Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Vogliamo darvi anche qualche notizia positiva di agosto e settembre che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

Nella complicata gestione del fenomeno migratorio le istituzioni cercano di prestare attenzione anche al rispetto della laicità e dei diritti, tema particolarmente caldo di fronte alle sfide del multiculturalismo. Il Ministero dell’Interno ha stilato il primo Piano nazionale per l’integrazione, che definisce una serie di doveri e principi che i richiedenti asilo sono tenuti a rispettare. Il ministro dell’Interno Marco Minniti ha chiarito che il piano punta a prevenire la radicalizzazione islamica e che tra i valori “non negoziabili” ci sono la laicità dello Stato e il rispetto dell’uguaglianza femminile.

Non mancano iniziative volte a regolamentare fenomeni religiosi che godono di concessioni ma presentano profili dubbi da un’ottica laica, come la macellazione rituale. Il consigliere regionale del Friuli-Venezia Giulia Roberto Novelli (Forza Italia) ha presentato una mozione per regolamentare la macellazione rituale prevista dalla religione islamica (halal) o ebraica (kosher), per vietarla se effettuata senza stordimento dell’animale. In particolare Novelli denuncia che la pratica venga attuata talvolta dai fedeli in impianti non autorizzati, come invece prescrive dal 2009 un regolamento della Comunità Europea, o in condizioni igienico-sanitarie precarie.

Anche da parte di politici nazionali sono arrivate richieste simili. Il portavoce alla Camera del Movimento 5 Stelle, Paolo Bernini, ha chiesto la fine della deroga per la macellazione rituale islamica, chiarendo che non si tratta di una “posizione dettata dalla discriminazione religiosa”. La deputata Michela Vittoria Brambilla (Forza Italia) ha promesso di cambiare la legge e chiesto intanto ai sindaci in particolare di “vigilare attentamente sul rispetto delle norme” attuali per impedire macellazioni fuori da impianti destinati a tale scopo.

L’uso del velo integrale da parte di una minoranza di fedeli musulmane è una questione che si affaccia in Italia. A Prato una donna è stata multata perché indossava il niqab, velo islamico che copre il volto lasciando intravedere solo gli occhi. La multa è stata comminata sulla base della legge Reale del 1977 che pone il divieto di indossare caschi o altri mezzi che possano “rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo.”

I tribunali continuano a legittimare il diritto alla stepchild adoption per le coppie gay, sebbene la legge sulle unioni civili non contempli questa possibilità. I giudici minorili di Bologna hanno consentito questo tipo di adozione in tre casi che riguardano coppie omosessuali, per bambini nati da fecondazione eterologa. Al netto dei cronici ritardi rispetto al resto del mondo occidentale, i diritti delle famiglie formate da partner dello stesso sesso si vanno quindi consolidando anche nel nostro paese.

Un’importante sentenza della Cassazione pone un argine all’estenzione indiscriminata dei privilegi extraterritoriali per gli enti che fanno capo alla Chiesa. La corte, su un caso che riguardava il contenzioso tra la Pontificia Università Lateranense e un dipendente da questa licenziato, ha stabilito infatti che gli istituti ecclesiastici sono soggetti alla giurisdizione dello Stato italiano per le controversie di lavoro. Tali soggetti operanti sul territorio nazionale infatti non possono proclamarsi “enti centrali” della Chiesa, ovvero istituti che sulla base dei Patti Lateranensi vedono riconosciuto il diritto di non ingerenza da parte dell’Italia per quanto concerne gli atti di autogoverno.

Non mancano iniziative per tentare di arginare l’invadenza confessionale delle parrocchie, anche su un tema che può apparire ad alcuni secondario, se non frivolo, come il disagio causato dall’eccessivo rumore delle campane. Don Paolo Cargnin, parroco di Salzano (VE), dovrà affrontare un processo per il rumore eccessivo prodotto dalle campane della sua chiesa, tale da disturbare la quiete del vicinato. Una querela era stata presentata infatti nell’estate del 2013 da un residente della cittadina, che aveva già chiesto al parroco di silenziare le campane in certi orari. Già nel 2011 lo stesso vescovo di Treviso, a capo della diocesi cui appartiene la parrocchia in questione, aveva prescritto alle chiese di adeguarsi ai limiti per le emissioni sonore stabilite dal regolamento comunale.

