E adesso? Quando i credenti smettono di essere la maggioranza

È ufficiale: la maggioranza dei cittadini britannici è non-credente. Questo il dato che emerge dal sondaggio “Religion in Britain in 2016”, consultabile sul sito del Centro Nazionale per la Ricerca Sociale.

I numeri sono sbalorditivi, specialmente se analizzati per fasce d’età. Perché se, overall, i non-credenti rappresentano il 53% della popolazione britannica, tra i più giovani la maggioranza non-credente si fa ancora più grande: 61% tra i 25 e i 34 anni e addirittura 71% tra i 18 e i 24 anni. I credenti sono ancora in maggioranza soltanto tra gli over 65 — il che è tutto un dire… I più giovani, insomma, non credono più in Dio, forse perché ormai persuasi che si possa essere “Good without God” (“Buoni senza Dio”), per usare uno slogan degli Humanists UK, l’equivalente britannica della nostra UAAR.

E pensare che soltanto trent’anni fa i cristiani erano una maggioranza schiacciante in Gran Bretagna: quasi il 70% contro il 30% di non-credenti. Sulla base di questa superiorità numerica le comunità cristiane, e in special modo la Chiesa Anglicana, hanno sempre giustificato tutta una serie di privilegi accordatigli dallo Stato britannico. Si pensi ad esempio ai 26 vescovi anglicani non eletti che siedono di diritto nella Camera dei Lord in quanto “Lords Spiritual” (“Signori spirituali”). O ancora alla spinosa questione delle “Faith Schools” (“Scuola confessionali”), ovvero scuole “a carattere religioso” finanziate tuttavia dallo Stato — stiamo parlando di circa un terzo di tutte le scuole statali in Inghilterra e Galles.

bsa-religion

A tal riguardo è estremamente significativa la riflessione di Andrew Copson, direttore esecutivo degli Humanists UK nonché presidente della IHEU: “Com’è possibile che il 97% dei giovani oggi sia non-anglicano, ma circa il 20% delle scuole statali dove andranno i loro figli appartenga alla Chiesa Anglicana? Più in generale, come può la Chiesa Anglicana rimanere legittimamente la Chiesa di stato ufficiale, quando rappresenta una così piccola porzione (il 15%) della popolazione?”

Una delle paradossali conseguenze di questo calo di consensi è che, dal 2014, ci sono più studenti nelle scuole anglicane che fedeli nelle medesime chiese. Un dato imbarazzante, messo acutamente in luce dagli umanisti britannici e purtuttavia ignorato sia dal parlamento nazionale che dalla Chiesa Anglicana stessa.

Di fronte a tutti questi dati, ho ripensato con una certa ironia ad una battuta fatta da una giornalista cattolica a Richard Dawkins durante una puntata del The Big Questions, famoso talk show della BBC. Il tema di quella puntata del febbraio 2012 era: “La Gran Bretagna è un paese cristiano?” Cristina Odone, in passato articolista del The Catholic Herald, messa alle strette dagli argomenti dei suoi avversari umanisti sfoderò il più banale degli argomenti, quello della maggioranza: “Vogliamo giocare con i numeri? E allora diciamo che 7.000 membri della National Secular Society valgono quanto 7.000 membri della British Sausage Appreciation Society” — ovvero un’associazione di “amanti della salsiccia”, a quel tempo ancora in vita.

Che cosa direbbe oggi la Odone a distanza di soli 5 anni, quando ad essere in schiacciante minoranza è lei con i suoi confratelli cattolici, fermi al 9% della popolazione? Questo non lo sappiamo. Sappiamo però la triplice lezione che, qui in Italia, possiamo trarre dalla sua gaffe.

