Vessazioni e ostacoli ai diritti delle donne: soluzioni in vista?

Seppur in balia delle incertezze politiche del periodo, sembra che in Parlamento vi sia l’intenzione di riportare, a livello nazionale, le iniziative prese dalla regione Lazio per arginare il problema del pericoloso numero di obiettori di coscienza alla legge 194/78. Soluzioni a un problema critico che peraltro stanno sempre più prendendo corpo in alcune regioni italiane, e stanno incassando la disponibilità di diversi assessori in altre. Tanti buoni propositi malgrado le intromissioni, gli anatemi e i dogmi religiosi, che la Chiesa Cattolica ripropone con immancabile fervore, ogni volta che nel nostro paese viene affrontato l’argomento.

Alla Camera dei Deputati, prima firmataria l’On. Ricciatti, una trentina di deputati afferenti a gruppi politici di sinistra (Art. 1 MDP, SEL-SI-Possibile, PD) hanno presentato una proposta di legge che mira sostanzialmente a regolare l’obiezione di coscienza alle inter­ru­zioni volontarie di gravidanza. La proposta attribuirebbe ai medici che non si dichiarano obiettori punteggi più alti nelle graduatorie dei concorsi e introdurrebbe il loro trasferimento qualora dopo il concorso vinto e l’assunzione, sollevassero l’obiezione di coscienza. Tutto femminile è invece il disegno di legge presentato da alcune Senatrici del PD, che punta direttamente a modificare la legge 194/78 (art. 9), fissando al 50% il limite massimo del personale sanitario obiettore di coscienza per ogni struttura.

Se da un lato possiamo rilevare come questi provvedimenti, dopo varie condanne del nostro paese, arrivano finalmente con l’idea di arginare lo sfacciato numero di obiettori di coscienza nei nostri ospedali, dall’altro non possiamo fare a meno di notare come nelle regioni più accomodanti con il lobbismo ciellino e con il clericalismo in generale vi sia una precisa volontà di vessare le donne e ostacolarle in qualsiasi modo nell’accesso ai loro diritti riproduttivi.

aborto-diritto

Prendiamo come esempio le sole notizie giunte in questo periodo dalla regione Lombardia. Totale la mancata applicazione della legge 194/78 in molti ospedali del suo territorio e grotteschi gli inviti di alcuni direttori sanitari di queste strutture pubbliche a rivolgersi altrove, costringendo le donne a spostarsi perfino fuori regione. Quasi quattordicimila le interruzioni volontarie di gravidanza richieste in Lombardia nel 2016, ma solo il 6,6% eseguite attraverso il ricorso alla RU486, in quanto il 52% delle strutture semplicemente non prescrivono questo farmaco abortivo. Abolizione “a loro insaputa” dell’esenzione al pagamento del ticket per le visite ginecologiche che venivano erogate dai consultori familiari nell’ambito dei programmi di prevenzione, anche per le giovani ragazze di 14 anni.

Tutto questo accade mentre viene raggiunto il record di vendite di un farmaco per la contraccezione d’emergenza su scala nazionale, mentre alcuni studi dimostrano come la riduzione delle gravidanze indesiderate si ottiene solo grazie all’accesso alla contrac­ce­zione senza ricetta medica, e soprattutto mentre il comitato per i diritti umani della Nazioni Unite ha espresso le proprie preoccupazioni parlando apertamente di un “ritorno degli aborti clandestini” nel nostro paese.

È chiaro quindi che la strada del buonsenso e della ragione da percorrere nel duro cammino verso una vera tutela dei diritti delle donne, passa ovunque tranne dove regnano imperanti le politiche dettate dagli integralismi religiosi. Viceversa, è chiaro che la stragrande parte dei problemi possono essere risolti solo attraverso delle politiche serie e laiche che rimettano al centro i diritti riproduttivi nel nostro paese.

Paul Manoni

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21 commenti

mafalda

Qualche proposta di buon senso comincia ad affiorare. Mi sembra più giusta quella delle senatrici PD, anche se nel servizio pubblico non dovrebbe esserci nessun obiettore: chi ha problemi di coscienza religiosa si faccia assumere nelle cliniche private.

Francesco S.

Mi pare quella che ha più speranze di venir approvata, o quanto meno abbia meno appigli di ostruzionismo. La prima contiene una discriminazione potenziale diretta, in cui la corte costituzionale potrebbe essere interpellata con evidenti lungaggini.

Mauritius

Può darsi che abbia più speranze di approvazione quella sulla quota minima, ma mi pare anche pericolosa perché si rischia che il servizio sanitario abbia un certo numero di ginecologi che obiettano a posteriori ma allo stesso tempo non possono essere ricollocati né tantomeno licenziati. Quindi li si paga per stare a casa? Meglio allora l’altra che secondo me non è per nulla discriminante, a meno che non si voglia dire che imporre a un dipendente di fare il lavoro per il quale è stato assunto sia discriminatorio.

