Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

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La buona novella laica di marzo è la trascrizione per la prima volta in Italia, da parte del tribunale di Firenze, di adozioni avvenute all’estero da parte di coppie omosessuali. I bambini in questione non hanno legami biologici con gli attuali genitori, quindi non si tratta di stepchild adoption. Un caso riguarda due fratelli, adottati da due cittadini italiani che vivono in Gran Bretagna, già autorizzata dalla giustizia britannica. Il tribunale fiorentino ha anche fatto trascrivere l’adozione avvenuta negli Usa di una bambina da parte di un’altra coppia gay che vive a New York, composta da uno statunitense e un italiano. A questa bambina è stata garantita anche la cittadinanza italiana. I legali si erano appellati alla Convenzione dell’Aja del 29 maggio 1993, che permette il riconoscimento delle adozioni dall’estero. La corte italiana ha accettato l’interpretazione estensiva a favore delle famiglie omosessuali che avevano soddisfatto i criteri della Convenzione.

La morte di Dj Fabo, che ha scelto il suicidio assistito in Svizzera accompagnato dal radicale Marco Cappato, ha contribuito ad una maggiore sensibilità dell’opinione pubblica sul tema dell’autodeterminazione e sulla necessità di una legge sul fine vita anche in Italia. Proprio il giovane — vero nome Fabiano Antoniani — costretto a un’esistenza insopportabile dopo un grave incidente, aveva lasciato prima di morire un messaggio straziante ma determinato in cui ricordava: “Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato con le mie forze e non grazie all’aiuto del mio Stato”. Secondo un sondaggio commissionato a SWG dal quotidiano Il Messaggero, il 74% degli italiani è favorevole a consentire una forma di suicidio assistito come quello scelto da dj Fabo anche nel nostro paese. In particolare il consenso è ampio tra i giovani e gli elettori di sinistra, mentre le persone fermamente contrarie sono il 10%. Persino tra i cattolici, solo il 20% si dice non favorevole. Nel corso degli ultimi 20 anni, secondo la successione delle rilevazioni, c’è stato un progressivo calo dei no verso l’eutanasia, passati dal 42% al 12%, con una crescita considerevole dei possibilisti (che ammettono l’eutanasia a determinate condizioni) dall’8% al 46% e un lieve calo dei nettamente favorevoli (dal 50% al 42%).

Prosegue intanto nel Parlamento l’iter della discussione sulla legge per fine vita, eutanasia e testamento biologico, nonostante la stranua opposizione clericale. La Camera ha respinto a larghissima maggioranza (295 no e 19 sì) le questioni pregiudiziali di costituzionalità e quelle sospensive, avanzate dai deputati cattolici di Idea, Lega e Udc per bloccare l’iter della legge. Contrari Pd, M5S, Mdp, Si, centristi di maggioranza, mentre Forza Italia si è astenuta. Un passaggio che sblocca l’impasse e potrebbe portare nelle prossime settimane al sì da parte dei deputati, così da rinviare il testo al Senato per l’approvazione definitiva.

Il tribunale di Bologna ha archiviato il caso delle presunte foto “blasfeme” scattate nella sede di Arcigay del Cassero durante una festa in maschera. L’evento, dal titolo “Venerdì credici”, contava anche la presenza di un banchetto dell’Uaar per promuovere lo sbattezzo. In quell’occasione degli avventori si erano fatti ritrarre in pose ammiccanti che imitavano la Passione di Cristo, riprendendo alcune vignette satiriche di Charlie Hebdo. Così scandalose per diversi cattolici e per la curia, scesa di nuovo in campo per l’occasione, che i consiglieri comunali Valentina Castaldini (Ncd), Marco Lisei (FI) e quello regionale Galeazzo Bignami (FI) hanno sporto denuncia e montato una campagna di ostracismo nei confronti di Arcigay. Il pubblico ministero Morena Plazzi però ha chiesto l’archiviazione in quanto sono stati depenalizzati gli atti contrari alla “pubblica decenza” e non si poteva riscontrare l’offesa alla religione in quanto non veniva manifestato “spregio e vilipendio del credo cristiano-cattolico” ma si era trattata di “espressione, in forme certo criticabili per la qualità dei contenuti umoristico-satirici, delle istanze culturali e sociali promosse dall’associazione”.

