Simbologia religiosa: una questione di proprietà intellettuale

Lo sanno perfino i ragazzini più piccoli, che quando escono a fare shopping coi loro genitori pongono delle precise condizioni per quanto riguarda i loro capi d’abbigliamento: niente roba generica e nemmeno troppo originale. Perché il brand è importante. Il logo del produttore di tendenza è un valore aggiunto, non se ne può prescindere. Se così non fosse non avrebbe nemmeno senso contraffare i marchi. Ecco, con i simboli religiosi vale più o meno lo stesso discorso ma con qualche differenza. La prima è che quel genere di branding è spesso vecchio di millenni, concepito in epoche ben precedenti la definizione della proprietà intellettuale, e la seconda è la sua sacralizzazione che prelude a tutele specifiche molto più rigide del semplice copyright, che vanno fino al vilipendio.

Così, ad esempio, capita che il Birrificio Pontino commercializzi una birra chiamandola “Sons of Shiva”, mettendo pure l’immagine del dio indù Ganesh sull’etichetta, e il presidente della Società Universale di Induismo in questi giorni ne chieda immediatamente il ritiro protestando per l’uso altamente inappropriato nonché offensivo per i devoti. Ma ci sono stati casi in cui le reazioni all’uso di immagini ritenute sacre sono state di tutt’altro livello. Come dimenticare il drammatico attacco alla rivista Charlie Hebdo, costato la vita a dodici persone, e prima ancora le proteste energiche in reazione alla pubblicazione delle vignette raffiguranti Maometto da parte del giornale danese Jillands Posten.

Da noi il confronto sull’(ab)uso del brand religioso maggioritario non avviene tra cattolici e atei e nemmeno più genericamente tra cattolici e acattolici, bensì all’interno dello stesso mondo cattolico. Tra chi adopera la simbologia religiosa unicamente a scopo identitario e in ambito istituzionale, con tutti gli annessi e i connessi, e chi invece a quel simbolo attribuisce significati e scopi diversi. I primi sono quei deputati leghisti che alla fine dello scorso marzo, ad appena tre settimane dalle elezioni che li hanno portati in Parlamento, hanno depositato una proposta di legge per rendere obbligatorio il crocifisso in tutte le scuole e gli uffici pubblici, rispolverando oltretutto una proposta vecchia di sette mesi. I secondi, quelli che non gradiscono vederlo agitato strumentalmente dagli identitaristi che se ne appropriano.

Antonio Spadaro, direttore della rivista gesuita Civiltà Cattolica, definisce in un tweet “blasfema” l’iniziativa leghista. Un rapido sondaggio online promosso da Fanpage.it sul suo canale Facebook mostra un’Italia che sulla questione si spacca letteralmente in due. Le più autorevoli testate cattoliche non attaccano frontalmente la proposta di legge ma nemmeno se ne fanno sedurre, e anzi marcano nettamente le distanze tra la loro politica e quella leghista, soprattutto su migranti e rom: Famiglia Cristiana dedica una copertina al ministro Salvini dipingendolo addirittura come simbolo del male, Avvenire lo mette in prima pagina contestandogli la definizione di “parassita” usata nei confronti dei nomadi. C’è paradossalmente voluta una millenial, Dora, di sedici anni, per ricordare in una lettera a Corrado Augias (pubblicata su Repubblica del 28 luglio) che bisogna risalire all’era fascista per vedere il simbolo dell’allora religione di Stato obbli­gato­ria­mente esposto in tutte le aule scolastiche.

Insomma, se qualcuno pensava a una nuova luna di miele tra Stato e Chiesa come riedizione del ventennio, con concessione di privilegi in cambio di silenzio su eventuali derive xenofobe, a giudicare dalle premesse rischia di rimanere deluso. Probabilmente la Chiesa cattolica non accetterà di svendere il suo brand in cambio di un elemento d’arredo che nella maggior parte dei casi è già lì, sulle pareti di aule di scuole, tribunali e uffici pubblici. Più che ispirarsi ai Patti Lateranensi, forse agli identitaristi nostrani converrebbe guardare allo scisma anglicano di Enrico VIII; un bello scisma italico, con adozione del crocifisso quale brand proprio e trasferimento di tutti i privilegi oggi riconosciuti alla Chiesa cattolica, sarebbe sicuramente più vantaggioso.

Massimo Maiurana

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13 commenti

Diocleziano

«… quei deputati leghisti che alla fine dello scorso marzo, ad appena tre settimane dalle elezioni che li hanno portati in Parlamento, hanno depositato una proposta di legge per rendere obbligatorio il crocifisso in tutte le scuole e gli uffici pubblici… »

Mi domando se una simile iniziativa sia costituzionalmente ammissibile, non essendo propriamente di competenza del governo occuparsi di propaganda religiosa.

