Dopo aver toccato il fondo con don Lorenzo Guidotti, che alla diciassettenne vittima di strupro dieci giorni fa aveva fatto sapere che se l’era cercata, il clero bolognese inizia a scavare. Don Francesco Pieri, docente alla Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna e insegnante al liceo Galvani di Bologna, con un tempismo che ricorda lo sciacallaggio scrive infatti sul proprio profilo Facebook: «Ha più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino?».
Se don Guidotti successivamente aveva chiesto scusa, don Pieri non indietreggia. Anzi, rincara la dose, rispondendo esplicitamente alla sua domanda retorica: «moralmente non c’è differenza». E incassa apprezzamenti da numerosi follower, incluso il ‘mi piace’ da parte di don Massimo Vacchetti, pezzo da novanta della Curia bolognese, visto che riveste il doppio ruolo di vice economo e responsabile della Pastorale dello sport.
A ben vedere l’equiparazione dell’aborto a genocidio, omicidio volontario e crimini orrendi come quelli di mafia non è certo un’invenzione di don Pieri. Già Teresa di Calcutta, ricevendo il Premio Nobel per la pace, arrivò a dire che il più grande distruttore della pace non è la guerra, né la dittatura, né la teocrazia, ma l’aborto. E rimanendo nei dintorni di Bologna, il cardinale Giacomo Biffi — chiamato idealmente in soccorso da don Pieri — sostenne che la legalizzazione dell’aborto fu la massima vergogna del ‘900, più grave quindi dei lager nazisti. Come chiarisce il sacerdote è tutto scritto nella Gaudium et spes del Concilio Vaticano II. Aggiunge però una considerazione, sostenendo che al riguardo vi siano ipocrisie diffuse. Il dubbio, più che lecito, è che si riferisca non tanto al mondo laico e liberale, che considera l’interruzione volontaria di gravidanza un diritto della donna e una conquista di civiltà, ma allo stesso mondo confessionale a cui appartiene.
Ai sensi del diritto canonico, infatti, la posizione di don Pieri può considerarsi ben fondata: in esso l’aborto viene considerato meritevole di scomunica latae sententiae, la più grave delle pene per la Chiesa cattolica. È sufficiente che venga compiuto affinché tale pena “entri in vigore”, senza necessità di un processo, senza necessità che la Chiesa stessa ne venga a conoscenza. Un assassinio non comporta tale pena, nemmeno l’assassinio mafioso di bambini parenti dei pentiti. Nemmeno il genocidio.
Le dispute interne alla Chiesa e ai suoi codici contrari ai diritti umani, però, dovrebbero interessarci marginalmente. La questione rilevante è un’altra: è ora di riflettere e appropriarsi di uno slogan che troppo spesso, e a conti fatti a sproposito, è stato utilizzato nelle note pastorali. Quello dell’emergenza educativa, una leva usata poi per chiedere e ottenere fondi pubblici per scuole private, oratori, edilizia di culto.
Perché sì, siamo davvero di fronte a un’emergenza educativa. Oggi, nella Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, diciamo forte e chiaro che i bambini dovrebbero essere messi in grado scegliere da grandi, consapevolmente e senza identità imposte. Diciamo forte e chiaro che le indagini su abusi sessuali, specie se ai danni di minorenni, devono essere condotte dalla polizia giudiziaria della Repubblica e non dal Vaticano, come ancora oggi accade. Diciamo forte e chiaro che si deve abolire l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, impartito per legge «in conformità alla dottrina della Chiesa» da docenti scelti dal vescovo e formati in facoltà teologiche nelle quali salgono in cattedra personaggi che, dottrina cattolica alla mano, sostengono che in termini di morti sulla coscienza non vi sia differenza tra Totò Riina, detto La belva, e Emma Bonino, già parlamentare, ministra, commissaria europea e delegata per l’Italia all’Onu.