La redazione

16 commenti

dissection

Prescritto alle chiese di adeguarsi ai limiti per le emissioni sonore eccetera? Ma dove? In piazza Duomo a Treviso le campane sbraitano a livelli assordanti, abbracciato alla mia ragazza non riesco a capire cosa dice… se faccio reclamo da solo, in comune, conta qualcosa o ci vuole tipo una petizione o similia?

Diocleziano

Magister
Presentati al confessionale e snocciola tutta la sequela di bestemmie che ti sgorgano dal profondo del cuore quando le campane ti tormentano, e ”padre se andrò all’inferno sarà colpa del prevosto?” Il tutto a voce alta da sentirsi in tutta la cattedrale. E se ti dà 400 pateravegloria di penitenza digli che vuoi patteggiare la pena, o almeno la metà la dica lui. 😛

In alternativa rivolgiti a una associazione di consumatori.

dissection

A parte l’ovvio lol, non ci vivo a fianco ed è una cosa che mi tocca marginalmente, ma era per rimarcare questa cosa dei volumi enormi che, occasionalmente, mi costringono a urlare per farmi capire da una persona che si trova a due centimetri da me. Se altri non hanno notato o sono disposti a passarci sopra (che a Gesù bambino non gli pianga il cuoricino, non si sa mai… e.m.s.) non so che farci. Associazioni di consumatori? Bleaahh!

Francesco S.

se i volumi sono eccessivi si possono misurare i decibell chiamando un tecnico autorizzato, se vai in comune e dici che secondo te è troppo alto è una cosa, se vai con una perizia tecnica anche da solo devono tenerne conto.

Francesco S.

Ovviamente la doppia “l” in bel è un lapsus con le campane (bell). 😀

dissection

Francesco S thx per la dritta, ma ripeto, è una cosa che mi tocca marginalmente, è che penso a quelli che abitano dirimpetto, ma forse gli va bene così. È anche vero che finora l’ho notato solo in orari per così dire permessi, tipo dieci di mattina o sei di sera, non so se negli orari “blindati” sono smorzate o addirittura non suonino affatto, ma non vorrei che il volume eccessivo fosse una specie di ripicca per la regolamentazione forzata. (Che malpensante, eh?) Ecco, giusto per notare l’asimmetria tra quanto riportato in articolo sulle (pretese?) disposizioni episcopali e ciò che effettivamente accade. Ho sentito voci per le quali le campane sarebbero addirittura amplificate…

Frank

In un paese civile derterminate pratiche, come la macellazione animale, devono essere regolamentate dallo stato e non devono essere previste deroghe per nessuno, soprattutto per motivi futili come quelli religiosi, ma siamo in un paese dove queste deroghe in favore della religione vengono concesse per l’educazione degli figli quindi figuriamoci quanto può fregargliene degli animali.

Eviterei di fare affidamento poi su certi personaggi equivoci come:

– Paolo Bernini diventato subito lo zimbello di internet appena entrato in parlamento grazie ai suoi interventi, qui se ne possono leggere alcuni:

https://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Bernini

oppure della

– Brambilla accusata dai giornali di essere socia di un azienda che pratica pesca industriale per poi rivenderlo surgelato, in realtà la società di cui è socia non si occupa di pesca ma si “limita” a distribuirlo e venderlo:

http://www.bufale.net/home/precisazioni-michela-brambilla-commercio-del-pesce-congelato/

La sensazione è che viviamo in un paese dove se delle persone civili chiedono laicamente che certe pratiche vengano eliminate non vengano ascoltate ma se arrivano altri tipi di fanatici a fare le stesse richieste si.

