In generale l’argomento del fine-vita è spaventosamente serio per ognuno di noi ed è di quegli argomenti che non possono, proprio per le loro peculiarità, stimolare la distensione in coloro che ancora oggi si pongono domande anche intime e personali, sulla sua complessità e sulle eventuali scelte che ne derivano di conseguenza. A maggior ragione questo argomento non può portare a un completo rilassamento proprio adesso che la fase politica nella quale viviamo sembra ancora eccessivamente agitata e ancora appesantita da sterili conflitti tra gruppi per poter compiere il salto finale, riconoscere, e finalmente normare, il diritto all’autodeterminazione del singolo e le decisioni anticipate sui trattamenti sanitari dei cittadini italiani. In gergo “politichese” italico moderno, quando come oggetto di discussione si presentano i cosiddetti temi etici, l’aggettivo altamente inflazionato che riassume e definisce in un solo vocabolo la situazione è la parola “divisivo”.
Perché divisivo? Quali sono i reali motivi di tali divisioni politiche nel travagliato percorso che li dovrebbe portare a emanare delle “norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari”? Ce lo chiediamo da decenni ormai, e a ragion veduta dal momento che siamo stati i promotori, insieme ad altre realtà e associazioni nel comitato “Eutanasia Legale”, di quella legge di iniziativa popolare che aveva l’obiettivo di dare regole non solo per l’eutanasia ma anche evidentemente per le cosiddette DAT (dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario). In questi giorni, alla gradita e attesa notizia dell’approdo in Parlamento del testo di legge unificato sul consenso informato e sulle DAT che verrà discusso il 31 gennaio prossimo, testo peraltro definito “mite” o “equilibrato” dagli stessi addetti ai lavori dopo la discussione di ben sedici proposte di legge in Commissione Affari Sociali sulla materia, è arrivata anche la sgradevole notizia che sono circa 3300 gli emendamenti presentati a quel testo.
Inutile sottolineare che con una tale mole di emendamenti siamo ben oltre i confini della politica che si “divide” e pienamente nel territorio dell’ostruzionismo di maniera. Utile invece registrare che la quasi totalità di questi emendamenti sono stati presentati dai soli due gruppi Area Popolare e Lega Nord. Se ormai non stupisce più nessuno l’atteggiamento dei primi che si sono sempre distinti per il loro clericalismo viscerale finalizzato ad affossare qualsivoglia legge sulle DAT come fu nelle precedenti legislature, è quello della Lega Nord che lascia quasi perplessi. Intendiamoci; sarebbe comprensibile la strategia politica di voler mettere in difficoltà i partiti di maggioranza e il Governo in generale, ma null’altro oltre questo dal momento che il gruppo in questione dimostra di andare in direzione sostanzialmente contraria perfino rispetto alle sensibilità dei propri simpatizzanti. In un sondaggio condotto da Demos nel 2011 ben il 76% del suo elettorato è favorevole non solo alle DAT ma addirittura all’eutanasia. Tre elettori della Lega Nord su quattro, tanto per fornire la misura. Tant’è.
Ancora e nonostante le scaramucce politiche alle quali gli italiani sembrano aver fatto il callo, la stramberia elevata a proporzioni istituzionali della quale si dovrebbe doverosamente essere edotti per affrontare non solo l’argomento del diritto all’autodeterminazione e quello nel merito della stessa legge, ma anche la conseguente dinamica politica tendente al divisivo e all’ostruzionistico, è quella della manifesta mancanza di completa sovranità del nostro Stato sui cosiddetti temi “etici”, ostinatamente e perennemente soggetti a intromissioni e sabotaggi da parte della solita teocrazia che insiste sulla nostra politica. Su questa legge come su altre relative a temi etici o comunque sensibili ai desiderata della CEI, che già sussurra alle orecchie delle sue pedine in Parlamento l’introduzione dell’obiezione di coscienza dei medici alle DAT, per troppo tempo abbiamo assistito a numerosi rinvii, tante tiritere ideologiche e tanti ostacoli, per dare delle semplici regole a quel principio di autodeterminazione già pienamente riscontrabile al secondo comma dell’art. 32 della nostra Costituzione. “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana” sono frasi che forniscono già da sole il diritto e quindi la facoltà di ogni individuo di decidere in piena coscienza e libertà, se e come farsi curare, o meno.
