La clericalata della settimana, 50: assessori regionali lombardi finanziano oratori

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è degli assessori regionali lombardi Francesca Brianza e Antonio Rossi che

hanno annunciato lo stanziamento di 5 milioni di euro per gli oratori parrocchiali

Rossi-Brianza

Le strutture religiose potranno accedere presentando apposita domanda. Nei mesi scorsi erano già stati accantonati quasi 800 mila euro per la realizzazione di progetti negli oratori.

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana

Il Consiglio Regionale della Sardegna ha approvato alcuni emendamenti nella Manovra finanziaria 2018-2020 per finanziare con 236 mila euro i lavori di una parrocchia a Quartu Sant’Elena (CA) e con 200 mila euro per il biennio 2018-2019 la ristrutturazione della sede dell’Archivio diocesano di Sassari.

L’Assessorato regionale siciliano delle Infrastrutture e della Mobilità ha dato il via libera alla ristrutturazione di un immobile nel Comune di Palazzolo Acreide (SR), di proprietà di una parrocchia, da utilizzare per finalità sociali. Il costo totale è di 684.147,97 euro.

Nel quadro dell’accordo tra Comune di Caltanissetta e Presidenza del Consiglio dei Ministri, con cui vengono stanziati 9 milioni di euro per la riqualificazione del quartiere di Santa Barbara nel capoluogo nisseno, sono compresi anche interventi per la ristrutturazione di una parrocchia. La presentazione del progetto ha avuto luogo nella stessa chiesa, presenti rappresentanti istituzionali e della diocesi.

Si è tenuto il primo incontro del “Gruppo di lavoro sul costo standard dell’alunno”, istituto a novembre dal Ministero dell’Istruzione: vede tra i suoi componenti i rappresentanti degli enti delle scuole private cattoliche Fidae, Fism e Foe.

In questo clima “natalizio” si assiste ad un fiorire di iniziative clericali, tra messe, benedizioni e riti che interessano diverse istituzioni pubbliche. Ad esempio, da segnalare le forze dell’ordine del ragusano che hanno invitato alla messa di Natale, officiata dal vescovo il 18 dicembre presso la cattedrale del capoluogo. A Lucca i consiglieri comunali di Forza Italia Marco Martinelli e Simona Testaferrata hanno presentato una mozione per disporre l’installazione del presepe nelle scuole della zona e negli uffici degli enti locali. Ad Arezzo la Giunta comunale ha deciso di regalare il presepe a una scuola, poiché un insegnante si sarebbe rifiutato di farne approntare uno. Il Tribunale di Ancona ha concesso un’aula al locale Ordine degli avvocati per la celebrazione di una messa, in orario lavorativo, officiata dall’arcivescovo. Il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Foggia ha inoltre organizzato una messa di Natale presso l’Aula VII.

La dirigente scolastica dell’educandato statale “Maria Adelaide” a Palermo, Angela Randazzo, aveva autorizzato la concessione delle aule per le lezioni di catechismo, dopo l’orario scolastico. Una docente, Giovanna Bonafede, aveva protestato e fatto notare l’inopportunità della scelta, tanto che a seguito delle polemiche la dirigente ha sospeso il servizio.

La redazione

6 commenti

Franco Ajmar

Credo sia opportuno, forse doveroso, richiedere formalmente quali siano i programmi educativi svolti in ogni singolo oratorio: quante ore di quali materie (di cui si chiede di allegare il programma). Conoscere cosa viene trasmesso ai giovani è importante almeno quanto la messa in sicurezza degli edifici. Credo sia una richiesta più che ragionevole da parte dei contribuenti lombardi e forse l’Uaar se ne può far carico.

mafalda

Vorrei ringraziare tutti quei docenti che, mosche bianche o pecore nere, si azzardano a mettersi contro il dirigente scolastico e denunciano certe situazioni. Con la buona scuola vi assicuro che è abbastanza pericoloso e richiede una buona dose di coraggio, soprattutto se i tuoi colleghi preferiscono fingere di ignorare i problemi (o a volte certi fatti non li vedono come problemi).

RobertoV

Il ministro Fedeli è evidentemente stato messo lì per curare gli interessi della parte clericale, ormai i suoi interventi nel campo sono numerosi, non per fare gli interessi della scuola pubblica: in più adesso sta terminando la legislazione e si avvicinano le elezioni e bisogna cercare di ottenere il più possibile.
Lo stesso decreto parla espressamente delle scuole paritarie, quindi era inevitabile che vi partecipassero i rappresentanti delle scuole cattoliche. Il costo standard è quindi studiato per favorire proprio queste scuole, ma tale concetto è una presa in giro. Infatti per determinare un costo standard devono essere standard anche tutte le altre condizioni e ci devono essere le stesse regole, altrimenti sto confrontando cose non confrontabili. Per fare un esempio se un’azienda fattura tutto e paga regolarmente le tasse ha un determinato costo. Un’altra azienda del settore che evade le tasse, utilizza il lavoro nero, abusa del lavoro precario, avrà costi inferiori, ma questo non significa maggiore efficienza, nè che vada premiata per questo.
Le scuole paritarie cattoliche non hanno le stesse regole sindacali, vige il divieto di sciopero, i minimi salariali sono più bassi, possono utilizzare il lavoro sottopagato e a termine di cui abusano. Gli stessi sindacati di settore riconoscono stipendi in media inferiori del 30 %. Inoltre hanno meno immigrati e meno portatori di handicap (perchè evidentemente costano di più) e danno un’offerta formativa differente. A questo va aggiunto che hanno scelto espressamente settori più economici (infanzia e primaria) e più remunerativi e chiudono dove costa troppo tenere aperta una scuola, cosa che lo stato non può fare.

Francesco S.

In Lombardia se la son presa a male di venir dopo l’emilia-romagna quanto a clericalate, vogliono recuperare.

dissection

Ti dirò che in realtà la classifica mi ha sorpreso; la mia personale era più una cosa tipo Lombardia – Veneto – Sicilia – Campania e l’Emilia-Romagna solo come quinta/sesta o giù di lì (classifica puramente “di naso” e senza nessuna pretesa di oggettività).

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