L’istituto “Sacro Cuore” di Trento ha perso la causa per non aver rinnovato l’incarico nel 2014 a un’insegnante sospettata di essere lesbica. La docente era stata per questo convocata dalla preside che aveva preteso da lei una risposta, dopo che si erano sparse delle voci sul suo orientamento sessuale. La scuola privata cattolica, soccombente in primo grado e in appello, è stata condannata a pagare 45 mila euro all’interessata, più altri 20 mila euro alle organizzazioni che hanno preso parte alla causa (metà alla Cgil e l’altra metà a Certi Diritti).

In occasione dell’8 marzo, Festa internazionale delle donne, è stato intitolato un giardino pubblico nel quartiere Tor Sapienza di Roma a Ipazia di Alessandria, filosofa neo-platonica uccisa da integralisti cristiani capeggiati da san Cirillo nel IV secolo. L’iniziativa per ottenere l’aggiornamento nella toponomastica è stata portata avanti da un comitato di cui facevano parte diverse associazioni, tra cui l’UAAR. Presenti all’evento anche esponenti dell’amministrazione capitolina retta dal Movimento 5 Stelle, in particolare il vicesindaco Luca Bergamo e il presidente del V Municipio Giovanni Boccuzzi.

La settima commissione del consiglio della Regione Puglia ha respinto una mozione presentata da Andrea Caroppo (Forza Italia), che pretendeva di inserire nel primo articolo dello statuto il riconoscimento delle radici cristiane. I voti contrari decisivi sono arrivati da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. In commissione è invece passata all’unanimità una mozione pluralista del consigliere Fabiano Amati (Pd) per introdurre il principio della “tutela della libertà religiosa e morale dei cittadini”. Per l’inserimento definitivo nello statuto si attende l’approvazione da parte del consiglio regionale, tramite doppia votazione a maggioranza assoluta.

Anche le scuole private cattoliche dovranno pagare al Comune di Trento gli arretrati dell’Ici e dell’Imu, non versati appellandosi al privilegio religioso. Dopo le sentenze della Cassazione che hanno legittimato il versamento dell’imposta sugli immobili anche per le strutture che fanno capo a enti religiosi ma che svolgono attività di stampo commerciale o ad essa assimilabile, l’amministrazione della città ha chiesto ad ogni istituto cattolico decine di migliaia di euro di arretrati per ogni anno a partire dal 2011. Ma le scuole confessionali hanno deciso di fare fronte comune per opporsi alla tassazione, sostenuti anche legalmente dalla diocesi, con ricorsi alla commissione tributaria.

La Cassazione ha dato torto al noto avvocato cattolico Ivone Cacciavillani, che aveva fatto causa alla Fondazione Biennale di Venezia per uno spettacolo ritenuto offensivo verso la religione cattolica. La performance incriminata svoltasi nel 2007, intitolata “Messiah Game”, era stata definita una riedizione sadomaso della Passione di Cristo. Il legale aveva chiesto i danni morali per aver ricevuto un invito alla kermesse, cui non aveva però assistito, tacciandola come “offensiva” del “comune sentire medio del cittadino cattolico, oltre che lesiva del diritto di libertà religiosa” e “del suo personale sentimento religioso”. Ma per la corte anche quell’evento della Biennale rientrava nella “libertà garantita dalla Carta Costituzionale”: nessuno può chiedere alla direzione artistica di impedire manifestazioni artistiche in quanto non possono costituire di per sé una “violazione del personale sentimento religioso”; inoltre “il principio di laicità dello Stato comporta equidistanza e imparzialità della legislazione rispetto a tutte le confessioni religiose”.

I finanziamenti alle scuole private cattoliche, da alcuni ritenuti un “risparmio” per lo Stato, rappresentano in realtà un consistente costo a favore della Chiesa. L’amministrazione di Torino ha ridotto nel bilancio 2017 il contributo a favore delle scuole private cattoliche da 3 a 2,25 milioni e cancellato l’agevolazione sulla tassa per i rifiuti (lo sconto del 30% garantito dalla precedente giunta Fassino). Gli istituti paritari che fanno capo alla cattolica Fism, sostenuti dalla diocesi, si sono quindi mobilitati contro la sindaca Chiara Appendino (M5S) per questo taglio di finanziamenti del 25% e la perdita dell’agevolazione.