A sostegno di questo principio, nella nostra Carta è fissato anche il principio secondo il quale “la libertà personale è inviolabile” (art. 13). Ovvero, in assenza di un atto motivato dall’autorità giudiziaria, essere costretti a determinati trattamenti sanitari contro la propria volontà e senza il proprio consenso è certamente una violazione di quel principio. Si tenga conto che entrambi gli articoli della nostra Costituzione sono nati dopo la tragedia dei campi di concentramento e degli esperimenti eugenetici nazisti. Non stupisce di certo che i nostri padri costituenti abbiano voluto inserire articoli di questo tenore nella Costituzione, proprio a tutela della integrità fisica, della salvaguardia della salute e della libertà personale di ogni individuo. Occorre inoltre tenere presente che già nel 1978, la legge che istituiva nientemeno che il Servizio Sanitario Nazionale, all’art. 33 ribadiva che i trattamenti sanitari sono di norma volontari e comunque devono sempre tenere conto del rispetto per la dignità e per i diritti civili e politici della persona, anche quando obbligatori.
A rincarare la dose su questa panoramica di assetti legislativi che si stanno sostanzialmente ignorando da decenni o si stanno contrastando per ideologia, credo religioso, strategia politica e interessi di bottega partitici vari, diventa imprescindibile da parte nostra spendere qualche parola sul “consenso informato” che ci si propone di normare con la legge in oggetto di imminente discussione. Sufficiente è richiamare la cosiddetta Convenzione di Oviedo ratificata dall’Italia nel 2001, la quale stabilisce al suo art. 5 che “un trattamento sanitario può essere praticato solo se la persona interessata abbia prestato il proprio consenso libero e informato” e che “La persona interessata può, in qualsiasi momento, revocare liberamente il proprio consenso”. Un importante norma questa, che dispone il consenso informato e lo erige a vero e proprio diritto fondamentale dei cittadini europei tutti, sottolineandone la piena libertà di revocarlo.
Dunque su manovre politiche ostruzionistiche o ulteriormente divisive che raggiungono simili livelli di fronte all’esigenza reale e spesso tragica di cittadini che auspicano da anni di poter accedere a strumenti che consentano loro di scegliere liberamente se iniziare, proseguire o interrompere le proprie cure, non possiamo che nutrirne una pessima opinione. Come sia stato possibile non essere riusciti per decenni a fornire quei mezzi, quegli strumenti e quelle semplici regole anche “miti” o “equilibrate” a sostegno di questo effettivo diritto all’autodeterminazione individuale nei trattamenti sanitari, è un fatto che provoca sconcerto collettivo, sdegno e dovrebbe quantomeno ricoprire con uno spesso velo di vergogna l’intera classe dirigente italiana che non se ne è mai realmente curata. Almeno fino a questo momento, auspicando che a fine mese in Parlamento prevarrà il buonsenso e la ragione da parte di tutti, e aspettando (ancora) l’autodeterminazione e la libertà di scelta.
Paul Manoni
Mi piace pensare, almeno per me è certamente così, che ci siamo stancati di commentare le insopportabili cialtronerie dei nostri politici.
Mi dispiace, e lo dico col cuore, per l’impegno dell’amico Paul.
«… ci siamo stancati di commentare le insopportabili cialtronerie dei nostri politici…»
Anch’io a volte sono sfiorato da questo pensiero.
Ma come disse il filosofo: ‘Turiamoci il naso e commentiamo!’.
Non possiamo dargliela vinta così facilmente.
Penso però che ci siano altre cause al diradamento dei partecipanti: parlarne?