Roberto Grendene
«Ha più morti innocenti sulla coscienza Emma Bonino o dio?»
http://www.asf.toscana.it/index.php?option=com_content&id=70&Itemid=71
Beh! Devo essere sincero: io non ho mai frequentato scuole di preti e presto ho lasciato il patronato di S. Daniele a Padova, con loro disappunto perché ero un ragazzo intelligente, per paura di andarmelo a cercare; e disprezzo profondamente tuti i preti di qualsiasi religione, che sono gli individui più turpi che il buon dio abbia creato.
E quanti innocenti ha sulla coscienza il più oscuro dei missionari che per tutto il tempo ha predicato, nei paesi sottosviluppati, la proibizione dell’uso dei preservativi? Nati senza la minima probabilità di sopravvivenza, a causa di malattie e povertà. Moltiplichiamoli per il numero di questi esaltati e avremo milioni di vittime che cantano la gloria di dio… l’importante è che siano battezzati.
E dunque, caro il mio docente di teologia, in fatto di stermini avete ancora il primato mondiale.
(Da notare che ben pochi di quelli fatti fuori dal pio credente Riina, erano davvero innocenti).
Ti risponderanno che dio non è colpevole per queste morti perchè è l’uomo che ha peccato contro dio (ma il punitore sarebbe sempre lui) e perchè c’è il libero arbitrio. Francamente vedo difficile tirare in ballo il libero arbitrio in questo caso, a meno che, come certi fanatici fanno, anche gli aborti spontanei vengano considerati effetto di comportamenti colpevoli delle donne.
Se si fanno i conti si vede come gli aborti spontanei sarebbero attualmente circa 2.5 volte quelli indotti.
Eppure questi aborti spontanei non hanno visto mai un grande interesse, questi non nati non hanno ricevuto l’attenzione a considerarli persone, mentre c’è la volontà di trasformare in persone, perciò questi paragoni assurdi parlando di morti ed omicidi, i non nati per aborti indotti. Eppure non c’è nessuna differenza tra i feti ed embrioni nei due casi, solo una differenza ideologica.
Dimostrano solo che nel profondo e nei suoi vertici la chiesa cattolica non è cambiata.
L’intervento era in risposta all’osservazione di Frank delle 10.11
Scuse se possono inventare quante ne vogliono, il problema è che, partendo dai loro presupposti, il più grande assassino e non solo di uomini ma anche di animali (i dinosauri per esempio, sono stati un giocoso passatempo?) resta sempre il loro dio. 🙂
Quando si parla o focalizza troppo sull’embrione, gridando a squarciagola per definire un suo statuto, dimentichiamo l’uomo. Ci concentriamo su un essere virtuale, potenzialmente “perfetto”, dicono…. Trascurando cosi chi vive, e pienamente cosciente di essero….
Non è di certo un progresso morale, o più precisamente Etico, essere interessati ad un “uomo” ideale…idealizzato.
Le ideologie più devastanti sono proprio quelle che hanno talmente glorificato l’uomo, così tanto, che l’hanno avvilito ! L’embrione, archetipo dell’uomo senza macchia, senza difetti, ci fa dimenticare che l’uomo è ricco delle sue dissonanze o irrazionalità.
La scelta della parola embrione-zigote, nonostante la sua pesantezza e la sua ineleganza, è giustificata in virtù di altri criteri. È là per ricordarci che sono gruppi di cellule e non “bambini in miniatura” che si utilizzano ! Nonostante, nell’immaginario comune, nel simbolismo di tutti i giorni, l’embrione è ipostatizzato, antropomorfizzato.
Non avevo mai fatto il collegamento embrione – uomo idealizzato, ma è molto interessante e si adatta perfettamente al pensiero estremista dei preti e di molti, ancora troppi, cattolici e atei non consapevoli, su questo argomento.
…L’embrione, archetipo dell’uomo senza macchia, senza difetti…
Io direi ”l’embrione, archetipo dell’animale senza qualità…”: perché il valore dell’uomo, il senso dell’uomo, è nella sua maturazione intellettuale. L’uomo di fede, l’uomo intellettualmente deforme, artificialmente deforme, vagheggia una perfezione avulsa dalla natura, immaginata e lungi dall’essere realizzata. La recita di un guitto per un pubblico di babbei.
