La Chiesa pagherà l’Imu? Lo speriamo bene

«Apprendiamo con piacere dalla stampa di oggi che da parte delle autorità ecclesiastiche ci sarebbe l’impegno formale a definire la questione del pagamento dell’Imu al Comune di Roma: ne siamo lieti e speriamo che dalle parole si passi ai fatti».

Commenta così Stefano Incani, segretario dell’Uaar, l’annuncio degli assessori Andrea Manzillo e Adriano Meloni relativo agli esiti dell’incontro tra la sindaca Raggi e il papa in merito alla questione del pagamento delle tasse sugli immobili della Chiesa che hanno finalità non esclusivamente religiosa.

Si tratta di una questione annosa. Nel 2012, per esempio, la Commissione europea, pur riconoscendo che tale privilegio fosse un aiuto di stato e una distorsione della concorrenza in violazione alle norme europee, ha dichiarato che l’Italia non avrebbe dovuto recuperare queste cifre perché “oggettivamente impossibile” stabilire quanta parte degli immobili dovesse essere considerata commerciale. «Una decisione allucinante — prosegue Incani — contro la quale l’Uaar sin da subito aveva protestato, scrivendo al vice-presidente della Commissione europea Joaquin Almunia».

«D’altronde di debiti verso il Comune di Roma, il Vaticano ne vanta parecchi», ha detto ancora il segretario dell’Uaar: «E non solo monetari. Basti pensare ai disagi causati dai grandi eventi come la canonizzazione di Teresa di Calcutta o di Giovanni Paolo II… O allo stesso Giubileo che alla fine si è rivelato un flop…».

«Il giro d’affari del mancato pagamento Imu, secondo quanto dichiarato dalla sindaca in campagna elettorale, si aggirerebbe sui 400 milioni di euro. Una cifra che alle casse del Comune farebbe proprio comodo. Speriamo quindi — conclude Incani — che non si tratti solo di un titolone da prima pagina senza conseguenze».

Comunicato stampa Uaar

13 commenti

RobertoV

Non mi esalterei per una promessa del papa. Verba volant ….
Facciò, però, notare la classica confusione di ruoli. Quando si parla di chiesa cattolica spesso si è stati redarguiti perchè si confonderebbero i ruoli. Vaticano, Santa sede e chiesa cattolica italiana. Ed in effetti a seconda della convenienza la chiesa utilizza la veste più adatta.
A rigore le tasse al comune di Roma le dovrebbe pagare la chiesa cattolica italiana a meno che le strutture non godano dell’extraterritorialità e siano del Vaticano. Ed i il Vaticano, come stato, non avrebbe neanche la disponibilità economica per pagarle. Quindi formalmente dovrebbero parlare con Bagnasco non col papa: lui può promettere quello che vuole, formalmente inadempiente è la chiesa cattolica italiana. Così come quando il presidente Napolitano si incontrava col papa per le tasse all’Italia formalmente non era lui l’interlocutore. Il solito gioco delle tre carte e scarico di responsabilità … Certo pensare che un rappresentante dello stato italiano, anzi proprio della capitale, debba dipendere dalla benevolenza dell’imperatore e dalla sua disponibilità a pagare le tasse. Se le tasse sono dovute lo stato italiano deve procedere con gli evasori come per tutti gli altri, non aspettare se vogliono o meno pagarle. Solito stato succube della chiesa.

mafalda

Astute manovre con cui si aiutano a vicenda nei momenti di difficoltà. Il papa è disponibile: significa che adesso ci deve pensare minimo un dieci anni per decidere.

dissection

Esatto: nel frattempo, può benissimo riuscire a crepare, visto che non ha più vent’anni ormai da un bel pezzo. Il successivo, naturalmente, ci impiegherà minimo dieci anni a pensarci, and so on.
La chiesa pagherà l’IMU? Sì, come ha sempre pagato tutto il resto…

VHEMT

“La chiesa pagherò l’IMU?” Ma via! non le facciamo le domande stupide che ci facciamo ridere dietro!!!

Manlio Padovan

Non per nulla tra i 7 vizi capitali, o peccati capitali, non c’è l’ipocrisia che tutto aggiusta.

VHEMT

Spiace dirlo, ma in questo blog sta avvenendo quello che avviene in molti altri blog (sopratutto cattolici): non c’è più dibattito, non c’è più scontro di opinioni. Prima comparivano dei cattolici, come parolaio ed altri, con cui si dibatteva, ci si arrabbiava. Ora compaiono solo persone che sono più meno tutte d’accordo fra loro. Che forse la formula del blog, in generale, stia tramontando?

gmd85

@Vhemt

Non è la formula in generale ad avere problemi. Ci sono blog seguitissimi. Non so quante siano le visite, qui, ma sicuramente non si traducono in commenti come prima. Penso che un po’di scoramento nel leggere le solite porcate ci sia. In più, si commenta più facilmente su FB. Personalmente, preferisco il blog.

Diocleziano

Infatti il resuscitato blog dei nostri cuginetti è più vispo che mai: leggendolo qua e là direi che sono in prevalenza atei… il che è tutto dire. E anche il fatto che ogni giorno viene inserita una discussione nuova fa la differenza. È pur vero che quelle discussioni siano molto pilotate all’indottrinamento.

mafalda

Whemt
Sinceramente se la discussione con un cattolico deve sfociare in arrabbiature se non in veri e propri insulti, m’interessa poco. Il fatto è che con parecchi credenti si può dialogare solo se rimani a filosofeggiare sui massimi sistemi teologici, senza mandarli in crisi; se appena gli mostri il lato assurdo, se non ridicolo, di certe credenze, si sentono offesi. A me il blog piace ma amerei la discussione anche con degli “atei devoti”, per sapere ad esempio come giustificano certe clericalate, come quelle sopra, senza sentirsi a un tempo sdegnati e stanchi.

dissection

Purtroppo, ho paura che abbia ragione mafalda. I cattolici che venivano qui non cercavano dialogo aperto & critica costruttiva, bensì imposizione di etica di parte & critica unilaterale nel senso di pretesa di essere sempre e comunque nel giusto solo perché in quanto credenti/ religiosi / cattolici o tutte queste cose insieme. Non molto utile, da un punto di vista del tipo che propone Vhemt. Se poi si aggiungono i tentativi di giustificare l’ingiustificabile, tipo fare l’apologia di vescovi che difendono preti pedofili con le arrampicate sugli specchi più improbabili, ecco perché non ne sento molto la mancanza, almeno da parte mia ma non penso di essere l’unico…

Gérard

Mafalda…
Ateo devoto, forse lo saro stato per anni in quanto frequentavo prelati romani . Avevo considerazione per loro in quanto le ritenevo persone colte, religiose nel senso ” avere un senso dello Spirituale ” , Poi piano piano ho visto molte cose dietro le quinte del Vaticano e da quel momento sono diventato criticissimo dell’ istituzione Chiesa ….

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