Davide Trentini: che nessuno sia più costretto a morire lontano da casa

“È davvero triste che a distanza di neanche due mesi dal caso di Dj Fabo si debba di nuovo assistere al dramma di un uomo che per vedere rispettate le proprie volontà è costretto ad andare oltre frontiera. Che razza di Paese è questo che non ha pietà per le sofferenze delle persone e non ha rispetto per le loro decisioni?”.

Stefano Incani, segretario dell’Uaar, non usa mezzi termini di fronte alla vicenda di Davide Trentini, morto ieri in una clinica in Svizzera.

“Mi preme poi sottolineare — prosegue Incani — come Mina Welby abbia deciso di accompagnare Davide ‘da cristiana’: a dimostrazione che la fede non necessariamente deve essere brandita come una clava per impedire le libertà altrui”.

“Ci auguriamo che, nonostante lo slittamento di questi giorni, i parlamentari occupati nella discussione del ddl sulle dichiarazioni anticipate di trattamento si mettano una mano sulla coscienza. Di più: ci auguriamo che si mettano nei panni di Davide, di Fabo e di tutti coloro che in questi anni hanno fatto della loro vita e della loro morte una battaglia di civiltà e facciano muovere il Paese almeno di un passo sulle questioni riguardanti il fine vita”.

Comunicato stampa

15 commenti

bruno gualerzi

“Che razza di Paese è questo che non ha pietà per le sofferenze delle persone e non ha rispetto per le loro decisioni?”.

“Semplice”, perchè, per l’autorità religiosa, l’unica vera sofferenza che un credente deve prendere in considerazione è la sofferenza di Gesù di Nazareth, figlio di dio che si immola per l’umanità e per questo muore in croce. La sofferenza umana, per atroce che sia (per quanto possa risultare crudele la vista di un uomo che muore in croce… nella storia dell’umanità, passata, recente, e anche attuale, esempi di sofferenze ben più crudeli non mancano certo), non può essere paragonata alla sofferenza di quello che è pur sempre un dio (un Dio). E in ogni caso c’è tutta un’iconografia, filmografia compresa, che – magari anche costituendo in sè veri capolavori della storia dell’arte – ce lo ricorda ossessivamente. Come si debba poi ‘vivere’ questa sofferenza anche come sofferenza umana… solo con un atto di fede – che, si sa, può tutto – la si può provare.
E’ qui concentrata tutta la ‘disumanità’ della religione…

RobertoV

Secondo la logica della chiesa cattolica “la sofferenza nobilita l’uomo”, cioè lo avvicina a dio. Quindi la sofferenza è funzionale a questa religione, va esaltata e celebrata (qualche tempo fa avevo riportato l’esaltazione delle sofferenze di un cardinale malato terminale), rappresenta anche un’espiazione delle proprie presunte colpe, una sorta di purificazione: cercare di ridurre la sofferenza non è accettabile. Sia che riguardi il fine vita, che l’aborto, che la farmacologia, ecc.
Magari queste persone si inteneriscono per le sofferenze di un cane, un gatto, un cavallo e ne auspicano la soppressione: ma per un uomo no.

dissection

Tra l’altro, questa “logica” della sofferenza, che altro non può essere che masochismo, ma almeno cercassero di non imporlo ad altri, conduce anche, nelle menti più perturbabili (o più perverse, a seconda dei punti di vista), all’aberrazione (o strumentalizzazione, a seconda delle convenienze politiche) per cui una legge sul fine vita sarebbe equivalente all’istigazione al suicidio. E avanti…

mafalda

Bello il commento della signora Welby perché individua, con quell’inciso, qual è il vero problema: l’ostruzionismo ingiustificato della chiesa. Ma se poi le vittime si lasciano fare il funerale proprio dai loro aguzzini, non serve a niente. Bisogna essere coraggiosi fino in fondo e rifiutare di essere manipolati prima di morire e dopo. Agli occhi delle persone distratte resta il gesto coraggioso, sì, ma resta anche l’immagine della chiesa che accoglie i dolori della vittima in un ultimo materno abbraccio consolatore e misericordioso: la gente non capisce chi è il vero mandante.

Diocleziano

Appunto, la chiesa fa il gioco di quelli che vendono i numeri del lotto: fanno credere di poter disporre di cose su cui non hanno alcun controllo.

Bene ha fatto la Le Pen a dire al Banale di farsi i ca*** suoi. Altri la seguiranno.

mafalda

Non credo che seguire la Le Pen sia la strada giusta; è un modo astuto per attirare consensi,e quelle col papa sono solo piccole divergenze tra gente di estrema destra.

