È accaduto alcuni giorni fa al Palazzo di Giustizia di Ancona. Due donne si sono presentate ai controlli di sicurezza del tribunale con il volto coperto da velo integrale (niqab) e come sempre più spesso accade, hanno opposto tutta la loro insofferenza e resistenza al previsto riconoscimento. Solo grazie a un compromesso con un’addetta alla sicurezza — rigorosamente donna — del tribunale, che ha preso in disparte le due in una stanza adiacente e ha eseguito il consueto controllo, la situazione sembrava essere tornata alla normalità.
Già, sembrava. Perché in udienza, di fronte al giudice Giovanni Spinosa, le complicazioni si sono di nuovo ripetute. Interamente nascosti non solo il volto ma anche le mani, proprio come vuole la tradizione islamica più integralista, il presidente del tribunale si è visto obbligato a chiedere alle donne di scoprire almeno la bocca per poter sentire la loro testimonianza. Una situazione seccante e al limite dell’interpretazione di quel “giustificato motivo” (religioso?) previsto dalla legge n. 152/1975 in materia di tutela dell’ordine pubblico. Specie se si considera che è della sicurezza di un Palazzo di Giustizia e della deposizione in un processo che si sta parlando.
Neanche a dirlo poi, l’imputato in questo processo era il marito di una delle due donne, particolarmente dedito a picchiarla con schiaffi e pugni. Quando spesso “perdeva la pazienza” e anche con la complicità della nuora. Una triste storia di violenze e maltrattamenti in ambito familiare domestico per i quali l’uomo, originario del Bangladesh, è stato condannato. Una vicenda esemplare che nella sua complessità sottolinea ulteriormente la sottomissione della donna islamica al proprio marito. Evidentemente non solo attraverso l’imposizione del velo.
Paul Manoni
In Belgio (come in Francia e ben altri Paesi) dal 2011 è stata votata una legge che proibisce portare la Burqa, Niqab o un altro indumento che copra interamente la faccia in un qualsiasi posto pubblico !
Da quando questa legge è stata applicata non ci sono stati problemi, o rivolte !
Da allora non ho più visto a Bruxelles dove abito ma anche in altre regioni nessuna donna interamente coperta.
Mi chiedo perché in Italia non sia stata votata una legge simile, non fosse altro che per motivi di sicurezza !
Da notare che, paradossalmente, in Marocco dal 2016 è proibita la confezione e vendita della burqa. Il ché dimostra quanto l’Italia sia retrograda nel promulgare leggi o legiferare rispetto al….Marocco e non solo !
Mi è capitato diverse volte dialogare con donne di stampo islamico nate in Belgio !, e chieso loro cosa pensano del comportamento -palesamente dominante, ed a volte despotico- dei loro mariti..
Anche se non posso generalizzare, dalle decine di risposte ottenute non c’è stata nessuna donna che si sia lamentata di essere totalmente sottomessa al rispettivo marito, patriarca o fratello maggiore per il semplice fatto che questa è volontà “divina”… sta scritta nel Corano …SIC!….Contente loro, contenti tutti
” non c’è stata nessuna donna che si sia lamentata di essere totalmente sottomessa al rispettivo marito, patriarca o fratello maggiore..”
Mi meraviglio che qualcuno si stupisca di questo.
E’ lo stesso motivo per cui in un passato non poi tanto lontano la “famiglia” era 2molto piu’ solida” di oggi,come si compiacciono di affermare in tanti,anche laici.
Una volta una donna se non si sposava poteva scegliere tra fare la suora o la p&%%ana,e la maggior parte degli individui di entrambi i sessi avevano ben poco tempo libero da dedicare a fisime,tanto per citare solo qualche dettaglio.
E’ la famosa “virtu della necessita”,che del resto vediamo manifestarsi in un’infinita di ambiti anche nostrani anche adesso.
Tanto per fare un solo esempio :non e’ forse toccante la generosita con cui tanta gente afferma pubblicamente di perdonare gli autori di violenze o addirittura delitti ai danni di loro congiunti ?
(Autori di cui beninteso spesso non conoscono nemmeno l’identita,e ai quali comunque non potrebbero materialmente arrecare alcun danno.)
Votare una legge simile in Italia ? Se qualche associazioni islamiche volessero opporsi a tale legge, sono sicurissimo che qualche prelato verebbe subito ad appoggiarli !!
In Austria recentemente hanno votato una legge analoga ed infatti la chiesa era contro. Addirittura alcuni politici hanno iniziato a portare il velo come segno di protesta ed invitato altri a farlo.
