Caro Scalfari… La tolleranza degli intolleranti

Il mio primo gay pride fu quello del 2000 a Roma. E non è stata una cosa piccola: era il World Pride. Un intero treno riservato per i partecipanti mi ha portato da Milano a Roma, dove si sono ritrovati i 300.000-500.000 partecipanti. Dice Wikipink che c’era talmente tanta gente che “al momento in cui la testa del corteo arrivò alla meta, la coda doveva ancora riuscire a partire”.

E la mattina dopo tutta l’euforia, tutta la gioia di essermi dichiarato me stesso si è infranta contro le dichiarazioni del papa, riportate naturalmente in prima pagina su tutti i giornali, che recitavano circa: “A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l’affronto recato al grande Giubileo dell’anno 2000 e per l’offesa recata ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore di tutti i cattolici del mondo”.

Richiamo quel giorno perché mi sento più o meno allo stesso modo. Stiamo festeggiando i trent’anni dell’UAAR, quasi dieci dei quali ho vissuto in prima persona, per quasi sette dei quali ho lavorato come dirigente. E oggi mi tocca leggere le dichiarazioni di Eugenio Scalfari su L’Espresso.

Dispiace quando una persona si mette a pontificare su cose delle quali, con ogni evidenza, sa molto poco se non nulla — e passerebbe anche la voglia di puntualizzare l’ovvio, se non fosse che Scalfari è considerato autorevole, ed in particolare autorevole proprio per quanto riguarda la laicità.

Ad esempio, da qualcuno che si occupa di ateismo è assurdo sentir confessare candidamente “non so se è mai stata fatta un’indagine […] sul loro numero attuale”. La risposta è: ovvio che sì. Diverse e numerose indagini, dalle più diverse istituzioni, con i più diversi metodi, a riflettere le tante sottigliezze nelle definizioni che Scalfari taglia con un’accetta arrugginita: atei, non semi-ateo, non credente, credente.

Per esempio i suoi atei sono tutti intolleranti, assolutisti e “quindi” clericali (ma cosa c’entra l’assolutismo col clericalismo?), aggressivi fino al parossismo verso qualunque cosa religiosa, con “odio e guerre intellettuali” (almeno questo lo riconosce: le guerre di religione non erano solo intellettuali…). I non-atei non si capisce bene, se non che “non possono definirsi tali” (tali cosa, non è chiaro).

Infine il capolavoro dei non credenti, che pur essendo non credenti “suppongono l’esistenza di un Essere”, chissà, forse “caos primigenio, al quale le energie […] tornano dopo la morte.”. E cerca di nobilitare questa visione del mondo con un riassunto poco ortodosso di Parmenide ed Eraclito.

Intendiamoci, basta andare sul glossario del sito dell’UAAR per trovare nove definizioni di ateismo e due di agnosticismo: non si tratta di termini univoci. Ma questo suo personalissimo spettro è una caricatura che sembra uscita dalla sala degli specchi di un luna park. Uno straw-man argument.

Certo che ci sono degli atei che odiano la religione, e che rabbiosamente e aggressivamente la contestano — ma quali ricerche scientifiche permettono a Scalfari di affermare che sia tutto dovuto alla “mancanza di una speranzosa ipotesi per l’aldilà”? Non potrebbe essere, che so, a causa della violenza e dei privilegi delle religioni?

Ed altrettanto certo è che la maggior parte degli atei non odiano, ma ragionano; non fanno guerre, ma discutono; non impongono nulla, ma lavorano per una società laica e razionale. E che, in media, ed esattamente all’opposto di quel che Scalfari sostiene, gli atei sono più tolleranti dei credenti.

Certo che ci sono dei non credenti “spiritualisti”, che credono a energie e reincarnazione. Ma la maggior parte dei non-credenti-non-atei, gli agnostici, sospendendo il giudizio su ciò di cui non si può sapere, decidono a ragion veduta che la vita è meglio viverla etsi deus non daretur; e anche loro ragionano e combattono per la laicità e per l’uso della ragione — dei valori per tutti.