Come detto nell’articolo, la Città del Male «… non accetterà di svendere il suo brand in cambio di un elemento d’arredo che nella maggior parte dei casi è già lì, sulle pareti di aule di scuole, tribunali e uffici pubblici… »; ora le interessa di più non perdere il business dei migranti, messo a rischio dal satanico Salvini… 😈

dissection

Il bello è, se bello si può dire, che i salveeneesti (o salveeneeani, non so… ) non si rendono conto che il cadavere sanguinolento viene brandito dal loro… eroe a mo’ di spada & scudo religiosi verso un nemico che è in realtà politico, nell’ottica delirante della sua narrativa. Non rendendosi conto, poi, che a rimetterci è primariamente la laicità dello stato e quei benefici che ne derivano, anche per chi aderisce a una visione religiosa. È pur anche vero che sono abituati a vedere i diritti che vanno bene a loro come privilegi intoccabili e quelli che non gli piacciono come pretese assurde & improponibili da un lato, e come “buonismo” indebito & controproducente dall’altro lato…

Frank

Ma i preti ce l’hanno con Salvini perché è xenofobo o perché non gli piacciono i bambini?

RobertoV

Non credo che alla chiesa cattolica non piaccia Salvini, al massimo lo troverà un po’ grezzo. Credo che faccia parte del gioco delle parti, anche vedendo come si è comportata in Ungheria e Polonia dove ha sostanzialmente approvato anche l’introduzione del riferimento a dio nella nuova costituzione. La chiesa ha una esperienza millenaria nell’operare su due fronti e nel far fare il lavoro sporco agli altri, soddisfacendo i vari tipi di clienti. Far credere di essere dalla parte degli umili, dei poveri soddisfa un certo numero di fedeli, mentre intasca gli utili da altri tipi di fedeli più politici. D’altronde è riuscita a fare santi dei criminali che sono stati utili alla causa della chiesa. Non disdegna l’identitarismo cattolico, basta chiamarlo in altro modo.

RobertoV

Credo che possa essere anche un avvertimento a Salvini a non osare a toccare gli interessi della chiesa cattolica. Salvini odia le ONG, ma non ha mai osato finora attaccare la più grande ONG che è la caritas, quella che grazie anche alle sue strutture ed ai suoi privilegi opera coi costi inferiori e quindi i maggiori guadagni dallo stato per l’assistenza in convenzione agli immigrati. Meno assistenza, meno guadagni, col rischio di perderne il controllo a favore di organismi internazionali o europei.

Frank

Volevo solo rimarcare l’ipocrisia di certi esponenti della Chiesa che considerano indegno Salvini per parlare dell’esposizione dei crocifissi nei luoghi pubblici e questo a causa di alcune sue prese di posizione politiche, quando loro ne avrebbero motivi per essere considerati ancora più indegni di lui.

Franco Ajmar

Qual è lo scopo di “esibire” un simbolo? Alla Bartolomeo Colleoni?: “Triplice egli ebbe nell’invitto scudo //Il carnal segno della maschia possa”. Reclutare “clienti”, puntando sul numero piuttosto che sulla qualità? Non so se il simbolo del crocefisso sia mai stato brevettato, ma viene spesso usato come spot per accrescere il numero dei credenti della religione cattolica. In alternativa sarebbe utile incoraggiare, magari con l’appoggio dell’autorità papale, l’atteggiamento fortemente identitario del simbolo, con un distintivo obbligatorio per ogni cattolico. Sarebbe positivo poter riconoscere subito un cattolico dal distintivo che porta. Se ad esempio quelli che hanno colpito all’occhio con un uovo una ragazza italo nigeriana di Torino fossero riconoscibili come cattolici, vacillerebbe la predicazione di Gesù: “Ama il prossimo tuo”.

dissection

A mo’ di ebrei nel ghetto? Sarebbe un interessante caso di contrappasso applicato nel mondo reale…
Per Torino, non so se sono cattolici, ma sarebbe anche un eclatante caso di “non fare agli altri…” eccetera. Ma più che la predicazione di “coso”, vacillerebbe la loro coerenza di credenti (non che ne siano campioni, del resto) e, molto più grave, la conseguente possibilità di appellarsi alla fede o qualsivoglia altra scusa di comodo che potrebbero accampare per tali frangenti.

RobertoV

L’identità cattolica è qualcosa di sfuggente e variabile a seconda dell’utilità. Così quando si tratta di dimostrare la propria forza, chiedere e giustificare privilegi, zittire eventuali critici sono tutti considerati cattolici e non è un caso che la stessa chiesa anche nel suo ultimo annuario pontificio indichi il 98 % degli italiani come cattolici, salvo poi scoprire che quando c’è da assumersi delle responsabilità non lo sono più, anche un prete pedofilo non è più cattolico. Quindi si potrebbe anche scoprire che sono dei cattolici estremamente devoti e praticanti, ma ovviamente dopo non lo sarebbero più considerati, salvo magari poi pentirsi e ritornare cattolici ferventi. Mi pare che la chiesa si opponga addirittura a fare un censimento dei cattolici come succede in altre nazioni (anche perché poi non potrebbe più millantare certe cifre e richiedere e giustificare certi privilegi). Meglio esprimere un simbolo di potere a cui tutti devono inchinarsi: crocifisso nei luoghi pubblici e dio nella costituzione, con tutti i privilegi connessi.

Franco Ajmar

X Dissection
Veramente, dicendo “incoraggiare con l’appoggio dell’autorità papale”, intendevo suggerire che il Papa richiedesse ai propri fedeli di ostentare la propria fede. Hitler non era un rabbino.

pendesini alessandro

D’altronde è riuscita a fare santi dei criminali che sono stati utili alla causa della chiesa…….
Roberto V
Potresti comunicarmi i nomi di questi “santi criminali” e relative fonti storiche indubbie ?
Grazie

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