Il tribunale di Bologna ha assolto due coniugi accusati di aver violato la parte della legge 40 sulla procreazione assistita che vieta la maternità surrogata. La coppia aveva adottato un bambino nato nel 2012 tramite surrogazione di maternità in Ucraina, paese dove è ammessa questa pratica e in cui avevano sottoscritto un contratto nel 2010 con una donna che aveva portato avanti la gravidanza per loro. L’ambasciata italiana a Kiev aveva però segnalato il caso alla Procura di Bologna, che aveva avviato le indagini. Infine sia la famiglia sia il medico che l’aveva assistita sono stati scagionati.

Anche in Italia si fa strada la secolarizzazione, come confermato da recenti indagini. Una corposa inchiesta del quotidiano Il Foglio riconosce la “crisi del modello religioso italiano”, che rappresentava un fiore all’occhiello (clericale) vista anche la presenza del papa e del centro del cattolicesimo. Anche diversi esperti non certo tacciabili di laicismo (come Massimo Introvigne), al netto delle cautele e dei dubbi sulle ricerche, devono ammettere che si dipana un quadro poco consolante per i cattolici anche in Italia: mentre i parroci si fanno sempre più anziani, calano le vocazioni e le diocesi tendono ad accorpare le parrocchie soprattutto in provincia, la presenza alla messa si dirada. Dal canto suo anche il sociologo Alberto Melloni evoca con una punta di malinconia il tramonto della figura del prete in Italia: i seminaristi in 90 anni sono passati da 15 mila a meno di 3 mila.

Sempre in tema di dediche, fa piacere segnalare che la giunta di Capannoli (PI) ha dedicato una piazza panoramica all’astrofisica Margherita Hack, presidente onoraria dell’UAAR scomparsa nel 2013, presso la frazione di San Pietro Belvedere. Il gesto di un piccolo comune toscano che si spera venga preso ad esempio da altri, per ricordare degnamente una grande scienziata e divulgatrice impegnata nella promozione tanto della conoscenza e della ricerca quanto della laicità e dei diritti civili.

La diversificazione dei metodi contraccettivi anche in Italia fornisce alle donne ulteriori possibilità di affermare la propria autodeterminazione, nonostante il dilagare dell’obiezione di coscienza negli ospedali. Tra questi metodi ha visto una notevole diffusione, come rivela una ricerca di Federfarma, la pillola dei 5 giorni dopo. Questo farmaco è un contraccettivo di emergenza (non abortivo) per il quale ormai non sono più obbligatori l’esibizione in farmacia della ricetta medica e del test di gravidanza (permane l’obbligo per le minorenni). Se nei primi mesi del 2014 erano state vendute 13 mila pillole di EllaOne, nel 2016 la cifra ha superato le 200 mila compresse, con un’impennata dopo la liberalizzazione da parte dell’Aifa nel maggio del 2016, mentre sono calate le interruzioni volontarie di gravidanza.

Spostandoci infine nella vicina San Marino, è interessante dare risalto alla proposta di legge avanzata da Sinistra socialista democratica (Ssd), con il movimento Civico 10 e Repubblica Futura, per mettere fine alla criminalizzazione dell’aborto tuttora prevista dal codice penale della Repubblica. Ancora oggi sia la donna che abortisce sia il medico che fornisce supporto all’interruzione di gravidanza rischiano fino a 3 anni di prigione. Si stima che almeno 20 donne all’anno si rechino in Italia, paradossalmente, per abortire. Con il sostegno della maggioranza di centrosinistra che nel Consiglio grande generale (il Parlamento di San Marino) conta 35 seggi su 60, la legge di iniziativa popolare presentata punta a legalizzare l’aborto, istituire una rete di consultori e introdurre l’educazione sessuale nelle scuole. La discussione in aula prenderà circa 6-7 mesi, mentre i clericali e la diocesi preparano una decisa opposizione.

La redazione