Innanzitutto l’insostenibilità logica e politica dell’argomento della maggioranza, secondo il quale una determinata confessione religiosa, se maggioritaria, può di diritto occupare una posizione privilegiata rispetto alle altre. No, nulla di più sbagliato. L’esacerbazione del principio della maggioranza è alla base dei regimi teocratici, presenti come passati. Noi viviamo — e vogliamo continuare a vivere — in uno Stato, almeno in principio, laico e democratico. E uno Stato che si voglia davvero tale non deve privilegiare né discriminare nessuno sulla base dell’appartenenza religiosa.

Seconda lezione: in Europa la società è in continuo mutamento e si sta effettivamente secolarizzando, con buona pace di conservatori e teorici del post-secolarismo. Per questo motivo appellarsi a radici lontane e tradizioni crepuscolari è semplicemente anacronistico. Quanto è accaduto in Gran Bretagna negli ultimi trent’anni sta accadendo lentamente e silenziosamente anche in Italia, come dimostrato da una ricerca del 2015 dell’Eurisko, la quale ha registrato come sempre più giovani non credano in Dio (28%), specialmente al Nord, dove la percentuale sale addirittura al 37%.

E qui arriviamo alla terza e ultima lezione che possiamo trarre da tutto ciò, la più importante a mio avviso: l’urgenza di una presa di posizione chiara ed inequivocabile di fronte alla questione religiosa. In un paese in cui la politica legifera ancora rincorrendo lo spettro di una imprecisata maggioranza cattolica, è importante che i non-credenti si definiscano non-credenti — esplicitamente, pubblicamente, senza vergogna. In un paese in cui ancora il 90% dei bambini viene battezzato ma soltanto il 13% dei giovani va ogni domenica in Chiesa, l’importanza di “piccoli gesti anticonformisti” — non battezzare i propri figli, non sposarsi in Chiesa, sbattezzarsi, ecc. — è fondamentale.

Non esistono ricette predefinite, e ci sono molti modi per agire in tal senso. Ma, citando uno slogan (censurato) degli umanisti britannici: per amor di Dio, se non siete credenti, ditelo! Quello che l’Italia sarà tra trent’anni dipende da noi, da quello che decideremo di fare oggi. In parole, opere e omissioni.

Giovanni Gaetani

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33 commenti

bruno gualerzi

“E adesso? Quando i credenti smettono di essere la maggioranza”

Giusto per fare il bastian contrario 🙂
In realtà sono convinto di quanto vado dicendo da tempo (e ultimamente con maggior convinzione)… ma in ogni caso può sempre servire una visione della questione un pò diversa.
In breve. Non ho dubbi sull’aumento considerevole dei non-credenti (e ciò, per tante ragioni portate da Gaetani, mi sta bene)… ma – per come la vedo io – spesso si tratta di sedicenti non credenti, nel senso che spesso viene sostituita la credenza nelle religioni tradizionali con altre forme di fideismo. Forse ancora più pericolose perchè non consapevoli. Gli esempi sono infiniti (per chi frequenta il blog da un pò di tempo e ha avuto modo di leggere i miei commenti, ne ha incontrati tanti, sempre ‘rispolverabili’ ) ma per adesso basta questa considerazione.
Ora, per un’associazione come UAAR che ha come obiettivo primario la difesa e la diffusione della laicità, non credo che i tempi che stiamo vivendo (e non solo in Italia) siano i più favorevoli.

ateo64

Sono perfettamente in sintonia con la tua osservazione.
Sono convinto che uno studio con un’analisi più approfondita metterebbe in evidenza che sì la credenza in un dio così come rappresentato dalle religioni istituzionalizzate è sicuramente in crisi ma ciò non è indice di una maggior razionalità o razionalizzazione del pensiero. Conoscono molte persone che hanno sostituito a un dio istituzionalizzato un pletora di credenze nelle più svariate e disparate stupidaggini in voga oggi.
Spesso per i giovani non credere in dio è un modo di distinguersi, un modo di andare contro ciò che è istituzionale, ovvero per l’avvenuta consapevolezza della inadeguatezza del concetto dio alle nuove mode che vanno abbracciando.
Oggi è altrettanto facile come ieri trovare gente che crede nelle caxxate anzi forse la propensione alla credenza facilona ed acritica è in aumento…. .