“…L’embrione, archetipo dell’uomo senza macchia, senza difetti…”
E’ tanto vero che in realta molti “difetti”,come ad esempio la sindrome di Down sono
rilevabili gia’ nell’embrione in fase iniziale,grazie alle moderne tecniche di screening,
in tempo utile per una interruzione.
Im Islanda le nascite Down ormai sono ridotte a 3-4 annue,un tasso infimo anche per una popolazione ridotta come quella.
“L’embrione, archetipo dell’uomo senza macchia, senza difetti (…)”
Scrivevo, credo proprio a questo stesso titolo, sia pure in chiave esistenzialistica:
“E’ di fronte ad un’esistenza (quella del credente) di cui non si sopporta il suo essere ‘un qualcosa tra due niente d’esperienza’, e dal considerare più o meno inconsciamente ciò come causa di una sofferenza inaccettabile, che avviene il continuo rimando tra l’Eden e l’embrione (…) il rimando cioè a due situazioni ritenute di Vita Vera, di vita pienamente realizzata, proprio perchè sta oltre i limiti della vita coscientemente e dolorosamente vissuta (…) ciò che spinge a ritenere l’embrione – questa vita ‘in potenza’ – come ‘vita in atto’, ‘sacra’, quindi da tutelare come deve essere tutelata, mantenuta sempre operante, cioè ben visibile attraverso l’istituzione religiosa, la possibilità di una vita ultraterrena. In altre parole, finisce per doversi tutelare, salvaguardare, proprio la vita ‘non vissuta’ (…) che va difesa strenuamente, con mille pretesti, mille ipocrisie e autoinganni, perchè rappresenta psicologicamente la vera ‘assicurazione sulla vita’, sostituto ‘spirituale’ dalla polizza sulla vita delle compagnie di assicurazione”.
Mi chiedo che problema mentale abbia questo teologo, poiché simili affermazioni: paragonare la mafia all’attivismo politico della Bonino è secondo me sintomo di qualche disagio.
“A ben vedere l’equiparazione dell’aborto a genocidio, omicidio volontario e crimini orrendi come quelli di mafia non è certo un’invenzione di don Pieri. Già Teresa di Calcutta… ”
Don Pieri, Teresa di Calcutta… e il nostro buon papa Francesco cosa dice in proposito? L’aborto è o non è un crimine paragonabile all’omicidio? Se lo è, perchè i don Pieri non dovrebbero dire ciò che dicono? Basta ripetere, come fa Francesco il misericordioso, che Dio – del quale è il rappresentante autorizzato – perdonerà anche gli abortisti?
In realtà si tratta del classico gioco delle parti: il gioco sporco lo si fa fare agli scagnozzi (e se poi ci si mette anche Madre Teresa… bè, lei è una santa, e i santi, si sa, possono dire ciò che vogliono).. poi ecco che Francesco, il fustigatore della gerarchia che sta facendo le pulizie di casa, userà i toni morbidi per non inimicarsi troppo quella laicità che gli sta reggendo lo strascico come nemmeno il più devoto dei fedeli. La coerenza? Roba che riguarda le coscienze… e non sia mai che la fede debba tener conto di queste umane debolezze.
Concordo con le tue considerazioni. Affermazioni di quel tenore non sono rare. Don Pieri ha solo espresso in modo grezzo ciò che in genere pensano e che nascondono dietro una patina di affermazioni generiche, più soft ed ipocrite, altri della gerarchia e dei fedeli più allineati. Se consideri l’aborto un omicidio certe affermazioni ne sono la conseguenza. Anche se devo dire che a me suona quasi una difesa di Riina, un cercare di ridurne le colpe con la classica affermazione “ma altri hanno fatto di peggio ….”. Visto spesso il collegamento con la mafia di rappresentanti del clero nonostante la presunta scomunica ….
Quest’uscita del don Pieri, mica mi stupisce. La ccar non vuol saperne di cedere sull’aborto. Contrariamente ai primi cristiani, che si contentavano di NON praticare l’aborto ma si facevano una ragione di vivere in uno stato che ammetteva non solo l’aborto ma anche l’infanticidio (purché fosse il paterfamilias a volerli), né mi risulta che abbiano mai brigato con qualche imperatore più benevolo (ad es. Filippo l’arabo) per far passare una norma antiaborto, “questi qua” invece non vogliono saperne: gli piace troppo il potere!
