Che tu possa essere schierato tra quegli integralisti reazionari dediti all’intolleranza nei confronti delle comunità lgbt, o viceversa, che tu possa essere invece favorevole all’ampliamento dei diritti degli omosessuali, dovresti in ogni caso fermarti a riflettere perché potresti sbagliarti. Sei evidentemente nell’errore quando da sostenitore di questi diritti ti ritieni appagato e compiaciuto, magari perché tutto sommato alcuni risultati sono stati raggiunti o perché alcune istanze storiche sono state finalmente accolte, e ovviamente lo sei ancora di più se pensi che attraverso anacronistiche logiche e strategie discriminatorie nei confronti delle persone lgbt, tu possa far tornare indietro l’orologio o andare ad alterare quella che oggi è la realtà dei fatti. Semplicemente ti sbagli. Perché se attualmente è ingenuo pensare che gli obiettivi dei movimenti lgbt, sostenuti anche dalla nostra associazione, siano stati effettivamente raggiunti, lo è anche ritenere sconfitta l’ignoranza e la violenza di stampo omofobico che pervade ancora oggi il nostro paese.
Tanto per fare un esempio viene da chiedersi che fine abbia fatto quella legge tanto attesa che punisce coloro i quali, sistematicamente discriminano o incitano alla violenza nei confronti dei gay. Oppure ci si chiede a cosa servano i seppur confortanti messaggi istituzionali del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la “Giornata internazionale contro l’omofobia, bifobia e transofobia” (IDAHOBIT), se poi si resta sostanzialmente impassibili in vicende come quella che ha coinvolto l’amico Luca Paladini, fondatore dei Sentinelli di Milano. Luca da qualche mese si trova al centro di attacchi pianificati e organizzati dai soliti infami conigli che al sicuro, grazie all’anonimato di finti profili creati nel marasma dei social network e del web in generale, si sono spinti perfino a minacce di violenza fisica. Contro Luca dal febbraio scorso è stata progettata e messa in atto una strategia dell’odio via web basata su pagine social aperte per diffamarlo, insulti omofobi quotidiani, fotomontaggi in cui viene ritratto in un campo di concentramento, e commenti in cui si augura la morte sua e del suo compagno. Luca ha già da tempo tutta la nostra stima per la dedizione e l’attivismo dimostrato nelle molte istanze laiche che ci accomunano. Dalle battaglie per l’ampliamento dei diritti lgbt a quelle sul fine vita, passando per quelle sulla piena applicazione della legge 194/78. A lui va ovviamente tutta la nostra vicinanza e la nostra solidarietà per questa vergognosa vicenda che lo vede bersaglio e vittima di odio omofobico.
Ciò non toglie che la reazione a questi feroci attacchi che sta subendo Luca ormai da mesi sia stata piuttosto contenuta. Soprattutto da parte delle istituzioni che dovrebbero impegnarsi di più e meglio nella prevenzione e nella tutela dei cittadini dalle minacce e dalle diffamazioni via web, e dalla politica che potrebbe porre fine a queste vicende attraverso una legge contro l’omofobia. Odio, cyber bullismo, violenza di genere e discriminazioni su base sessuale che attestano infatti quanto sia necessario un intervento legislativo in materia, ma anche che testimoniano come chiunque dotato di ragione e buonsenso, seppur soddisfatto degli attuali risultati raggiungi con l’introduzione della legge sulle unioni civili, non possa fermarsi nel ripido percorso che porta al traguardo finale del riconoscimento di tutte le istanze connesse ai diritti e alla tutela degli omosessuali. E’ certamente con questo spirito che andrebbe affrontata e celebrata, il prossimo 17 maggio, la giornata internazionale introdotta e promossa dall’Unione europea dal 2004 per prevenire e sensibilizzare le persone di tutto il mondo sui fenomeni omofobici. Bene le celebrazioni e gli esempi virtuosi di attività anche locali per un maggiore coinvolgimento della società tutta su queste delicate e importanti tematiche. Ancora meglio sarebbe però raggiungere la concretezza, la sostanza e quindi dare seguito, nei fatti, a livello politico istituzionale di questi bei propositi con una legge.
