Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
Nel nostro paese, dove la retorica della difesa della vita viene proclamata ai quattro venti e cresce la fobia natalista verso il “declino” demografico, è ancora arduo far passare l’idea che vada tutelato il diritto di non avere figli. Per questo è importate il pronunciamento della Cassazione che ha riconosciuto a due coniugi un risarcimento per la nascita indesiderata di un figlio, annullando la sentenza della Corte d’Appello di Torino. La coppia non voleva avere altri bambini e la moglie si era sottoposta a un intervento di raschiamento dell’utero presso una struttura di Alessandria, che però non era stato eseguito correttamente. Per questo motivo la donna non aveva interrotto la gravidanza e aveva avuto una bambina, cosa che l’avea costretta a rinunciare al lavoro. La famiglia ha ricevuto un indennizzo di 125mila euro: la Cassazione ha chiarito che il risarcimento è dovuto per le spese che derivano da “doveri di mantenimento dei genitori nei confronti dei figli” e per i disagi che possono portare nella vita.
Impazza la disiformazione su questioni medico-scientifiche, come evidenzia tra l’altro la polemica contro i vaccini. La Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) ha lanciato il sito “Dottore, ma è vero che…?”, per far chiarezza in tal senso e arginare la diffusione di bufale e pseudoscienza in ambito medico. Il portale mette a disposizione delle singole persone e degli operatori informazioni chiare per sfatare alcuni miti che ormai si vanno diffondendo e che rischiano di avere pesanti conseguenze.
Approvata a fine gennaio la legge sul testamento biologico, i Comuni stanno lavorando per implementare registri presso cui depositare le proprie disposizioni anticipate di trattamento (Dat). Solo a Milano, a due settimane dall’istituzione dell’albo, molte persone hanno contattato l’ufficio proposto dell’Anagrafe e inviato 103 Dat. L’assessore al Welfare di Milano, Pierfrancesco Majorino, ha spiegato che sarà lanciata una campagna informativa in città per fornire indicazioni su come stilare il biotestamento: “Stamperemo anche una piccola guida per spiegare con chiarezza come vanno compilati i moduli”, ha aggiunto. Non mancano interessanti sviluppi sul processo contro il radicale Marco Cappato, indagato per istigazione e aiuto al suicidio di Fabiano Antoniani proprio per averlo accompagnato in Svizzera per il suicidio assistito. Pur non assolvendo per il momento Cappato, la Corte d’Assise di Milano ha trasmesso gli atti alla Consulta per ulteriori approfondimenti. La Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi proprio sull’illegittimità del reato di aiuto al suicidio. Una sentenza in tal senso avrebbe una portata storica ed eliminerebbe uno dei principali ostacoli alla piena attuazione della legge sul fine vita.
Se la propaganda omofobica è ormai una cifra dell’integralismo cattolico, con il pretesto della lotta contro il “gender” e la difesa dei bambini, non mancano i casi di amministrazioni che cercano di arginare questa deriva. Il Comune di Torino non ha concesso l’occupazione di suolo pubblico al “Bus della Libertà”, il pullman arancione contro il “gender” che gruppi integralisti cattolici fanno girare nelle città italiane riprendendo un’analoga campagna spagnola. L’assessore comunale ai Diritti e alle Famiglie, Marco Giusta, ha spiegato che la decisione è stata presa “perché gli organizzatori dell’evento hanno inviato agli uffici una richiesta con informazioni errate”: la domanda era stata presentata “per una manifestazione dedicata alla ‘sensibilizzazione sulla salute psicofisica dei bambini’, mentre l’obiettivo da loro dichiarato, anche attraverso organi di stampa, sarebbe quello di denunciare la nuova ondata di una fantomatica ‘colonizzazione ideologica’, al pari del nazismo e del comunismo”. Con una recente mozione, approvata in Consiglio comunale, la Giunta si era impegnata a non dare spazi a organizzazioni omofobiche. Anche nelle stesse istituzioni ci sono voci che si oppongono a iniziative clericali delle amministrazioni. Il Comune di Verona, su pressione degli integralisti cattolici, ha chiesto e ottenuto che la fiera Verona Sposi rimuovesse lo slogan “Sposa chi vuoi”, interpretato come un endorsment a favore delle unioni omosessuali. Iniziativa, sostenuto in particolare da Lega Nord e Popolo della Famiglia, che ha destato le proteste del Partito Democratico. Il consigliere Pd Federico Benini ha criticato il sindaco Federico Sboarina, accusato di farsi “dettare l’agenda politica da una lista nemmeno presente in consiglio comunale”: “L’amministrazione porta la nostra città indietro di 800 anni”.
