Fabrizio D’Esposito ha scritto per il Fatto Quotidiano un articolo sull’imminente festival laico-umanista organizzato dall’Uaar, che si svolgerà tra il 6 e l’8 ottobre a Senigallia. Un articolo che è possibile sintetizzare in un semplice sillogismo.
Premessa maggiore: l’Uaar è di sinistra, perché invita soltanto politici di sinistra.
Premessa minore: nel “vasto programma” del festival ci sono laboratori per bambini e si parlerà anche di cerimonie laiche.
Conclusione: gli è venuto in mente il “famoso” (?) rapporto Ilitchev della commissione Ideologia del Pcus (1963).
All’Uaar prendiamo la libertà molto sul serio. Quindi, a scanso di equivoci, è indispensabile ribadire che ognuno è libero di avere le associazioni mentali che vuole, anche perché di solito non le controlla. Una volta avute, però, è raro che qualcuno le traduca in un articolo. E che un quotidiano nazionale lo paghi per pubblicargliele. E che qualcuno paghi l’edicolante per leggerle.
I punti di forza del quotidiano saranno dunque probabilmente altri, e l’articolo di D’Esposito, altrettanto probabilmente, è soltanto una di quelle tante opinioni a ruota libera che trovano sempre più spazio perché le pagine dei quotidiani, in qualche modo, vanno riempite, e farlo col minimo sforzo e al minimo costo è fondamentale, in tempi di vacche magre. Che rischiano però di essere sempre più magre, seguendo impostazioni del genere.
Il pezzo scritto dall’autodefinitosi “chierico vagante” è così vago e bislacco che diventa difficile replicargli. Poiché l’unico collante sembra la volontà di prendersela sia con la sinistra che con l’Uaar, tanto vale limitarsi a smontare la premessa maggiore e ricordargli che l’Uaar è apartitica, che gli ospiti di Senigallia non saranno soltanto di sinistra e che se alcuni orientamenti politici non saranno rappresentati è perché l’invito a partecipare non è stato accolto.
Sin dalle prime righe del suo primo documento ufficiale (1987) l’Uaar ha preso le distanze sia dall’anticlericalismo ottocentesco, sia dall’ateismo di stato marxista, e sfido D’Esposito a rintracciare posizioni del genere nella sua storia trentennale. L’umanismo a cui rimanda l’Uaar non è certo quello del rapporto Ilitchev, ma quello della Dichiarazione di Amsterdam a cui fanno riferimento quasi tutte le associazioni laiche e secolariste attive su questo pianeta. A proposito di fatti.
Libero D’Esposito di ignorarli, ovviamente, com’è libero di ignorare l’impegno Uaar per la ragione e la laicità. Chissà, forse non sono obbiettivi che condivide. Liberi però anche noi di preferire un giornalismo basato sui fatti a un Fatto che pubblica elucubrazioni a vanvera.
Raffaele Carcano, coordinatore culturale Uaar
Articolo pubblicato sul blog di MicroMega il 26 settembre 2017
AGGIORNAMENTO: Fabrizio D’Esposito ha pubblicato sul Fatto Quotidiano una controreplica all’Uaar invitando l’associazione a imparare a leggere. La pubblichiamo qui senza aggiungere altro, chiunque potrà farsi un’idea delle capacità di lettura di tutti leggendo in successione i vari articoli a partire dal primo:
Cari amici Atei e Agnostici Razionalisti (le maiuscole sono vostre, per carità) perché non inserite anche un corso di scrittura e di lettura fra le vostre attività? Non tanto per gli insulti gratuiti che abbiamo laicamente espunto nella vostra replica, ma perché non ho mai scritto che siete di sinistra. Semmai ho elencato gli esponenti di sinistra che verranno al vostro festival di cui nessun quotidiano ha parlato, tranne il nostro. Di qui le mie considerazioni su Bergoglio e il Rapporto Ilitchev. Che c’azzecca la dichiarazione di Amsterdam? Laicissimi saluti.
FD’E
a) Carcano cita le associazioni mentali: precisiamo che quando sono segmentarie come quelle di D’Esposito si chiamano segmentals. Se piacciono ai lettori del Fatto, fatti loro.
b) Sta diventando una (brutta) abitudine citare persone o eventi semi(?) sconosciuti tipo il rapporto Ilitchev (che non mi pare sia stato determinante nella storia mondiale) per corroborare le proprie segmentals.
c) In uno schetch di Maurizio Crozza (che fa le parti di Vittorio Feltri), dopo varie parole del tipo cazzo e culo si pronuncia la parola “sinistra” e la si giustifica dicendo :” A quest’ora i bambini non ascoltano le brutte parole in televisione”.
d) Auguri per il festival
Senza aver potuto leggere questo articolo, riservato ad abbonati, è difficile emettere un giudizio .
