È partito in questi giorni il progetto “Cerimonie uniche” — creato e sostenuto dall’Uaar — che riunisce celebranti laici, accuratamente formati da docenti nazionali e internazionali, al servizio di chiunque desideri festeggiare un momento importante della propria vita o commemorare una persona scomparsa sulla base dei propri desideri e delle proprie inclinazioni personali, senza essere costretto in schemi preconfezionati e uguali per tutti.
«Da anni l’Uaar è impegnata in questo campo e così abbiamo deciso di fare un passo ulteriore dando il nostro contributo alla creazione di questo network di celebranti — composto sia di soci Uaar che di esterni all’associazione — sparsi sul territorio nazionale», spiega Adele Orioli, portavoce Uaar e celebrante laica dal 2010. «I celebranti umanisti riuniti in questo progetto hanno seguito e superato il nostro accurato corso di formazione con l’obiettivo di aiutare a riconoscere, al di là delle convenzioni sociali e delle abitudini, cosa quella determinata cerimonia — che sia un’unione, un commiato, una festa di benvenuto o altra celebrazione — significa veramente per chi la vive. Niente formule preconfezionate, nessun meccanicismo che non sia portatore di senso per i protagonisti. L’idea è quella di disegnare un rito su misura (dalla musica ai testi alla gestualità…) per rendere davvero speciale quel momento».
Il progetto — che si avvale di un sito appositamente creato con tutte le informazioni necessarie a trovare il celebrante più vicino alla propria città — fa da pendant alla battaglia per le sale del commiato laico: «L’Uaar, attraverso i suoi circoli, ha negli anni sollecitato a più riprese le amministrazioni comunali a mettere a disposizione locali dignitosi per la celebrazione e il ricordo dei defunti non cattolici», spiega Orioli. «Un’esigenza rispetto alla quale i comuni sono molto spesso negligenti. E pensare che tanta parte della recente storia italiana ha chiesto esequie laiche: pensiamo a Pietro Ingrao, Luciano Gallino, Umberto Eco, Dario Fo, Umberto Veronesi, Tullio De Mauro, Stefano Rodotà, Paolo Villaggio… Noi ci mettiamo il nostro tempo e il nostro impegno: speriamo che le istituzioni facciano il resto».
Comunicato stampa