Quindi che dire: meglio cercare di vedere il bicchiere mezzo vuoto o quello mezzo pieno? Di certo questo dato che attesta la tendenza delle nuove generazioni ad uscire dalle religioni istituzionalizzate può essere usato come leva per le nostre battaglie di laicità. Una possibile leva sulle istituzioni politiche e religiose è mettere in risalto il pericolo insito nei sistemi attuali: ossia che il favorire una religione maggioritaria a scapito di altre credenze minoritarie può di fatto, fra non molto, rivoltarglisi contro con la conseguenza di perdere tutti i privilegi nel momento che qualche altra lobby mistico/religiosa riesca ad incanalare abbastanza adepti.
Quindi optare oggi per una abdicazione indolore favorendo la verà laicità potrebbe essere la cosa migliore e più oculata da fare perchè, come insegna la storia, aspettare troppo potrebbe avere, fra le altre conseguenze, anche una sorta di epurazione di massa. E chi di spada ha già ferito dovrebbe almeno essere bravo ad evitare di ferirsi.

Però nutro dubbi sulle capacità razionali dell’intelletto di gente che crede nell’assurdo…

Diocleziano

Bisognerebbe anche rispolverare il vecchio argomento della quantità e della qualità: ovvero, se gli atei puri e duri fossero anche ‘solamente’ un 25% ma il resto della popolazione, cioè l’75%, fosse una poltiglia indefinita di tutte le credenze, ebbene, sarebbe giusto riconoscergli il primato e i privilegi conseguenti? Io dico NO.

I sedicenti non-credenti equivalgono ai sedicenti credenti, questi ultimi sono degli atei inconsapevoli che purtroppo sono lo zoccolo duro della chiesa e puntello di certa politica. È naturale che ci sia gente che pratica usanze pseudo religiose senza cognizione di causa, sono solo brutte abitudini, poi passa…

pendesini alessandro

Mi capita a volte di seguire documentari culturali e/o scientifici inglesi su BBC o altri canali ufficiali, e posso affermare, senza nessuna esitazione, che non hanno nientte a che vedere con quelli della RAI che tengono sovente nell’ignoranza, e/o rimbecilliscono la gente, che il contrario……
Siamo ciò che siamo in virtù di quello che impariamo sia a scuola che a casa, mass media o altrove, e di cio’ che ricordiamo. Ritengo che questo epifenomeno tipicamente umano incida di circa 90% sulla nostra personalità, il rimanente (l’innato, circa 10%) è praticamente simile alla nascita geneticamente parlando (escluse tare ereditarie o patologie), in qualsiasi persona o etnia. Questo potrebbe spiegare razionalmente la differenza che possiamo notare in Inghilterra, ad esempio, rispetto a certi atri stati, Italia inclusa.
Detto in altre parole : « noi siamo gli altri », cioé tutte le persone e informazioni di qualsiasi tipo che hanno interferito con con noi dalla nascita (ma anche prima !) in poi. E questo perdura tutta la vita sia in un senso ma anche –fortunatamente, se le condizioni sono favorevoli- nell’altro !
Ritengo sia utile ricordare che la qualità di cio’ che viene insegnato, o detto, particolarmente a bassa età, incide moltissimo sul nostro comportamento e/o modo di pensare !

Gérard

Alessandro Pendesini…

Io sono rimasto proprio scioccato quando, iscrivendo la mia nipotina alla scuola materna mi venne chiesto se la bambina avrebbe frequentato l’ ora di religione … Non ho potuto impedirmi di esclamarmi stupito ” Come…?!! cosi piccini le ore di religione ??” – ( E ovvio che non la frequenta…) .

