Fontana il cattolico discriminato

Ci vuole un gran bel coraggio a parlare di fastidio verso i cattolici in un paese in cui proprio la cattolica è la confessione dominante. E che dominio! Un dominio che incide sulle tasche di tutti, cattolici e non, in misura non minore a sei miliardi e mezzo l’anno. Ma che oltre che sulle tasche incide anche sulle vite di tutti i giorni. Perché se si è faticato a ottenere diritti civili basilari è stato proprio per l’opposizione delle gerarchie ecclesiastiche. Unioni civili e biotestamento sono solo gli ultimi diritti arrivati, ma non dimentichiamo anche quelli che dovrebbero essere ormai consolidati e invece necessitano di un sostegno continuo da parte della società civile laica, come ad esempio l’aborto e il diritto a un funerale civile dignitoso.

Il neo ministro della famiglia (singolare) Fontana invece dice che le cose stanno proprio così: lui è bersaglio di critiche solo per il fatto di essere cattolico. Che sarebbe poi la ragione che lo ha portato a pronunciare parole dure contro le famiglie arcobaleno. Non si rende però conto Fontana, o non vuole rendersi conto, di due aspetti fondamentali. Il primo è che lui, adesso, prima ancora di essere cattolico è ministro della Repubblica e in quanto tale rappresentante di tutti, non solo dei cattolici. Nessuno gli chiede di rinunciare alle sue convinzioni, è suo diritto coltivarle ma non a spese dei diritti di cittadini che la vedono in modo diverso.

Il secondo, più importante, è che i cattolici non sono tutti fatti con lo stesso stampino. A far vincere i referendum su divorzio e aborto sono stati in prevalenza cattolici. A ricorrere all’Ivg sono in buona parte donne che identificano se stesse come cattoliche, e che vorrebbero una piena e reale applicazione di quella 194 che lui, invece, vorrebbe eliminare. In piazza a sostegno dei diritti civili ci sono stati laici che includono anche numerosi cattolici.

Non potrebbe essere diversamente in un Paese in cui ancora la maggior parte della popolazione si definisce così. Quindi la smetta Fontana di usare la sua fede come maschera per la sua spiccata propensione reazionaria, se non altro per rispetto di tutti quei cattolici laici che credono nei diritti civili. E che sperano quantomeno nel mantenimento di quelli acquisiti, visto che di nuovi non è facile che ne arrivino in questa legislatura. Ma non si può mai dire, magari si deciderà proprio di rivedere, insieme ai vitalizi di cui tanto si parla, anche gli stipendi di cappellani militari e preti in corsia. L’Uaar certo continuerà a metterci tutto il suo impegno.

Massimo Maiurana

Archiviato in: Generale

8 commenti

RobertoV

Il recente referendum sull’aborto in Irlanda ha dimostrato ancora una volta che essere cattolici non significa condividere le posizioni di fanatici religiosi alla Fontana. Ancora nel 2016 oltre il 78 % degli irlandesi si definiva cattolico, eppure sono passati la legge sui matrimoni gay e quest’anno la liberalizzazione dell’aborto con il 66.4 % (a Dublino anche con oltre il 75 %). Quindi il volere del popolo cattolico (espressione che piace molto al nuovo governo) è a maggioranza favorevole a matrimoni gay e aborto. In Italia si guardano bene dal fare censimenti ed indagini sul numero di cattolici, ma ci si limita ad ogni occasione ad affermare che la stragrande maggioranza è cattolica, indipendentemente da cosa ciò significhi. e nonostante ciò le unioni civili, divorzio ed aborto sono passate.
Quindi gente come Fontana deve definirsi se mai una minoranza fanatica cattolica, “discriminata” da cattolici, che pretende di imporre la sua visione al volere del “popolo”, nel classico stile dei fanatici religiosi.

Maurizio

Nei fatti quando le forze politiche dichiarano di sostenere il volere del popolo cattolico intendono il volere del Vaticano, che di norma propugna idee lontanissime dal buon senso e da questo millennio. E non di rado è il popolo stesso a dissociarsi quando è chiamato a esprimersi. Ecco perché si evitano imbarazzanti sondaggi e referendum.

Manlio Padovan

Ho ascoltato oggi (radio 1 ore 12) il discorso del pdc. Ho ascoltato per almeno 30 minuti.
Posso dire che non ha pronunciato una sola volta la parola laicità, come se il problema, che riguarda fatti economici politici religiosi ecc. ecc., non esistesse tra il paese e l’organizzazione criminale internazionale CCAR?

Gérard

Come l’ ho fatto notare altrove, mi ha stupito che il Presidente Matarella, cosi veloce a rifiutare un ministro che poteva creare sospetti presso le banche e la finanza internazionali , non ha avuto nessun problema per accettare un uomo come Fontana, proprio ad un ministero della famiglia ?( con l’ aggiunta degli disabili (??? ) che dovrebbero rilevare dal ministero della salute ??! ) .

RobertoV

Ma che ti aspettavi?
Tra un Di Maio che bacia inginocchiato davanti al vescovo l’ampolla di San Gennaro ed una Raggi asservita al papa, un Salvini che giura sui vangeli, dice che si alleerà col clerico-fascista Orban, che è amico del clericale Putin, con una lega che fa leggi per imporre i crocifissi e che è fautrice di un nazionalismo identitario cattolico? Per la lega essere laici significa essere filo-islamici ed anti italiani. Sarà già tanto se non ripristineranno per legge la religione cattolica come religione di stato. Ci aspetta il dio, patria e famiglia.

Gérard

Ma ti ricordi la frase che disse Fassino nel 2007 allora sindaco di Roma e n° 2 del governo Prodi ” Chi critica il cattolicesimo si distacca dell’ identità del paese ” !!!?? ( Questa me la sono archiviata ! ) …

Diocleziano

Sicuramente la Città del Male non ha perso tempo a contattare tutti quelli che riteneva utili o facilmente influenzabili, per crearsi un terreno fertile a impiantarvi le sue radici tossiche. Un Salvini che gira con vangelo e rosario non è il massimo della lucidità, idem il DiMaio sbaciucchiatore di croste miracolose. Conte vedrà la madonna ovunque gli sarà detto di vedere… L’unica cosa certa è che vanno controcorrente; spero che il dannato bisogno di denaro li obblighi a metter mano a sostanziosi tagli di privilegi.

dissection

La paura è che a finire tagliati siano diritti di minoranze faticosamente conquistati per non interferire con i privilegi.

Commenti chiusi.