Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.
La clericalata della settimana è del Comune di Genova che
ha negato il permesso per l’affissione dei manifesti della campagna UAAR “Non affidarti al caso” accampando possibili violazioni di norme vigenti in merito alla protezione della coscienza individuale e al rispetto della religione
La campagna è in realtà volta a sensibilizzare la cittadinanza sull’obiezione di coscienza tra i medici e i manifesti sono già stati affissi in diverse città.
A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.
La Lega a Roma ha organizzato presso la sala consiliare del Municipio I un incontro dai toni confessionalisti e retrogradi sul tema della natalità e volto a propagandare il ddl Pillon. Erano presenti i senatori Simone Pillon e William De Vecchis e il consigliere della Commissione Cultura del Municipio Mauro Veloccia. L’evento è stato contestato dalle attiviste femministe di Non una di meno.
Il consigliere regionale della Liguria Matteo Rosso (FdI) ha presentato una mozione che impegna la Giunta ad attuare iniziative contro l’aborto.
L’assessore regionale all’Istruzione del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen, ha attaccato la proposta di Mediateche e del Garante regionale per i diritti alla persona di proiettare nelle scuole della Regione il film Just Charlie, perché promuoverebbe il “gender” tra i bambini.
L’Università della Basilicata ha stipulato una convenzione con la conferenza episcopale della Regione per formalizzare l’utilizzo per il culto cattolico di uno spazio del campus di Matera già in possesso della curia.
Il Comune di San Giorgio di Piano (BO), in accordo con una locale parrocchia, ha disposto di prolungare l’esposizione in uno spazio pubblico del presepe.
La redazione
Le affermazioni di Pillon sono le classiche affermazioni propagandistiche da Family Day. Se si guardano i dati sui tassi di fecondità e natalità il crollo c’è stato già negli anni ’70 ed all’inizio degli anni ’80 i valori erano simili a quelli attuali. Cioè in un’epoca in cui c’era ancora la religione di stato, la chiesa spadroneggiava e al governo c’era la democrazia cristiana, mentre gli immigrati non c’erano. Quindi è stato un risultato italiano, niente complotti internazionali. Negli ultimi anni i tassi di fecondità sono cresciuti leggermente proprio grazie agli immigrati. Però è interessante l’affermazione (vera) che quando vengono qua anche i loro tassi si avvicinano ai nostri (visto che avere figli qui è molto più costoso ed impegnativo): ma non avevano sempre raccontato che figliano come conigli (affermazione vera solo per alcune nazioni ormai)? Quindi se i tassi sono simili perché diventino la metà della popolazione italiana ci vorrebbero 500 anni nell’ipotesi di 100 mila arrivi all’anno (un po’ meno tempo perché gli stranieri sono attualmente in media più giovani, compensato, però, da una maggiore presenza maschile).
Ma anche fermando l’immigrazione la popolazione italiana cambierà, così come succede nella altre nazioni, perché già da anni vengono adottati diverse migliaia di bambini stranieri: non per complotti, ma per necessità dato la mancanza di bambini italiani da adottare. E se l’aborto venisse ostacolato come auspica Pillon il numero di bambini stranieri da adottare aumenterebbe , visto che un terzo degli aborti viene da straniere. Inoltre come libero cittadino chiunque può sposare uno straniero/straniera o persona “diversamente italiana” che può anche essere di aspetto non europeo. Fiona May ed i suoi figli ne sono un esempio: faranno parte di un complotto internazionale……. Ormai ogni anno vi sono decine di migliaia complessivamente di matrimoni di questo tipo.
Paventare la sostituzione è, quindi, il classico slogan dei razzisti preoccupati che cambi l’aspetto degli italiani. Ma poi mettendo accanto la Pellegrini e Di Maio, come si fa a parlare di una sola “razza italica”?
Caro amico, sto ancora ridendo per il tuo ultimo paragone. Azzeccatissimo!
Aggiungo che abito nel profondo sud del nord, in quel Polesine di Rovigo in cui ci sono dei mori e delle more, di capelli così corvini che non puoi non fermarti ad ammirarle, che paiono proprio importati.
Il comune di Genova sa già che perderà il ricorso davanti al TAR: è ovvia che l’uff, legale del Comune l’ha avvertito, il sindaco, che i presupposti per opporsi con successo in sede giudiziaria non ci sono, non può un avvocato che abbia una certa dimestichezza col diritto amministrativo non accorgersi che quel provvedimento negativo è viziato per violazione di legge ed eccesso di potere (sotto il profilo della disparità di trattamento e della carenza e illogicità della motivazione).
Ma ciò non ha alcuna importanza. Il sindaco potrà dire all’elettorato cattolico: “cari fratelli e sorelle, io ce l’ho messa tutta, ma lo vedete da voi: la magistratura è cattivissima e mi ha anche costretto a rifondere le spese di giudizio. Pregate per me”.