Dio c’è (e spaventa i bambini)

Abbiamo già avuto modo di parlare di bestemmie in tv (non ultimo, su MicroMega) e di quanto vengano immediatamente perseguite, stigmatizzate, sanzionate ben più dei considerati normali e quotidiani sproloqui omofobi, razzisti, sessisti e via dicendo che i nostri media ci propinano invece con notevole disinvoltura.

Da Leopoldo Mastelloni, ostracizzato per anni, al caro Tiberio Timperi, caro nel senso che la sua bestemmia fuori onda è costata alla RTI (Reti Televisive Italiane S.p.A) 25 mila euro.

Ma specializzati palcoscenici per questa doppia morale all’italiana sono senza dubbio i reality show, da molti ormai considerati lo specchio più che del bel, del brutto paese nel quale viviamo.

Agli ormai albori di questo tipo di format che, nonostante le violente critiche, a volte si suppone gonfiate ad arte (della serie l’importante è che se ne parli), prosegue imperterrito e con ottimi ascolti, ve ne è uno che ha causato una notevole sanzione divenuta definitiva proprio negli ultimi mesi.

La terza sezione del Tar Lazio infatti con sentenza n. 1978 ha confermato quanto già stabilito dal Garante delle Comunicazioni nel 2005, cioè 20 mila euro di multa, sempre a carico della Rti, per una bestemmia andata in onda durante il reality “La Fattoria”.

E fin qui, per quanto assurda la stessa difesa della onorabilità di un essere dalla come minimo incerta esistenza e che non ha dato alcuna procura per difendersi da diffamazione, non sembrerebbe esserci poi molto di strano, nel clericalismo imperante delle nostre tv e delle nostri corti.

Ma il giudice amministrativo si spinge oltre, nell’argomentare la conferma della non indifferente sanzione. Intanto perché creativamente interpreta il concetto di confine con la fascia di “tv per tutti”, che termina alle 22 e 30. Il blasfemo paragone tra divinità e suini è andato in diretta alle 22 e 40 e questo renderebbe pertanto immediatamente applicabile l’art. 15 comma 10 della legge 223/90, quello che vieta “la trasmissione di programmi che possano nuocere allo sviluppo psichico e morale dei minori.

Poco importa che, come abbia tentato inutilmente di argomentare la condannata, non esiste, non è proprio normato da alcuna parte il concetto di “contiguità” alla fascia protetta e che come tale non si possa usare arbitrariamente come aggravante. Una violazione del principio di tassatività delle condotte sanzionabili non proprio indifferente. Ma, si sa, per difendere la reputazione di dio questo e altro.

E infatti il Tar altro aggiunge.

Senza stare qui a esaminare la distinzione che il giudice opera tra pericolo concreto e anche solo potenziale, ritenendo esistente l’illecito anche nel solo secondo caso, se si tratta di blasfemia.

Quello che rileva è il motivo fondante della condanna: il fatto che “la pronuncia di una bestemmia risulta, per il suo contenuto, di per sé evidentemente idonea a pregiudicare lo sviluppo morale e psichico dei minori in ragione dell’offesa al sentimento religioso insita in essa”.

Evidentemente. Chissà le intere generazioni venete e toscane di “pregiudicati” cosa ne possono pensare.

Non sappiamo esattamente di che età siano i minori potenzialmente pregiudicabili psichicamente e moralmente; si spera sufficientemente grandi vuoi da aver sviluppato un effettivo senso religioso autonomo, quello che si suppone venir violato, vuoi, più semplicemente, da poter stare da soli davanti alla tv alle undici di sera. E di sopravvivere a sì grave perturbamento dell’animo causato da un’imprecazione illecita, magari inserita tra uno spot sessista e un trasmissione xenofoba.

Quindi niente, confermati 20 mila euro perché si è fatto male ai pupi.

Con una bestemmia. Che non sarà certo il massimo dell’eleganza, ma ci permettiamo di dubitare possa seriamente nuocere allo sviluppo psichico di chicchessia.

Con cinismo sarebbe inoltre possibile notare come forse colpisce più la soppressione di vite e diritti altrui in nome di un dio piuttosto che sentire questo accostato a variegate specie animali.

Certo, da noi il persistere di assurde e anacronistiche protezioni della divinità in quanto tale al massimo fanno aprire il portafoglio, pubblico o privato che sia. Al massimo ci si gioca qualche carriera in tv. In non pochi paesi del mondo può invece comportare anni di carcere, torture, la morte.

Per questo con sempre maggior convinzione l’Uaar aderisce alla campagna internazionale che chiede l’abrogazione di tutte le leggi antiblasfemia esistenti.

Perché, ai pupi di cui sopra, sono ben altre le cose che possono fare male. Per esempio, il non poter scegliere liberamente di che religione essere.