In questo contesto è bene richiamare l’attenzione di tutti, degli attivisti appagati e perché no, anche degli integralisti omofobici nostrani, su altre ormai consolidate manifestazioni. Nelle prossime settimane e fino ad agosto inoltrato infatti, prenderà il via la stagione dei Pride con sempre più numerosi eventi, città coinvolte e grande partecipazione. Manifestazioni e cortei che vedranno la nostra realtà associativa territoriale mobilitata, impegnata e presente in ogni circostanza, a fianco dei movimenti lgbt e a sostegno dei comitati organizzativi dei Pride. L’invito a partecipare scendendo nelle strade e nelle piazze colorate di queste manifestazioni per sostenere con coraggio le tante istanze laiche delle comunità LGBT — da quelle riguardanti le famiglie omogenitoriali che pure conquistano sempre più riconoscimenti in barba al vuoto normativo a quelle per il matrimonio egualitario — non è rivolto a chi già da tempo è convinto sostenitore delle loro ragioni. No, l’invito è rivolto proprio a coloro che, pur favorevoli a un ampliamento di questi diritti lgbt, pensano che sia ormai superfluo partecipare attivamente o manifestare a un Pride. Perché è proprio là dove ci si ritiene soddisfatti nei diritti acquisiti che si rischia di darli per scontati e a lungo andare, cedere alle pressioni insistenti dei loro detrattori.
Puntualmente anche quest’anno infatti, alla vigilia dei tanti eventi, si assiste all’organizzazione di contro-manifestazioni dal retrogusto tradizionalista religioso in salsa discriminante. Bizzarri incontri di preghiera organizzati per “riparare” ai peccati che commetterebbero i gay nei confronti di Dio, che solo lo sdegno collettivo e la protesta riescono qualche volta a far annullare. Segno che chi sfrutta il diritto alla propria libertà religiosa per negare i diritti degli altri o per dare libero sfogo alla propria intolleranza esiste ed è ancora più indaffarato che mai. D’altro canto non potrebbe essere diversamente se perfino chi, tra gli alti rappresentanti della Chiesa sedicente “accogliente” a guida Bergoglio, sfrutta ogni occasione ingenuamente concessa — addirittura dentro le scuole pubbliche giustificandosi dietro l’ipocrisia dell’opportunità “culturale” — per propagandare la propria dottrina omofoba e la propria intolleranza nei confronti dei gay.
Ci sono quindi sufficienti motivazioni per difendere e sostenere Luca, quanto per celebrare una giornata contro l’omofobia e partecipare in massa ai Pride. Per ribadire il riconoscimento delle istanze laiche e rilanciare il nostro sostegno ai diritti lgbt tutti, senza cedere neanche un millimetro a gruppi di fondamentalisti religiosi e reazionari politici. Occorre darsi da fare, scendere in strada e manifestare tutto il nostro supporto alla causa. Attivarsi, sacrificare il proprio tempo e le proprie energie non per limitarsi a proteggere quanto acquisito finora, ma per andare oltre, a conquistare ancora più diritti, più civiltà, più laicità, ovvero per aspirare a diventare esseri umani migliori.
Paul Manoni
Per motivi geografici, parteciperò al Padova Pride del 30 giugno, con alcuni amici pastafariani! Bene l’articolo di Manoni, as usual.
Quando si dice il caso! Contemporaneamente a questo sul noto blog cattoreazionario “il blog di Costanza Miriano” è un trhead, praticamente sullo stesso argomento.
Si traata di un’intervista al cardinale Muller sull’omofobia quale “strumento di dominio totalitario”
Dovreste andare a leggere cosa è capace di dire quella gente. Si fa di tutto, con quella arroganza e quella supponenza che è tipica del mondo cattolico, e cattolico conservatore in particoalre, per dimostrare che gli omosessuali non sono perseguitati, ma che non solo l’omofobia non esiste, ma anche che non esistono gli stessi omosessuali in quanto sono un assurdo logico contro la realtà ed il principio di non contraddizione.