Proprio oggi leggevo di uno studio fatto in alcuni paesi mussulmani del medio oriente (Egitto, Libano, Marocco e Palestina) dove circa il 60 % delle donne riconosceva come giusto che l’uomo comandasse in casa ed il 50% degli uomini in Egitto riconosceva di aver picchiato almeno una volta la propria moglie.
Ho letto diverse interviste a donne musulmane che vivono in Europa che si sono liberate dal giogo del marito e della famiglia e che oggi lavorano nelle associazioni che aiutano altre donne musulmane a difendere i loro diritti. Quello che viene fuori è che sovente sono le stesse donne a limitarsi, a riconoscere la correttezza della loro posizione sottomessa e a veicolare verso le altre e controllare che le altre vi si attengano. Spesso sono le stesse madri che denunciano le loro figlie al padre e ad aspettarsi che vengano duramente punite per comportamenti non ortodossi. Spesso sono le stesse madri che ritengono normale combinare i matrimoni delle loro figlie, impedire loro di proseguire negli studi perché lo sposarle è più importante di tutto il resto, a difendere “l’onore delle famiglie”. Perché un sistema oppressivo funzioni ci vuole anche la collaborazione di chi lo subisce. Ma non dovrebbe stupire perché certe cose le abbiamo viste anche da noi fino a non molti decenni fa: se sin dalla nascita sono condizionate, vivono in un determinato ambiente culturale anche le loro aspettative saranno limitate. E se sottoposte costantemente ad abusi e soprusi non li riconosceranno più come tali, ma parte del giusto sistema. Così se per una donna l’obiettivo concesso è solo quello di sposarsi la sua speranza sarà quella di essere trattata “bene” dal marito, di avere un “buon matrimonio”, non di essere trattata alla pari del marito, un po’ come per uno schiavo essere trattato “bene” dal padrone, senza mettere in discussione il padrone.
Infatti è così. Se si vuole liberarsi dall’ingerenza insopportabile delle religioni bisogna per forza passare dalla liberazione delle donne, ma per le musulmane un evento del genere lo vedo ancora lontano. Ecco perché nel frattempo le religioni ormai ridotte a barzellette come il cattolicesimo, a cui le donne continuano ad aderire per tradizione (come rinunciare alla comunione del proprio pargoletto a cui la nonna tiene tanto?), potrebbero costruire efficaci legami con quelle patriarcali come l’islam. La Turchia è vicina a noi eppure chi avrebbe mai immaginato che diventasse una dittatura religiosa?
Dopo la guerra di secessione negli Stati Uniti d’ America nel XIX secolo fu sciolto la schiavitù nella parte sud del paese . Ebbene ci furono molti neri che rifiutavano di essere liberi …
Dunque se certi neri rifutavano di essere liberi, dovevamo perciò autorizzare per loro la schiavitu ???? Stessa riflessione da fare per il velo integrale !
Mafalda…
“Proprio oggi leggevo di uno studio fatto in alcuni paesi mussulmani del medio oriente (Egitto, Libano, Marocco e Palestina) dove circa il 60 % delle donne riconosceva come giusto che l’uomo comandasse in casa ”
Vedi pero che 40% non è mica un piccolo percentuale…
Gerard
Il tuo paragone tra quel 60 per cento di donne e i neri che volevano rimanere schiavi è molto efficace. Che sia solo il 40% che ragiona col proprio cervello è sconfortante, trattandosi di paesi vicini all’occidente. Come la pensano le donne del Pakistan o della penisola arabica? Forse lì la percentuale cala vistosamente.
Non mi meraviglia che si sia fatta una legge che lascia adito a diverse interpretazioni: cosa è infatti, se non interpretazioni ad personam, il “giustificato motivo”?
Mi pare confermato il vezzo di una classe politica sfacciatamente cialtrona.
Si pensi che qui ci sono bande di ungheresi, letteralmente bande, che distruggono impunemente e con mezzi illegali la fauna del Po eppure nulla succede; ma non ci vorrebbero più di due minuti per decretare la illeicità tout court della pesca in Po fino a nuove disposizioni in materia che non richiederbbero più di qualoche giorno per essere emanate. Così mi hanno detto (io non ho la televisione e forse qualcosa di meno importante mi perdo) di una deforestazione in corso in Calabria, con ammanicamenti criminali di varie specie, solo perché 7000 (sic!) addetti debbono pur fare qualcosa! Su questa notizia se qualcuno può contraddirmi riceverei volentieri una smentita.
In generale: non è cialtroneria di una congrega di politici fannulloni, incapaci e menefreghisti?
La vedo male la situazione, quello tra 1 anno esce di galera e torna a casa, mi spiace per la donna che non l’ha mollato, che pare abbia un lavoro e il marito le prendeva pure i soldi. Bisogna avere la forza di mollarli uomini così violenti, anche se ci sono bambini, è gente pericolosa.