Però se è possibile visionarlo in un modo o l’ altro ( nessun intenzione di abbonarmi a qualsiasi giornale ..) ne sarei molto grato .
Ecco un ritaglio stampa dell’articolo in questione: https://www.pressreader.com/italy/il-fatto-quotidiano/20170925/282144996532967
“(…) ricordargli che l’Uaar è apartitica, che gli ospiti di Senigallia non saranno soltanto di sinistra e che se alcuni orientamenti politici non saranno rappresentati è perché l’invito a partecipare non è stato accolto.”
(ops. chiedo scusa. E’partita la citazione senza commento, il quale per altro più che un commento è per me una necessaria precisazione.)
“(…) ricordargli che l’Uaar è apartitica, che gli ospiti di Senigallia non saranno soltanto di sinistra e che se alcuni orientamenti politici non saranno rappresentati è perché l’invito a partecipare non è stato accolto.”
Un conto è essere ‘apartitici’, altro è essere di destra o di sinistra. So che da tempo è di moda affermare che ‘destra e sinistra’ non esistono più, ma io ritengo che, per quel che hanno significato storicamente e, nonostante tutto, ancora significano, stanno pur sempre a identificare due modi di intendere la politica (in senso lato, come criterio in base al quale organizzare la vita della ‘polis’, non appunto, in senso riduttivamente ‘partitico’) decisamente antitetici. Per la verità ‘destra e sinistra’ non sarebbero antitetici, ma in necessario rapporto dialettico se – in una democrazia per come la vedo io – fossero sinonimo di ‘conservatorismo e riformismo’, ma così non è… e, se mai, non diventano più antitetici, ma molto simili, quando si trasformano in ‘estrema destra’ ed ‘estrema sinistra’.
Detto questo ci sarebbero da definire le ragioni di questa contrapposizione… ma non vorrei andare OT.
“Il Fatto separato dai fatti”
Ciccio primero: Sarà un drogato introverso?
Segretario: Come sempre lei ha capito tutto.
Leggendo l’articolo mi sembra che il giornalista abbia si preso una cantonata, tipico del giornale per cui lavora, ma che lo faccia non per offendere ma per elogiare, a meno che non ci sia una forma di sarcasmo molto ma molto velata.
Il fatto che l’argomento laicità ed ateismo venga visto come un argomento di sinistra la dice lunga sulla visione della laicità e dell’ateismo in Italia. Abbiamo una destra clericale legata ancora al concetto di dio, patria e famiglia e non è un caso che non abbiano risposto all’invito. Ma anche la sinistra non sta molto meglio visto che interpreta come suo rappresentante il papa. Se poi il nuovo è rappresentato da un Di Maio che bacia la teca di San Gennaro ….
Siamo in un paese dove si parla di laicismo e vera laicità, di vero ateismo, dove si è convinti che i veri difensori della laicità siano il papa e la chiesa cattolica, dove per laicità si intende dare libero spazio e potere alle religioni e dove i veri atei dovrebbero ammirare ed elogiare il papa e la chiesa cattolica e dimostrare referenza e sudditanza verso le religioni. Il non allinearsi a questa interpretazione viene visto come pericolosamente di sinistra (inteso come estrema sinistra), di nicchia, terroristico.
L’articolo è stato appena aggiornato in calce
Se non si conosce un argomento non si dovrebbe scriverne. Il “giornalista” non sembra neanche in malafede, è che proprio non sa. Santa pazienza.
Leggo adesso l’articolo.
L’inizio:”Esiste una sinistra atea che non guarda a papa Bergoglio come riferimento ideale per le sue battaglie? Sì, esiste. E’ piccola, una minoranza della minoranza (…)”) sembra promettente, da sottoscrivere… ma poi continua con :”ma grazie al Cielo vive e lotta con noi”, ciò che a me, con questo riprendere espressioni sessantottesche, sembra più che altro uno sfotto’. Anche perchè non è che del resto dell’articolo abbia capito molto… per cui, su indicazione del post, mi è sembrato più utile riflettere sulla questione della ‘sinistra’.
Infatti, oltre a non aver capito granché di ateismo e UAAR, il soggetto ha scritto un’accozzaglia di opinioni di non semplice comprensione.
