Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
Dalle Regioni continuano ad arrivare segnali importanti per la lotta all’omofobia, mentre latita ancora una normativa nazionale. Il Consiglio della Regione Emilia-Romagna
ha approvato la legge contro l’omotransfobia, dopo polemiche e un
intenso dibattito. L’ultima seduta è durata 39 ore, per votare i 1.787 emendamenti presentati in maniera ostruzionista dal Fratelli d’Italia e volti a boicottare il testo (con
punte di particolarmente miserevoli). Il presidente del Consiglio Stefano Bonaccini ha affermato: “La dignità delle persone non si ferma con l’ostruzionismo. L’Emilia-Romagna fa un passo avanti importante, affermando il diritto alla piena autodeterminazione di ogni persona in ordine al proprio orientamento sessuale e alla propria identità di genere”. Oltre alla decisa opposizione dei clericali anti-gay, che hanno montato una campagna di disinformazione prospettando scenari apocalittici in caso di approvazione della norma, la discussione ha visto anche contrasti all’interno del Pd. L’ala cattolica ha infatti
ottenuto l’approvazione di un emendamento che vieta elargizioni pubbliche alle associazioni che sostengono la gestazione per altri. Il Movimento 5 Stelle, anche se critico su diversi punti,
ha votato a favore di alcuni articoli, in particolare per l’iscrizione all’anagrafe dei figli di coppie gay e il sostegno alle persone transessuali.
Anche in queste settimane diversi cortei a sostegno dei diritti delle persone lgbt hanno percorso le città, spesso con il sostegno delle amministrazioni, in particolare in Toscana. Hanno infatti aderito al Toscana Pride che si è tenuto a Pisa, tra gli altri, la Regione Toscana, le Province di Pisa, Livorno, Massa-Carrara, Pistoia e Grosseto, i Comuni capoluogo di Firenze, Livorno e Carrara, 19 Comuni della provincia pisana (Bientina, Calci, Calcinaia, Capannoli, Casciana Terme Lari, Castelfranco di Sotto, Montecatini Val di Cecina, Montopoli in Val d’Arno, Palaia, Pontedera, Ponsacco, Santa Croce sull’Arno, San Giuliano Terme, San Miniato, Santa Luce, Terricciola, Vecchiano, Vicopisano e Volterra). In particolare i Comuni di Casciana Terme (PI) e Murlo (SI) hanno aderito alla Rete RE.A.DY contro le discriminazioni omofobe. L’amministrazione di Pisa non ha però dato il patrocinio, richiesto con una mozione del consigliere Francesco Auletta (Diritti in Comune). Per la mancata adesione del Comune di Pisa ha protestato anche Olivia Picchi (Pd).
Il clericalismo istituzionale è quotidiano e ossessivo, ma qualche voce che lo contrasta si sente. Il segretario dei Radicali Abruzzo Alessio Di Carlo ha contestato la scelta dell’amministrazione di Pescara di far benedire l’aula consiliare da un parroco della zona prima dell’apertura dei lavori. Di Carlo
ha fatto notare che la decisione presa dal nuovo sindaco Carlo Masci “si scontra con i più elementari principi di laicità delle istituzioni che dovrebbero ispirare tutta l’attività amministrativa”. Il Pd
ha protestato per la decisione della Giunta del Friuli-Venezia Giulia di elargire 200mila euro per un convegno
organizzato dalla diocesi sul rapporto tra scienza e fede.
Le sparate omofobe di politici e figure istituzionali, anche se trovano terreno fertile col ritorno di fiamma integralista e le crociate anti “gender”, vengono sempre più mal viste e contestate. Alessandro Terrile, consigliere Pd al Comune di Genova,
ha chiesto le dimissioni del manager dei servizi culturali del Comune di Genova, Maurizio Gregorini, che
ha pubblicato – e poi cancellato – un tweet pesantemente omofobo e intollerante, intriso di complottismo e dalle tinte xenofobe.
Qualche novità anche sul fronte dei diritti riproduttivi. Il Tar della Lombardia
ha annullato una delibera regionale che negava l’accesso alla fecondazione eterologa per le donne oltre i 43 anni che avessero effettuato già tre tentativi. Il ricorso è stato presentato dall’Associazione Luca Coscioni. Già a febbraio il consigliere regionale Michele Usuelli (+Europa) aveva contestato il fatto che ogni Regione potesse fissare limiti diversi di età per l’accesso alla procreazione assistita, dato che la legge 40 (ciò che ne rimane) non li prevede, rimettendosi alle indicazioni degli esperti che valutano i singoli casi.
Il ddl Pillon sull’affido condiviso
ha subito una battuta d’arresto e verrà rivisto, dopo le proteste dei movimenti femministi e i contrasti nella maggioranza. La Commissione Giustizia del Senato ha rinviato la discussione a settembre ma affidato sempre al senatore Simone Pillon (Lega) l’incarico di riscrivere il testo unificando e mediando sei diverse proposte di legge. I senatori M5S Alessandra Riccardi e Matteo Cruciani hanno parlato di ddl ormai “superato”, rassicurando su una revisione che tolga “tutte le storture presenti in tutti i provvedimenti” e sul fatto che non ci sarà “nessuna accelerazione, finché non c’è pieno accordo il testo unificato non verrà depositato”. Il Partito Democratico si è fortemente schierato contro il ddl Pillon e i senatori Valeria Valente, Monica Cirinnà, Luigi Cucca e Franco Mirabelli ne hanno chiesto il ritiro immediato, per l’impostazione “oscurantista e anacronistica” (come l’ha definito Arcigay), chiedendo chiarezza al Movimento 5 Stelle.
