Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
Per cercare di arginare il diffuso problema dell’obiezione di coscienza negli ospedali, che limita la possibilità di autodeterminazione delle donne, la Regione Lazio ha avviato un bando di concorso per l’assunzione di 2 medici all’ospedale San Camillo-Forlanini disposti, anche ad effettuare interruzioni di gravidanza. L’iniziativa, fortemente sostenuta dal presidente regionale Nicola Zingaretti, ha fatto scatenato polemiche da parte dei clericali: in particolare per la Conferenza episcopale ha attaccato parlando di iniziativa che “snatura l’impianto della legge 194”. La Regione ha chiarito che non sussiste alcuna forma di iniquità poiché il decreto in questione, il n. 227 del 6 giugno 2015, non escludeva gli obiettori di coscienza ma specificava tutte le prestazioni assistenziali richieste per l’erogazione del servizio, compreso l’aborto. Tanto che i ministeri della Salute e dell’Economia non avevano mosso rilievi. Da parte cattolica non sono mancate prese di posizione a favore dell’iniziativa di Zingaretti, come quella di Rosy Bindi.
L’assunzione di medici non obiettori per mansioni specifiche riguardanti temi sensibili potrebbe avere ulteriore diffusione. Anche un centro di procreazione medicalmente assistita a Trecenta (RO) ha chiesto e ottenuto dalla Asl di poter assumere 2 biologhe stabilendo la condizione di non potersi avvalere dell’obiezione di coscienza, “in quanto la prestazione lavorativa diverrebbe oggettivamente inesigibile”. Un modo per tutelarsi da carenze di personale e successivi ripensamenti tali da ostacolare l’erogazione di un servizio (eventualità accaduta proprio nel 2015). Il governatore della Regione Veneto Luca Zaia (Lega Nord) ha difeso l’impostazione, poiché “se si vuol essere assunti per fare quel servizio l’obiezione è un controsenso”, dato che è compreso nei Livelli Essenziali di Assistenza.
Se diverse amministrazioni clericali si attivano per imporre il crocifisso negli uffici pubblici (come avvenuto di recente a Cordenons in provincia di Pordenone), alcuni Comuni resistono alla marcatura coatta del territorio in senso religioso. Come avviene a Desio (MB), dove Forza Italia vorrebbe costringere l’amministrazione ad acquistare i simboli religiosi cattolici da posizionare nelle aule delle scuole materne e punta a discutere una mozione. La segreteria generale ha contestato però il fatto che vi sia un esplicito obbligo in tal senso, come sostenuto dai consiglieri forzisti, poiché le disposizioni sull’arredo scolastico cui questi fanno riferimento risalgono agli anni Venti. Durante il fascismo veniva infatti richiesto il posizionamento, in ogni aula, del ritratto del re e del crocifisso.
Un pronunciamento rilevante per le coppie omosessuali arriva dalla Cassazione, che ha convalidato la trascrizione in Italia di un matrimonio in Francia tra due donne, di cui una italiana. Vengono così riconosciute per la prima volta anche nel nostro paese le nozze gay celebrate all’estero. Il Comune di Santo Stefano del Sole (AV), dove risiede una delle donne che ha chiesto di trascrivere le nozze presso il locale ufficio di stato civile, aveva presentato ricorso contro la sentenza, emessa nel luglio del 2015, della Corte d’appello di Napoli con cui veniva ordinata la trascrizione. L’amministrazione ostruzionista è stata multata per 6 mila euro.
Altra importante sentenza dalla Corte d’appello di Trento, che ha sancito il diritto alla genitorialità di una coppia omosessuale. Il caso è quello di due gemelli, concepiti mediante procreazione assistita da una donna che si è prestata alla maternità surrogata: i bambini sono stati riconosciuti come figli di entrambi i partner anche in Italia, come già avvenuto in precedenza all’estero. Secondo la corte, non può sussistere un “modello di genitorialità esclusivamente fondato sul legame biologico” e “deve essere considerata l’importanza assunta a livello normativo dal concetto di responsabilità genitoriale che si manifesta nella consapevole decisione di allevare ed accudire il nato”.
Prosegue a febbraio, seppure con lentezza, l’iter della proposta di legge sul testamento biologico. Il tema è tornato all’attenzione dell’opinione pubblica, già da anni più favorevole all’autodeterminazione, con il suicidio assistito in Svizzera di Fabiano Antoniani. Il giovane, soprannominato dj Fabo, prima di morire ha lasciato uno straziante messaggio in cui ringraziava l’esponente radicale Marco Cappato per averlo accompagnato presso la clinica Dignitas e criticava il lassismo delle istituzioni italiane: “Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l’aiuto del mio Stato”. In Parlamento una maggioranza trasversale composta da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana difende il testo dai tentativi di stravolgimento clericali. Sono stati respinti diversi emendamenti che puntavano a limitare la possibilità di rinunciare a idratazione ed alimentazione artificiale in un senso che avrebbe fortemente intaccato l’autodeterminazione del paziente.
La redazione