RobertoV

Bene i risultati del sondaggio, in linea con altri, ma non mi entusiasmerei troppo.
L’errore è quello di considerare le religioni con le logiche democratiche, di un fedele un voto. In realtà, soprattutto le religioni più diffuse e dominanti non seguono le regole democratiche. Lo Stesso papa aveva affermato che la chiesa non è democratica e mai lo sarà. Quindi utilizzano le regole democratiche solo finchè danno dei vantaggi, ma non si fanno scrupoli ad agire in maniera differente quando questo non rende, sempre nella logica di mantenere il loro potere o di guadagnarlo e conservare privilegi.
Sarebbe stato interessante fare un sondaggio sulla credenza all’interno dei rappresentanti dei partiti, dei membri di governo, dei rappresentanti della finanza o dell’economia, dei media per capire la reale distribuzione all’interno dei centri di potere. Non bisogna dimenticare quanto potere detenga in Italia CL nonostante risultino solo un circa 300 mila i suoi sostenitori. Oppure pensiamo a quanti faccendieri, finanzieri alla fine sono legati ad ambienti vaticani. O quanti nei media.
Qualche anno fa in Germania avevano analizzato la situazione politica ed in particolare quella dell’SPD, un tradizionale partito di sinistra. Così era risultato che se tra i suoi votanti solo la metà risultava credente, tra i suoi rappresentanti politici ben circa l’84 % si definiva credente e ben al 100 % tra i ministri. L’ultimo governo Merkel risulta al 100 % fatto da ministri credenti, eppure il 40 % della popolazione tedesca non risulta credente. La cosa ovviamente era stata salutata con gioia dalla chiesa cattolica, cioè che a livello di governo non vi fossero non credenti: alla faccia della democrazia. Purtroppo si vota su altri temi, ma poi i politici nei riguardi della religione agiscono secondo le loro convinzioni.
Inoltre come venuto fuori anche con un avvocato cattolico tempo fa i vari concordati e privilegi alla fine sono considerati come dei trattati internazionali, tipo quelli sui confini e quindi per evitare “guerre” possono essere modificati o annullati solo con l’accordo delle parti, non in maniera unilaterale. Quando mai l’aristocratica chiesa cattolica o quella anglicana rinunceranno a questi privilegi? Anche l’aristocrazia britannica non mi sembra che si sia tanto tirata indietro. Sanno bene che senza quei privilegi, senza la possibilità di condizionare la società e l’educazione giovanile, senza una pesante propaganda di autopromozione e disinformazione anche verso i non credenti per farsi credere positivi e necessari, il loro calo sarebbe molto più consistente. Paradossalmente continueranno a valere quei concordati e privilegi anche se perdessero tutti i fedeli. Solo se perdessero anche il potere politico ed economico ci potrebbero essere concrete speranze. Ma la loro esperienza è secolare e non hanno scrupoli, basta vedere come si sono comportati coi vari fascismi di cui hanno approfittato per recuperare potere. Adesso ci provano usando l’islam, il fondamentalismo religioso, i populismi, l’esasperazione del concetto di tolleranza religiosa.
Proprio ieri il Dalai Lama ha affermato che chi uccide non è religioso, ma solo un terrorista: per estensione dovremmo anche dire che chi usa la politica in modo spregiudicato, la finanza e l’economia, la falsa propaganda non è religioso. Ma cosa sarebbero oggi molte religioni senza tutto questo? Quanti sarebbero i mussulmani senza guerre e violenze? Quanti i cristiani? Una guerra, le persecuzioni, una religione di stato, un concordato sono mezzi “religiosi” per diffondersi e per costruirsi privilegi?