In chiusura, è il caso di segnalare la fine positiva di un vicenda che interessa la scuola, durata anni. ll Giudice del Lavoro di Siena
ha reintegrato il maestro Adriano Fontani, che aveva subito provvedimenti disciplinari ed era stato licenziato ingiustamente dopo aver lasciato i testimoni di Geova. Dal 2004 il docente infatti era stato oggetto di proteste e discriminazioni, che aveva ricondotto a pressioni degli ex correligionari sulle scuole in cui insegnava, anche con ricadute dal punto di vista familiare e affettivo. Il caso era stato portato all’attenzione del Parlamento nel 2010 da una interrogazione a firma dei senatori democratici Marco Perduca e Donatella Poretti.
La redazione
Ormai le buone novelle sono quasi esclusivamente dedicate alla lotta all’omofobia. Non che mi dispiaccia, ma sulla laicità nelle istituzioni e sulla lotta ai privilegi del clero e alla loro proverbiale ricchezza, raramente appare qualcosa, solo briciole. Brutto segno, a parer mio.
È quello che constatavo leggendo l’articolo.
I politici DEVONO occuparsi attivamente ad annullare una volta per tutte
il pedo-condizionamento dei minori.
Questa è la fonte di tutte le ingerenze della Città del male.
Se non si va alla radice del problema è come voler salvare la barca con un secchio sfondato: ci vogliono anni per constatare il calo di qualche decimale dei credenti,
mentre contemporaneamente e sistematicamente TUTTI i bambini vengono rincoglioni†i con scintillanti sciocchezze.
Questo è il punto chiave: la scuola. Infatti senti mai buone novelle sulla scuola? MAI, a parte qualche sparuta presa di posizione di un insegnante o di un dirigente, ma roba da poco. La piovra sa che se molla la scuola perde tutto. I ragazzini potrebbe controllarli solo a dottrina, ma là ci vanno al massimo fino a 12 o 13 anni, quindi ne perderebbe parecchie di pecorelle.
Le credenze (particolarmente le religiose) e le regole morali sono poste parallelamente all’acquisizione della madrelingua, secondo le modalità, in modi forse analoghi. Il cervello del bambino “assorbe” le regole morali (quindi ideologiche), così come il linguaggio della famiglia e l’ambiente culturale in cui è cresciuto conformandosi. Quest’ultimo impone un’appartenenza culturale (alias tradizionale) autoritaria, a volte anche totalitaria, un’appartenenza culturale particolare che lo influenzerà per decenni, e che potrà difficilmente sbarazzarsene in seguito poiché lo condiziona in maniera tale che la plasticità cerebrale, propria alla specie umana, muta in rigidità cerebrale sovente irreversibile.
-“Sapere è capire”, disse Michel Serres…
Sempre la vecchia antinomia tra testa piena e testa ben fatta. È inutile accumulare una “conoscenza”, libresca, sovente relativamente indigesta o altro, se non troviamo nessun senso pratico, pragmatico, razionale….. Impiliamo i mattoni, sprechiamo una notevole energia, ma non cresce nessun edificio. Se continuiamo in questo modo – un ministro più o meno competente che decide dei cambiamenti e atteggiamenti, di cui non capisce assolutamente nulla, non più dei suoi assistenti – ripeteremo perennemente solo ciò che –di fatto- non sappiamo.
-Non dobbiamo insegnare a bambini e adolescenti (senza dimenticare gli “adulti”)… « cosa » pensare, ma « come » pensare.
-Un corso di scienza che non stimola il pensiero critico e non impara a pensare razionalmente non è l’insegnamento della scienza, ma un insegnamento della sottomissione. Ed è proprio quello che capita -da millenni- nel Bel Paese…e continua !
Bisogna chiamare le cose con il loro nome:
questa è la “Teoria della montagna di M…”
essa dice, in sostanza, che un idio†a ne può produrre più di quanta tu possa spalarne. Questo è il lavoro sistematico prodotto da chi mira solo a perpetuare il proprio potere, garantendosi ricchezza eterna.
Vedremo mai il giorno in cui un politico strappi la tenda che nasconde il fanfarone, il sedicente mago?
Almeno cominciare a mettere un limite – 8/10 anni – prima del quale sia proibito a estranei impartire insegnamenti di tal fatta. Soprattutto non con la complicità dello Stato.
Sembra proprio che dal prossimo anno scolastico riappariranno gli Studi sociali, con grande allegrezza del salvini, che da vero uomo ha detto che si sarebbe fatto e ha fatto. Quando? Nessuna ora in più, ma la nuova materia richiede un’ora a settimana, ergo saranno tagliate storia e geografia. Quindi avremo alla scuola primaria 1 ora di storia a fronte di 2 ore di religione. Queste ultime non si possono toccare. Ma i politicanti sono contenti: hanno inserito la materia, e questo basta. Le conseguenze sul piano pratico ed educativo non li riguarda.
“L’ala cattolica ha infatti ottenuto l’approvazione di un emendamento che vieta elargizioni pubbliche alle associazioni che sostengono la gestazione per altri.” non mi pare che sia solo l’ala cattolica anche quella femminista radicale, basta andare sulla pagina ufficiale di arcilesbica nazionale dove si considera molto positivamente l’art. 12 della legge emiliana. Perché non farne menzione?
Arcilesbica non può presentare o votare emendamenti in consiglio regionale emiliano-romagnolo, non può essere accostata all’ala cattolica
Certo ma fa lobbying come le associazioni cattoliche, una menzione per me la merita.