Le iniziative ossequiose dei Comuni verso la religione cattolica sono sempre diffuse, ma nella società civile cresce una consapevolezza laica. La decisione del Comune di Este (PD) di spostare la fiera di san Valentino per non farla coincidere con l’inizio della Quaresima ha suscitato le proteste di diverse associazioni, tra cui l’UAAR, che si sono date appuntamento in piazza per un sit-in organizzato da +Europa, con la partecipazione di Liberi e Uguali e L’Altra Este.
I diritti delle famiglie omogenitoriali continuano a essere riaffermati in sede giudiziaria, mancando una legge che consenta la stepchild adoption tra partner delle unioni civili. Il tribunale di Livorno ha autorizzato la rettifica dei certificati di nascita di due bambini, nati negli Stati Uniti, in modo che siano ufficialmente figli di una coppia di uomini, uno padre biologico, l’altro il compagno sposato all’estero. La coppia ha celebrato l’unione civile in Italia.
Le amministrazioni comunali continuano ad esigere gli arretrati per le imposte sugli immobili delle parrocchie, soprattutto scuole paritarie, che non possono godere dell’esenzione in quanto richiedono una retta non simbolica. In questo periodo in particolare sono agli onori delle cronache casi nel bergamasco: proprio a Bergamo sono una ventina gli istituti che si sono visti pervenire cartelle esattoriali, mentre a Seriate a un’associazione parrocchiale sono stati chiesti quasi 3mila euro. Un parroco della cittadina, don Arduino Barcella, ha scritto una lettera di protesta per lamentarsi. Il sindaco, Cristian Vezzoli, ha dichiarato di riconoscere la valenza sociale dell’impegno della scuola, ma di non poter impedire l’invio della cartella: “altrimenti sarei passibile di responsabilità contabile davanti alla Corte dei Conti”. Il primo cittadino ricorda inoltre che ha provato a risolvere in maniera bonaria la questione col prete, ma questi “ne ha sempre fatto una questione di principio”.
Talvolta è difficile riaffermare un semplice principio di laicità, soprattutto nelle piccole realtà dove il confessionalismo trova ampie sponde politiche e parroci che cercano di influenzare la politica. Il sindaco di Larciano (PT), Lisa Amidei, aveva sostenuto nel dicembre del 2016 la decisione del Consiglio comunale di non imporre il crocifisso nell’aula istituzionale. La mozione venne bocciata con sette contrari, due astenuti e due a favore: come ha spiegato infatti il sindaco, quella è la “sala che rappresenta lo stato laico e che è frequentata da persone di tutti i credi”. Al parroco della frazione di Castelmartini, don Gian Luca Palermo, la presa di posizione del Consiglio non è mai andata giù. Si è venuto a creare un clima sempre più teso tra amministrazione e parroco, tanto che in occasione della celebrazione per il patrono san Donnino il prete ha chiesto alla sindaca, a quanto pare su indicazione di diversi fedeli, di partecipare alla messa senza fascia tricolore. Amidei per non accendere ulteriori polemiche ha preferito quindi lasciare la cerimonia. Come ha ricordato la stessa sindaca, fu proprio quel prete a regalare al Comune un crocifisso, chiedendole di appenderlo nell’aula consiliare. “Apprezzai il dono, ma spiegai al parroco che non sarebbe stato possibile”, ha chiarito: “Poco tempo dopo, guarda caso, il gruppo consiliare della Lega Nord presentò una mozione con la richiesta di appendere un crocifisso in sala consiliare. Il consiglio comunale, però, a maggioranza dei presenti, la bocciò”. Il caso di Larciano è indicativo di una strategia che vede una pericolosa comunione di intenti tra parroci integralisti e politici confessionalisti. Per quanto possa essere contestabile la decisione di un sindaco di presentarsi con fascia tricolore a un rito religioso nella pretesa di rappresentare tutta la cittadinanza, va dato atto ad Amidei di aver contrastato forme di aggressiva invadenza clericale. E in un paese come l’Italia è una scelta difficile, che non attira molti consensi.
La redazione