Gérard

Roberto V
Proprio citando il Dalai Lama, mi è tornato in mente quello che ha detto l’ anno scorso durante una sua visita a Strasburgo ” Forse il mondo sarebbe migliore se non ci fossero le religioni…” .

bruno gualerzi

@ Gérerd
Non so in che contesto il Dalai Lama se ne sia uscito con questa affermazione… ma mi ha ricordato un’esternazione del nostro buon Francesco, il quale, dietro richiesta di alcuni giovani se avesse mai avuto dubbi sulla propria fede ha riosposto che ne aveva avuti sempre molti e ne aveva – pensate un pò – anche adesso che era papa!
Ora, se questi signori si fossero comportati con un pò di coerenza, il ‘forse’ del Dalai Lama e il ‘dubbio’ del papa avrebbero dovuto almeno invitarli a ‘sospendere’ il loro ruolo di capi religiosi.
Non mi risulta che l’abbiano fatto 🙂

bardhi

Dalai Lama, è un burlone come tanti altri, se pensa che ” Forse il mondo sarebbe migliore se non ci fossero le religioni…” perche non comincia a dare il suo contributo e sciogliere la sua, è lui il capo, oppure si riferisce a tutte le religioni tranne la sua?!

laverdure

Tutto il discorso sopracitato riguarda la percentuale di “credenti” nella popolazione.
Ma c’e’ un’altro dato non meno fondamentale che meriterebbe una valutazione altrettanto approfondita,e non solo in GranBretagna:qual e’ la percentuale di CREDULONI ?

pendesini alessandro

…..qual e’ la percentuale di CREDULONI ?……
Laverdure
Tento fare un tentativo alla tua domanda : la percentuali di creduloni tende verso zero a livello universitario, particolarmente in branche scientifiche. (non escludo comunque che certi di questi siano irrazionali, a volte anche « asini »)….
Tende verso cento a livello di persone analfabete strutturali (non sanno leggere e scrivere) ma anche strumentali (sanno leggere e scrivere ma leggono, ascoltano, vedono ma raramente capiscono !) o insufficientemente colte. Ne più ne meno

Franco Ajmar

A volte si ha l’impressione che dietro alla fede ci sia un po’ di mercato. Non la fede spontanea di chi bacia la teca col sangue di San Gennaro: quella è fede “pura”. Ma chissà quanti Papi che si sono detti credenti, erano più atei di noi!

Diocleziano

Non credo esista la fede pura. È sempre il risultato di una manipolazione della mente; la manipolazione cristiana è relativamente soft, quella islamica molto pesante. In un individuo libero da condizionamenti può insinuarsi la ‘fede’ nella forma che gli è data dalla religione? Convinzioni, ideali… non la fede.

Franco Ajmar

A Diocleziano
Veramente mi riferivo alla fede “pura” di Di Maio fotografato mentre bacia la teca col sangue di San Gennaro retta dal Vescovo e riportata sui giornali.

Sandra.

I cattolici, e in generale i credenti, spesso non si interessano molto del trascendentale, quanto piuttosto si ritrovano in una certa idea di società, e in un certo tipo di famiglia: non per niente l’accento viene messo più sulla famiglia tradizionale e i suoi bisogni che non sugli aspetti genuinamente religiosi. Per molte persone, e come condannarle?, vale di più un’istituzione che nell’immediato è in grado di rispondere a certe esigenze concrete – oratorio, campi estivi, assistenza anziani – rispetto a ragionamenti assolutamente condivisibili dal punto di vista razionale ma che hanno il difetto non trascurabile di essere costosi una volta trasferiti nella vita quotidiana. Se in certi paesi la religione ha perso è soprattutto perché non è in grado di offrire servizi. Ciononostante, come dice l’articolo, le scuole religiose, anche in uk, registrano cifre di tutto rispetto. Non condivido molto il giudizio che se ne dà invece, l’imbarazzo non va alla chiesa in questo caso anglicana – se i genitori scelgono di pagare una retta significa che giudicano un servizio di qualità – l’imbarazzo è piuttosto della scuola pubblica che evidentemente non è giudicata all’altezza.
In Italia, e non solo per la scuola, la Chiesa è stata messa in condizione di privilegio, per cui questo ricattino spirituale regge ancora bene. E in Italia la “fede” conviene di più rispetto alla coerenza e all’anticonformismo per gli adulti, ma soprattutto è argomento più convincente per i piccoli: un bambino non battezzato rinuncerà a far parte del gruppo di amici in oratorio?

