Ici-Chiesa, per l’Uaar è una sentenza storica: “ora urgente recuperare le somme”

“Finalmente è stata sancita l’esistenza di un ingiusto quanto palese privilegio e soprattutto la necessità di porvi rimedio” — commenta così Adele Orioli, portavoce e responsabile iniziative giuridiche Uaar, la sentenza della Grande Chambre della Corte di giustizia dell’Ue in merito all’esenzione totale dall’Ici per gli immobili di proprietà della Chiesa come scuole, cliniche e alberghi, che ha annullato le precedenti decisioni della Commissione nel 2012 e della stessa Corte di giustizia Ue in prima istanza. Sull’argomento, anche l’Uaar era intervenuta con proprie iniziative nei confronti delle istituzioni europee, nonché con una petizione online: https://www.change.org/p/le-scuole-private-paritarie-paghino-l-ici-imu-tasi

L’Italia ha quindi ora l’obbligo di recuperare le somme dovute, non essendo più stata considerata valida la scusa, accettata inizialmente, delle “difficoltà organizzative” che ne avrebbero determinato l’assoluta impossibilità di determinare retroattivamente il tipo e la percentuale di attività (economica o on economica), e quindi la riscossione.

“Parliamo di cifre più che considerevoli” — prosegue Orioli — “come da anni noi dell’Uaar evidenziamo sul sito www.icostidellachiesa.it”: 620 milioni l’anno, tra i 4 e i 5 miliardi di arretrato secondo le stime dell’Anci”. E altrettanto considerevoli potrebbero essere le somme che l’Italia si troverà costretta a pagare per le procedure di infrazione nel caso non adempiesse celermente.

“Dispiace che la stessa decisione non sia stata presa anche per l’Imu; il discrimine per la Corte in questo caso è stata l’esenzione limitata ai soli locali dedicati al culto. Che però è distinzione che funziona solo sulla carta e facilmente eludibile”. In ogni caso, conclude Orioli, “considerati i possibili introiti anche della sola Ici da un governo che cerca fondi, ci sembra auspicabile un rapido e deciso intervento per attuare quella che è sicuramente una sentenza storica — che scrive la parola fine a privilegi e corrispondenti discriminazioni distorsive dell’intera vita economica del paese”.

Comunicato stampa

14 commenti

mafalda

Sento le urla di gioia provenire dai circoli UAAR e mi unisco al giubilo. Questo è davvero un considerevole passo avanti, indipendentemente da cosa faranno i politici italiani ora per salvare la grande piovra.

Frank

Scommettiamo che i nostri politici troveranno il modo di farceli uscire a noi questi soldi? 🙂

mafalda

Vinciamo facile. Proviamo a immaginare come potrebbero svenarci: tagli al pubblico?

Frank

Ebbene si ci ho provato, il modo? Tagli, nuove tasse, aumenti e perché no anche inventandosi qualcosa di nuovo che in questi casi la fantasia non gli manca.

RobertoV

Probabilmente risolveranno con un bel condono e minimizzando la quota. Avvenire parla di 100 milioni, quindi ritengono accettabile pagare quella quota a sanatoria. Dopotutto sono soldi che ci hanno già preso negli anni passati per il mancato introito.

Diocleziano

Mafalda,
sarà dura nascondere 4 o 5 miliardi sotto il tappeto, in questi momenti di raschiamenti di fondi dei barili. Intanto ci si potrebbe rivalere sull’8×1000, poi metterlo in discussione per l’avvenire.

Godo come un riccio immaginando il natale d’angoscia che aspetta i gerontocrati vaticani. 😛

RobertoV

Secondo Avvenire sono solo 100 milioni. I 4-5 miliardi sono stimati dall’Anci. In più hanno già pronto il ricatto: “giusto pagare le tasse, ma non può andare a scapito dei servizi utili per la collettività”. Soliti discorsi degli evasori e solito mischiare le attività sociali di copertura con le attività lucrative e propagandistiche.
La stessa Anci ha già girato la palla al governo sostenendo che per recuperare i soldi devono esserci decisioni governative e comunitarie. Quello stesso stato che si è mosso anni fa per non far pagare la chiesa sostenendo addirittura che per la sua inefficienza non è in grado di recuperarli.
Io trovo incredibile che uno stato anziché preoccuparsi del fatto che tutti paghino e che le tasse non vengano evase, si preoccupi di tutelare e non danneggiare gli evasori. Stato che poi deve vessare altri per il mancato introito.
Faranno un condono?

