«Il 10 dicembre del 1948 l’Assemblea generale dell’Onu adottava un testo che sarebbe diventato una pietra miliare nella storia dell’umanità: la Dichiarazione universale dei diritti umani. A 70 anni di distanza possiamo tirare un bilancio certamente positivo anche se ancora tanto c’è da lavorare per far sì che i diritti riconosciuti in quello storico documento siano garantiti davvero a tutti».
Così, nel giorno dell’anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, Adele Orioli, eletta in questi giorni — prima donna nella storia dell’associazione — segretaria dell’Uaar (carica che ricoprirà fino al congresso ordinario del maggio prossimo). Dopo tante coordinatrici di circolo, coordinatrici regionali, presidenti del collegio dei probiviri, anche la carica di segretario dell’Uaar viene ricoperta da una donna.
«La nostra associazione è da sempre impegnata nella difesa dei diritti umani, con particolare riferimento a quelli messi in questione dai sistemi più o meno teocratici in cui viviamo, con la consapevolezza che nulla di quello che è stato raggiunto è acquisito per sempre. Per questo profondiamo il nostro impegno non solo in tutte quelle battaglie per la laicità che non abbiamo ancora vinto ma anche continuando a tenere alta la guardia su questioni che è bene non dare mai per scontate, come il diritto all’aborto. Un impegno che rinnoviamo oggi più che mai in occasione di questo anniversario».
Comunicato stampa
Congratulazioni e un augurio di buon lavoro alla Signora Orioli.
I miei complimenti ed applausi per la grande Adele Orioli!
Per quanto riguarda l’anniversario, che dire: tutto molto bello ma rimane ancora molta, moltissima strada da fare per renderlo fattuale. La cosa più sconcertante è che questi principi che sembrano quasi naturali e connaturati ad ogni essere umano non solo non sono poi di fatto riconosciuti ed applicati da molti governi/stati che lo hanno sottoscritto ma spesso non sono assimilati nemmeno da certe masse di cittadini che in alcuni casi finiscono per collidere con le loro stesse istituzioni che hanno tentato, in qualche modo, di adottarli questi principi.
Viviamo in un periodo di grande buio e di barbarie.
“Viviamo in un periodo di grande buio e di barbarie.” Non esageriamo io penso che oggi viviamo in un periodo che assomiglia a quello descritto da Gustave Flaubert: “Quando gli dei non c’erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c’è stato un momento unico in cui è esistito l’uomo, solo.”, ora il cristo sta per andare e i maomettani non hanno preso ancora il potere, altrimenti avere una donna e un associazione di atei che manifesta liberamente per le strade della centro di cristianità non e che si vede ogni secolo!
caro bardh,
no, non mi hanno mai censurato niente in questo blog, caso più unico che raro e che ho sempre riconosciuto.
Il mio discorso era un altro e il mio tono era semiserio..
Ciao bello 🙂
Engy
la censura è sempre esistita e non è necessariamente legata alla ideologia che uno segue ma più tosto allo stato psichico di chi lo pretende, solitamente i fanatici innamorati di un idea non sopportano che gli altri siano innamorati di un altra e quindi reagiscono, gli atei non sono immuni da simili problemi.
Non credo che viviamo in un periodo di grande buio e barbarie, rispetto a 70 anni fa. Credo che per esempio in Cina ed India, cioè oltre un terzo della popolazione mondiale stiano decisamente meglio di 70 anni fa.
Lo stesso in Sud America con tutte le dittature ed i golpe.
Ma anche nei paesi evoluti penso che si stia meglio rispetto a 70 anni fa: basta pensare agli USA della segregazione razziale e a cosa succedeva in Italia 70 anni fa sui diritti civili.
La differenza è che oggi siamo molto più informati e molto più attenti e coscienti, quindi, percepiamo di più i problemi ed i pericoli. Inoltre grazie ai nuovi mezzi tecnologici è più facile manifestare le proprie idee o frustrazioni o generare paure o veicolare informazioni false e distorcere la realtà.
Purtroppo siamo più disillusi rispetto alle attese suscitate dai miglioramenti del passato. Pensavamo che i miglioramenti sarebbero stati più rapidi, facili e stabili e che fossero stati più metabolizzati dalle persone. Pensa solo al fatto che dopo la 2° guerra mondiale sembrava che milioni di nazifascisti o persone attratte dai totalitarismi fossero diventati improvvisamente democratici: ci credevi veramente?
non appena si entra nel vostro sito, non si può fare a
meno di essere quasi travolti dall’articolo 18 della Carta dei diritti universali, che infatti campeggia a caratteri cubitali. Maaaa ……, l’avete letto bene? Sicuri sicuri che vi aggradi…..? 😉
A me aggrada, a diverse religioni invece no e nei casi peggiori precedono la morte per chi decide di cambiare credo o cessa di credere.
errata -> “prevedono la…”
Engy
come mai ti viene questo dubbio, hanno mai bloccato i tuoi commenti in questo blog?