Gérard

Sandra…
” l’accento viene messo più sulla famiglia tradizionale e i suoi bisogni che non sugli aspetti genuinamente religiosi. Per molte persone, e come condannarle? “..

Perfettamente d’ accordo con te e hai ragione di aggiungere ” in Italia ” perchè questo, per esempio in Francia, non regge per il motivo che fin’ora ( scrivo ” fin’ora perchè con questi tagli a tutto quello che è sociale non si sa dove si andrà ) molte cose che in questo paese è compito della Chiesa, altrove è quello dello stato
Quello che in Italia viene chiamato Oratorio si chiama in Francia ” Patronage ” Ormai quelli religiosi sono da molti anni e praticamente nella stragrande maggioranza del paese un ricordo . Esiste pero che viene chiamato ” Patronage laique ” , che propone piu o meno quello che c’è in Italia salvo la religione poi gli MJC ( Maisons des jeunes et de la culture ) in moltissime citta . Le mense per i poveri sono spesso opera di volontari laici ( Restaurants du coeur per esempio ). Per tanti motivi come per esempio quelli sopra nominati, la parocchia non ha la stessa valenza in altri paesi .

Francesco S.

@Sandra
Almeno in Italia, le scuole private, tranne rarissime eccezioni di élite, garantiscono scarsa qualità. Mia sorella per poter svolgere la cosiddetta “primina” ha frequentato le elementari in una scuola privata cattolica alla fine ne è uscita con grandi debiti in matematica, che con difficoltà ha recuperato tra medie e superiori. E per fortuna che c’era la scuola pubblica statale.

Gérard

Francesco S.

In Francia ormai è da diversi anni il contrario . Nelle scuole dello stato, ci vanno ormai e sopratutto i figli di gente povera e quelli degli emigrati …
Ci sono scuole che hanno bambini originari di una trentina di paesi diversi e gli francesi di origine sono in netta minoranza . Risultato : a 15 anni molti giovani masticano appena o male il francese e gli francesi doc sanno a malapena scrivere correttamente la loro lingua ( lo vedo io stesso quando vado su siti francesi per intervenire – una catastrofa !!!! )
In quanto riguarda gli figli di ebrei hanno tutti disertato le scuole dello stato per via delle violenze subiti da figli di emigrati musulmani…
Non ci sono piu figli di famiglie benestante nelle scuole publiche e questo contribuisce anche a aumentare il divario sociale …

Sandra.

Francesco,
bisogna distinguere tra scuole private e diplomifici. A livello di scuola dell’infanzia e primaria penso giochi molto il discorso della selezione degli alunni, soprattutto nelle grandi città, e una certa praticità per chi soprattutto non dispone di una rete di protezione tipo nonni. Chi si sente poco sicuro della scuola pubblica, e questo vale anche per città dell’UK, sceglie la privata, perché c’è una certa garanzia sul tipo di bambini che frequentano la scuola, orari e magari servizi tipo doposcuola. Una scuola gestita da suore per definizione non chiude, non c’è un cartellino da timbrare, non ci sono scioperi…. Infatti la maggior parte degli alunni delle private sono proprio in questo settore (mi sembra oltre l’80%). Poi certo può capitare l’insegnante negato anche alla paritaria – e date le dimensioni delle scuole rischi di tenertelo per cinque anni -, ma ti potrei portare storie di insegnanti negati anche alla statale, a cui si è dovuto rimediare con ripetizioni (se non con il cambio verso una privata, e cattolica, da parte di genitori non credenti!)
Ma il discorso era più generale, ossia il concetto di scambio: se la Chiesa non offrisse servizi pratici, non se la filerebbe nessuno (fatta eccezione dei veri credenti tipo ciellini o altri gruppi fanatici). In città come Milano le parrocchie offrono l’oratorio, che è comunque un ambiente sorvegliato dove si può giocare all’aperto, gruppi per anziani, assistenza fiscale, corsi di ginnastica, cinema, concerti…. tutta una gamma di attività che attrae, è comodo e pratico, e non costa nulla (o almeno così pare). L’unico obbligo è farsi vedere un po’ a messa, che è comunque un’attività sociale, che riesce persino a far sentire la gente migliore. Difficile battere tutto questo, la coerenza costa molto di più.