Ma se andate nei blog cattolici (uno fra tutti: “il blog di costanza miriano”) potrete leggere enormità ben maggiori. Tempo fa lessi in quel blog il post di un personaggio del XIII secolo, che pero’ ritiene di vivere nel XXI, il quale affermava testualmente: “è meno grave dare ad un ragazzino una MG42 carica, piuttosto che una scatola di profilattici”.
E lo credo che in Cina i cattolici li perseguitano: sanno dove possono arrivare se gli lascia campo libero!
“è meno grave dare ad un ragazzino una MG42 carica, piuttosto che una scatola di profilattici”.
In effetti ammettiamolo:ammazzare la gente prima che sia nata e’ prima di tutto una dimostrazione di impazienza.
Vuoi mettere la goduria di ammazzarla quando e’ abbastanza grande da urlare,correre,dimenarsi ?
L’odore fragrante della polvere,il lampo degli spari,le scie dei proiettili,ecc,in confronto ad un sacchettino pieno di gelatina ?
Quel tizio a las Vegas poco tempo fa ha fatto tesoro di questo insegnamento.
Dimenticavo: e i funerali in forma solenne che ne conseguono,gli accorati appelli
de Papa,le ferme dichiarazioni di condanna del Presidente, che arricchiscono in queste occasioni le nostre giornate ?
Tutte queste sante manifestazioni rimpiazzate da un colpo di ramazza di uno spazzino e da una pattumiera ?
Non e’ tragico ?
L’aborto non esiste.
Mi piace il tono perentorio, ma stavolta no, non ci arrivo: cosa vuoi significare?
Avendo questo prete paragonato l’aborto alla mafia ed essendo tipico degli omertosi, quando si parla di lei, di negare la sua esistenza dicendo appunto “che la mafia non esiste”, ho ribaltato l’affermazione.
Solo per amore di completezza:sul tema dell’aborto,(come su qualunque altro)gli ecclesiatici non hanno il monopolio delle opinioni “acute”.
Qualche mese fa la nostra stampa ha riportato un fatto che pure non e’ una novita:l’islanda si avvia a ridurre drasticamente la sindrome di Down nella sua popolazione, grazie alla larghissima.Anche altri paesi sono sulla stessa via.
diffusione delle analisi prenatali in grado di diagnosticarla,e al fatto che le donne,non ostacolate da legislazioni schizzinose ed evidentemente neppure da prgiudizi religiosi,ricorrono nella quasi totalita dei casi all’aborto preventivo,conscie che una successiva gravidanza avra buone probabilita di fornire prole sana.
Ora,il Corriere riportava l’opinione di una (donna) esponente del Comitato di Bioetica,che ,
sia pure senza i toni integralisti dei vari “Don” ,criticava la cosa come esempio di eugenetica.
Criticava inoltre che la scomparsa dei malati scoraggera le ricerche per una cura.
Sarebbe interessante chiederle se ritiene un fatto negativo la scomparsa del vaiolo,dato che ovviamente ogni ricerca di cure in quel senso e’ ormai pure cessata.
Proponeva che un gruppo di bambini down andasse in Islanda,perche “coi loro sorrisi dimostrerebbero quanto male fanno gli aborti mirati”.
Ora,e’ innegabile che nei primi anni di vita,quelli della”beata incoscienza”,non ci sia molta differenza tra i sorrisi dei bambini sani e quelli dei down.
Quello che molti sembrano dimenticare,e’ che i bambini sono destinati a diventare uomini e donne,e attualmente l’aspettativa di vita media dei down e’ di circa 60 anni,per cui la loro
“incoscienza” e’ destinata inevitabilmente a cessare di essere “beata”,sia per loro che per chi gli sta vicino,almeno nella maggioranza dei casi
Se inviassimo in Islanda in visitadegli “over 30,40,50” affetti da down,non credo che l’effetto sarebbe quello sperato dalla signora di cui sopra.