Più che una accozzaglia di opinioni ha infilato un’accozzaglia di cantonate.
Nove decimi dell’articoletto sono dedicati a un ‘rapporto’ di oltre mezzo secolo fa, nel pieno dell’ideologia sovietica: e a noi checcefrega? L’articolettista dovrebbe domandarsi perché in Italia la sinistra non rappresenta nemmeno la naturale percentuale degli atei nella popolazione; (vale anche per la destra, ovviamente), forse la politica vive una vita a sé stante?
Non voglio essere cattivo e ironizzare sulla tecnica di scrittura, ma spesso mi viene alla mente quel vecchio film, ”10 in amore”: ricco di consigli pratici, dove, come, quando, perché… L’Uaar, non il pcus.
Allucinante! Accusa di non saper leggere e non ha capito quello che ha scritto! Ma nemmeno nella replica: “Di qui le mie considerazioni su Bergoglio”, le considerazioni non possono derivare da qualcosa che viene dopo, dato che aprono l’articolo!
Esilarante il paragrafo del “chierico vagante” sul programma del convegno Uaar, che prevede “pratiche umaniste e cerimonie laiche per gli eventi della vita”. Urka davvero, ma dove l’ha letto??? Ma cosa cribbio sono le pratiche umaniste, donne pragmatiche versate nelle materie umanistiche? Io leggo di conferenze, proiezioni, incontri. Non solo non ci sono cerimonie laiche, ma nemmeno dibattiti su questo tema!!
Comunque ancora una volta registriamo quanto il tema “Francesco papa rivoluzionario” sia caro a più di un giornalista, e se aiuta a vendere, beh, tengono famiglia. E pazienza se ci si perde un po’ in coerenza con l’attenersi al “Fatto” e non alla propria “Opinione”….
Del resto altra chicca del nostro è l’articolo di luglio sui terribili nemici di Bergoglio (che finora non si scovano e non si distruggono) “Tutte le trame di tutti i nemici di Papa Francesco”, una battuta dopo un’altra, ma davvero c’è gente che compra sto giornale, ci credo che perde:
“I giornalisti di Fq MillenniuM hanno fatto un viaggio in Vaticano (e non solo) per capire chi e che cosa stanno impedendo al Pontefice di realizzare la sua rivoluzione nella Chiesa.”
Un viaggio in Vaticano? per capire???? Ma quale rivoluzione che non paga manco l’acqua e l’imu?
“Un vortice turbolento si è aperto con la clamorosa notizia delle accuse per pedofilia al cardinale australiano George Pell”
Clamorosa?? Ma questo legge i giornali ogni tanto? Tra l’altro, “accuse per” (o piuttosto di)?
“minacciano il pontificato di questo papa che ha rimesso il Vangelo al centro della sua missione. Non gli attici alla Bertone o l’amicizia con gay e massoni.”
L’amicizia con gay? Ma di che parla?
Che il titolo più adatto per la testata possa essere “Il Catto Quotidiano”?
Il Fascio Quotidiano.
O ancora, il Falso Quotidiano.
C’è gente che prende una notizia in prima istanza come falsa, solo perché l’ha pubblicata il f. q.: poi, al limite, controlla…
Una malattia contagiosa colpisce attualmente l’ Italia : la bergoglite . Per guarirne basta passare le frontiere del paese perchè non ha azzeccata altrove …
Scritto questo mi dispiace soltanto di non poter essere presente a Senigallia, non solo ma anche con la mia ” piccola famiglia ” compreso le due nipotine, che non frequentano nessun ora di religione ( nemmeno quella islamica nonostante parenti arabi…) !!
Ho cercato di leggere con calma e per ben due volte l’articolo incriminato, risultato: insipiente.
Non si può definire diversamente un articolo in cui l’autore mischia, senza cognizione di causa, qualche fatto oggettivo, l’evento che si terrà, qualche allusione a “sue” opinioni senza metterle sul tavolo e qualche fatto storico completamente slegato dal contesto.
Si ha la sensazione che l’autore abbia trattato l’ argomento, ossia l’evento Uaar, per “dovere” di cronaca ma che la faccenda gli era in qualche modo indigesta. E si ha anche la sensazione che una critica aperta e schietta non era ammessa, anche perché non si vede con quale argomentazione ci si potrebbe scagliare contro un evento libero ed “insignificante” come quello di una minoranza delle minoranze.
L’autore avrebbe fatto più bella figura a riportare semplicemente il fatto e qualche informazione più utile per capire lo spirito dell’evento.