La clericalata della settimana, 46: comune di Genova ricorre contro trascrizione figlia di coppia lesbica

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana del Comune di Genova che

ha presentato ricorso contro la decisione del tribunale di autorizzare la trascrizione dell’atto di nascita di una bambina come figlia di due donne

Altri episodi raccolti questa settimana.

Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti si è detto a favore del crocifisso nelle scuole perché è “il simbolo del nostro cristianesimo e della nostra religione cattolica”. Il ministro si è inoltre vantato di averlo “voluto appena entrato” nel suo ufficio al Miur e ha aggiunto: “festeggiamo il Natale e su questo non c’è alcun dubbio”.

Il Consiglio comunale di Pisa ha approvato una mozione urgente presentata dalla Lega per allestire il presepe in tutte le scuole comunali.

La redazione

9 commenti

Frank

Ma i nostri gloriosi politici non si chiedono come mai se il crocifisso è un simbolo tanto amato dagli italiani perché per trovarlo nelle scuole o negli uffici pubblici bisogna renderlo obbligatorio? 🙂

RobertoV

Dopo secoli di indottrinamento e coercizione con la religione di stato, si vede quanto gli italiani ci tengano veramente quando possono scegliere. Senza coercizione ed indottrinamento la religione non funziona. Ma adesso serve a loro per “scacciare i nuovi vampiri” e marcare il territorio …….
Chissà quanto saranno contenti gli ebrei che gli venga ricordato che sono ritenuti deicidi e che in nome di quella storia sono stati perseguitati nei secoli. E per i protestanti italiani le persecuzioni subite dai cattolici ed il ricordo di chi comanda in Italia. Idem per gli atei che evidentemente non fanno parte dell’Italia: non potevano esserlo prima e non lo sono neanche adesso. Pensare che in Baviera hanno pensato bene come compromesso di imporre la croce anziché il crocifisso, con malumori della chiesa cattolica, proprio perché non è il loro simbolo di potere.
Visto che il crocifisso fa parte della tradizione imposta italiana, perché porsi dei limiti e non mettere anche i simboli monarchici ed il fascio littorio romano, magari anche con una statua di Giove. Dopotutto sono nello stesso spirito ideale.
Lo stesso vale per i presepi: una tradizione che deve essere imposta per legge. Pensare che nella vicina Austria, ultracattolica, gli stessi vescovi considerano come simbolo principale del Natale l’albero, non il presepe.

Frank

Credo che questo governo agisca in questo modo più per interesse personale che per compiacere la Chiesa, a questo punto se volesse attirare a se più consenso dovrebbe imporre il calendario della serie a piuttosto che il crocifisso. 🙂

Gérard

Salvo nei paesi islamici, non conosco nessun paese dove ” la tradizione ” viene imposta dallo stato !

Gérard

Quando parlo di paesi dove la tradizione viene imposta dallo stato, avrei dovuto precisare che mi riferivo ai paesi dell’ Europa occidentale, ai quali l’ Italia, nel bene o nel male appartiene .

RobertoV

Gerard
Come dicevo prima, in Baviera nella primavera di quest’anno hanno reso il simbolo della croce obbligatorio negli uffici pubblici. E’ stata una scelta di compromesso poiché in Baviera quasi il 19 % della popolazione risulta protestante contro il 50 % cattolico (e la CSU non è più solo un partito cattolico e lo ha fatto proprio prima delle elezioni per togliere argomenti all’identitarismo dell’estrema destra AFD). Però tale scelta ha scontentato proprio la chiesa cattolica, il cardinale Marx se ne è lamentato (a riprova che non è un simbolo universale, laico e non politico): infatti la semplice croce non è il simbolo di potere della chiesa cattolica.
In Austria in base al concordato il crocifisso è obbligatorio in ogni aula, dove la maggioranza degli studenti è cristiana (non potrebbe essere tolto senza l’approvazione del Vaticano), ma alcune regioni hanno legiferato addirittura per l’obbligatorietà in ogni caso (la realtà è poi differente). Regolarmente ci sono polemiche, pompate soprattutto dall’estrema destra FPÖ. In molte scuole il festeggiamento del Natale prevede regolarmente presepi (magari costruiti dagli stessi bambini), canti natalizi, feste di San Nicola, ecc. Certe volte è la stessa chiesa cattolica a criticare queste ossessioni e l’obbligatorietà, l’uso identitario ed utilitaristico dei loro simboli religiosi.
Ho letto che nella Svizzera i festeggiamenti del Natale sono lasciati a libere decisioni delle scuole (come dovrebbe essere giusto), raccomandando di tutelare la laicità.
Siamo all’assurdo che dopo secoli di tradizioni imposte con la forza e la repressione, l’indottrinamento, si pretende di non poter scegliere neanche in democrazia, cioè siamo obbligati a rispettare un passato antidemocratico ed illiberale. Con un uso politico e nell’accezione militare di tale simbologia.

RobertoV

Immagino quanto sia stato presente “l’interesse superiore del minore“ nel ricorso del comune di Genova.
Un intervento del genere da parte del comune “sicuramente” semplificherà e migliorerà la vita della bambina ……….. Ma il prossimo intervento sarà quello di obbligare quella che considerano la vera madre a sposarsi con un uomo e vieteranno la convivenza sotto lo stesso tetto con l’altra donna? Poi sarà il turno delle madri single? Certo che il comune di Genova si occupa dei veri problemi …..

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