Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

 

Se i diritti delle donne rischiano di essere sotto attacco a livello nazionale, è opportuno segnalare le proposte che arrivano dalle Regioni per arginare il fenomeno. Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato una risoluzione proposta da Paolo Sarti e Tommaso Fattori (Sì – Toscana a Sinistra) e firmata da altre nove consigliere, al fine di dare piena attuazione alla legge 194. La risoluzione punta a potenziare i consultori, garantire l’erogazione della contraccezione gratuita, organizzare luoghi idonei per accogliere le donne che intendono interrompere una gravidanza, per tutelarne la privacy e consentire loro l’opzione dell’aborto farmacologico.

La Regione Campania, con un decreto commissariale illustrato dal governatore Vincenzo De Luca, consentirà alle donne di accedere tramite un ticket alla fecondazione assistita e alla diagnosi preimpianto nelle strutture del servizio sanitario regionale. Il decreto inoltre ha istituito un programma di crioconservazione dei gameti per pazienti affetti da gravi malattie o per lavoratori a rischio. La disposizione colma un vuoto normativo che durava dal 2003 e nella sua stesura la Regione ha coinvolto come consulente anche Filomena Gallo, segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni.

Il capogruppo LeU al Consiglio regionale del Piemonte, Marco Grimaldi, ha denunciato problemi all’accesso alla contraccezione gratuita presso i consultori con una interrogazione. Sebbene sia stata approvata una deliberazione nel luglio del 2018 che in Piemonte sostiene l’accesso a interruzione di gravidanza e contraccezione nelle strutture sanitarie, arrivano ancora segnalazioni su carenza dei contraccettivi a disposizione e lentezze procedurali.

I promotori della famiglia “naturale” trovano ampio margine di manovra nel corso di questa legislatura ma anche una meritoria opposizione laica. In Parlamento si consolida l’opposizione al disegno di legge 735, presentato dal senatore leghista Simone Pillon. La normativa proposta per riformare l’affido condiviso rischia infatti di minare i diritti dei figli e delle donne. Le senatrici Valeria Fedeli (Pd) ed Emma Bonino (+Europa) hanno fatto emergere la questione di un possibile arretramento sul fronte dei diritti nel corso di una conferenza stampa in Senato, proponendo il ritiro del ddl Pillon o almeno il rinvio dell’esame in commissione Giustizia.

Non mancano iniziative volte inoltre a riformare il diritto di famiglia per venire incontro a nuove sensibilità sociali. I senatori Alessandra Maiorino ed Emanuele Dessì (M5S) hanno presentato un disegno di legge per consentire alle coppie di scegliere di comune accordo quale cognome dare ai figli, rivedendo l’automatismo dell’assegnazione del cognome paterno.

A livello locale vengono favorite pratiche tese a colmare le distanze tra coppie gay e istituzioni. La Regione Emilia-Romagna ha organizzato un convegno sull’omogenitorialità e la gestione delle istanze delle coppie gay da parte dell’amministrazione pubblica, dal titolo “Parole e pratiche per includere. Le relazioni tra servizi e famiglie omogenitoriali”. Una iniziativa importante per avvicinare burocrazia e amministrazione alle famiglie omosessuali che hanno diritto a ricevere servizi.

In vista del Congresso mondiale delle famiglie, convegno organizzato da lobby integraliste che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo, diversi politici manifestano la propria opposizione per il sostegno e la presenza di partiti e ministri. La senatrice Emma Bonino e il deputato Riccardo Magi, entrambi di +Europa, hanno sollevato il caso presentando un’interrogazione parlamentare alla Presidenza del Consiglio dei ministri per avere spiegazioni sul patrocinio istituzionale (poi ritirato) concesso all’evento.

In Parlamento ancora esiste un intergruppo per le scelte di fine vita, che è riuscito a ottenere la legge sul testamento biologico. Nato dall’iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni nel settembre del 2015, ha riunito 124 parlamentari. Nella legislatura attuale gli aderenti sono 71, tra Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali, Forza Italia e gruppo misto.

L’accanimento verso le persone lgbt continua ad essere uno dei cavalli di battaglia delle forze politiche reazionarie, ma si contano anche iniziative per contrastare atteggiamenti discriminatori. L’assemblea regionale dell’Emilia-Romagna sta discutendo l’approvazione di una legge contro l’omotransnegatività, al fine di combattere le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e l’identità di genere, sostenuta dalla maggioranza. Nel corso delle audizioni presso la Commissione per la parità e i diritti delle persone sono intervenute diverse associazioni cattoliche integraliste, contrarie alla riforma. Il progetto di legge in questione si fonda su quanto presentato dai Consigli comunali di Bologna, Parma, San Pietro in Casale (BO) e Reggio Emilia.

Il tema dei costi della Chiesa non è molto d’attualità, ma è il caso di segnalare l’iniziativa del deputato Davide Galantino (M5S) sui cappellani militari. Ha presentato infatti alla Camera una risoluzione che coinvolge le commissioni Affari Costituzionali e Difesa e impegna il governo a rivedere i finanziamenti statali per i preti inquadrati nelle forze armate. La stima dei costi è di 9 milioni di euro nel 2019 per stipendiare 204 sacerdoti.

Non mancano proposte per favorire la ricerca scientifica. Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato due proposte presentate dal consigliere di +Europa Michele Usuelli per consentire a chi lo vuole di disporre del proprio corpo, dopo la morte, per scopi scientifici. La prima formalizza le procedure con cui i cittadini possono disporre di donare il corpo per finalità di ricerca, una volta avvenuto il decesso. La seconda permette di riservare per questi utilizzi anche le parti anatomiche riconoscibili frutto di interventi chirurgici, finora destinate alla sepoltura.

La redazione

Un commento

bruno gualerzi

‘Buone novelle laiche’, d’accordo e ben vengano… ma la laicità come tale, in che condizioni si trova, non solo in Italia, ma anche in Europa? E parlare di ‘laicità come tale’ non significa parlare di una laicità teorica, di una sorta di idea platonica, ma dello sfondo sul quale le buone novelle, ora come ora, al massimo possono ‘bilanciare le ‘clericalate’, ma non credo possano ‘cambiare in meglio questo paese’ se l’attacco alle conquiste laiche presenti e passate ogni giorno si intensificano e si manifestano con una visibilità che non si pensava più possibile.
Per farla breve e sintetizzare al massimo, in un contesto socio-culturale dove ‘Dio, Patria e Famiglia’ tornano ad essere le parole d’ordine di una maggioranza non più ‘silenziosa’, quale impatto possono avere le pur meritevoli iniziative richiamate? Potessero almeno significare, come qui si auspica, che qualcosa si sta muovendo per uscire da questo pantano oscurantista, ma temo che rappresentino, per quanto qui giustamente pubblicizzate, più sacche di resistenza che indice di progresso.

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