la principale preoccupazione di UAAR. Come invece a mio parare dovrebbe essere.
In quanto a ‘portare la laicità nelle scuole’ (i veri valori laici, non la semplice disaffezione per le pratiche religiose tradizionali, quando a sostituirle ci sono altri miti già pronti per alienare le giovani menti), in questo clima, la vedo dura. Per esperienza di insegnante in pensione.
Un saluto.

Diocleziano

Ma il populismo non nasce da un abbrutimento della società, al contrario, nasce dalla nausea verso politicanti disonesti e impresentabili; quindi è il contrario di quello che vorrebbero far credere quei ‘personaggetti’ -citando uno di loro- che essi siano l’ultimo baluardo del buono Stato.

Questo papa ha un’età per la quale necessariamente non durerà molto, in ogni caso non è solo un discorso di durata personale ma anche di continuità: dopo l’arcaico GP2 è arrivato il serio Fester16, con i risultati che si sono visti, ora, dopo Banale1 cosa sarebbe più vantaggioso per il vaticano: uno serio o un simpaticone? Penso che chiunque arrivi sarà in una situazione peggiore del suo predecessore, serio o simpatico non potrà continuare il giochino di fingere epocali cambiamenti… e visti gli umori emergenti tra gerontocrati è molto probabile che la banda degli italiani voglia riacchiappare il potere. Scola o Sepe… pensa che bello!

bruno gualerzi

@ Diocleziano
“Ma il populismo non nasce da un abbrutimento della società, al contrario, nasce dalla nausea verso politicanti disonesti e impresentabili;”

Abbrutimento o non abbrutimento resta il fatto che c’è una situazione di crisi generalizzata del mondo occidentale dovuta a tanti fattori cui accenno soltanto (crisi del modello di sviluppo liberistico, incombente pericolo islamico, per quanto riguarda l’Italia soprattutto, problema dell’immigrazione), per cui la ‘nausea verso politicanti disonesti e impresentabili’ più che una causa è un effetto, nel senso che – al di là di disonestà e corruzione, sicuramente diffusi in modo indecente – non si dimostrano in grado di affrontare la situazione. E il populismo (che non è un’invenzione di qualche ‘personaggetto’, ma una costante storica sempre verificabile) consiste esattamente nello sfruttare questa situazione capitalizzando il malcontento traducendolo in consenso politico. Il che non riguarda solo l’Italia, come è facile constatare, e sta investendo tutto il mondo occidentale… dove mi sembra piuttosto esagerato pensare che tutta la classe dirigente sia corrotta e impresentabile. Non sa che pesci pigliare e, o si mette in fila per sfruttare ‘populisticamente’ la situazione, oppure lascia il posto a chi la situazione la sa sfruttare meglio.
E fra questi l’istituzione che DA SEMPRE sa meglio di tutte sfruttare situazioni analoghe è la chiesa il cui attuale reggitore è il massimo populista in circolazione; in concorrenza con gli altri populismi perchè punta su presunti ‘valori’ che una poco incisiva secolarizzazione non ha saputo scalzare sostituendovi i veri valori laici. Da qui la resa incondizionata di tanti sedicenti laici o anche agnostici e atei i quali sul piano politico… certamente, come dici più sopra, stanno mettendo “in atto una specie di piano di salvataggio reciproco tra politica e chiesa”… ma in questo gioco delle parti la chiesa è quella che ne ha sempre tratto il maggior vantaggio. Del resto – per restare in Italia – dimmi chi tra i vari leader politici di qualsiasi orientamento politico non sta lisciando le scarpe al novello sanfrancesco, definendolo addirittura ‘rivoluzionario’? Il quale non solo si guarda bene dal rinunciare all’ovvio (Sua Banalità, come credo proprio tu l’abbia ben definito), ma sa che più banalità racconta più trova credito.
Quindi, non darei proprio per scontato che la chiesa sia in crisi (quanto altri momenti critici ha superato nella sua storia, per ragioni che riguardano la sua doppia natura di potere spirituale e potere temporale… ma questo è un altro discorso)… e in ogni caso non sarà certo il populismo arrembante a metterla in crisi, ma la contrario le sta offrendo la migliore occasione per recuperare terreno.
A questo punto ci sarebbe da affrontare il ‘che fare?’ in chiave atea, ma – per quanto mi riguarda – ho già espresso il mio parere a proposito di UAAR.

bruno gualerzi

Ho appena letto sul sito di Repubblica quanto rilevato da un sondaggio in merito al consenso relativo a personaggi pubblici e istituzioni la cui sintesi è questa:
“In alto, davanti a tutto e a tutti, nella classifica dei soggetti pubblici: Papa Francesco. E le Forze dell’Ordine.”