Francesco S.

Poco importa cosa pensi tu od io, basta il dubbio che ci sia discriminazione per dover passare dalla corte costituzionale che non potrebbe riggettatla in automatico, la prima non presenta questo problema sebbene non è affatto detto che passi.

Mauritius

Discriminazione su cosa, scusa? È discriminato un dentista che viene respinto perché pretende il diritto di non praticare estrazioni? No, e allora perché invece un ginecologo che pretende di non fare aborti sarebbe discriminato? Guarda che la parola discriminazione ha un significato ben preciso, e allo stato attuale i ginecologi assunti da Zingaretti NON sono discriminati, semmai sono privati di un diritto sancito dalla 194 che è una cosa diversa. Bene, con la proposta di legge alla camera quella stessa legge che gli dà questo diritto viene modificata e quindi il problema non si pone più. Se venisse approvata invece quella del senato sarebbe una catastrofe perché ci sono ospedali con tutti ginecologi obiettori che si troverebbero nell’assurda situazione di dover assumere altro personale senza poter licenziare il vecchio, cosa semplicemente impossibile se non lo consente il bilancio.

Francesco S.

Mi pari una persona molto animosa e poco razionale, non lo sostengo io che sia discriminazione, ma sicuramente lo proporrebbero come motivo di ricorso alla corte costituzionale che non potrebbe rigettarlo in automatico, di fatto dare punteggi diversi nelle graduatorie pone dubbi di legittimità. Sai cosa vuol dire “dubbio”?

Diocleziano

Mauritius,
se solo ce ne fosse la volontà potrebbero risolvere il problema introducendo la mobilità, cioè spostando gli obiettori in altre sedi dove viene a mancare del personale e sostituirli con non-obiettori fino a bilanciare la disponibilità.
Forse alcuni degli obiettori si scoprirebbero abortisti.

Mauritius

Francesco, a me tu ultimamente “mi pari” invece che la razionalità te la giri come fa comodo a te: se una persona concorda con te è razionale, se non concorda è animosa e non capisce nulla. Tu invece lo sai che vuol dire dubbio? Perché mi sembra che tu abbia troppe certezze per esserne edotto. La tua sfera di cristallo ti ha già detto tutto, perfino dei sicuri ricorsi. Ma per favore…

@Diocleziano, infatti la proposta della camera mi pare dica qualcosa di simile, e cioè che il ginecologo che obietta a posteriori perde punteggio e viene ricollocato altrove senza poter “obiettare” nulla 😉

Francesco S.

Mauritius, non c’è bisogno della sfera di cristallo, basta vedere che succede di solito in parlamento su questi temi, basta guardare cosa è successo sul testamento biologico.

Francesco S.

Mauritius non c’entra il concordare o meno ma il modo di esporre le proprie opinioni e dibattere.

Mauritius

Ah sì, certo, come no. Dalla corte costituzionale e sicuri ricorsi (ma contro Zingaretti mi pare non si sia ancora mosso nessuno, correggimi se sbaglio) ai dibattiti parlamentari. Peccato però che io non abbia mai detto che una legge o l’altra verrebbero approvate senza difficoltà, anzi ho perfino detto che avrebbe più speranze di passare quella che piace a te, e allora di cosa stiamo parlando? Sul modo di dibattere non aggiungo nulla, non è utile.

RobertoV

Una delle motivazione addotte dagli obiettori è che loro sono a favore della vita: ma dovrebbero aggiungere del solo concepito, che viene prima della madre. Perché che tutela della vita è quella di vessare fisicamente e psicologicamente le donne che si trovano nella situazione di una gravidanza non voluta o a rischio creando più ostacoli possibili, non assisterle, disinteressarsi di loro o obbligarle ad estenuanti e stressanti ricerche per trovare un posto dove abortire, nella speranza di incastrarle per le difficoltà che incontrano? Per di più questi obiettori sono anche spesso contro la prevenzione perchè demonizzano anche la contraccezione sia normale che d’emergenza. Sarebbe interessante sapere riguardo alla Lombardia alla fine chi ha ragione: chi ha denunciato che le visite ginecologiche di prevenzione sono a pagamento anche per le giovani ragazze, oppure l’assessore che nega ciò, c’è stata una marcia indietro dopo le contestazioni? Ormai qui in Lombardia il tanto decantato sistema sanitario, dopo le appropriazioni della “mafia di CL”, così tanto “attenta alla vita del concepito, ha spinto verso il sistema privato, sta togliendo le esenzioni, sta togliendo farmaci salva vita e di prima necessità, sta aumentando i ticket a tal punto che spesso il costo della visita o esame col sistema sanitario nazionale non differisce molto da quello privato, con ben altri tempi di attesa. Tutto molto a favore della vita….
Penso anche io che la proposta più accettabile sia quella sulla quota al 50% degli obiettori. Ho visto che anche nel Lazio stanno cercando di rendere più accessibile l’uso della pillola RU486. Qualcosa si muove per cercare di superare il problema del pretestuoso uso dell’obiezione di coscienza.