Quindi i credenti che calano forse sono quelli che non hanno bisogno di far finta di essere credenti, di appartenere a un gruppo. Un po’ come i matrimoni, non è che una volta fossero più felici, è solo che ci si doveva stare perché conveniva di più. Non ci si affranca non ce lo si può permettere.

pendesini alessandro

Francesco :
Ho trascorso i primi due anni delle elementari in Italia in una scuola privata cattolica diretta da suore. E posso affermare che l’insegnamento era ottimo. Quando, per ragioni finanziarie, passai in terza classe alla scuola elementare pubblica fu una vera catastrofe : il maestro era piu assente che presente per causa di malattia dicevano…In quarta mi trovai un « maestro », di nome Granata, che si spacciava abusivamente per « professore », il quale si assentava puntualmente durante le lezioni lasciando gli alunni incostuditi ! E quando era presente si dilettava puntualmente a leggere il giornale o fare parole crociate ; inoltre fui bocciato, non perché ero più asino degli altri, ma perché figlio di atei di sinistra. La mia bocciatura ha permesso a questo fetente personaggio o « professore » di farsi bello verso il sindaco ed assessori comunali tutti cattolici !
La scuola secondaria l’iniziai in Belgio senza conoscere il francese ! e posso affermare che NON ho subito ne umiliazioni o discriminazioni da nessun insegnante, anzi hanno contribuito a motivarmi, incoraggiarmi e consigliarmi affinché continui negli studi.

Frank

Ancora, uniti con le altre religioni, i credenti sono tanti e considerando che il fattore “menefreghismo”, presente in entrambe le fazioni, per adesso gioca a favore dei credenti se si parla di privarli dei loro privilegi la strada è ancora lunga.

Franco Ajmar

Quando, poco più sopra, parlavo di mercato, intendevo proprio questo. Non è una parolaccia, ma dire pane al pane.

bardhi

Il problema è che a livello politico un credente fervente vale piu di 10 atei, gli atei sono “comunisti”, “fascisti”, “centristi” invece i credenti sono molto piu fedeli ai partiti con impostazione religiosa o ai candidati religiosi di partiti “laici”, in italia il partito Democrazia Atea è praticamente sconosciuta, in svezia, paese molto secolarizzato non esiste un partito Ateo ma è stato gia fondato Jasin il primo partito islamico sciita, i per avere il voto dei credenti i partiti di destra o sinistra li coccolano li offrono candidature, e i dichiaratamente religiosi vengono prontamente eletti, nel Inghilterra secolarizzata, oltre al sindaco della capitale, ci sono almeno altri 6 sindaci, musulmani dichiarati, di grandi cita, quanti politici atei dichiarati avete visto di sbandierare in pubblico la loro non credenza?!

Gérard

Quando in Francia Sarkozy in visita al Laterano ha “esibito” il suo cattolicesimo facendo il segno della croce in modo ostentatorio e poi Fillon ( candidato per la recente presidenza della repubblica ) ha dichiarato essere cattolico credente, ci fu nel paese un coro di proteste ( da tutte le parte ) …
Hollande e Mitterand erano atei dichiarati …

