Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

Alcuni Comuni hanno fatto ulteriori passi in avanti per il riconoscimento dei diritti dei figli delle coppie omosessuali. La sindaca di Torino Chiara Appendino ha proceduto alla registrazione presso l’anagrafe degli atti di nascita di figli di coppie gay. Per la prima volta in Italia i bambini nati da procreazione assistita all’estero e cresciuti in famiglie omogenitoriali sono stati riconosciuti tramite un atto del sindaco e non con sentenza di un giudice, come stava avvenendo dopo l’approvazione delle unioni civili a causa della mancanza di una disposizione legislativa che consentisse la cosiddetta “stepchild adoption”. A portare la sindaca pentastellata a questa decisione il caso di una consigliera comunale Pd, Chiara Foglietta, che aveva protestato per la procedura non veritiera con cui l’anagrafe intendeva registrare l’atto di nascita del figlio che lei e la sua compagna avevano deciso di concepire all’estero. Appendino aveva chiarito di essere disposta a registrare i figli di coppie gay, “anche forzando la mano”, nonostante l’Italia non sia “ancora pronta a riconoscere legalmente queste famiglie” e l’esistenza di “ostacoli burocratici”. Già nelle scorse settimane l’amministrazione aveva sottoposto la questione all’Avvocatura dello Stato, su un caso simile di due gemelli nati in Canada e figli di una coppia di uomini, proprio per avere delle linee guida precise. La recente iniziativa di Appendino ha suscitato la reazione della Chiesa cattolica: La Voce e il Tempo, il settimanale della diocesi di Torino, ha attaccato con un editoriale del direttore Alberto Riccadonna l’operato della sindaca. Sulla scia della decisione di Appendino, i sindaci di dieci Comuni piemontesi (Piossasco, Collegno, Settimo Torinese, Moncalieri, Nichelino, Chieri, Beinasco, Borgaro, Gassino e Caselette) hanno annunciato che registreranno i figli delle coppie omogenitoriali con i nomi di entrambi i genitori.

Anche l’anagrafe del Comune di Roma ha registrato per la prima volta, in maniera “completa e spontanea” (cioè senza l’intervento di un giudice), l’atto di nascita di una bambina nata in Canada tramite gestazione per altri come figlia di due genitori omosessuali. La registrazione fa leva sul pronunciamento dello scorso febbraio da parte della Corte d’Appello di Roma sul caso di un’altra coppia: il tribunale ha stabilito che la trascrizione non era contraria all’ordine pubblico. Sono avvenute registrazioni di figli di coppie omosessuali con il consenso dei sindaci e senza ostacoli da parte dell’anagrafe anche a Gabicce Mare (PU) e a Catania.

Le iniziative degli anti-abortisti sembrano trovare meno sostegno a livello politico. Il maxi manifesto contro l’interruzione di gravidanza fatto affiggere dall’associazione integralista “Pro Vita” a Roma ha suscitato una reazione laica. La senatrice Monica Cirinnà (Pd) ha lanciato su Twitter l’hashtag #rimozionesubito. In Consiglio comunale hanno protestato per il Pd Michela Di Biase, Valeria Baglio, Ilaria Piccolo, Giulia Tempesta e Svetlana Celli per la Lista Civica “Roma torna Roma”. Il Comune ha segnalato la questione alla polizia locale per verificare il rispetto del regolamento sulle pubbliche affissioni nella Capitale e si è proceduto alla rimozione. Già in passato gli uffici del Comune non aveva consentito l’affissione di manifesti di Pro Vita proprio perché in contrasto con le prescrizioni che vietano contenuti lesivi “del rispetto di diritti e libertà individuali”.

Questo manifesto è stato poi riproposto a Ponderano (BI), Elena Chiorino, che l’ha affisso a proprie spese nella cittadina. Anche in questo caso la politica ha manifestato la propria opposizione. L’assessore regionale Monica Cerutti ha ricordato che chi, come la sindaca, “rappresenta un’istituzione dovrebbe garantire il rispetto delle leggi e non farsi promotrice di una campagna contro una norma”. “Ancor più incomprensibile il fatto che sia una donna a sostenere un’iniziativa che vuole mettere in discussione il diritto dell’autodeterminazione femminile”, ha aggiunto.