Leggete in particolare i post degli utenti “Fabrizio Giudici” e “fra cengt’anni”. Non immaginate che virulenza! Che aggressività!
Dopo aver letto i commenti di Giudici e frà centanni, vi renderete conto di quanto le speranze di Luca e degli alri gay che lottano per il progresso, siano infondate, perchè ci sono al mondo degli individui che sono pronti a lottare, a spendere tempo e denaro per rendere infelice una parte dell’umanità che è diversa da loro.
Quanto mai indicativa una frase di fra cent’anni_ ” o dico che coloro che definiscono se stessi gay o “omosessuali”, sono semplicemente nemici della realtà, nemici dell’intelligenza, nemici di Dio. E nemici nostri…”
Cari amici, purtroppo la gran parte dei nostri guai e quelli dei gay, derivano dalla fine delle perseczioni anticristiane, dall’imperatore Costantino per capirsi, perchè solo quando erano ben oppressi e perseguitati i cristiani erano miti e pacifici.
Ci vorrebbero dei governi e dgli organi di polizia che li perseguitassero in mdo sistematico (fatto dai privati o da singoli, non servirebbbe a nulla: ci vuole lo stato).
@VHEMT
“Ci vorrebbero dei governi e dgli organi di polizia che li perseguitassero in mdo sistematico (fatto dai privati o da singoli, non servirebbbe a nulla: ci vuole lo stato).”
Se leggessi un po i giornali vedresti che tali governi ci sono eccome !
Credi davvero che nei paesi dominati da regimi islamici integralisti i cristiani ( e non solo)siano trattati con riverenza ?
Ovviamente i metodi usati non sono certo quelli di Nerone o Diocleziano,niente piu roghi o bazze per bestie feroci al circo, ma credi che l’intolleranza non abbia mezzi ben piu’ sottili per manifestarsi,gli stessi mezzi usati del resto anche da regimi differenti contro altre minoranze ?
Per citarne uno solo tra mille,credi che nei concorsi per posti di impiegato pubblico,anche senza divieti “ufficiali”,un cristiano ( o qualunque “indesiderabile”)abbia maggiori chances di quella di azzeccare una cinquina al lotto ?
C’e solo un piccolo intoppo al tuo ragionamento:tali regimi perseguitano i gay in maniera molto piu’ esplicita dei cristiani,con tanto di frustate sulla pubblica piazza ( se sono in vena di clemenza)o di impiccagioni( se non lo sono).
@ laverdure
Hai fatto benissimo ad interloquire e a far rilevare quanto hai detto sui regimi musulmani. No1 No! io non pensavo affatto all’islam per perseguitare l’in tegralismo cattolico e cristiano in generale, tutt’altro, io facevo vagamente riferimento alle persecuzioni dell’antica Roma e più di recente alla Rivoluzione francese, alla guerra cristera in Messico ed ai repubblicani spagnoli: pensavo a governi più o meno tendenzialmente libertari e di sicuro irreligiosi e anticlericali.
La religione musulmana è più pericolosa e violenta degli integralismi cristiani, perche non ha (l’islam) subito la salutare offensiva del mondo laico che si è realizzata dal secolo dei luni in poi.
Comunque ti invito ad andare a vedere il thead e i commenti che ho citato e RABBRIVIDISCI!
Vhemt, mi è bastato leggere il primo brano della risposta del prete intervistato per capire (nel caso ce ne fosse stato bisogno…) quale sia la loro lucidità mentale e onestà intellettuale: basta sostituire alle parole in maiuscolo la parola ‘religione’ e tutto torna! Che coincidenza!
”… L’OMOFOBIA, semplicemente non esiste, è chiaramente un’invenzione, uno strumento del dominio totalitario sulla mente degli altri. Al movimento OMOSESSUALISTA mancano gli argomenti scientifici, per questo hanno costruito un’ideologia che vuole dominare, cercando di costruire una sua realtà. E’ lo schema MARXISTA, secondo cui non è la realtà a costruire il pensiero, ma il pensiero che costruisce la realtà…”