Diocleziano

RobertoV,
La Stampa di oggi titola senza mezzi termini: ‘i soldi che lo stato non vuole incassare”

Si parla di patrimoniale e questi rinunciano a 4-5miliardi?

Lo scenario più probabile: che si tiri in lungo fino all’oblio, nonostante le pressanti richieste di poter pagare quanto dovuto da parte della Città del Male… 😈

Federico

Adesso ci attende un grosso lavoro certosino per costringere i comuni a uno a uno ad agire, o sbaglio? Se anche il legislatore nazionale volesse intervenire, sembra difficile se non impossibile costringere gli enti locali a effettuare accertamenti fiscali sul pregresso.

Purtroppo il caso di Livorno, partito nel 2010 e finito in Cassazione nel 2015, mostra che gli amministratori locali volenterosi rischiano di non vedere mai i risultati del proprio lavoro: un avversario con risorse pressoché illimitate da spendere in azioni legali li tiene invariabilmente fermi per anni, e poi magari non vengono neanche rieletti. Vedremo se almeno Ferrare arriva in fondo alla strada…

pendesini alessandro

Posso affermare, da belga e non residente in Italia, avere visto su canali TV ufficiali e particolarmente seri tipo ARTE ecc….dei documentari, filmati di nascosto, sul commercio abusivo di Hotel, negozi, ristoranti ecc…appartenenti alla Chies che frodano indiscutibilmente il fisco italiano. Bastava che ci fosse una madonnina o santo in un angolo dei locali, perché siano considerati « sacri » quindi esenti di qualsiasi tassa….Fortunatamente in Italia sembra che ci siano volontà di cambiamenti per evitare abusi fiscali della Chiesa !

NB :-Combattere il riciclaggio di soldi derivati da traffici illeciti delle mafie italiane, premesso esista VERAMENTE una volontà politica, sarà un altro « paio di maniche »….

Gérard

Per me ARTE è la migliore di tutte le tv . Hanno adesso anche programmi in lingua italiana se non mi sbaglio ma visibili soltanto via Internet ( ??? ) .

Marco Tullio

Il delegato Fisco per i Comuni Italiani, Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno, ha dichiarato all’ANSA che la sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue non consente direttamente ai comuni di recuperare gettito e soldi per l’Ici non versata, piuttosto sanziona l’Italia per … per aiuti di Stato [ad alcuni sohhetti, nion tutti riconducibili alla Chiesa Cattolica]. Per questo Parlamento e Governo debbono varare una norma che regoli il recupero di queste risorse, perché la sentenza non opera in maniera diretta e immediata”. Aggiungo che, anche con una norma ad hoc, il cosidedetto recupero (che in realtà sarebbe un’imposizione fiscale retroattiva) sarà di diffilissima attuazione, per la pluralità sia degli Enti che dovranno attuarlo (i Comuni), sia dei soggetti debitori, che sono migliaia di persone giuridiche diverse, ed anche per la difficoltà di dimostrare, nei moltissimi contenziosi che certamente si apriranno, l’effettivo uso “commerciale” degli immobili in questione. Senza contare la possibilità che qualcuna delle persone giuridiche interessate (ad esempio qualche casa di riposo o qualche scuola) di fronte ad un onere insostenibile chiuda baracca e burattini, licenziando il personale e vendendo l’immobile … il che, tra l’altro, nel caso d’istituzioni riconducibili a qualche Chiesa, libererebbe clero e risorse economiche per l’attività propriamente religiosa.

Cristiano Draghi

Esatto! Bisognerebbe cominciare dall’8 per mille, che non è fatto di bruscolini ma di (tanti) soldi veri. E’ assurdo che lo Stato versi soldi a un suo debitore… L’Uaar faccia una campagna in questo senso!

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