La clericalata della settimana, 15: Lega e Fratelli d’Italia contro l’aborto

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è dei parlamentari di Lega Nord e Fratelli d’Italia che

hanno partecipato a un convegno organizzato dall’associazione antiabortista ProVita, in una sala del Senato, sul tema delle “gravi conseguenze” per le donne dell’interruzione di gravidanza “sul piano fisico e psichico”

A presenziare Isabella Rauti per FdI e per la Lega Raffaella Marin, Stefano Pillon e Maria Saponara.

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana

Il Consiglio comunale di Ficarazzi (PA) ha votato all’unanimità la deroga all’ingiunzione di demolizione di una chiesa, edificata abusivamente poiché posta a soli 150 metri dalla battigia. Il Comune aveva acquistato la struttura nel luglio del 2016, decorso il termine dalla notifica della demolizione.

Il Consiglio comunale di Fano (PU) ha approvato all’unanimità una mozione per imporre il crocifisso nelle aule scolastiche della zona.

L’Istituto compensivo 11 di Bologna ha introdotto un insegnamento sperimentale di “religioni”, con la compresenza dell’insegnante di religione cattolica e quella di alternativa, che crea di fatto disagi e diventa discriminatorio nei confronti dei figli di famiglie non credenti perché scompare un’alternativa davvero laica.

Il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha dichiarato che non darà il patrocinio al gay pride perché “manifestazione divisiva” e che farà illuminare il Pirellone, come fece il suo predecessore Roberto Maroni, con la scritta “Family Day” poiché quella invece “non è una scelta divisiva, è una scelta politica” e “tutti riconoscono il valore della famiglia”.

La preside del liceo linguistico “Giovanni Falcone” di Bergamo, secondo diversi studenti, ha impedito la pubblicazione sul giornalino scolastico di un articolo che parlava di omosessualità, poiché “potrebbe offendere comunità religiose”.

Il partito di estrema destra Forza Nuova ha partecipato a un corteo di integralisti contro l’aborto a Milano, organizzato dal Comitato No 194.

La redazione

17 commenti

Diocleziano

”… La preside del liceo linguistico “Giovanni Falcone” di Bergamo ha impedito la pubblicazione sul giornalino scolastico di un articolo che parlava di omosessualità, poiché “potrebbe offendere comunità religiose”.

E quindi, la preside, ha preferito offendere i suoi studenti.

Diocleziano

Il sondaggio abbinato alla notizia del crocefisso, al momento dà queste percentuali:

Come ti senti dopo aver letto questo articolo?

Arrabbiato 91.38%

Triste 1.72%

Indifferente 1.72

Felice 0%

Molto felice 5.17%

Tutto sommato è una buona notizia: il 95% è ancora in grado di ragionare.

Peccato per quel 5%… pregherò perché perdano la fede! 😈

Frank

La preside del liceo linguistico “Giovanni Falcone” avrebbe impedito la pubblicazione dell’articolo che parlava di omosessualità poiché potrebbe offendere le comunità religiose?
E allora perché hanno chiamato la scuola “Giovanni Falcone”? Che potrebbero offendere la criminalità organizzata? Vergogna, due pesi e due misure. 🙂

Maurizio

“…tutti i consiglieri comunali … proponenti il crocifisso, quale simbolo universale dei valori di libertà, uguaglianza, tolleranza e rispetto per la persona”.
Che imbecille, io che pensavo al crocefisso come simbolo della religione cristiana.

laverdure

@Maurizio
Maurizio,sei proprio debole di comprendonio.
Quale migliore simbolo di tolleranza,liberta,rispetto della persona di un uomo condannato ad un terribile supplizio per aver osato esprimere opinioni scomode alle autorita dell’epoca ?
Beninteso simboli analoghi se ne potrebbero appendere a migliaia :Savonarola,Giordano Bruno,per non parlare (solo per fare un esempio) di migliaia di streghe senza nome vittime
dell’Inquisizione senza che avessero preso nessuna iniziativa.
Ma l’edilizia non fornisce muri a sufficenza per appendere tanti simboli,occorrerebbe la
Grande Muraglia,per cui dobbiamo accontentarci di uno solo,gli altri ovviamente sono sottintesi.

RobertoV

Veramente il crocifisso non rappresenta il cristianesimo in toto, ma è un simbolo della chiesa cattolica ed in forma differente di quella ortodossa, non lo è per i protestanti, tanto è vero che i valdesi sono favorevoli alla rimozione. E ne hanno ragione, visto che sono stati perseguitati dai cattolici.
E’ un simbolo del potere della chiesa cattolica, della religione di stato a cui tutti erano sottomessi, esattamente come i simboli araldici dei vari casati nobiliari, un simbolo in nome del quale gli ebrei sono stati perseguitati come i non cattolici, un simbolo a cui bisognava sottomettersi. Il simbolo delle sentenze dell’inquisizione, un simbolo in nome del quale si celebravano e si celebrano vittorie militari contro altre religioni. Spacciarlo per simbolo universale è revisionismo storico e dimostra solo le mire egemoniche della chiesa cattolica e dei suoi più stretti sostenitori.