Adele Orioli, responsabile iniziative legali Uaar

Articolo pubblicato sul blog di MicroMega il 13 giugno 2018

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18 commenti

Maurizio

Ma ora, dico io, leggi e sanzioni civili e penali esistono per tutelare integrità delle persone e del loro patrimonio. Le leggi antiblasfemia, di preciso, chi o cosa dovrebbero tutelare?
Facciamo così: sono d’accordo a perseguire le bestemmie, su querela del suino offeso.

pendesini alessandro

Ho ben conosciuto il periodo della mia infanzia (trascorsa in Italia) durante il quale mi inculcavano storielle mitiche –che prendevo per realtà scontata !-. Mi capitava frequentemente di svegliarmi improvvisamente stressato, impaurito da cio’ che rischiavo se commettevo un « peccato mortale » ecc….ecc….

Detto questo, ho qualche difficoltà ad immaginare che il fenomeno « religione », (animismo, spiritualità, supertizioni) possa un giorno scomparire nelle diverse etnie umane ! La credenza in una entità idealizzata con relativi attributi fantasmatici puo’, entro certi limiti, diminuire le angosce e/o paure irrazionali, sopprattutto quella della morte. Quindi rendere la vita più sopportabile, particolarmente in certe occasioni a età avanzata, relativamente gradevole o meno penosa.
Certi atei cosi come diversi credenti sopportano con difficolta la visione di un sipario definitivamente chiuso. Il voler insistere e ammettere che possiamo cambiare di paradigma se vogliamo non sempre funziona poiché, sovente, per riuscire in questa difficile impresa è imperativamente indispensabile aggiungere al « volere » il « POTER volere !», che come sappiamo non dipende dal nostro neocortex bensi –nella stragrande maggioranza delle volte- dal nostro cervello (o sistema) limbico/mammaliano…..
Non vedo altro che eventuali compromessi, o etica a tendenza universale possibile solamente tramite una cultura laica esente da dogmi religiosi ; cosa che –salvo miracoli, o eccezioni locali- difficilmente avverra….
Affinché non esistano malintesi affermo che non milito contro i credenti (se dio non esistesse bisognerebbe inventarlo, Voltaire dixit !), ma contro gli esecrabili abusi da tutti coloro che utilizzano la religione per strumentalizzare, quindi sfruttare brava gente a volte insufficientemente colta, pur essendo, sovente, di « buona fede ».

PS : Quando vedo certi credenti (TdG e similia) ad es. raggianti d’entusiasmo nel predicare la loro « verità », risento (stranamente) una certa invidia dicendomi beati loro che hanno trovato la « soluzione » ovviamente illusoria (ma che ignorano) a certe problemetiche esistenziali ; anche se, tutto sommato, non mi lamento più di tanto di essere ateo, pardon, non credente…
Il capire che la morte è una necessità naturale, guai se non esistesse, mi « tranquillizza » sempre tenendo presente che –malgrado una certa infarinatura scientifica- non sono, e mai (più che probabilmente) saro’ emozionalmente invulnerabile……..

ateo64

Bè certo… vedendo il risultato di tutta questa sua onni-qualsiacosa… Comunque essendo dio stato creato dall’uomo pensp che la sua bestemmia sia: ma po@couomo. Che poi qui si crea un cortocircuito:perchè lui bestemmia l’uomo che l’ha creato ma anche dio, ossia se stesso, che secondo l’uomo è ad immagine e somiglianza del suo creatore…

dissection

…eccetera eccetera. Ma vallo a spiegare a chi ritiene giuste le blasphemy laws.

Frank

Volevo sottolineare solo quanto sia ridicolo condannare la bestemmia, comunque i fan di questo essere sostengono sia onnipotente quindi dovrebbe essere in grado di bestemmiare senza offendersi da solo. 🙂

dissection

Tranquillo, Frank, ero ironico, non ce l’ho certamente con te…

Frank

Si avevo capito, volevo solo spiegare il significato del mio commento iniziale.

Diocleziano

“… la pronuncia di una bestemmia risulta, per il suo contenuto, di per sé evidentemente idonea a pregiudicare lo sviluppo morale e psichico dei minori in ragione dell’offesa al sentimento religioso insita in essa… ”.

Se una sola bestemmia è sufficiente a pregiudicare lo sviluppo morale e psichico (!) dei minori, vorrei per contro, che esperti di psicologia definissero i danni psichici permanenti causati in intere generazioni di adolescenti, nati normali e deformati scientemente da una organizzazione dalla dubbia moralità. Risibile l’offesa al ‘sentimento religioso’, sentimento inesistente in natura ma inculcato artificialmente nei giovani. Perché poi lo stato debba perseguire d’ufficio questo ‘reato’ è un mistero. Lo stato dovrebbe allora accertare l’esistenza del soggetto offeso in questione, altrimenti l’azione deve essere su denuncia dell’interessato, che dovrà dimostrare quale grado di turbamento ha raggiunto… e naturalmente pagarsi i costi giudiziari.