Personalmente non ho mai apprezzato più di tanto questi sondaggi e credo che debba essere fatta la tara anche a questo… ma l’esito è pur sempre indicativo.
In testa (questo al di là della natura del consenso) Papa Francesco… e poi le Forze dell’Ordine (politici naturalmente all’ultimo posto). Si badi bene, non la Magistratura, ma le Forze dell’Ordine, sulle quali si fa affidamento per, appunto, mettere ordine in una situazione percepita, giustamente, fuori controllo per tante ragioni.
Ora Istituzione Religiosa e Forze dell’ordine insieme costituiscono una miscela esplosiva proprio in termini di populismo. Non credo sia improprio richiamare alla memoria quei Patti Lateranensi in cui potere religioso e potere politico (divenuto tale quest’ultimo sfruttando il malcontento successivo alla IGM) vennero a patti convinti ognuno di trarre vantaggio dalla situazione… e chi ebbe la convinzione più fondata non fu certo il fascismo.
Continuo a chiedermi qual è la posizione di UAAR di fronte a questa situazione. Se la ritene tale prima di tutto, se ne rileva in tal caso la pericolosità, e, sempre in questo caso, cosa ritiene sia meglio fare.

Francesco S.

Visti i tempi, Bruno. Basta pensare ad Anis Amri, il terrorista della Germania, radicalizzato nelle carceri italiane e rimesso in libertà dalla magistratura italiana, scappato a mezza polizia europea e fermato da quella italiana. Io un po’ di fiducia nelle forze dell’ordine italiane ce l’ho.

Qualche giorno fa tornando da Brindisi in treno, dopo l’ennesimo colloquio andato a vuoto, salgono sul treno due persone mediorientali, senza biglietti. Bene la presenza dei due poliziotti saliti in treno mi ha dato molto sollievo, dopo i controlli che hanno fatto, hanno pagato anche il biglietto ai due, faceva freddo, -2 °C.

La fiducia va guadagnata, e proprio per questo che non mi spiego quella che si ripone nella chiesa.

bruno gualerzi

@ Francesco S.
Considerare la fiducia riposta nelle Forze dell’Ordine un segno della sfiducia nelle istituzioni che dovrebbero, in uno stato democratico, garantire in primis la sicurezza dei cittadini (cioè forze politiche e magistratura), non significa muovere appunti alle Forze dell’Ordine nell’esercizio delle loro funzioni (se funzionano, come nei limiti del possibile, pare anche a me)… se mai proprio il contrario perchè significa appunto che invece le altre istituzioni non funzionano come dovrebbero. Credo converrai che in ogni caso le Forze dell’Ordine come tali non riusciranno certo da sole a fermare il terrorismo… mentre è proprio credere in questo che – ripeto, del tutto indipendentemente dalla loro efficacia come tali – le si attribuisce un compito, e quindi un potere, molto pericoloso.
In quanto alla chiesa… opera sicuramente secondo un nostro giudizio in modo esclusivamente demagogico, populistico… ma di fatto riscuote , almeno in Italia, un consenso quasi unanime, quanto meno da parte delle forze politiche a delle istituzioni, per cui, per tanti, per la stragrande maggioranza della popolazione, questa fiducia ‘la merita’.
Il che naturalmente è altrettanto pericoloso… e ancor più pericoloso proprio se associato alla fiducia nelle Forze dell’Ordine nel senso detto.

Diocleziano

Francesco S.

«… Basta pensare ad Anis Amri, il terrorista della Germania, radicalizzato nelle carceri italiane e rimesso in libertà dalla magistratura italiana… »

La magistratura italiana non l’aveva propriamente rimesso in libertà, ma ha dovuto rilasciarlo in seguito alle lungaggini tunisine che, benché fosse stato in galera anche da loro, pare che non sapessero più chi era. Certi paesi sono molto abili nel buttare fuori dalle proprie galere i delinquenti, che poi arrivano qui come migranti: in pratica una nuova forma di esilio. Naturalmente fanno fuoco e fiamme se si ha l’assurda pretesa di rimandarli a casa; anche la Romania è di questi.

Sul consenso alla chiesa bisognerebbe vedere con quale criterio e serietà è stato fatto il sondaggio: se l’80% indica la chiesa come meritevole di fiducia può anche non voler dire che veramente l’80% si fida, ma può voler dire che tra preti e politici scelgono i primi, il che è molto diverso dall’avere una piena fiducia in qualcuno. Da quello che si vede è chiaro che ci sia in atto una campagna per tirare la volata del cavallo bolso, qualcuno ce lo spiegherà?

mafalda

Gualerzi
Il pericolo da te descritto esiste, ultimo sintomo, l’elezione del presidente USA. L’unica cosa che potrebbe fare l’UAAR, a mio parere, è l’impegno diretto di alcuni dei suoi rappresentanti nei luoghi che contano, ma l’associazione deve restare neutrale dal punto di vista politico. Sulla famosa R ci sarebbe parecchio da studiare e da fare.

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