“Quella lanciata ieri dalla Chiesa pastafariana italiana ci sembra un’ottima iniziativa contro le leggi sulla blasfemia e in difesa della libertà di parola e per questo voglio esprimere loro un sentito ringraziamento a nome dell’Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti (Uaar) che da anni ha aderito alla campagna End Blasphemy Laws“.
Così Adele Orioli, responsabile iniziative legali dell’Uaar, in merito ai manifesti apparsi ieri in alcune vie della capitale nell’ambito della campagna nazionale “Dio scotto”, ideata e curata dalla Chiesa pastafariana in appoggio alla campagna End Blasphemy Laws, che mira all’abolizione su scala globale delle leggi che puniscono la blasfemia. Sui manifesti, creati dallo street artist Hogre traendo ispirazione dalla grafica delle più famose aziende produttrici di pasta, campeggia la scritta “Se Dio fosse spaghetto” seguito da quella che è la bestemmia pastafariana: “Dio scotto” appunto.
“La campagna della Chiesa pastafariana ci piace perché con piglio accattivante mette in evidenza tutte le contraddizioni alla base del concetto di tutela del sacro richiamando l’attenzione sull’assurdità di quelle normative che in diversi paesi puniscono la blasfemia. Paesi tra i quali, non dimentichiamolo, c’è anche l’Italia, perché è vero che il reato è stato depenalizzato e ridotto a ‘illecito amministrativo’ (a partire solo dal 1999) ma se bestemmi via social sei passibile di istigazione a violare leggi, reato vero e proprio. Una campagna importante tanto più considerato che sei Paesi al mondo (Afghanistan, Iran, Nigeria, Arabia Saudita, Somalia e Pakistan) per il reato di blasfemia prevedono la pena di morte”.
Comunicato stampa
Se credessi in una divinità, sceglierei questa, anche scotta.
Chi mi cala dl cielo (o dalla pentola) gli spaghetti, ha tutta la mia devozione.
Le parrocchie ragsane e i preti che vanno all’Inps, suppongo senza prendere il numeretto, non hanno il senso del pudore.