Michele Gaismayr

Supponiamo che un testimone di geova venga assunto al centro trasfusionale… devo continuare? Arrivo subito alla conclusione per dire che, a mio parere, in fase di selezione/assunzione il candidato dovrebbe dichiarare, impegnandosi, di non avere alcun tipo di idea o pregiudizio contrario alle funzioni previste per la posizione che andrà a ricoprire.

ateo64

Mi sembra l’osservazione più giusta. Quando si entra in un ambiente lavorativo si lasciano fuori le proprie psicosi. Si firma un contratto in cui ci si impegna a rispettare le regole e i doveri che il lavoro scelto comporta, punto! Il resto sono solo menate.

RobertoV

Proprio recentemente in Germania ha perso la causa una donna musulmana licenziata dopo solo una settimana di lavoro, dopo che era stata assunta in un casa di cura come infermiera, ma che si è poi subito rifiutata di accudire, nello specifico lavare, pazienti uomini perchè la sua religione lo vieta. Ormai questo tentativo di giustificare con obiezioni religiose certi comportamenti e rifiuti di svolgere certe attività si sta diffondendo.
Purtroppo nel caso della obiezione di coscienza per l’aborto l’obiezione è prevista per legge, da una legge che ha ormai quasi 40 anni e che non si aspettava (?) un ricorso all’obiezione così esteso e pretestuoso e che doveva gestire il cambiamento. Quindi sono obbligati per legge ad accettare gli obiettori e sicuramente non è possibile con un contratto vietare gli obiettori, perchè l’obiezione è consentita dalla legge: dubito, inoltre, che sia possibile vietare l’obiezione per legge, ma rivedere la legge in modo da rendere la legge applicabile si. Porre quindi limiti all’obiezione perchè, comunque, bisogna garantire la possibilità di abortire, cosa anch’essa consentita dalla legge.

Mauritius

Vero, l’obiezione di coscienza sull’aborto è riconosciuta dalla legge, ma qui si sta intervenendo proprio sulla legge e quindi non vedo il problema.

dissection

Mafalda: “chi ha problemi di coscienza religiosa”… si renda conto che sono problemi suoi e vada a prendere appuntamento dal più vicino stritolaencefali invece di usarli come scusa per l’interruzione di quello che è un pubblico servizio, nonché diritto sancito per legge.
Speriamo che, qualunque sia la proposta che passa tra quelle elencate, dia finalmente una bella ripulita a questa sporcizia che inquina lo svolgimento della vita civile di chi si trova ad aver bisogno delle istituzioni. Ma i dubbi sono molti & stringenti; le resistenze & i boicottaggi saranno sicuramente strenui & tempestivi; e sempre perché la chiesa accompagnata e sostenuta da tutto ciò che le gravita intorno, ma questo sia notato solo a margine, no, non fa politica…

dissection

Oooops, sbagliato tasto, il commento doveva essere più su… chiedo venia.
Mauritius, scusa una cosa, ma da quel che ho capito, la legge contempla l’obiezione ma solo per chi era già in forza al S.S.N. al momento del varo della legge; si dovrebbe fare in modo che non esistano più scappatoie per girare attorno a questa cosa, oppure di cosa stiamo parlando? Di mettere mano alla legge o di rifarla ex novo?

RobertoV

Ovviamente riguardo alla decisione del Lazio sulla pillola abortiva non poteva mancare l’intervento dei “veri esperti” e della “vera autorità” in questo campo: la diocesi di Roma, come riportato da Repubblica.
La loro dichiarazione è il classico intervento propagandistico ed in malafede e ignora le cause di tali scelte.
Si parla di non accoglienza della vita, di sostegno alla maternità, di donne lasciate sole ad affrontare il dramma dell’aborto e di interventi tesi a rendere facile l’aborto. Ma la legge non diceva che la prevenzione si fa rendendo la vita difficile alle donne, ostacolandole nella loro scelta abortiva, né che bisogna favorire gli obiettori. Non vengono lasciate sole le donne che vogliono abortire, altro che accoglienza, in quei centri, pieni di obiettori che si disinteressano del problema, obbligando varie donne ad un calvario per trovare strutture dove poter abortire o addirittura a doverlo fare in ospedale senza assistenza? Questo va tutto bene per la chiesa cattolica ……

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