……..Ora,il Corriere riportava l’opinione di una (donna) esponente del Comitato di Bioetica….,che Criticava inoltre che la scomparsa dei malati scoraggera le ricerche per una cura……
Laverdure
Se non trattasi di una bufala o scherzo di 1° aprile esageratamente in anticipo, ritengo che questa donna (nome cognome di questa illuminata ?) andrebbe denunciata alle autorità competenti (premesso esistano in Italia) ed eventualmente internata in un istituto psichiatrico ! Ne più ne meno
Purtroppo non credo proprio si trattasse di una bufala.
Oltre al Corriere altri giornali hanno riportato negli stessi giorni la stessa notizia,che pure
non aveva nessun carattere di novita,dato che in Islanda questa tendenza e’ in atto da anni.
Ennesimo esempio forse di come i giornalisti tendano a copiarsi a vicenda.
Mi sembrano le classiche “notizie” demenziali di propaganda (tipo quelle sui suicidi) per cercare di screditare paesi che riguardo ai diritti sono in cima alla lista.
La diminuzione dei down c’è anche in Italia e per un fenomeno che non ha niente a che fare con l’aborto, ma con la riduzione delle nascite e l’età delle gestanti. Una volta le donne facevano figli fino alla menopausa, quando i rischi diventano elevatissimi (già a 45 anni 1:20) e da giovanissime anche lì con rischi elevati. Con età attorno ai 30 anni, il rischio è vicino ad uno su mille, quindi in Islanda con solo 330 mila abitanti è normale che le nascite di down siano poche (anche solo 3-4 all’anno), senza tirare in ballo l’eugenetica e l’aborto.
Le tecniche di diagnosi prenatale non sono relative solo ai down, la forma meno spiacevole e problematica e per questo utilizzata a livello propagandistico dai detrattori, ma anche a tutta una serie di problemi genetici e di handicap ben più gravi.
E comunque vorrei vedere questi fanatici augurare a coppie in attesa, anche cattoliche “speriamo che sia down, perchè down è bello”. Forse assisteremmo alla scomparsa di questi fanatici ….
“Mi sembrano le classiche “notizie” demenziali di propaganda”
A me sembra piuttosto che si tratti di notizie reali interpretate secondo propri fini,sia per motivi religiosi sia ,nel caso dei “Comitati di Bioetica”e simili,allo scopo principale di mettersi i mostra criticando non importa cosa,anche pure fantasie in mancanza di meglio,basta ricordare le “scie chimiche” e i cellulari.
Personalmente trovo sacrosanto l’uso delle analisi prenatali e dell’aborto preventivo,perche’ per me la sindrome di Down e’ una grave malattia,chi ne e’ affetto sara per sempre un handicappato,che nei casi piu’ gravi sara non solo troppo idiota per qualunque lavoro,ma addirittura incapace di provvedere a se stesso nei bisogni piu’ elementari,per cui il discorso resterebbe valido anche limitandoci solo a questa “tara”
genetica trascurando le altre ancora piu’ gravi.
Evitare tutto questo senza sofferenze per nessuno(punto da sottolineare) e’ puro buonsenso,altro che eugenetica,qualunque sia il significato “appiccicato” a questo termine che come altri,e’ incredibilmente abusato.
laverdure
Quello che volevo evidenziare è l’assurdità di certi articoli allarmistici ed ideologici. In Islanda nascono ogni anno poco più di 4000 bambini, quindi già statisticamente e per ciò che ho spiegato nascerebbero pochi down senza tirare in ballo eugenetica ed aborto. Parlare di 3-4 down all’anno fa effetto, fa sembrare una strage (eugenetica) ciò che non è.