@Engy
Io l’ho letto bene, anzi benissimo! E allora? Cosa ci dovrebbe essere di tanto scandaloso? Forse il fatto che si ribadisce che ogni individuo deve poter essere libero di avere un suo pensiero, una sua coscienza ed una sua religione? Hai mai avuto qualche replica su questo sito in cui si impedisca a qualcuno di avere le sue idee e di credre in quel che vuole? Si può discutere anche calororsamente intorno a qualcosa ma nessuno qui dice che altri non possono credere a quel che vogliono. E’ chiaro che nel caso specifico delle credenze religiose ci sono più livelli di approccio al problema. Il primo è squisitamente filosofico e cerca di stabilire se credere in dio sia una cosa razionale/sensata oppure no. Naturalmente un ateo pensa di no altrimenti non sarebbe ateo.
Il secondo piano sono le conseguenze pratiche sulla collettività di chi crede in un dio. Conseguenze dovute al fatto che i credenti non vivono la loro opinione su un problema astratto, quali la credenza in un essere metafisico, come una cosa appartenente alla sfera individuale ma hanno la tendenza di aggregarsi in comunità sempre più ampie che, una volta arrivate ad una massa critica, pensano che l’equazione siamo tanti dunque siamo tutti sia sempre valida. E dunque in funzione di questa errata concezione della matematica costoro credono di poter assoggettare alle loro regole ed alla loro visione della vita tutti gli appartenenti ad una collettività calpestando in tal modo il diritto di altri di pensarla diversamente. Per questo dopo millenni di soprusi da parte di fanatici religiosi è stato necessario ribadire cose di inaudita ovvietà per qualsiasi intelletto libero e pensante ma che sembrano ispirate da una mente superiore se si fa un raffronto con la mente di un normale credente medio, abituato com’è a ricevere idee predigerite e preconfezionate.
“…..ma hanno la tendenza (i credenti) di aggregarsi in comunità sempre più ampie che, una volta arrivate ad una massa critica, pensano che l’equazione siamo tanti dunque siamo tutti sia sempre valida. …”
mi è partito l’invio caro Ateo 64 …
Il virgolettato che ho riproposto dimostra – secondo me – la pertinenza assoluta della mia domanda provocatoria e fatta comunque in maniera scanzonata.
Tra l’altro nè io nè te siamo nati millenni fa, dunque direi di attenerci all’oggi e di attenerci preferibilmente al contesto che conosciamo: l’Italia. Dopodichè ognuno di noi, dotato anche di minima percentuale di onestà intellettuale, dirà se viene calpestato nelle proprie idee dai cattolici italiani.
Si parla di tante fobie ultimamente giusto?
Ebbene, io qui dentro ho trovato spesso un atteggiamento fobico, dogmatico dunque tutt’altro che laico, e totalmente denigratorio e irrispettoso verso i credenti-cattolici e lamentando queste cose mi sono presa ovviamente gli epiteti più ingiuriosi; un epiteto NON ingiurioso ma che comunque non ci azzecca niente con me, non poteva che essere (data la tendenza comunque generale alla semplificazione e all’etichettatura) quello di credente fanatica bigotta e credulona, cosa che non corrisponde per niente al vero.
In questo articolo 18 quindi, sottinteso, c’è anche un’idea di rispetto, di consapevolezza di far parte di una comunità di esseri umani diversi ed eterogenei che dovrebbero appunto legittimarsi a vicenda nel reciproco rispetto ….
“…pensano che l’equazione siamo tanti dunque siamo tutti sia sempre valida. …”
In realtà direi che l’atteggiamento maggiore sia del tipo: “siamo stati tanti in passato nei regimi non democratici, ci siamo costruiti nei secoli passati privilegi e potere, abbiamo condizionato la civiltà e le persone” e quindi dobbiamo continuare a farlo.
Inoltre che in nome della religione si può fare e chiedere quello che si vuole, che le regole religiose vengono prima di quelle laiche e che tutti le devono accettare e tollerare perché così è stato nel passato non democratico e perché loro sono i depositari della verità.
Che gli intolleranti sono quelli che non accettano di pregare e genuflettersi insieme agli altri, che criticano le religioni, che non accettano di uniformarsi ai dictat religiosi, che non accettano la “superiorità” della religione e dei suoi rappresentanti, che non accettano le eccezioni in nome della religione, che non li lasciano entrare nella tua casa, invadere i luoghi pubblici, i media, che non li lasciano drenare soldi pubblici, mantenere i privilegi, marcare il territorio e cercare di influenzare e decidere sulla tua vita.
Rediviva!!!!111!11!!
Come butta? Stanca delle solite frequentazioni o dopo secoli di lurking non ce la facevi più è ti è partito il dito selvaggio in modalità scrittura automatica on?
caro dissection,
mah, butta così colà …. ma non mi lamento dai!
Ma che è sto “lurking”? 🙂
Solite frequentazioni dici?
Mi segui sul Fatto Quotidiano per caso?
Perchè da diverso tempo principalmente commento lì.
O ti riferisci all’uccr?
In quel sito commento rarissimamente e ogni tanto incontro il caro Pendesini…….
Non seguo né il FATTO Quotidiano né l’altro sito che nomini, era una cosa così in generale, e anche con un po’ di ironia, visto che tu (dici che) ce la metti, sempre o quasi. Lurking è guardare assiduamente blog ecc. senza mai partecipare/commentare
Complimenti e buon lavoro alla brava Adele Orioli.
auguri e buon lavoro Adele!
Mi associo alle congratulazioni ed agli auguri di buon lavoro per Adele Orioli.