Per rimanere nell’esempio dell'”antica Ellade” che Scalfari suggerisce, Platone ne La Repubblica sostiene che la forma di governo migliore sia non la democrazia, ma la Kallipolis dei filosofi. Ha però avuto il buon senso e la correttezza di ammettere di poter criticare la democrazia proprio grazie al fatto di vivere in una democrazia.

A Scalfari suggeriamo di riflettere su come la sua libertà di essere laico (più o meno devoto) derivi in gran parte dal lavoro, dall’intelligenza e dal cuore di quegli atei e agnostici (razionalisti) che, oggi, egli assimila a scimmioni, e per i quali si sbilancia ammirevolmente a dire che non sono “da disprezzare, da isolare e tantomeno da punire” (e anche questo mi ricorda il papa al World Pride del 2000, e il suo così umano catechismo).

Perché l’UAAR è orgogliosa di rappresentarli, da trent’anni e nel futuro.

Massimo Redaelli

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17 commenti

Frank

Ciccio primero: Sai quanti ateos c’è son en Italia?
Scalfari: No… però tanti sono cattivi.
Ciccio primero: Vero…
Scalfari: E se ci fosse un caos primigenio…
Ciccio primero: Ma primegenio della lampada?
Scalfari: Non lo so ma del resto Parmemide ed Eraclito..
Ciccio primero: Io prefersco Parmemide e con le zucchine..
Scalfari: I gusti sono gusti.. e comunque “etsi deus non daretur”
Ciccio primero: Ma anche che “sopra la panca la capra campa”.
Scalfari: Bravo, ma la Kallipolis dei filosofi?
Ciccio primero: Io utilizzo le escarpe con el plantar…
Scalfari: Ethos, Logos e Pathos…
Ciccio primero: Porthos, Aramis e D’Artagnan… ma cosa es esto rumor?
Segretario: Sarà il suono delle loro arterie che si indurisco.

bardhi

” Con questo non voglio affatto dire che l’ateo sia una persona da disprezzare, da isolare e tanto meno da punire.” No tranquilo SIEUNGENIO non ti disturbare, lo fanno gia quelli altri che non “combattono intellettualmente” ma con fuoco, spada e capio al collo!

Manlio Padovan

Disprezzo Scalfari perché è un leccapiedi. Un poveraccio culturalmente infelice.
Stavo giusto scrivendo a Repubblica perché oggi sul fatto quotidiano ho letto che secondo Scalfari il romanticismo è venuto dopo Nietzsche e Freud: nientepopodimeno…l’ateo si informa prima di sentenziare cazzate!
Ho letto pure, nella stessa occasione, altre inimmaginabili stronzate dell’eu-genio Eugenio Scalfari; per esempio Dostoevskij sarebbe venuto dopo Nietzsche: l’ateo prima di dire cazzate si informa! E che Gogol sarebbe venuto dopo Nietzsche. per la precisione: Dostoevskij pubblicò “Il sosia” quandoi N. aveva due anni; Gogol morì quando N. aveva 7 anni.
Ma si sa, l’eu-genio scrive su Repubblica che ha sostituito L’Unità e dovendo essere piddini non possono che far rima con…affini.

Diocleziano

Ci tocca rimpiangere i linotipisti di una volta. Simili c****te non le avrebbero fatte passare.

dissection

Io mi chiedo con quale faccia continui a dichiararsi non credente. Non è che lo fa apposta per sminuire i non credenti cercando al contempo di mantenersi una verginità presso gli stessi, che presumo cmq essere una buona fetta di chi gli dà da mangiare? (Gombloddoh!1!11!!111!!!)

Diocleziano

Il punto è che di veri atei ce ne sono pochi, la maggioranza sono indifferenti leggermente anticlericali e credo che siano quelli che nostro maestro di pensiero scambia per ‘veri’ atei. Il che è comunque grave per uno che vuol pontificare urbi e orbi. Probabilmente si è fatto una cultura, in fatto di atei, frequentando il clone di questo sito; erano sulla stessa onda di pensiero.