RobertoV

Bene la sentenza della cassazione sulle controversie lavorative, ma rappresenta solo la punta dell’iceberg perchè lo stato interviene sulle controversie, non sulla gestione ordinaria.
Questi enti violano le regole sindacali e democratiche al loro interno (per esempio lo sciopero è vietato, i minimi salariali sono molto più bassi, ecc), sono gestite come uno stato a se stante, con proprie regole e lo stato interviene solo nel caso di controversie lavorative tipo il licenziamento. In Germania ha fatto recentemente scalpore il fatto che per la prima volta in un ospedale cattolico hanno scioperato ed hanno dovuto chiedere il sostegno dello stato e dei cittadini per poterlo fare perchè non è ammesso secondo le loro regole.
E’ un po’ come se si concedesse ad una azienda di operare da evasori fiscali, con lavoratori in nero e lo stato interviene solo se questi lavoratori vengono licenziati per obbligarli a riassumerli in nero …., senza toccare il lavoro nero e l’evasione fiscale.
Riguardo al fenomeno migratorio va detto che sono belle parole, ma la traduzione pratica la vedo difficile, sia perchè nella nostra costituzione c’è anche l’articolo 7 che non è un articolo laico, sia per l’interpretazione distorta del concetto di libertà e tolleranza religiosa, che non è fatta in modo laico (se non nell’accezione clericale). Mi sembra più fatta per arginare l’islam (cioè meno della metà degli immigrati) che per un’interpretazione valida per tutte le religioni, men che meno per quella cattolica. Anche la chiesa ed i clericali parlano di laicità, quella “vera”, come la intendono loro. Stessa parola, significati differenti.

Frank

“Il Ministero dell’Interno ha stilato il primo Piano nazionale per l’integrazione, […… ] ha chiarito che il piano punta a prevenire la radicalizzazione islamica e che tra i valori “non negoziabili” ci sono la laicità dello Stato e il rispetto dell’uguaglianza femminile.”

Quindi i richiedenti asilo devono rispettare la laicità dello Stato e l’uguaglianza femminile? E come fanno ad integrarsi con la maggior parte degli italiani? Altro che integrazione, questo è favorire la loro emarginazione. 🙂

Gérard

La vera integrazione ci sarebbe se ci fosse la possibilita di avere tutti l’ accesso ad un alloggio decente ad un prezzo decente e un lavoro pagato ad un prezzo decente !!! Vivo in una città industriale, dove c’e un alto tasso di micro-criminalita e so di che cosa parlo .

Frank

E….. ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno
Anche i muti potranno parlare
Mentre i sordi già lo fanno
E si farà l’amore ognuno come gli va
Anche i preti potranno sposarsi
Ma soltanto a un a certa età
E senza grandi disturbi qualcuno sparirà
Saranno forse i troppi furbi
E i cretini di ogni età

Francesco S.

Gerard magari, ma non ce n’è neanche per gli italiani. Quivi si scanna per una casa popolare e si occupano abusivamente. Da poco mi sto trasferendo in emilia Romagna e so di che parlo. Anzi proprio nelle zone industriali c’è carenza di abitazioni ad un prezzo decente, perché speculano.

Gérard

Francesco S.
Quando scrivo ” tutti ” intendo tutti senza limiti di origine, e ovviamente italiani compresi …
Ho accompagnato una volta una persona extracommunitaria alla ricerca di lavoro nella zona industriale di Prato per tutto una giornata, pensando che la mia presenza ( posto di responsabile in una nota ditta della citta ) avrebbe facilitato la cosa… Ebbene niente . Alla fine della giornata ci siamo lasciati piu scoraggiati che mai … ( Trovò poi un lavoro in un vivaio nel Pistoiese e lavoro – in nero nonostante il permesso di soggiorno ma con promesso di contratto regolare – Non fu mai pagato ( 20 euros al giorno ) e poi fu licenziato con tutti altri- tutti extracommunitari dopo sei mesi senza pagamento per tutti …( Non parliamo di quelli che affittano 2 stanze dove vanno a dormire e mangiare 6 emigrati a prezzi di 200 euros e piu al mese a testa per esempio…) .
E poi Minniti osa parlare di rispetto della legalita e della laicita ?? E ovvio che un discorso integralista radicalizzato trovera piu facilmente un terreno fertile in un cuor ferito dall’ ingiustizia e delle dilusioni …

Francesco S.

Secondo me per evitare la radicalizzazione non bisognerebbe far entrare preti e imam nelle carceri in automatico, l’assistenza spirituale dovrebbe avvenire su chiamata di chi la vuole e invece investire in formazione per il lavoro e istruzione nelle carceri.

Frank

Anche se si possano prendere tutte le precauzioni possibili per evitare l’emarginazione degli immigrati, quello della radicalizzazione islamica è un problema che è anche insito nella loro cultura, esistono anche altre tipologie di immigrati oltre a quegli islamici che vivono nelle loro stesse condizioni questo, a volte, li porta anche a reagire in modo violento ma non si organizzano in gruppi terroristici come gli islamici, ignorare questo è molto grave.

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