Dittature religiose e dittature politiche

Shirin Ebadi è Premio Nobel per la pace. Iraniana, giudice, ha conosciuto sia il regime dello scià, sia quello degli ayatollah. Non si può dire che li abbia particolarmente amati, visto che ha combattuto il primo e che ora deve vivere in esilio. Intervistata dal Dubbioha sostenuto che una dittatura religiosa sia peggiore di una dittatura politica. Non spiega però perché, a parte un accenno alle libertà personali, in particolare quelle delle donne.

Stabilire cosa sia male e cosa sia peggio è come stabilire cos’è il Bene e cos’è il Male: dipende molto dalle valutazioni soggettive. Che, per esempio, portano Ebadi a ritenere che l’Italia abbia un governo laico. Ed è un’opinione che non mi sento di condividere — benché mi renda conto che, rispetto all’Iran, il nostro paese possa apparire addirittura “laicista”. La stessa Repubblica islamica iraniana, che possiede una sorta di intelaiatura istituzionale plurale e in cui si svolgono elezioni ristrette ma combattute, può per certi versi rappresentare un esempio di democrazia a paragone dell’Arabia Saudita.

ebadi

O della Città del Vaticano, dove non esiste alcuna separazione dei poteri. Spettano tutti ai papi, che fino al 1870 governavano in questo modo uno Stato vero e proprio. Anche Maometto è stato nel contempo leader religioso, politico e militare, e così i califfi che gli succedettero. I monoteismi sono “naturalmente” sensibili al fascino dell’uomo solo al comando, ma anche il Dalai Lama è leader insieme spirituale e temporale dei buddhisti del Tibet, sui quali i suoi predecessori hanno regnato per secoli. Nella storia delle grandi religioni l’esercizio del potere politico non rappresenta l’eccezione: è semmai una regola, praticata ogniqualvolta possibile, e senza lasciare mai alcuno spazio a ipotetiche opposizioni.

Una dittatura religiosa è sempre politica, una dittatura politica può essere anche religiosa (il franchismo) come più spesso può non esserlo. Una dittatura religiosa estende la sua repressione anche all’ambito della morale, una dittatura politica — magra consolazione — non sempre lo fa. È questo il senso per cui quelle religiose possono essere ritenute peggiori di quelle politiche. Senza dimenticare, però, che le comunità di fede possono manifestare aspirazioni liberticide anche all’interno delle democrazie. Ogni regime e ogni alleanza possono in teoria essere funzionali agli scopi clericali. E bisognerebbe ricordarselo, quando si manifesta un po’ troppa empatia politica verso la religione. Come hanno dovuto constatare sulla propria pelle i laici iraniani che cominciarono a manifestare contro lo scià. Come sanno fin troppo bene i blogger atei del Bangladesh.

Quelli sopravvissuti.

Raffaele Carcano

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9 commenti

Francesco S.

Comunque il Dalai lama non è più il capo dello stato tibetano, che ora è una provincia della Cina.

bruno gualerzi

“Una dittatura religiosa è sempre politica, una dittatura politica può essere anche religiosa (il franchismo) come più spesso può non esserlo. ”

Una dittatura, quale che sia , è sempre ‘religiosa’… magari anche se si definisce culturalmente ‘atea’, come lo stalinismo. Dipende da cosa si intende per religione. Per quanto mi riguarda, se invece che alla forma si guarda alla sostanza, non c’è reale distinzione tra religione e pensiero unico… e una dittatura, per continuare ad essere tale, deve imporre, con la repressione o con la manipolazione delle coscienze (in genere con tutte e due… e con le religioni istituzionalizzate, storiche, come modello insuperabile) il pensiero unico.
Il ‘vantaggio’ delle dittature esplicitamente e formalmente religiose, come i regimi islamici attuali, è che – a differenza delle dittature puramente ‘mondane’, che debbono promettere benefici tangibili, verificabili come ‘compenso’ per la perdita della libertà – promettono un ‘bene’ che si potrà godere solo nell”aldilà’.

Francesco S.

Non sono d’accordo che una dittature sia sempre religiosa, anche virgolettato e in forma estensiva del concetto di religione, che volenti o nolenti rientra in una definizione ben precisa, ma per quanto riguarda gli effetti credo che entrambe le forme di dittatura siano ugualmente pessime, col vantaggio sì che quella religiosa può permettersi di promettere il nulla.

bruno gualerzi

@ Francesco S.
“(…) anche virgolettato e in forma estensiva del concetto di religione…”

Fin dove potrebbe estendersi (ammesso che per te lo possa) il concetto di religione?
(Non è una domanda polemica, questo tema mi ha sempre interessato)

Francesco S.

Credo che si possa estendere a tutte le teorie sul mondo metafisico, inspiegabile e inspiegato, anche quelle che non prevedono necessariamente una divinità.

bruno gualerzi

Ti ringrazio per la risposta… sulla base della quale ci sarebbe da avviare un interessante discorso. Ma qui mi fermo per non andare OT.

Giorgio Pozzo

Non è molto importante quello che la signora dice sulla laicità dell’Italia: potremmo anche vederci una componente diplomatica, più o meno consapevole.
Ciò che ritengo invece sommamente importanti sono le sue parole successive, che meriterebbero di essere scolpite nel granito, o inserite come aforisma in ogni post o addirittura comunicazione di associazioni laiche:
La religione è un fatto personale e non va mischiata con la politica

dissection

Che è proprio quello che i nostri politicastri non si vogliono ficcare in quella zucca balorda.

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