Francesco S.

Diocleziano,
Le Pen è solo razzista, che si ammanta di finta laicità solo perché è una tradizione francese, se stesse in italia si rivolgerebbe al “sole delle Alpi”

Diocleziano

Non ne faccio una questione politica: ho sottolineato che finalmente qualcuno critichi apertamente sua Banalità. Per me, chiunque sia, ben venga.

bruno gualerzi

@ Diovcleziano
La Le Pen, come premessa del suo ‘attacco’al papa, si è dichiarate ‘fortemente cattolica’… e del resto sulla laicità dei suoi amici populisti sparsi un pò ovunque, in Italia e fuori, non ci giurerei proprio. E che i ‘fortemente cattolici’, papa o non papa, siano favorevoli all’eutanasia, non mi risulta.

bruno gualerzi

Per la precisione, la premessa all’attacco’ al papa della Le Pen, è “Sono estremamente cattolica”.

bruno gualerzi

In questi giorni pasquali… contrassegnati da inarrestabili manifestazioni di ‘dolori virtuali’ (le varie ‘vie crucis’) e di altrettanto virtuali resurrezioni… suona particolarmente stridente il confronto tra queste sofferenze ‘metafisiche’ e la reale, vera, umana, ‘via crucis’ di Davide Trentini. Il confronto tra una ‘sofferenza’ cui è tenuto il credente di fronte al dramma della crocifissione (destinata a durare per altro un paio di giorni perchè poi ci sarà la ‘resurrezione’) e il dramma di Davide Trentini che, per uscire dalla gabbia del dolore, per raggiungere l’una vera resurrezione per lui possibile, per trovare la pace della quale ha umano, umanissimo, diritto… deve ‘andare contro la legge’.
Potendo però sempre contare sul fatto che ogni buon cristiano… seguendo l’insegnamento del papa misericordioso… magari lo ricorderà nelle sue preghiere.

mafalda

Esatto, e per messe e preghiere basta scegliere tra le offerte della parrocchia di turno e ricambiare (non pagare, per carità, niente scontrini fiscali) con moneta sonante.

pendesini alessandro

– Il cattolicesimo considera da millenni che il mondo è una valle di lacrime e che la sofferenza porta alla redenzione. Dio da la vita, e solo lui puo’ toglierla, dicono.. Sic !…. Ed è per questo che la lotta contro il dolore è rimasta per secoli molto indietro nei paesi latini dove la religione monoteista diffondeva paure irrazionali terrorizzando il popolo ; e anche se il modus operando è oggi più discreto, subdolo, difiicile da capire , continua !
NB Attualmente solo i fanatici islamici, pazzi del loro dio, riescono a far meglio dei fondamentalisti cattolici…Se poi vogliamo analizzare quello che sta profilandosi attualmente negli Stati Uniti, con l’illuminato presidente Trump, eletto grazie a cristiani di vario stampo senza dei quali non avrebbe potuto esserlo (esattamente come un certo Bush Junior che considero uno dei più grandi criminali politici che l’America abbia avuto !), il mondo intero potrà –molto probabilmente- divertirsi in un prossimo futuro….
P.S. Homo demens o Homo –doppiamente !- sapiens ?

Gérard

Ma è anche vero che in certi casi la sofferenza può essere positiva, ammesso e concesso che questa abbia una fine e che dopo ci sia la vita .
Personalmente penso che io sono maturato attraverso delle sofferenze ( morale e fisiche ) che ho dovuto sopportare e che mi hanno reso persona più matura .
Conosco anche il caso di un titolare d’ azienda che dopo un cancro ( guarito ) è diventata una persona più umana con i suoi dipendenti …

pendesini alessandro

Infatti !
La sofferenza (entro certi limiti tollerabili !!!) puo’ modificare la nostra personalità amplificando la nostra sensibilità (l’empatia, in particolare) verso gli altri, inoltre, in determinate circostanze, può diventare una straordinaria fonte di creatività.
Ma, mi chiedo, se il dolore che avverte in caso di pericolo (ferirsi, scottarsi ecc..) o in caso di malattia e ci incoraggia a curarsi, perché dovrebbe persistere, spesso al di là quello che è sopportabile, quando il trattamento è fallito o si prevede irreversibilmente la morte?

Per la scienza, ma anche un semplice buon senso, è impossibile conciliare l’esistenza oggettiva della sofferenza « gratuita » oltre un certo limite normale, a volte insopportabile e irreversibile, in tutto il mondo e l’idea di un dio onnisciente, onnipotente e infinitamente buono….
C’est ici que le bât blesse…..

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