Per evitare ‘buchi’, tra una discussione e quella successiva, si potrebbe inserire
uno spazio di discussione spontanea sui temi della laicità/ateismo (volgarmente
chiamati OT) vista la diffusa e naturale inclinazione.
“Penso però che ci siano altre cause al diradamento dei partecipanti: parlarne?”
Non trovo il post dove ne avevamo discusso, ma credo che il progressivo abbandono del blog da parte di molti sia da far risalire al luglio 2013, quando da Ultimissime si passò a A ragion veduta, quando la redazione scelse i social network per la diffusione delle notizie, e il blog per gli approfondimenti. Mi sembra di ricordare che si fosse prevista la disaffezione, e che forse in qualche modo si era detto che fosse auspicata dalla redazione – del resto non è nemmeno facile gestire un blog spesso indisciplinato!
A me i social non piacciono – troppa gente e troppi commenti insulsi – per cui il blog di Uaar, con tutti i limiti e gli aspetti negativi che un luogo accessibile a tutti comporta – mi era più congeniale, e certi interventi meritavano sul serio, che fossero una riflessione profonda o una battuta fulminante.
Dando un’occhiata all’archivio, in dicembre 2014 sono stati postati 19 articoli, un anno dopo 14, e il dicembre scorso 7.
Sandra,
” ….. i social network per la diffusione delle notizie, e il blog per gli approfondimenti …” tu dici …..
Il problema è proprio l’approfondimento, soprattutto di quali temi.
Sempre più son le solite (stucchevoli e a volte del tutto cosiddette) clericalate, con notizie obiettivamente irrilevanti.
Come ho già detto tante altre volte, io trovo questo blog completamente avvitato sull’unico tema dell’ateismo, tema che però non trova il modo di svilupparsi in discussioni un po’ più elevate delle solite clericalate.
Aprire gli orizzonti e parlare anche di altro riporterebbe molti commentatori penso.
Tantopiù che gli argomenti “pesanti” non mancano; ad esempio questo, con tutte le implicazioni e le riflessioni ad esempio sull’omertà che caratterizza TUTTI i gruppi, grandi o piccoli, di destra o di sinistra che siano:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/16/stupro-di-gruppo-nel-centro-antifascista-di-parma-dopo-sei-anni-un-gruppo-di-ragazze-squarcia-il-silenzio-con-un-post/3264603/
Sandra,
grazie per i chiarimenti, io non ne sapevo proprio niente perché i ‘social’ per me sono terra incognita, mai entrato. Il calo drastico l’avevo notato nel settembre scorso. Vabbè, mi dedicherò al bricolage.
Direi che entrambi i fattori hanno contribuito. A leggere certe clericalate mi cadono le braccia. Quando i media continuano a rompere le b.alle con il campanile che è crollato dopo il nuovo sciame sismico ci si rende conto del livello a cui siamo. FB ha perso il suo appeal, almeno per me. Ci entro molto raramente. E dopo anni passati a dibattere con quelli che Eco ha saggiamente definito idioti, la voglia è diminuita maggiormente. Per quel che mi riguarda, penso che ritornare all’utilizzo di blog e forum sia auspicabile. Magari usare i social solo come reminder per le nuove news.
Io il grosso calo l’ho notato all’indomani del cambiamento per il quale ci si doveva registrare per commentare e si doveva accedere, invece che entrare e semplicemente scrivere. Si è così verificata una selezione “naturale” tra chi aveva veramente qualcosa da dire e chi invece era un commentatore “seriale” che oltretutto sparava boutade più o meno insensate. Non ci vedo nulla di male, al limite non capisco perché sia bastato così poco e in così poco tempo; è anche vero che si sono persi alcuni casi diametralmente opposti ai due che ho elencato (commentatori seri & assidui/frivoli & sparuti), ma tant’è, nulla è perfetto e chi avrà tempo & voglia di dire qualcosa potrà tornare a farlo.