Paolo

Egregio sig. Scalfari, suppongo che come giornalista dovrebbe conoscere la lingua italiana e quindi mi spiace dover rilevare che lei sta usando impropriamente la parola “ateo” – Infatti ateo è una parola inventata dai creduloni composta dalla “a” (privativo) e dal greco “teo” = dio, ovvero tradotto in italiano corrente a-teo = senza dio. Quindi per dare delle definizioni di questo tipo, lei innanzitutto dovrebbe usare la dicitura “non credenti” e poi, volendo proprio usare il termine “atei”, sapendo che nel mondo esistono circa 30.000 religioni, dovrebbe anche dimostrare l’esistenza del dio a cui si riferisce e del quale noi “atei” saremmo senza, meritandoci l’epiteto. Nell’attesa della sua precisazione, spero si renda conto che noi non crediamo non tanto al dio al quel lei probabilmente si riferisce e che se per caso fosse quello ciitato nell Bibbia e di nome YHWH è meglio star lontani visto che si tratta di un essere abominevole dati gli eccidi, i genocidi, gli infanticidi, gli stermini da lui commessi, ma ad una schiera di dei, uno solo in più di quelli a cui non crede lei stesso. Saluti atei.

dissection

@Paolo: chiedo gentilmente da dove arriva il dato impressionante delle circa trentamila religioni? Wikipedia? Sapevo che erano tantissime, ma questo supera qualsiasi ordine di grandezza io avessi in mente!

RobertoV

Secondo un censimento del 1992 fatto in ambito protestante, le sole religioni protestanti erano oltre 20000 mila e da allora se ne sono aggiunte altre. Visto come è strutturata credo che anche in ambito mussulmano le varianti non siano poche. Ed anche i buddhisti presentano parecchie varianti. Se non c’è un controllo centrale repressivo (col potere di farlo come in ambito cattolico) le varianti diventano elevate. Pensa solo a quante eresie storiche ci sono state in ambito cattolico. Pensa alle varianti del paganesimo, ogni popolo ne ha più di una. Aggiungi poi tutte le sette e i vari santoni: visto la convenienza a crearsi una religione e la disponibilità di clienti ….

dissection

Roberto V grazie molte, precisissimo e inappuntabile come sempre!

Engy

“E la mattina dopo tutta l’euforia, tutta la gioia di essermi dichiarato me stesso si è infranta contro le dichiarazioni del papa, riportate naturalmente in prima pagina su tutti i giornali, …….”. Cioè, ti fai demoralizzare da un papa che dice le cose da papa? cosa ti aspettavi?? Ma ribadisco: tieni così tanto all’approvazione del papa? Come mai??

gmd85

Sai, in un paese di politici pronti a piegarsi anche solo a un ruttino del bianco vestito non sono le parole di quest’ultimo a preoccupare, ma gli effetti su certi individui. Che lanciare condanne e ben diverso dal semplice criticare. Leggi l’articolo, se non è troppo lungo…

Dario

Che vuol dire: “in media, ed esattamente all’opposto di quel che Scalfari sostiene, gli atei sono più tolleranti dei credenti.”? Secondo chi? La tolleranza è una qualità quantificabile? Se sì, secondo quale istituto indipendente di ricerca? Qual è la dimensione del campione? È statisticamente significativo? Qual è l’intervallo temporale considerato? O è solo una percezione dell’autore? Perché poi cotanta rabbia e cattiveria? Occasione persa, peccato!

gmd85

Rabbia? Comincio a pensare che appena si legge qualcosa con cui non si concorda conviene dire che chi scrive è rabbioso e intollerante, così, per vincere facile.
Comunque, in passato la tolleranza è stata argomento di diverse nessuno. Non ho tempo di cercare, ora, ma puoi farlo tu.

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