Se in diversi Comuni i clericali votano per posizionare in maniera impropria il simbolo cattolico negli uffici pubblici, non rispettando il principio di laicità, è importante segnalare quando certe iniziative vengono respinte. Il Consiglio comunale di Pisa ha bocciato una mozione presentata da Virgilia Mancini di Forza Italia volta a imporre l’affissione del crocifisso nella sala istituzionale di Palazzo Gambacorti. A votare contro la proposto i consiglieri Pd (tranne l’astensione di Maria Scognamiglio): la consigliera Francesca Del Corso ha chiarito che “non ci sono norme per l’affissione del crocifisso nelle aule dei Consigli comunali” e che “il Consiglio comunale è un’istituzione pluralista, in cui la regola dovrebbe essere la neutralità”. Si è trattato di una iniziativa “strumentale” per Giuseppe Ventura (In Lista per Pisa) e Ciccio Auletta (Ucic-Prc). Auletta ha ribadito che “il nostro è uno Stato laico, non c’è una religione di Stato” e denunciato i “fini così beceri” di strumentalizzazione della religione per fini politici.

La redazione

5 commenti

iguanarosa

Giusto notare le registazioni anagrafiche di coppie gay. Però essendo nascite avvenute all’estero, tecnicamente si poteva fare da tempo. Evidentemente i neonati di cittadini italiani non costituiscono pericoli all’ordine pubblico.
Buona notizia però sarebbe l’abolizione dell’8 per mille al vaticano o altre religioni.

pendesini alessandro

Fa piacere sapere che certi italiani (sempre in aumento ?) cominciano a capire che le leggi vigenti devono essere rispettate da tutti senza eccezione.
E che le « leggi divine » giustificate da dogmi puerili, insensati, arcaici NON sono al di sopra delle leggi (non solamente italiane) in vigore !
Attenti pero’ che queste sono solo scaramucce, che ovviamente potrebbero influenzare positivamente l’esito della « guerra » ; non sara facile vincerla a questi livelli, ma di certo non impossibile…..

Immaginare, per contro, che la credenza, o « spiritualità » in qualsiasi superstizione possa un giorno essere “naturalmente” eliminata, francamente non posso crederlo e neanche immaginarlo ! L’uomo moderno (inteso come cervello emozionale) rimane tale quale già da circa 350 mila anni, forse anche oltre….

Francesco S.

C’è una cosa che si chiama Cultura ed evolve più velocemente della biologia, l’hardware sarà lo stesso da 350000 anni ma il software che ci gira su cambia.

pendesini alessandro

Francesco S
E’ scontato che il modello inferenziale di comunicazione, del riconoscimento delle intenzioni, con valutazione della loro coerenza razionale e dello sviluppo di un equilibrio riflessivo all’interno del gruppo sociale, rende possibile elaborare un’etica dinamica, una “moralità aperta”, sulle basi ” neurocognitive naturali, senza ricorrere a presupposti metafisici.
Ma questo non esclude che l’uomo sia da sempre un animale non solamente (sovente) irrazionale ma anche emozionalmente fragile.
Un premio Nobel in qualsiasi branca, uno psichiatra, neurologo o persona di vasta cultura olistica, non è al riparo di acciacchi di natura psicologica : nevrosi, psicosi, burnout, stati depressivi o depressione profonda !
Basti pensare che l’effetto placebo, o nocebo, (fenomeno tipicamente emotivo) ad esempio, non risparmia –salvo particolari casi patologici- nessuno, neanche il papa………..
P.S. Mi sia concesso insistere che chi decide, nella stragrande maggioranza dei casi, non è il cervello razionale, o neocortex, ma il limbico, epicentro degli istinti e pulsioni il quale ignora completamente cosa possa significare il termine etica o razionalità ! E da questa parte che nascono molti dei nostri problemi sociali e esistenziali….

laverdure

@Pendesini Alessandro
Ma parla come magni !
Di’ semplicemente che anche una persona molto intelligente non puo’ mai essere intelligente 24 ore al giorno .
Chi lo disse per primo ?
Semplicemente un passante al quale un intervistatore aveva chiesto cosa ne pensava di alcuni
scienziati e intellettuali che si erano scritti al partito radicale.

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