P.s.: per chi trova il blog troppo “avvitato” sul tema clericalate e addirittura pretese, chiedo di spiegare come considera un totale di oltre 35000€ (arrotondato per difetto) versati per feste & ricorrenze religiose a enti religiosi da parte di un comune di cui non ho mai sentito dire che liquidi ne avesse in sovrappiù, e che la notizia dello stupro di gruppo a Parma, per quanto orribile, non c’entra coi temi usuali del blog, se non per ribadire che certi comportamenti sono figli degeneri di determinati schemi mentali e culturali. Ma l’importante è fare finta di niente, e concentrarsi sull’accaduto chiedendosi perché sia accaduto & facendo orecchie da mercante quando ci si avvicina a certe realtà. Complimenti.
@dissection
Non so, io un certo calo l’avevo notato anche prima. Non essendo iscritto, non so se l’associazione gestisce una newsletter, ma so che per ogni blog è fondamentale, in modo da tenere vivo l’interesse e comunicare gli aggiornamenti. Ma se i contenuti sono di meno, inevitabilmente dimuniscono i commenti. le visite potrebbero esserci lo stesso, ma non si traducono in interventi sul blog. FB è presente come app sugli smartphone e tutti ce l’hano a portata di mano, ma per me è diventato una bolgia.
Premetto che io personalmente non mi sono affatto disaffezionato al blog, e se passo dei periodi di latitanza ciò è dovuto solamente alla mancanza di tempo materiale, o di connettività.
Come seconda premessa, vorrei sottolineare che l’argomento particolare di questa pagina è piuttosto vasto, e non permette (purtroppo forse) la scrittura di commenti o considerazioni brevi e succinte.
Detto questo, in un tentativo di essere breve, vorrei sottolineare come uno dei punti dolenti del problema sia l’apparente eticità degli argomenti portati avanti dai detrattori di questi diritti. Il loro argomento principe, che ad una appena attenta analisi fa acqua da tutte le parti, ma che ad una considerazione superficiale sembrerebbe moralmente corretto, è che quello che al cittadino appare come sopruso, in realtà è parte della deontologia medica. Secondo questi signori (si fa per dire), la missione del medico sarebbe quella di salvaguardare la vita del paziente ad ogni costo. Detto così, appunto, quello che sembra essere un sano principio (a parte che non è affatto consono al giuramento di Ippocrate, ma lasciamo perdere) deve invece essere analizzato con un minimo di (non direi buon senso) logica. “Ad ogni costo” non significa affatto contro la volontà stessa del paziente.
Ancora una volta, vogliono partire da un dogma e su di esso costruire tutta un’impalcatura che traballa perchè incoerente. La cosa mi ricorda molto da vicino Asimov, e i suoi racconti della robotica: i robot, essendo obbligati a seguire in maniera dogmatica le tre Leggi, agivano in modo da difendere gli umani anche da sè stessi. Capitava quindi che un robot fosse costretto, come la pseudo-deontologia medica di cui sopra, a fare un torto a un essere umano solo per seguire alla lettera il dogma sulla protezione degli esseri umani.
Insomma, io nel ragionamento dogmatico-medico qui ci vedo una contraddizione di fondo: contraddizione che -secondo me- sparirebbe come neve al sole se si considerasse invece il principio medico di “ridurre al minimo le sofferenze”, e non di “salvaguardare la vita”.
Scusate, non sono riuscito ad essere breve….
” ben il 76% del suo elettorato è favorevole non solo alle DAT ma addirittura all’eutanasia. Tre elettori della Lega Nord su quattro, tanto per fornire la misura. Tant’è. ”
Insomma, questo dimostra che la gente in questo paese vota come si vota per la squadra del cuore …
Anni fa, la Lega voleva la scissione vera e propria dell’ Italia . Vi ricordate ” Roma ladrona ” e ” Niente soldi ai terroni ” senza parlare degli matrimoni ” celtici ” ?
Sembra essere diventato un partito che non ha piu niente di comune con le sue origine . Eppure la gente lo vota ugualmente (!!!??)