Inoltre non si parla di eliminazione dei down nati, ma allo stadio di embrione. Nell’articolo si dice anche che ad una diagnosi infausta l’85 % delle coppie decide di non portare a termine la gravidanza, dubito che qui in Italia ci si comporti in modo differente. Gli ultimi dati che avevo visto parlavano di almeno 100 mila italiani ogni anno che ricorrevano alle diagnosi prenatali e la maggioranza lo fa per evitare sorprese e ne trae le conseguenze se del caso. La gente normale si augura figli sani, almeno in partenza: già così di problemi ne possono dare ancora parecchi. Quindi mi sembra assolutamente normale che le persone utilizzino ciò che la scienza e tecnologia consentono per indagare sull’embrione e feto, a maggior ragione se riescono ad anticipare tali indagini. E comunque anche dopo una diagnosi infausta uno può sempre scegliere come comportarsi, ma lo fa almeno da informato (valutando anche il livello di gravità della malattia) evitando di trovarsi la sorpresa alla nascita o di essere incastrato dalle paturnie di chi vuole decidere della tua vita ostacolando le diagnosi e gli aborti. Perchè alla fine è sempre la donna che deve portare avanti la gravidanza ed i genitori che si devono occupare del figlio con pesanti handicap.
@ laverdure
“Down e’ una grave malattia,chi ne e’ affetto sara per sempre un handicappato,che nei casi piu’ gravi sara non solo troppo idiota per qualunque lavoro,ma addirittura incapace di provvedere a se stesso nei bisogni piu’ elementari,per cui il discorso resterebbe valido anche limitandoci solo a questa “tara””
Concordo, e aggiungo. Uno degli argomenti tirati un ballo dai tanti ‘difensori ad oltranza della vita’ è che, ricorrere alle analisi prenatali in funzione del riscontro di un qualche handicap in base al quale ricorrere poi all’aborto è solo una scelta ‘egoistica’ (quando non equiparabile alla pratica nazista dell’eliminazione sistematica degli ‘inquinatori’ della razza).
Ebbene (lasciando perdere l’infame richiamo al nazismo), è proprio sulla questione dell”egoismo’ che vorrei intervenire. Premesso che, quando, per una qualche ragione successivamente alla nascita, sorge una malattia gravemente invalidante, la persona che ne viene colpita deve avere tutto l’aiuto e l’affetto necessario per rendere la sua esistenza il meno gravosa possibile, magari per lui gratificante, chiamando in causa anche le strutture pubbliche… interrompere una gravidanza dietro riscontro di un grave handicap, non solo si evita – come scrivi – una possibile vita strozzata, ma si evita anche ciò che non si richiama mai per una sorta di tabù: cioè la vita a sua volta difficile, piena di disagi, che il dover provvedere alla persona portatrice di handicap spesso comporta. E si parla, per chi sottolinea questa evenienza, appunto di ‘egoismo’. Lo si chiami come si vuole, ma porre sullo stesso piano il disagio cui andrebbe incontro il nascituro e quello cui andrebbe incontro chi vi dovrà provvedere, e scegliere di evitarli non comporta la negazione di alcun diritto, ma evitare inutili sacrifici: non comporterebbe alcun danno per il ‘non nato’, e una vita non gravata da impegni aggiuntivi, altrettanto invalidanti, per chi ricorre all’aborto
E a questo punto la puntualizzazione d’obbligo. Come sempre in questi casi, il tutto deve essere lasciato alla libera scelta di chi deve affrontare questo problema, per cui tutto il rispetto per chi… e non necessariamente per motivi religiosi… intende portare comunque a termine la gravidanza … ma per favore lasciamo perdere l’egoismo! Che viene considerato tale solo perchè ritenuto biblicamente una ‘colpa’. E’ solo la scelta di evitare, senza danni per nessuno, una sofferenza ritenuta inutile per tutti. Se per alcuni – come sempre si legge – si tratta in vece di una esperienza gratificante… non può pretendere che lo sia anche per altri.
@Bruno Gualerzi
Anni fa,percorrendo una strada di montagna dove la visibilita era nulla a causa di nuvole basse,uscii di strada,che fortunatamente in quel punto era fiancheggiatada un campo.
Ancor oggi,ripensando al fatto che in quella zona la strada era fiancheggiata in parecchi
punti da profonde scarpate,dove per me sarebbe finita male, mi vengono i brividi.
