Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
Il sottosegretario alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora (M5S) ha partecipato al gay pride svoltosi a Pompei, come gesto di “sostegno” personale e del governo attuale a queste iniziative. Ha inoltre dichiarato in maniera franca che “in una parte del governo non c’è la stessa sensibilità” ma ha ribadito che “l’Italia non tornerà indietro, non si perderanno i diritti conquistati”. Sebbene nel contratto delle forze che sostengono l’esecutivo non si faccia riferimento a questioni relative alle persone lgbt, Spadafora ha promesso che convocherà le associazioni per “avviare un percorso di ascolto e confronto”, preoccupate per le dichiarazioni recenti del vicepremier Matteo Salvini e del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana. Proprio Fontana però a stretto giro ha smentito che Spadafora fosse presente al pride per rappresentare il governo.
Uno dei primi progetti di legge presentanti nel nuovo Parlamento, dai deputati Massimiliano Capitanio ed Elena Centemerio (Lega), è volto a reintrodurre l’educazione civica nelle scuole primarie e secondarie. La proposta prevede 33 ore di insegnamento in totale, da distribuire a cadenza settimanale, e la presenza della materia tra quelle d’esame per la scuola secondaria di primo grado. Verrà inoltre istituito un premio dedicato del Ministero dell’Istruzione. Anche il Consiglio regionale della Toscana, sempre su proposta della Lega, ha approvato una mozione che impegna la Giunta a promuovere corsi di educazione civica nelle scuole elementari e medie. La proposta è stata avanzata dal consigliere Marco Casucci e approvata all’unanimità dalla commissione Cultura, Istruzione e Formazione. La questione sembra interessare di nuovo le istituzioni, tanto che l’Associazione Nazionale Comuni Italiani ha depositato in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre un’ora a settimana di educazione alla cittadinanza nelle scuole di ogni ordine e grado. L’iniziativa è stata promossa dal sindaco di Firenze, Dario Nardella (PD). Per sottoporla al Parlamento serviranno 50 mila firme e anche la nostra associazione ha espresso plauso, auspicando inoltre che l’ora di religione venga spostata in orario extrascolastico.
In questo periodo di gay pride, osteggiati da diverse amministrazioni, è opportuno segnalare i casi degli amministratori che hanno voluto dare un segnale di vicinanza sul tema dei diritti: la sindaca di Torino, Chiara Appendino (M5S), ha partecipato alla manifestazione con fascia tricolore e accompagnata dagli assessori Federica Patti, Marco Giusta, Francesca Leon, Paola Pisano, mentre il primo cittadino di Padova Sergio Giordani (PD) era in testa al corteo con la giunta. Particolarmente sensibile alle istanze per i diritti delle persone omosessuali e delle loro famiglie l’amministrazione di Torino, tanto che la sindaca Appendino ha confermato l’intenzione di registrare all’anagrafe i figli delle coppie gay.
Il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin (M5S), ha contestato le posizioni clericali del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, ricordando che il suo Comune è stato “tra i primi” a trascrivere i matrimoni gay contratti all’estero e a celebrare le unioni civili.
Il sindaco di Sarzana (SP) Alessio Cavarra (PD) ha trascritto l’atto di nascita di un bimbo come figlio di una coppia omosessuale. Il primo cittadino ha rivendicato l’importanza di questo atto, uno degli ultimi del suo mandato, quale “testimonianza dello spirito e della civiltà di una grande città come la nostra”.
La Regione Piemonte ha preso in considerazione l’annoso problema della presenza eccessiva di obiettori nelle strutture mediche. Una proposta di legge regionale di Liberi e Uguali, sostenuta da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle e dall’assessore alla Sanità Antonio Saitta, punta sulla mobilità dei medici per garantire l’accesso all’interruzione di gravidanza nelle strutture ospedaliere piemontesi. L’iniziativa punta inoltre a contare i medici obiettori presenti in ogni Asl, in modo da intervenire nel caso in cui superino il 50%, e a istituire concorsi dedicati a personale non obiettore.
L’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Bologna, Susanna Zaccaria, interpellata durante un question time dalla consigliera Federica Mazzoni (PD) in merito alla veglia di preghiera contro l’aborto davanti agli ospedali della città, ha risposto che trova “molto grave ogni azione di stigmatizzazione delle donne che vogliono abortire, perché esercitano un diritto riconosciuto dalla legge”. La Regione Emilia-Romagna si è inoltre attivata per la promozione della contraccezione tra i giovani: da maggio è garantita la contraccezione gratuita per tutti i residenti fino ai 26 anni, iscritti al servizio sanitario nazionale. La proposta di delibera era stata avanzata mesi fa dall’assessore alla Sanità Sergio Venturi e il progetto è diventato finalmente operativo.
Anche a Chivasso (TO) gli integralisti no-choice hanno fatto affiggere un manifesto contro l’aborto, teso a colpevolizzare le donne. L’assessora regionale Monica Cerutti ha contestato questa iniziativa e ricordato l’importanza della legge 194 “che lascia libera la donna di scegliere se proseguire o meno la gravidanza”.
La redazione