A volte i pregiudizi sono talmente radicati e talmente viscerali da manifestarsi in modo sorprendente, inaspettato. È il caso della recente polemica scoppiata all’interno del Consiglio regionale della Lombardia, per via della proiezione dell’opera prima di Veronica Pivetti all’istituto superiore Cavalieri di Milano. La pellicola, intitolata “Né Giulietta né Romeo”, descrive le difficoltà incontrate da un giovane omosessuale a seguito del suo coming-out. Un’opera socialmente impegnata quindi, valorizzata dai patrocini dell’Unicef e di Amnesty International, proiettata a scuola con la presenza di Pivetti allo scopo di aprire un dibattito sul bullismo, in particolare su quello di matrice omofoba.
Tutt’altro per il capogruppo della Lega al Pirellone, Massimiliano Romeo, che non esita a definirla «pura propaganda Lgbt». E non si è trattato di un impeto del momento, no, perché Romeo ha presentato un’interrogazione in Consiglio per contrastare eventuali repliche dell’iniziativa. Deve averci riflettuto bene Romeo. Non al punto però da ricordarsi che uno degli scopi della scuola è proprio quello di arginare il disagio sociale, di essere forza coesiva tra le mille sfaccettature della realtà quotidiana. Non è solo istruzione, è anche e soprattutto educazione. Come ammette anche il vice presidente del Consiglio lombardo Fabrizio Cecchetti, compagno di partito di Romeo, che infatti non ha sottoscritto e ha anzi criticato l’interrogazione.
All’interrogazione ha risposto l’assessore all’istruzione Valentina Aprea (Fi), non smorzando le preoccupazioni di Romeo bensì addebitando la responsabilità al Comune di Milano che insieme all’Unar ha patrocinato l’iniziativa. Già, l’Unar; poteva Romeo esimersi dal fare riferimento all’inchiesta della trasmissione Le Iene che dipingeva l’Unar come sponsor della prostituzione gay? Naturalmente no, l’occasione era ghiotta e gli argomenti chiaramente scarseggiavano, quindi un uomo di paglia era proprio quello che serviva. Almeno secondo Romeo, perché in realtà così facendo non è risalito neanche di un millimetro. Anzi.
Massimo Maiurana