bardhi

érard
La francia è quasi un eccezione che conferma la regola, pure Pertini e Spadolini mi pare erano atei dichiarati, ma in italia il segno della croce lo ostentano tutti i politici, il Di Maio è andato pure a baciare la bolla di san gennaro!
In Inghilterra le preghiere religiose come apertura dei consigli comunali sono legale e il nuovo sindaco di Oldham non ha perso l’occasione di leggere la sura del corano alla sua prima apertura dei consiglio comunale, per continuare con Sadiq Khan che dopo uno dei tanti attentati islamici ha spratto una delle sue: “being prepared for terror attacks ‘part and parcel’ of living in a major city”, si è dimenticato che negli ultimi anni sono stati solo i suoi correligionari a mietere vittime, ma la cosa piu triste è che queste persone dichiaratamente religiosi sono stati votati da un elettorato che secondo i dati che porta l’articolo stesso sono a maggioranza religiosa!

Gérard

Spadolini era il politico il piu laico del secolo scorso . Mi ricordo della sua frase ” Bisogna allargare il Tevere “..
Non l’ ho conosciuto personalmente ma il suo migliore amico e consigliere, un grande universitario di Firenze deceduto anche lui di recente…

Gérard

Si Bardhi, la laicita alla francese è pressochè unica al mondo ed è per questo motivo che si trova spesso nel mirino di fanatici religiosi .
E questa laicita viene spesso ridicolizzata oltre Manica e oltre oceano Barack Obama senza pudore ha preteso che dovevamo prendere modello sugli Stati Uniti dimenticando che da loro il problema con i neri non è ancora risolto !

mafalda

È una bella notizia. Ovvio che queste percentuali non verranno mai pubblicizzate in Italia, mentre sarebbe importante diffonderle, almeno per spingere la gente a riflettere, a informarsi, e magari a seguire la “nuova moda”. Resta il problema dell’enorme quantità di denaro elargito dalla politica alla chiesa e ai preti interessa il denaro, altro che anime.

Diocleziano

Questo è il punto dolente: riuscire a comunicare con la massa bovina alimentata oggi con il solo foraggio della tv pubblica. In questi ultimi anni sono scomparsi totalmente anche quei rari dibattiti con Odifreddi o con i rappresentanti dell’Uaar.

Si guardano bene dal dare voce all’opposizione, comunque ‘loro’ sono sempre presenti, tra interminabili polpettoni di donmattei, suore, padripii e tutti i quotidiani banalismi di sua Banalità.

pendesini alessandro

…..Dalai Lama, è un burlone come tanti altri, se pensa che ” Forse il mondo sarebbe migliore se non ci fossero le religioni…” perche non comincia a dare il suo contributo e sciogliere la sua, è lui il capo, oppure si riferisce a tutte le religioni tranne la sua?!…..
Bardhi :
Il buddhismo non è una religione, ma una disciplina spirituale e/o filosofica ateisctica.
Buddha NON è considerato un dio bensi un –diciamo- filosofo umanista !

Francesco S.

Una religione in senso stretto non necessità di una divinità ma di un insieme di usanze e credenze più o meno irrazionali organizzate, il buddismo sicuramente le ha. Inoltre credono nei Deva che sono degli spiriti soprannaturali, nell’anima e nella reincarnazione. E’ solo un altro modo diverso di sviluppare una religione, diverso dal modello semitico.

pendesini alessandro

Il buddismo è, secondo certi punti di vista occidentali, una religione o una filosofia, o addirittura entrambi.
Nelle lingue in cui il termine deriva dal latino, la religione è spesso considerata come il rapporto tra l’umanità e Dio.
Se vogliamo considerarla religione OK, ma comunque una religione atea poiché nessun dio viene preso in considerazione
NB Il Confucianesimo e il Buddismo, per fare l’esempio della tradizione orientale, sono filosofie materialiste il cui scopo è essenzialmente etico e orientato verso il benessere sociale. La dottrina buddista fondamentalmente agnostica, rifiuta inizialmente qualsiasi verità rivelata. E’ una saggezza forte, liberatrice, che si compone di difese individuali ma non certo dei precetti.

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