Mia madre subi’ due interruzioni di gravidanza prima della mia nascita,per cui sarebbe bastato poco perche’ anch’io finissi nella schiera degli “abortiti”,sia pure per cause del tutto naturali.
E volete sapere una cosa ?Pensare a questo fatto,a differenza dell’altro,non mi crea nessun disagio.
Semplicemente non sarei mai esistito,quindi non avrei potuto rammaricarmi di niente.
Hemingway una volta disse che l’unica sfortuna dei non-nati e’ che non potranno mai
gioire della fortuna che hanno avuto (a non nascere).
E qualche volta penso avesse ragione.
A voi non capita mai ?
@ laverdure
A proposito di chi sostiene che la vita è un dono mi piace – credo in sintonia con quanto affermato da Hemingway – questo aforisma:
“La vita è un dono che alla fine esige sempre di essere ricambiato con la morte”
Attenzione, signori: la questione, a mio avviso, è semplice. L’equiparazione da parte cattolica della visita prenatale all’eugenetica non è che una versione del famoso sofisma di Beethoven. Nota fallacia logica, Dawkins ne parla diffusamente.
@ dissection
In cosa consiste il sofisma di Beethoven (per me evidentemente non poi così famoso 🙂 )?
Grazie.
@Bruno Gualerzi:
Due ginecologi discutono tra di loro su una ipotetica interruzione di gravidanza. Il più anziano fa all’altro: “considera questo caso. Quinto figlio, padre alcolizzato, madre tisica, il primo figlio morto di tisi anche lui, i secondi due down, la quarta demente precoce: tu cosa faresti?”
“Io interromperei la gravidanza” fa il più giovane.
“E allora”, fa il primo,
“avresti ucciso Beethoven”.
Nota bene: non ricordo esattamente i termini della questione, li ho messi un po’ così, ma non è questo il punto. (Che poi nemmeno quelli che lo ritengono un argomento convincente in realtà li conoscono con precisione, tipo se era il terzo figlio piuttosto che qualcos’altro…). Subito subito vengono due obiezioni: la prima è che il mondo potrebbe venire privato di un genio della musica, o della matematica eccetera ogniqualvolta si perde un occasione per copulare, e qui i preti…
La seconda è, ad esempio, che in un contesto simile, a fine Ottocento, la decisione di NON interrompere la gravidanza portava alla nascita di… un tizio di nome Adolph!
Divertiti a cercarne altre… notte.
@ dissection
Bellissimo, grazie.
@Dissection
Hai dimenticato di evidenziare la cosa piu’ importante:
le probabilita di prevenire la nascita di un Hitler,Himmler,Pol Pot,Vallanzasca,Toto Reina,
Giulio Andreotti ecc,sono di gran lunga superiori a quelle di privarci di un Einstein,Pasteur,
Bohr,Curie,Manzoni,Pirandello,Leonardo.
E’ una pura certezza matematica,che potremmo dire deriva direttamente dalla fondamentale legge fisica dell’entropia,secondo la quale le probabilita che un sistema sia degradato sono molto maggiori di quelle che sia ben organizzato.
Detto fra noi, ormai è da tempo che mi meraviglio solo quando un esponente della Chiesa dice qualcosa di sensato. 🙂
E quando è successo un simile fatto straordinario? 😈
So che e’ difficile da credere,ma un caso lo conosco
Tempo fa un tale che aveva ferito un ladro durante un tentativo di furto e’ stato condannato a versargli un congruo risarcimento.
Pare che perfino un vescovo abbia trovato la cosa rivoltante,tanto che ha affermato pubblicamente che il bel tomo, dopo aver fallito il furto la prima volta,grazie a
quell’esimio magistrato e’ riuscito ugualmente a derubare la sua vittima.
Quali che fossero le motivazioni,ovviamente insondabili,che hanno spinto l’ecclesiastico a una simile iniziativa,siamo costretti a dargli (incredibilmente) ragione.
Forse un attacco di follia,che anziche spingerlo a discorsi insensati come capita ai normali esseri umani,in un individuo appartenente a quella
categoria ha provocato un lampo di buonsenso.