La clericalata della settimana, 18: Giorgia Meloni contro la sala del commiato senza simboli religiosi

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che

si è scagliata contro l’ipotesi di montare delle tendine per coprire provvisoriamente simboli religiosi e allestire così una sala laica del commiato in una cappella non consacrata nel cimitero del Comune di Pieve di Cento (BO)

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.

La candidata alle elezioni europee Vallì Cipriani (Lega) ha definito il caso di due rumeni che hanno danneggiato una chiesa a Cesena come “un gesto ignobile che offende le nostre profonde radici cristiane”. In realtà si trattava di due parrocchiani ortodossi che avevano alzato il gomito nel corso dei festeggiamenti per la pasqua.

Il sindaco di Podenzano (PC) Alessandro Piva e l’europarlamentare Paolo De Castro hanno presenziato in veste istituzionale alla messa “del lavoro”, officiata dal vescovo, presso il Consorzio Casalasco nella frazione di Gariga.

La sindaca di Comiso (RG) Maria Rita Schembari ha presenziato alla cerimonia di inizio del mese di Ramadan, assieme a quasi tutta la Giunta e molti esponenti del Consiglio comunale.

La redazione

5 commenti

Franco Ajmar

Al Festival della TV di Dogliani il presidente della Rai Foa ha dichiarato che “bisogna incrementare la presenza di giornalisti e opinionisti cattolici in Rai” (da Repubblica, 9/5/2019, pag.10). Altro che clericalata!.

RobertoV

Certo che essere così ossessionati ed ignoranti da non sapere che la maggior parte degli immigrati è cristiana ed europea e che i romeni sono anche comunitari dal 2007 (e quindi hanno tutte le libertà di movimento in Europa degli italiani) e che gli ortodossi sono cristiani (e per di più i più simili ai cattolici)…… Li scelgono proprio bene.
In più la chiesa era in usufrutto alla chiesa ortodossa. Gli ortodossi sono così anticristiani che la chiesa cattolica ha ceduto alcune sue chiese a loro e celebra anche riti insieme. Ma certa propaganda non ha bisogno della conoscenza, basta vedere i commenti alla notizia su Il Giornale.
Riguardo alla questione della cappella per il commiato laico trovo di cattivo gusto l’idea delle tendine scorrevoli per coprire i simboli religiosi, ma demenziali le proteste. Certo che un comune che non riesce a trovare niente di meglio che una cappella sconsacrata per un commiato laico. Per la chiesa i soldi li trovano sempre, mentre per i laici sempre al risparmio …

RobertoV

Per quale ragione inoltre il comune proprietario di una cappella sconsacrata ha chiesto il parere della chiesa cattolica su eventuali interventi di ristrutturazione?

Diocleziano

Se il locale è di proprietà del Comune (lasciamo perdere le baggianate sul ‘consacrato’) non si capisce perché sia stato concesso in via preferenziale ai cattolici considerando che, per cause di forza maggiore, gli atei necessariamente esistono da prima di qualsiasi credenza. La soluzione più logica sarebbe quella di togliere tutti gli oggetti di culto: croci, vie trucis ecc. Ci sarà pure un piccolo locale annesso dove poter riporre quanto necessita alle varie cerimonie, ognuno provvederà ad allestire la propria: SENZA MONOPOLIZZARE LA SALA.

Che sia il Comune a rimediare alla situazione creata: dica ai cattolici di rimuovere i loro arredi e munirsi di una croce semovente.

RobertoV

Diocleziano
Insistevo sull’aspetto dello sconsacrato per indicare che tale cappella si trova nella situazione di quelle chiese e cappelle che vengono vendute dalla chiesa cattolica e trasformate secondo i desiderata del nuovo proprietario, in questo caso il comune, senza che la chiesa possa dire qualcosa ed a maggior ragione vedendo dalle immagini che non si tratta di immobile di pregio storico o artistico. Cosa fatta in passato e che verrà fatta sempre di più in futuro. E’ in palese malafede tirare fuori come fa strumentalmente la Meloni e similari il vittimismo cattolico ed identitario, anche perché tra cappelle e chiese ne abbiamo 100 mila in Italia.
Il comune potrebbe tranquillamente ristrutturare tale immobile di sua proprietà stravolgendolo completamente. E’ il comune che ha creato il problema di dare in usufrutto alla chiesa cattolica la cappella. Come giustamente lo stesso comune osserva, esistono anche i laici, i non credenti e gli atei (evidentemenete non per la Meloni, o quanto meno non riconosce loro diritti) che pagano le tasse come gli altri e, quindi, hanno diritto di chiedere luoghi del commiato senza la presenza ingombrante della chiesa cattolica.
Però, dubito che i simboli e le tombe possano in generale essere spostati o rimossi facilmente, senza una ristrutturazione.

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