laverdure

@RobertoV
“…dimostra solo le mire egemoniche della chiesa cattolica e dei suoi più stretti sostenitori.”
Mire egemoniche alle quali probabilmente i detentori del potere nella Curia hanno dovuto ormai rinunciare,come hanno dovuto rinunciare alla pedofilia come strumento di controllo sui subordinati e mezzo di reclutamento.
L'”Ecumenismo” di cui si era fatto promotore Woytila fu un fiasco completo,basti pensare all’atteggiamento ostile della chiesa ortodossa russa, che lo costrinse,per evitare uno strappo completo,a raccomandare al primate cattolico locale,in una lettera aperta,
di”non cercare di convertire i locali perche’ sono gia cristiani !”.
(Una vera Canossa al rovescio !)
Con l’Islam poi la Chiesa sta subendo una vera e propria crociata, piu’ o meno aperta,alla quale non puo controbattere se non con sbrodolate di appelli “virtuosi”.

Gérard

Non sanno più cosa invocare per giustificare una violazione del principio di laicita dello stato . Comunque di fronte a loro hanno o degli ignoranti o degli menefreghisti

RobertoV

Sarei curioso di sapere se esistono precedenti in cui lo stato, addirittura in parlamento, manifesta contro leggi dello stato quali la 194, per di più convalidate dal referendum popolare col 68 %, con rappresentanti di partiti populisti che di solito cercano di legittimarsi col volere del popolo ed invece sono impegnati da decenni a delegittimarlo e ad ostacolarlo. Certo se si pensa che rappresentanti dello stato all’unanimità votano per legittimare gli abusi edilizi quando hanno a che fare con la chiesa….
Per di più permettendo di fare propaganda palesemente scorretta e falsa a Pro vita. La Perfori autrice del libercolo propagandistico non ha di certo le competenze per farlo. I presunti danni sulle donne per l’aborto: certo essere circondati da persone di Pro vita ed abortire può causarti gravi problemi. Ed i danni se una donna non abortisce e viene costretta a portare a termine la gravidanza?
Il fatto che insistano sui 6 milioni di presunti nati mancanti, alias baionette mancanti, indicano bene l’area politica da cui provengono. Basti pensare che il fondatore Brandi legato a Forza Nuova propone l’incremento della natalità come soluzione ai problemi della società. L’impero romano sarebbe crollato per il calo della natalità, ipse dixit.
Il valore di 6 milioni indica il numero di aborti in 40 anni, ma non il numero di nati mancanti. Perché quasi il 30 % delle gravidanze accertate esita in aborti spontanei, mentre ancora il 10 % dopo l’11° settimana, cioè dopo il feto utilizzato nel manifesto censurato. Va detto che ben l’82 % degli aborti avviene prima dell’11 ° settimana, quindi quella foto ad effetto era poco indicativa dell’aborto e per di più era di un feto sano, mentre per correttezza avrebbero dovuto mettere un feto malato (ed indicarne la scala per capire di cosa si stesse parlando, 3 cm e 15 g di peso). Quindi una parte consistente degli embrioni e feti abortiti volontariamente non sarebbe comunque mai arrivato alla nascita o se ci fosse arrivato sarebbe morto in poco tempo. Perché l’aborto si occupa della salute della madre e del feto ed interviene prevalentemente su embrioni e se il feto è malato. Se si pensa che i Pro vita sono dedicati alla santa Chiara Corbella Petrillo morta per aver rifiutato le cure pur di non abortire e dare alla luce un figlio sano che già precedentemente aveva portato a termine due gravidanze difficili, rifiutando l’aborto, con bambini che poi sono morti (uno dopo soli 30’), ma dopo averli battezzati: quindi 3 non aborti, ma solo uno veramente nato.
Non si rendono conto che se le donne seguissero l’esempio e morissero pur di dare alla luce un figlio o si impegnassero a portare a termine gravidanze inutili, pur di non abortire, finirebbero col fare meno figli? E che se non esistesse la 194 molte donne avrebbero timore ad affrontare una gravidanza?
E che un figlio non abortito potrebbe implicare che in realtà sostituisce altri che quindi non sarebbero mai stati fatti nascere: cioè “se tua madre non avesse abortito tu non saresti mai nato”?

pendesini alessandro

…….Ed i danni se una donna non abortisce e viene costretta a portare a termine la gravidanza?……

RobertoV
Questo si che è importante dirlo ad alta voce… E che questi illuminati-bigotti non riescono, o non vogliono capire !!!
Come potrebbe una donna che non ha desiderato il proprio figlio e che di conseguenza non se la sente visceralmente di assumere la sua responsabilità per il sostenimento (che spesse volte non possiede !) cosi come una educazione decente, equilibrata ma anche e sopprattutto una evidente affettività madre-figlio naturale, positiva (assolutamente necessaria –fondamentale- per l’equilibrio psichico del bambino !) ma che nella stragrande maggioranza dei casi NON potrebbe risentire verso il proprio figlio, con le conseguenze, a volte irreversibili, che possiamo immaginare ?
In nessun caso dovremmo obligare una donna –sia pur per legge- mettere al mondo un figlio (sia pur entro certi limiti) quando i genitori e sopprattutto la madre NON lo desidera ! Un bambino NON desiderato puo’ difficilmente essere normalmente assistito e amato ! Spesse volte serve più come capro espiatorio che un essere umano trattato con AMORE (dolcezza e sensibilità) dai propri genitori. Una miriade di casi psichiatrici abbondano di esempi di questo tipo….