Franco Ajmar

A proposito di cattive influenze sulla psiche del bambino, partiamo dalla Bibbia: da Adamo e Eva nacquero Caino e Abele. Poi Caino uccise Abele, e ”il Signore pose un segno su Caino, affinché chiunque lo incontrasse (ma chi? Non c’era nessuno!) non lo uccidesse”. (Genesi, 4,15). In seguito “Caino conobbe sua moglie, (ma da dove è uscita costei?) ed essa concepì Enoc, che più tardi si mise a costruire una città.” Etc. (Genesi, 4, 17 e seg.). Chi lo aiutò a costruire la città? A parte eventuali incesti con Eva, di donne non se ne parla. In concreto: condizionare la psiche del bambino con delle fake news derivate direttamente da Dio, mi sembra peggio delle bestemmie, per Zeus! O corpo di Bacco!

Gérard

Quando sento o leggo le reazioni di certe persone quando si parla di depenalizzare bestemmia e blasfemia mi chiedo quale capacità di riflessione abbia la gente comune ! Ma non è che se si toglie il reato di bestemmia sentiremo bestemmie ad ogni angolo di strada o di continuo alla radio o alla televisione ! Questi sono i argomenti assurdi che vengono sparati dal popolino . La Francia ha depenalizzato la blasfemia alla Revoluzione di 1789 e non è sparita per questo ( Penso che l’ affare del Chevalier de la Barre e come l’ abbia cosi bene divolgata Voltaire abbia giocato un gran ruolo nell’ abrogazione di questa legge ) In fondo, penso che si tratta in di una grande ipocrisia … ipocrisia che ho sempre notato nei paesi dove esiste una morale ambientale di stampo religioso ( vale anche per l’ Islam… forse anche di più ) .

VHEMT

Purtroppo (e mi pare di averlo già detto) l’unica medicina, per rednerli sopportabili i cristiani, ed anor più, oggi, i musulmani, sono le persecuzioni.
Perchè l’esperienza storica e quotidiana ha dimostrato che i cristiani (tranne rare lodevoli eccezioni come i valdesi) quando NON sono perseguitati, perseguitano.
Alla domanda fatta a Paolo sulla via Damasco e cioè “Saulo, Saulo, perchè mi perseguit?” oggi si potrebbe un’ottima ed esaustiva risposta: “Perchè, se non ti perseguito, te perseguiti me!”
E le persecuzioni dell’impero romano era quelle giuste, esse (che furono meno cruente di quello che si dice) procedevano per “fiammate” cui seguivano lunghi periodi di relativa calma.
In sostanza: “se ve state tranquilli e non fate casino, mi limito a piazzarvi una bella “spada di damocle” sulla testa, se rompete le scatole arrivano le botte da orbi”.
Il cristianesimo, ed oggi ancor più l’islam, è come un vino a gradazione talmente alta che si può bere, solo in quantità modica e molto anacquato.
Mi rivolgo sopratutto a te diocleziano, poichè la persecuzione del tuo omonimo fu la più feroce e opportuna “fiammata”. Ma purtroppo fu l’ultima. Poi, una volta che i cristiani non furono più perseguitati, divennero subito persecutori. Come volevasi dimostrare!
NB: il mio è un giudizio STORICO, e NON un invito a mettersi a perseguitare i cristiani al giorno d’oggi. Sarà bene precisarlo, considerate le sentenze del TAR sopra menzionate.

Diocleziano

Naturalmente bisogna tener conto della realtà del tempo, non c’erano mezzi raffinati di indagine e quindi non si andava per il sottile. C’è anche da dire che nessuno veniva perseguitato per la sua religione in quanto lo Stato faceva proprie tutte le religioni (l’esatto contrario di quello che fa la chiesa). Il motivo fondamentale per cui lo Stato giustiziava i cristiani era la loro predicazione contro l’autorità dell’imperatore. Vizio, questo, che non hanno ancora perso oggi, in quanto si considerano e si comportano come fuori e al di sopra dello stato; naturalmente a seconda delle convenienze: sono fuori quando c’è da pagare, sono dentro quando c’è da prendere.

Senza arrivare ai leoni nel circo – che si rischierebbero anche dei guai con la protezione animali in quanto certe schifezze non si possono dar da mangiare ai leoni 😈 – penso che basterebbero alcune leggi ben calibrate, come fargli pagare tutte le tasse, obbligo di rendicontazione di tutte le entrate, proibizione di ereditare o, in alternativa, tassazione elevatissima e qualcos’altro che adesso non mi sovviene…

bardh

VHEMT

È la massa critica che determina se i fedeli sono perseguitati o diventano persecutori, appena i cristiani e i musulmani raggiungo una certa massa critica diventano persecutori con delle peculiarità non trascurabili.
Oggi il potere persecutorio dei cristiani è in costante discesa, da quando l’illuminismo ha seminato le sue idee e il napoleone mise fine al inquisizione spagnola, al interno della comunità dei credenti la battaglia religiosa fra gli integralisti e i moderati si è trasformata in una lotta politica fra destra integralista e la sinistra progressista, diversamente nei paesi islamici e al interno della comunità dei musulmani dove il potere persecutorio verso il pensiero libero è tuttora una lotta della religione contro qualsiasi forma di secolarismo.
Concordo con te o limiti drasticamente la loro libertà di perseguitare altrimenti perseguiteranno.

Meco

Mah….ricorrere x incapacità di intendere? Non si può costituire un obbligo nella figura di un anonimato.

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