( Ma lo stesso discorso potrebbe essere valido anche per il PD ! )
La lega si sta ormai caratterizzando per un partito che utilizza il cattolicesimo per i propri fini identitari e non. La chiesa cattolica ovviamente incassa facendo fare il lavoro sporco agli altri. Pensa al fascismo prima contrario alla chiesa poi diventatone il difensore e benefattore per i propri fini e la chiesa ha intascato perseguendo i propri.
La bioetica è politica, ma bisogna nascondere i fini politici ed economici con motivazioni apparentemente “più nobili”.
Pensa anche alla sua posizione visceralmente anti-immigrati, mentre difende il cattolicesimo identitario. Il fatto che faccia successo è legato alla contradditorietà stessa di molti italiani.
Dissection,
hai fornito un altro motivo che spiega l’abbandono di molti e la perdita di interesse per un confronto: la spiccata inclinazione all’aggressività, a volte collerica, di “voi” fedelissimi.
Comunque sia, la MIA opinione è che qui, come in tutti i gruppi più o meno chiusi, tendete a dividere il mondo in buoni e cattivi, dove i buoni siete voi e i cattivi tutti gli altri, dove solo voi siete aperti, non omertosi, progressisti, ecc; dite che nessuno ha diritto di offendersi e che si rispettano solo le opinioni giuste (per voi ovviamente) e che tutto ciò che non è dimostrabile non esiste, ecc.
Venendo qui si ha l’impressione 1) intanto che tutto quello che succede non importi 2) e che importi solo o soprattutto il fatto di essere atei. Una dimostrazione: perchè il sito si prende la briga di fare un lungo elenco in ordine alfabetico di atei illustri e tra questi atei illustri (tristemente illustri) compare anche Benito Mussolini? Si può pensare che il fatto di essere ateo ti salvi da qualsiasi altro giudizio.
No. Non sono stato per nulla aggressivo, e questo tuo è solo un altro caso della vostra abitudine a ritenere la vostra etica come l’unica possibile e perciò intoccabile. Il fatto che facendovelo notare vi mettete subito sulla difensiva (vittimismo?) è forse più eloquente di tanti giri di parole. O a voi non vi si può dir niente? E tu saresti agnostica? Per favore…
E comunque, sono impressioni tue, con tutto ciò che ne consegue, e soprattutto NON ne consegue.
@E.n.g.y
Hai una concezione tutta tua della violenza.
http://www.treccani.it/vocabolario/violenza/
Il blog sarebbe monotematico? Esattamente come quello di chi ha scritto l’articolo sullo stupro – che nulla ha a che vedere con le tematiche di questo blog – impostato prevalentemente su femminismo, diritti civili, diritti delle donne, identità di genere. Come qui si parla di laicità in primis, ateismo, diritti civili, diritti delle donne, identità di genere.
Il problema non sono gli argomenti che tanto ti orripilano, visto che su FB ci sono ben più commentatori. E non mi sembra che tu ti sia fatta troppi problemi a linkare post di blog pontificanti. Il problema non è che si pontifichi, ma che non si pontifichi come piace a te. Quindi, il problema non è che non si vuole il confronto, qui, è che non lo vuoi tu. Guai a spostarti dalle tue idee o ad argomentarle senza ipse dixit.
La lista? Hai risposto tu stessa specificando con “tristemente”.
Comunque, la soluzione è semplice. Non leggere.
dissection,
quando io utilizzo il “voi”, mi preoccupo di inserire le virgolette (almeno in prima battuta, poi, proseguendo nel discorso, evito di metterle sempre perchè mi pare superfluo).
Ti assicuro che il “voi” utilizzato per…. voi, ha una sua ragion d’essere abbastanza evidente, mentre se l’utilizzi con me per indicare secondo te una mia appartenenza alla Chiesa cattolica e un mio asservimento alla stessa, sei (in malafede e ) totalmente fuori strada.
Comunque certo che sto esprimendo opinioni mie, cosa dovrei esprimere sennò? Le tue?
Non ti accorgi che con le tue reazioni non fai che confermare le mie critiche?