RobertoV

Ti risponderebbero che alla fine una donna può comunque abbandonare il figlio e darlo in adozione, senza porsi il problema di che cosa questo comporti sia per la donna che per il bambino. Perché banalizzano l’adozione che non è una cosa facile: l’anno scorso ci sono state solo 10000 richieste in Italia e solo 4000 sono state soddisfatte. Quindi se gli 86 mila aborti si tramutassero per esempio in 40000 nati in più, solo qualche migliaio potrebbe essere dato in adozione, con anche scadimento delle condizioni per adottare ed aumento dei problemi. In tanti finirebbero negli orfanotrofi, esperienze piuttosto traumatizzanti.
Ma resta il problema che rispetto alla data media degli aborti una donna sarebbe costretta a portare avanti la gravidanza per 6-7 mesi, il che sarebbe una violenza se non voluta, a maggior ragione se il feto è malato e la gravidanza è difficoltosa. Quale trauma avrebbe una donna costretta a portare avanti una gravidanza di un feto malato col bambino che muore poco dopo la nascita? Una vera tortura, un accanimento contro la donna ed un accanimento terapeutico contro il feto malato. Lo stesso se il bambino malato sopravvivesse per un po’ di anni con i genitori obbligati ad accudirlo.
Ed in più il sospetto o addirittura un processo (visto che già certa gente lo aveva proposto) se dovesse avere poi un aborto spontaneo la cui probabilità è statisticamente presente in maniera ancora apprezzabile, soprattutto per feti malati.

Diocleziano

”… In tanti finirebbero negli orfanotrofi… ”

E forse questo è proprio ciò a cui mirano: si prevede nei prossimi anni lo svuotamento delle scuole con grave danno agli interessi della chiesa, e allora riempiamo gli orfanotrofi, no?

laverdure

@Pendesini Alessandro
E c’e di piu’.
Ci sono un sacco di donne che iniziano la gravidanza non solo volontariamente,ma con entusiasmo,almeno all’inizio,e che scoprono troppo tardi che la maternita e’ piu’ impegnativa di quanto immaginavano,un impegno destinato a durare molti anni,e per il quale non sono all’altezza.
Nel loro caso la “depressione puerperale”,che pure e’ molto comune,rischia di raggiungere livelli patologici.
E anche in questi casi il bambino e’ esposto a gravi conseguenze :anche se la madre e’ abbastanza equilibrata da non commettere mai veri maltrattamenti e nemmeno incurie,la semplice mancaza di vero affetto materno puo’ incidere negativamente sul suo sviluppo psichico.
Per questo, prima ancora dei corsi premaman da seguire a gravidanza gia iniziata, occorrerebbero dei corsi dove venissero evidenziate senza retorica e ipocrisia i problemi posti da una maternita,e una aspirante madre venisse aiutata da persone qualificate a capire se nel suo caso particolare (condizioni fisiche,psichiche,economiche ecc) la maternita sia conveniente,e aiutarla a rinunciare senza sensi di colpa in caso contrario.
Immaginatevi che reazioni susciterebbe la proposta esplicita di di simili corsi negli ambienti “ortodossi” !

pendesini alessandro

Non dobbiamo comunque perdere di vista che in Italia l’aborto, entro certi limiti, è legale ! Chi lo ostacola e sirifiuta di praticarlo –e questo ritengo sia importante sottolinearlo- sono il 70% dei medici « obbiettori di coscienza » bigotti o/e opportunisti ; il che rende talvolta difficile l’accesso specialmente nel sud del paese !
PS Guardando bene risulta che a Malta –paese cattolico per eccellenza, dominato da politici di stampo mafioso accertato !- l’aborto è severamente vietato a prescindere di qualsiasi situazione ! NO COMMENT

pendesini alessandro

Gli psicologi spiegano i mondi intimi cercando i determinanti biologici, familiari o sociali che li inquadrano. Per loro, questa informazione è più vicina al reale ragionevole che alle formule matematiche. Non hanno bisogno dell’ipotesi di dio per fare questo lavoro di sensibilizzazione. Questo spiega perché c’è poco lavoro sulla psicologia della religione, mentre una grande parte degli esseri umani pensa a dio tutto il tempo. Ed è anche il motivo per cui un medico può essere sia un praticante, uno scienziato e un credente. Può studiare l’impregnazione ormonale della gravidanza, conoscere i gesti del parto e provare un sentimento metafisico sulla piccola vita che sta per venire al mondo. Può prendersi cura di una donna incinta con l’attenzione e la generosità che caratterizzano i credenti e negare l’aborto, che per lui è un crimine.

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